INTERPELLANZA URGENTE
Chiusura ospedali Val Pescara
I sottoscritti Antonio Saia Consigliere regionale del Partito dei Comunisti Italiani e Maurizio Acerbo Consigliere regionale di Rifondazione Comunista
Rilevato che
nel Piano di riordino della rete ospedaliera presentato da Chiodi e Venturoni in assenza di qualunque confronto in Consiglio Regionale è stata decisa la chiusura dell’unico Centro pubblico di riabilitazione (l’Ospedale di San Valentino (PE)) che in passato era sempre stato individuato come Centro di riferimento regionale per la Riabilitazione;
Rilevato altresì che
per cercare di tacitare le sacrosante proteste dei Comuni della Val Pescara e in particolare di Popoli, a cui viene di fatto chiuso l’Ospedale, che fino a pochi anni fa era considerato il secondo in Italia come rapporto efficienza7costi, prevedono il trasferimento di 70 posti di riabilitazione nel suddetto Ospedale;
Sottolineato
il fatto che mentre l’Ospedale di San Valentino è già attrezzato e strutturato per la riabilitazione con ampi spazi introno (che andrebbero meglio sfruttati), con palestre e una grande piscina riabilitativa di recente costruzione, l’Ospedale di Popoli, da sempre strutturato come Ospedale di 2° livello, è privo di strutture specifiche per la riabilitazione,
Rilevato altresì che
“voci” sempre più insistenti circolano circa un rinnovato, crescente, interesse dei privati per la riabilitazione, per trattamenti ex art. 26, per le RA e le RSA;
Sottolineato
il fatto che, per mettere in atto questo oscuro disegno, la Giunta regionale ha manovrato nell’ombra facendo si che il Centro di Riabilitazione di San Valentino venisse progressivamente spogliato di personale e mezzi, in modo da non poter decollare come avrebbe potuto e dovuto, e l’Ospedale di Popoli è stato progressivamente destrutturato.
INTERPELLANO
il Presidente della Giunta Regionale e l’Assessore regionale alla Sanità per conoscere:
1) Per quali e incomprensibili motivazioni decidano, da un lato, di smobilitare definitivamente l’Ospedale di Popoli e, dall’altro, di chiudere l’unico Centro di Riabilitazione pubblico abruzzese su cui, da sempre (ma solo a parole) la politica regionale aveva puntato come polo riabilitativo regionale;
2) Se non ravvisano in tale azione una ulteriore (inaspettato ?) regalo ai numerosi consistenti interessi privati che già operarono nella nostra Regione.
L’Aquila, 20 luglio 2010
Il consigliere dei Comunisti Italiani
Antonio Saia
Il consigliere di Rifondazione Comunista
Maurizio Acerbo