In rilievo, Storie giuliesi

Giulianova. L’ingresso sud-est della città

di Ottavio Di Stanislao*
Pianta dell’angolo sud – est allegata alla richiesta di suolo pubblico avanzata da Vincenzo Trifoni nel 1839.
Il sito richiesto (B) era occupato da due botteghe assentite nel 1811 e poi abbandonate. Nel 1813 l’albergatore Scassa aveva ottenuto di ampliare il suo esercizio addossando la nova costruzione all’angolo sud-est ed occupando il pomerio interno. Il primo eletto, Andrea Africani, opponeva che tale innovazione avrebbe menomato la capacità difensiva del paese trattandosi di “pubblica muraglia in buono stato essendo stata rifabbricata nel 1809, dove esiste una comoda garitta che serve per guardia alla pubblica porta detta dei cappuccini (…) inoltre verrebbe a chiudersi una strada di comodo ai cittadini, per andare ad osservare il mare, e dove sono le così dette sferrature [feritoie], per sparare i fucili contro l’aggressione dei nemici dal mare o dei briganti se per disgrazia vi fossero”.
L’angolo l’sud-est, con le mura a strapiombo sulla ripida collina, non era munito quindi di bastione angolare. Proprio per la sua posizione si riteneva difendibile con le feritoie che consentivano di orientare comodamente il fuoco dei fucili verso il basso. Inoltre la garitta in quella posizione consentiva di tenere sotto controllo un’ampia fascia di territorio.
Notare l’inclinazione della parete del forno (C), la stessa dell’attuale bar Marcozzi. Il locale del forno fu censito (concesso in uso dietro pagamento di canone) nel 1862 perché “forma mostruosità all’entrata del paese e perché il fumo che giornalmente esce dal camino arreca incomodo ai vicini abitanti”.
*Funzionario Archivista
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