Cultura & Società, Giulianova, In rilievo, Italiani all'Estero, Storie giuliesi

Giulianova. Pär Rådström, uno scrittore svedese nella Giulianova di cinquant’anni fa.

(C) in esclusiva per giulianovanews.it

(C) di Antonio Bini

L’iniziale intenzione era quella di fermarsi una notte per proseguire il viaggio verso sud, forse la Grecia. Nella primavera del 1961 lo scrittore svedese Pär Rådström (

https://sv.wikipedia.org/wiki/P%C3%A4r_R%C3%A5dstr%C3%B6m

 

e la moglie Gunnel raggiungevano l’Abruzzo, facendo tappa a Giulianova, fermandosi all’Hotel Riviera, il primo albergo della località, allora ancora legata alla pesca, che si affacciava al turismo, che  proprio negli anni sessanta doveva diventare fenomeno di massa.img077

La coppia svedese ebbe un buon impatto con Giulianova e il Riviera, da poco inaugurato e sito sul Lungomare Zara. Decisero così di prolungare il proprio soggiorno, fino a rimanere un intero mese.

Per lo scrittore non si trattava di una semplice vacanza, essendo molto impegnato in quel periodo al suo nuovo romanzo “Il colonnello”, tra i più noti di Rådström, che sarebbe purtroppo scomparso due anni dopo, nell’estate del 1963, a soli 38 anni.

Le vicende di quel lontano soggiorno sono descritte da un altro scrittore – Johan Werkmaster – che ha recentemente pubblicato in Svezia per l’editore Carlsson di Stoccolma una interessante raccolta di racconti di viaggio in Abruzzo con il titolo ”Lärkorna i L’Aquila, Abruzzo, Italiens hjärta (Allodole a L’Aquila, Abruzzo cuore d’Italia).

Il viaggio di Werkmaster in Abruzzo inizia nel 2003 sulle tracce di Rådström e del pittore Anders Trulson, sepolto nel cimitero di Civita d’Antino, ma poi la curiosità lo spingerà a scoprire nel corso degli anni la regione.

Ma torniamo alla primavera del 1961.

Giulianova non era ancora l’affermata località turistica di oggi. Lo scrittore e la moglie erano gli unici ospiti del nuovo albergo, che però ospitava frequentemente pranzi di nozze.

I coniugi svedesi venivano sistematicamente invitati a partecipare  ai pranzi nuziali, come fossero normali ospiti degli sposi. E non sarebbe da escludere che in qualche servizio fotografico di matrimoni compaiano anche i due ospiti scandinavi dell’hotel.

Queste premure colpirono non poco gli svedesi, anche se dopo le prime volte cercarono educatamente di sottrarsi agli inviti adducendo come motivazione il lavoro che Rådström doveva portare avanti. D’altra parte i tempi di un pranzo di nozze, con la lunga successione di piatti, erano tali da impegnare diverse ore ed erano certamente incompatibili con la concentrazione richiesta per scrivere un romanzo.

I proprietari compresero le sue ragioni ma non rinunciarono a coinvolgerli nelle cerimonie nuziali, con pasti che venivano comunque portati loro nella loro stanza su vassoi d’argento.img003

L’ospitalità proverbiale degli abruzzesi fu più volte sottolineata dai viaggiatori del Grand Tour. Tra questi ricordiamo in particolare gli inglesi Richard Colt Hooare e Edward Lear. Quest’ultimo non mancò di fare marcati confronti con la splendida ospitalità abruzzese in occasione di un viaggio successivo in Calabria.

Oggi molto è cambiato, ma questa testimonianza di mezzo secolo fa ci consegna la gradevole suggestione dell’Abruzzo semplice, caratterizzato da un’ospitalità spontanea e  familiare, che difficilmente sarebbe stata dimenticata.

E in effetti nemmeno i signori Rådström dimenticarono.

Werkmaster, che scrive di averne parlato anni fa con la sig.ra Gunnnel, nell’estate del 2003 si reca all’Hotel Riviera sperando di ritrovare tracce di quel lontano soggiorno. Gli dissero di attendere. Dopo poco si presentò la sig.ra Tafà, vedova del proprietario, “una bella signora con i capelli bianchi” (Sig.ra Linda, n.d.r), che gli chiese come fosse questo signore. Werkmaster fece uno schizzo sul suo taccuino del volto dello scrittore scomparso con gli occhiali e i baffi in evidenza, che la signora riconobbe: “Ah il signor  Rådström !”. Anche lei non aveva dimenticato.

Scomparve e dopo poco fece ritorno con il vecchio libro degli ospiti, che aprì mostrando la pagina in cui lo scrittore aveva ironicamente disegnato se stesso, scrivendo espressioni di ringraziamento per il meraviglioso soggiorno, pur nei pressanti impegni di lavoro che aveva tenuto.

 

Werkmaster confessa la sua emozione, soprattutto dopo aver inutilmente tentato anni prima di fare riscontri simili nell’Hotel de la Basilique ad Albert, nel nord della Francia, dove Pär Rådström scrisse il racconto “Il breve viaggio”.

Werkmaster parlò della sua ricerca a Giulianova nella prefazione della raccolta di scritti inediti di  “Fångat I Flykten” (Catturato nella fuga), pubblicata nel 2004 dall’editore Atlantis di Stoccolma, prima di scriverne in modo più ampio nell’ultimo suo libro interamente dedicato all’Abruzzo.

Ma ormai non si cerchi più a Giulianova l’Hotel Riviera, da anni chiuso con i suo passato, sperando   almeno che qualcuno abbia messo in salvo dall’abbandono quel vecchio libro degli ospiti.

(C) Antonio Bini

(C) giulianovanews.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

image_pdfimage_print
Condividi:

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Controllo anti spam: * Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.