In rilievo, Storie giuliesi

Giulianova. 1939, la costruzione della Caserma dei Carabinieri

GIULIANOVA. FRAMMENTI DI STORIA DAGLI ARCHIVI – 46.
Di Sandro Galantini
A seguito dell’Unità d’Italia i carabinieri reali, soppiantando la gendarmeria borbonica, si erano insediati a Giulianova con una luogotenenza, tra le poche istituite in Abruzzo, composta da 5 militi appiedati e altrettanti a cavallo.
Ma la caserma, ubicata nel piano superiore del grande edificio sull’attuale piazza della Libertà già dei frati minori conventuali e sin dal 1814 ceduto al Comune, da subito era apparsa inadeguata. Per le loro esigenze i carabinieri reclamavano infatti locali ulteriori rispetto a quelli esistenti costituiti da 6 camere da letto, una cucina con annesso altro vano, il deposito per il carbone e l’ufficio del comandante.
Erano stati perciò redatti, rispettivamente nel 1863 e nel ’65, i progetti per realizzare la nuova scuderia al pianterreno e per garantire l’autonomia strutturale della caserma rispetto agli uffici giudiziari pure allogati nello stabile.
Ma il piano sfumava a causa dell’opposizione dell’amministrazione giudiziaria che aveva peraltro generato un contenzioso con l’amministrazione comunale approdato al Consiglio di Stato.
La soluzione si sarebbe avuta nei primi anni ottanta dell’Ottocento allorché l’amministrazione provinciale nel 1881 acquisiva un’area municipale in via di Porta Marina per la nuova caserma, cioè l’attuale edificio su via Bindi che ospita alcuni uffici comunali.
Nei decenni a seguire la caserma, elevata a Tenenza, avrebbe ben soddisfatto le esigenze dell’Arma, trattandosi di edificio funzionale e posto in posizione nevralgica.
Tuttavia l’aumento esponenziale della popolazione nel sottostante centro valligiano, divenuto commercialmente attivissimo e che strada, ferrovia e porto avevano reso un vero e proprio epicentro dinamico trainante, rendeva ormai necessario il riposizionamento della caserma anche in vista dell’elevazione al rango di Compagnia.
A rendere possibile lo spostamento dei carabinieri al Lido, di cui il piano regolatore del 1935 prevedeva un’enorme espansione urbanistica, sarebbe stata l’iniziativa presa da Alfonso De Santis, sino al 1937 podestà di Giulianova, che unitamente ai fratelli gestiva la prospera ditta di famiglia impiantata dal defunto padre Francesco e divenuta una delle più importanti in Italia nel settore delle ferramenta.
Proprio dalla ditta De Santis partiva, il 12 aprile 1939, la richiesta al commissario prefettizio Giuseppe De Gregoris per ottenere l’autorizzazione da parte della Commissione urbanistica comunale alla costruzione della nuova caserma su progetto dell’ingegnere Giuseppe Iannetti.
L’edificio, alto quattro piani e pensato per soddisfare le esigenze presenti ma anche quelle future dell’Arma, era previsto sorgesse su un lotto di terreno dei De Santis latistante l’allora viale Vittorio Emanuele III, oggi via Filippo Turati, nei pressi del grande stabilimento industriale di famiglia.
Ottenuta l’autorizzazione, i lavori erano proceduti febbrilmente se addirittura pochi mesi dopo, il 20 settembre, i De Santis chiedevano al Comune di realizzare un marciapiede e il condotto per lo smaltimento delle acque offrendosi di sborsare 2.000 delle 5.750 lire che l’ingegner Iannetti otto giorni prima aveva quantificato per gli interventi.
Dando seguito alla richiesta, il commissario prefettizio De Gregoris, preso atto che la caserma era stata «testé costruita», con delibera del 23 settembre 1939 disponeva quindi l’affidamento dei lavori a trattativa privata, stante la necessità di concluderli prima della stagione invernale, alla ditta Cesare Albani.
Pochi mesi dopo, facendo seguito alla presa di possesso dello stabile da parte dei militi e del comandante, il primo tenente Giuseppe Vignone, la Tenenza carabinieri di Giulianova veniva elevata a comando di Compagnia.
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