Autorità, Associazioni Combattentistiche e d’Arma, cittadini tutti, in qualità di Comandante Provinciale dei Carabinieri di Teramo, rinnovo il mio personale orgoglio e quella dell’Arma dei Carabinieri per quanto è stato celebrato nella cerimonia odierna.
Innanzitutto, con sincera gratitudine, desidero ringraziareil Sindaco della Città di Teramo – Dott. Gianguido D’ALBERTO e il Presidente del Consiglio Comunale, Dott. Alberto MELARANGELO, espressioni dell’intera comunità teramana, che hanno condiviso, fin da subito e con entusiasmo, lo spirito di questa cerimonia, celebrata contestualmente al giorno in cui ricordiamo, altresì, l’80° anniversario della liberazione dal dominio nazi-fascista.
Li ringrazio perché l’onore che concedono ai Martiri di Sella Ciarelli con l’allocazione delle loro pietre d’inciampo davanti ad un tempio identitario del simbolismo teramano, rappresentato dalla Fontana dei Due Leoni di Pasquale Morganti, inaugurata alla fine dell’Ottocento, come simbolo celebrativo per l’ampliamento della rete idrica della città, in cui confluiscono le acque del Tordino e del Vezzola, nonché davanti appunto alla targa commemorativa degli eroici giorni della Resistenza teramana, culminata nella battaglia di Bosco Martese e apposta quivi, nel 1952, è davvero significativo e ci inorgoglisce.
L’orgoglio nasce dal sapere che questa città consente l’installazione, per la prima volta delle pietre d’inciampo e lo fa ricordando i Martiri di Sella Ciarelli (il Brigadiere Leonida BARDUCCI, il Carabiniere Settimio ANNECCHINI, il Carabiniere Angelo CIANCIOSI e il Sergente Maggiore degli Alpini Donato RENZI), volendo ancora una volta suggellare quanto siano importanti per Teramo, i Carabinieri, in particolare, e tutte le Forze Armate.
Un altro sentito ringraziamento, inoltre, lo rivolgo a due fondamentali attori di questa cerimonia, grazie all’impegno dei quali essa è stata resa possibile.
Innanzitutto, all’Associazione Nazionale Carabinieri di Teramo, nelle persone del Gen. Brig. in congedo Pier Vittorio Romano e del Mar. Magg. in congedo, Pietro Piccioni, a cui faccio sentite felicitazioni riavendolo insieme a noi dopo un lungo periodo di convalescenza.
La loro solerzia e la loro dedizione hanno reso possibile questa cerimonia e l’acquisto delle pietre d’inciampo, testimoniando quanto sia forte la devozione e l’attaccamento all’arma anche oltre il servizio attivo. Grazie di cuore.
Ancora un grazie al prof. De Berardinis la cui tenacia e costanza nello scavare nella storia è davvero impressionante. Lo ringrazio perché, suo tramite, è stato possibile arrivare alla riproduzione e alla certificazione delle pietre d’inciampo a memoria dei nostri e lo ringrazio, in generale, per il suo lavoro meticoloso nel ricostruire le storie di uomini che hanno sacrificato la vita per la Patria. Grazie.
Ad ottobre scorso, nei pressi della nostra Caserma, in aggiunta alle abituali e solenni rievocazioni di Rocca Santa Maria e di Pascellata di Valle Castellana, abbiamo installato un bassorilievo, rievocativo di quei tragici momenti, facendo dono imperituro, così come ci prefiggiamo di fare anche oggi, alle future generazioni di un episodio eroico che narra di chi ha sacrificato la vita per il bene comune, per garantirci pace, giustizia e libertà.
Oggi, non si può non riflettere su come questi valori, che questi carabinieri hanno difeso, siano fondanti e tuttora cristallizzati in quel tabernacolo di laicismo che è la nostra Costituzione.
Ha senso celebrare oggi questi martiri, in quanto la Resistenza è un valore assolutamente condiviso e appartiene alla nostra identità nazionale.
Appartiene a quei civili, partigiani, ex militari, giovani donne ma anche militari in servizio e, tra questi, tantissimi carabinieri, che, all’indomani dell’8 settembre del 1943, non si sono mai voltati dall’altra parte ed hanno riconosciuto lo spirito della nostra Nazione.
Una Nazione, nata da soli 72 anni, che, tuttavia, aveva già impresso in molti l’amore per la Patria e per la libertà delle Istituzioni, tanto da dover sacrificare per essa, in tantissime funeste occasioni che accaddero in quel periodo, dal massacro delle Fosse Ardeatine al sacrificio del V. Brig. Salvo D’Acquisto, la vita stessa.
E quindi, sono convinto che questa data rappresenta, per tutti, una data di cordoglio per le vittime e di orgoglio per la conquista di una Patria.
Il prof. Pietro Calamandrei, uno dei nostri padri costituenti, in un celebre discorso agli studenti all’Università di Milano, nel gennaio 1955, disse: «Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo ove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne ove caddero partigiani» – io aggiungerei oggi militari e civili inermi -«nelle carceri ove essi furono imprigionati, nei campi ove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani».
Il dramma della Guerra, il significato della morte che ci esplode dentro quando questa riguarda un uomo Buono, come il Papa delle Gente, Papa Francesco, che se ne è andato senza negare un’ultima benedizione al mondo che ha amato, ci impongono una riflessione civica di solidarietà e pace, valori fondanti, anche questi, della nostra Costituzione, nel nome della quale ogni giorno dobbiamo continuare a fare al meglio il nostro dovere.
Viva la Resistenza, Viva i Martiri di Sella Ciarelli, viva Teramo.
Grazie.
Pasquale Saccone
Comandante Provinciale dei Carabinieri di Teramo






