Cultura & Società, Italia

Ascoli. Riparte il Laboratorio di Scrittura Espressiva presso la Casa Circondariale “Marino del Tronto”

 

 

Dopo la pausa estiva e l’organizzazione fra le sbarre del concerto gratuito di Antonio Sorgentone voluto dagli stessi esecutori del progetto, riprende il Corso di Scrittura Espressiva dal titolo “Scrivo me” presso il Carcere Marino del Tronto di Ascoli Piceno.

Nell’ambito del programma promosso dall’Associazione Amnis di Biosistemica, sotto l’ideazione e la cura della giornalista-scrittrice Piera Ruffini congiuntamente all’ausilio terapeutico del Dott. Stefano Cristofori, continua l’attività laboratoriale, partita a gennaio di questo anno e che interesserà nella stagione autunnale i mesi da ottobre a dicembre.

Prosegue dunque il dialogo ma soprattutto l’aiuto ai ristretti del Carcere ascolano per la costruzione di un macro-spazio, generato da mente e sentimento che, attraverso la scrittura, consentirà un processo di ricordo e memoria della propria storia e pertanto un’articolata consapevolezza dell’esperienza di marginalità o devianza maturata.

“Il disagio, visto come momento di vuoto e di mancanza,  può diventare una risorsa preziosa” – spiega la Direttrice della Casa Circondariale, Lucia Di Feliciantonio, attenta da sempre alle attività di formazione rivolte ai reclusi – “per stimolare l’autoriflessività, ripensare il percorso di vita, ricreare la relazione con se stessi e con la comunità collocata tra il “dentro” e il “fuori”.

Il Presidente dell’Associazione Aminis, Stefano Cristofori, sottolinea l’importanza di come “la coralità dei vissuti, il feedback, il rispecchiarsi, in misura più o meno intensa nella storia del compagno, il conoscersi e conoscere gli altri in modo diverso, producano insieme importanti effetti sia sul piano personale che interpersonale fra i detenuti”.

“Scrivere significa anche buttare fuori il rancore, la perdita di dignità” racconta la giornalista Piera Ruffini “costruire da soli, o insieme, qualcosa”, –poi prosegue – “E’ un’opportunità rilevante di cambiamento possibile, di auspicabile revisione e di riprogettazione del futuro, che per questa nuova fase si concluderà con un filo diretto con il mondo esterno”.

Prevista, infatti, la creazione di un racconto in parte elaborato dai reclusi, in parte scritto dagli studenti di una quinta di un Istituto Superiore di Ascoli, per favorire in seno alle nuove generazioni la sensibilità in materia di lotta al pregiudizio, all’intolleranza, all’emarginazione, per valorizzare una più vera ed efficace cultura alla legalità e costruire una società migliore.

 

 

 

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