In rilievo, Lettere

Azione Tortoreto. La democrazia chiama l’ammistrazione Piccioni non risponde.

Il Consiglio Comunale mandato deserto dalla maggioranza ha segnato una bruttissima pagina
della democrazia partecipativa della nostra città.
La questione posta sul tavolo è la richiesta protocollata dal consigliere D’Amelio di rinvio della
seduta data “la violazione dei diritti di democrazia partecipativa delle minoranze (…) per
mancata convocazione della conferenza dei capigruppo”.
A denti stretti la maggioranza di Piccioni ha dovuto digerire ed evadere la richiesta di rinvio del
consiglio comunale presentata dal consigliere Libera D’amelio.
La mancata convocazione, più la mancata corretta comunicazione dei punti all’ordine del
giorno, fatta a morsi e bocconi e tramite invii whatsapp, che non risultano essere canali ufficiali,
hanno costretto il Capogruppo di Tortoreto più a procedere tramite richiesta ufficiale.
Sottolinea il consigliere D’ Amelio: “Si badi bene; la conferenza dei Capigruppo non è un
orpello evitabile o intercambiabile ma è baluardo del potere/dovere dei consiglieri di
opposizione di partecipare alla vita pubblica cittadina”.
Ma i fatti curiosi non terminano qui, difatti il Sindaco Piccioni e la sua giunta, seppur presenti
all’interno del palazzo comunale durante il Consiglio, hanno preferito restare nello loro stanze
piuttosto che partecipare alla seduta.
Il presidente del consiglio, Marino Di Domenico, non appena chiusa la seduta ha subitamente
convocato la conferenza dei capigruppo.
Sarebbe stata cosa opportuna che il Sindaco sedesse tra i banchi così come anche la
maggioranza tutta, mettendoci la faccia soprattutto per rispetto dei cittadini collegati in attesa
del Consiglio. Ma a tanto non hanno degnato la cittadinanza.
La reazione dell’ amministazione è quella sotto gli occhi di tutti: la direttrice a trazione Piccioni
tira avanti verso la ermetica chiusura e si trincera nelle segrete stanze di palazzo comunale –
chissà poi se accessibili a tutti i componenti della maggioranza- in barba della partecipazione
democratica (quella sconosciuta) che si proclama.
E tant’è che si è cercato di esautorare i consiglieri di opposizione di quei sacrosanti diritti di
effettività alla formazione delle decisioni del Bene collettivo non convocando la conferenza dei
Capigruppo.
La rapidità che ha contraddistinto l’ultimo consiglio comunale del 28 febbraio resterà negli
annali di Tortoreto.

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