Cultura & Società, Teramo e Provincia

MONTORIO AL VOMANO. GLI 80 ANNI DI GIOVANNI DI LUIGI: FAMIGLIA, RELIGIONE E CARTA STAMPATA

 

Lo scorso 31 agosto, quando l’Araldo era in ferie, il professor Giovanni Di Luigi ha festeggiato le sue ottanta primavere, in compagnia della moglie Luciana Di Simone, delle due figlie Mirella e Graziana (anche loro docenti scolastiche), delle nipotine Giorgia e Alessia, del Sindaco Gianni Di Centa, della nota giornalista Catia Di Luigi, nonché nipote del festeggiato, e dei parenti e amici tutti.

Sebbene non iscritto all’Ordine – neanche come pubblicista – è il decano insieme con Lucio Nallira (altro grande appassionato cultore di patrie memorie) dei giornalisti montoriesi.

Primo di otto figli maschi, sin da piccolo rivelò un’innata predisposizione allo studio, quindi frequentò il Seminario Pio Aprutino per diversi anni (all’epoca era consuetudine, per le famiglie numerose o poco agiate, mandare i propri figli a studiare in questi collegi ecclesiastici, risparmiando le spese) e si diplomò nello storico e prestigioso Istituto Magistrale “Giannina Milli” di Teramo. Tuttavia, la compostezza nel parlare, quel discorrere a bassa voce e quell’agire dai modi gentili con le dita intrecciate – tipici degli uomini pii – gli sono rimasti appiccicati addosso (non l’ho mai sentito parlare ad alta voce o arrabbiarsi, sempre calmo, pacato, misurato). Le prime esperienze, come insegante, le fece in montagna: San Giorgio e Nerito di Crognaleto. Era assistente scolastico dei Pat (Posti di ascolto televisivo); in pratica la scolaresca seguiva la lezione tramite una tivvù posizionata in classe, dopodiché il tutor (diremmo oggi) rispiegava la lezione o la integrava con degli esercizi. Era un programma che, capillarmente, cercava di arrivare in ogni dove, anche nelle zone più impervie.

Insegnò, poi, nei plessi di Valle Castellana (dove conobbe la futura moglie), Isola del Gran Sasso d’Italia, Colledara e, per oltre trent’anni, alla Scuola Media di Montorio al Vomano, fino alla pensione. Il 1968 è un anno decisivo che segnerà la vita di Di Luigi: il 20 ottobre 1968 sposerà Luciana e, l’11 novembre, con la tesi Il Traforo del Gran Sasso, prenderà la laurea in Lettere presso l’Università degli Studi de L’Aquila. Una casualità: i lavori per bucare il ventre del Gran Sasso, inizieranno proprio tre giorni dopo aver disputato la laurea, il 14 novembre 1968.

Non sappiamo bene, quando iniziò la sua avventura giornalistica; di certo sappiamo che il suo nome compare già in un giornale satirico studentesco dal nome “La macina estiva”, datato 1958, con gli amici di quel periodo: Egidio Marinaro, il compianto Arrigo Marinelli, Maria Teresa Barnabei (ora in Bonaduce) ed altri montoriesi. Tante volte, Giovanni, mi ha detto che iniziò a scrivere dietro la spinta di don Fioravante D’Ascanio (Mosciano S. Angelo 1908 – Montorio al Vomano 1985), all’epoca arciprete di Montorio al Vomano, ma non ricordo in quale quotidiano o periodico. Nella sua lunga vita, ha collaborato con vari quotidiani ed altrettanti periodici: Il Tempo, Il Resto del Carlino, Il Giorno, Stadio, Il Centro, Le Notizie, La Città, il nostro Araldo Abruzzese (per il quale curava la bella rubrica “Dal Gran Sasso all’Adriatico” e con il quale collabora tuttora in modo assiduo), La Tenda, Insieme per…, Il Giornale d’Italia, Il Giornale d’Abruzzo, Il Giornale d’Abruzzo e Molise.

Nel campo dell’editoria, nel 1978, prese parte con altri montoriesi, fra i quali il citato Marinaro, Renzo Panzone e Manlio Patriarca alla stesura del monumentale Memorie e Glorie di Montorio al Vomano del medico e storico castellano, montoriese d’adozione, Quirino Celli (1899 – 1978). Inoltre ha pubblicato Ricordi della mia vita (1986), un libretto scritto dal racconto orale del papà Martino (e della mamma Santa Mazzetta), stampato dall’AGSM (Abruzzo Gran Sasso Montorio), un’Associazione culturale, da lui fondata, tesa a valorizzare e ristampare pubblicazioni di storia locale. Nel 1990 e nel 2014 ristampa la copia anastatica de La difesa di Montorio – Storia abruzzese del secolo XV” (Urbania, Tip. M. Achilli, 1887) e L’Educazione (Teramo, G. Marsilii, 1886) scritti entrambi dal montoriese Vincenzo Runcini (1833 – 1907), scrittore e garibaldino montoriese. La rilettura de La difesa di Montorio darà vita, nel 1995, alla rievocazione storica de “La Congiura dei Baroni” (anche se alcuni storici asseriscono che si tratta di Montorio di Grosseto). Nel 2015 è la volta di “L’Arciprete di Montorio – Mons. Fioravante D’Ascanio”, una raccolta di scritti vari in memoria dell’amato – ed indimenticato – don Fioravante, ripresi da vari giornali e periodici.

Ecco, la sua vita è stata – ed è – questa! Casa, famiglia, chiesa, libri e carta stampata. Ogni volta che l’ho incontrato per le strade di Montorio, l’ho visto sempre con i libri, con un giornale o con un pacco di fotocopie sotto il braccio, sempre affannato a fare qualcosa per la cultura locale e religiosa.

Auguri, caro Professore. Gli ottant’anni non sono importanti, ma è importante la persona che li compie… tu!

Pietro Serrani

 

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