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Teramo calcio. La conferenza stampa del Presidente Campitelli

 

 

Il Presidente della Teramo Calcio Luciano Campitelli ha tenuto in mattinata una conferenza stampa presso lo stadio “Bonolis”.

Tre i punti focali: ammissione di responsabilità e degli errori commessi in questo biennio, unità d’intenti tra le varie componenti e difesa dei calciatori, programmazione futura.

«Il calcio è strano, perché pochi centimetri possono cambiare il corso di una stagione – le sue parole – anche della peggiore della mia gestione dopo otto anni di successi indiscussi. Chiedo scusa a tutti i tifosi per quest’annata, come lo chiesi due anni fa per quanto accaduto. Quando presi le redini della società nel 2008, mi ero posto l’obiettivo del professionismo a breve termine, forse l’abbiamo raggiunto con eccessiva facilità e rapidità, grazie ad un’oculata programmazione.
Nell’ultimo biennio sono stati commessi degli errori, è inutile negarlo: il più grande è stato quello di pensare di tornare a vincere da subito acquistando solo calciatori di spessore. Questa non è la strada giusta per tornare a sognare traguardi importanti e in qualsiasi categoria si dovrà ripartire, lo si farà con una sana pianificazione.

Ci tenevo a difendere pubblicamente tutti i miei calciatori attualmente in rosa, perché se vogliamo davvero salvarci abbiamo bisogno di tutti, nessuno escluso. L’arrivo di Ugolotti ci ha dato una grande mano e, senza tanti piccoli infortuni, oggi avremmo quei due-tre punti in più che ci consentirebbero di parlare di miracolo sportivo.
Questo non è il momento dei processi sommari. Mi rivolgo in particolare ad una frangia della tifoseria, specialmente a chi decide settimanalmente di mettere alla gogna tesserati o dirigenti, a chi parla di retrocessione programmata, dimenticando come il nostro sia uno tra i sette, otto budget più importanti del girone, a chi ci insulta sistematicamente, a chi non sembra volere il bene di questi colori.
Abbiamo commesso degli errori, è ovvio, ma solo chi non fa non sbaglia e io ci rimetto del mio economicamente. Capisco l’amarezza della gente che si attendeva ben altro rispetto a questa sofferta stagione, lo stesso ci aspettavamo noi, ma se un calciatore viene apostrofato pesantemente per una rete sbagliata, creando addirittura apprensioni e patemi alla sua stessa famiglia, c’è qualcosa che non va e che non posso digerire, perché dietro ad ogni individuo c’è una dignità e una famiglia, da rispettare sempre e comunque.
Dobbiamo guardare al presente, perché c’è una categoria da preservare ad ogni costo, in una città che ha già perso tanto. Dobbiamo volerlo tutti, dalla squadra alla città, formando un corpo unico, per evitare di andare incontro, poi, ad inutili rimpianti. Mi aspetto tanto dalla squadra sin da Salò, una gara che dobbiamo provare a vincere al di là di quello che faranno gli altri. Ho vissuto stagioni indimenticabili, non rimanere in Lega Pro sarebbe un peccato mortale che non voglio nemmeno ipotizzare, perché sono convinto che il nostro sia un problema mentale e che alla fine ce la faremo. Senza il nostro pubblico, però, tutto questo non sarebbe possibile. E voglio chiudere sperando che tutti prendano esempio da quei tifosi che a prescindere dal risultato applaudono la squadra, come successo anche domenica scorsa, con l’obiettivo di raggiungere questa benedetta salvezza
».

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