In rilievo, Teramo e Provincia

Teramo. 8 Marzo : Diritto alla vita….. Apre ‘Maia” casa – rifugio per le donne vittime di violenza

 

 

 

 

La struttura realizzata  con il contributo del Dipartimento per le Pari Opportunità

 

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‘Maia’ è una casa-rifugio per donne vittime di violenza. E’ la seconda struttura abruzzese (la prima è in provincia dell’Aquila) ma la prima a nascere da un ampio partnerariato interprovinciale con un progetto finanziato (nel 2012) dal Dipartimento per le Pari Opportunità (400 mila euro). Tante le donne delle istituzioni e quelle del privato sociale che, questa mattina, hanno voluto partecipare alla “inaugurazione virtuale” di casa Maia il cui luogo, per ragioni di sicurezza, non viene rivelato.

 

Del progetto è capofila la Provincia di Teramo (coordinatrice Roberta Pellegrino di Ananke Onlus) che ha lavorato insieme al Comune di Teramo, al Comune di Pescara, al Comune di Chieti, all’Associazione Ananke Onlus e alla Cooperativa sociale Alpha.

 

Alla presentazione, oltre al presidente Valter Catarra,  al vicepresidente Renato Rasicci e all’assessore comunale Giorgio D’Ignazio erano presenti Emilia De Matteo (assessore alle Politiche sociali e alla Pari opportunità della Provincia di Chieti); Letizia Marinelli (consigliera di parità della Regione Abruzzo); Anna Pompili (consigliera di parità della Provincia di Teramo); Mirella Marchese (Assessore del Comune di Teramo); Nausicaa Cameli (assessore politiche sociali del Comune di Giulianova); Desireè Del Giovine presidente della CPO provinciale.

 

Poi “le protagoniste” del progetto Maia, le responsabili dei tre Centri antiviolenza (Maria Laura De Loreto ass. Alfha di Chieti; Roberta Pellegrino e Rita Pellegrini del centro Ananke di Pescara; Cristina di Baldassarre (Centro La Fenice di Teramo); Rita Di Berardino, psicologa, responsabile della casa, e insieme a lei, le operatrici che vi lavoreranno.

 

Casa Maia  offrirà  protezione’ alle donne vittime di violenza e ai loro figli e li affiancherà con un sostegno emotivo e pratico in un delicato momento di passaggio e di cambiamento.  “La residenza è strutturata secondo una metodologia orientata al genere che pone al centro la relazione tra donne, operatrici e vittime e lavora a rafforzare la soggettività femminile – ha spiegato Roberta Pellegrino –  per questo il personale è esclusivamente femminile, ha un’esperienza specializzata e pregressa e ha collaborato anche con i tre centri antiviolenza coinvolti: Centro Antiviolenza Ananke di Pescara, Centro Antiviolenza ‘La Fenice di Teramo’ e Centro Antiviolenza ‘Consultorio Alpha ‘ di Chieti”.

 

Il modello di lavoro, che sarà sperimentato in 20 mesi di attività, è pensato per

rafforzare l’indispensabile lavoro di e in rete tra pubblico e privato sociale e

l’accesso alla Casa avverrà tramite i tre centri antiviolenza.

 

La struttura, che dispone di 8 posti, sarà autogestita con il supporto di 6 operatrici stanziali e di 3 collaboratrici esterne:  garantirà ospitalità gratuita alle donne e i/le loro figli/e e una serie di servizi: 1)  percorsi di sostegno psico-sociale alla donna nel suo bisogno di sicurezza e protezione dall’ambiente di appartenenza, nel proprio processo decisionale, nella gestione dei rapporti familiari e nell’attivazione di una rete di supporto, nella progettazione di autonoma collocazione abitativa, nella custodia del/lle figli/e, nel consolidamento di abilità e competenze in un

progressivo percorso di graduale dimissione dai servizi (percorso di uscita); 2)  percorsi di sostegno psicologico ai/lle figli che hanno assistito alla violenza; 3)  collegamento con le strutture socio-sanitarie per interventi diagnostici e

specialistici a favore delle ospiti e dei/lle loro figli/e;  4)  sostegno alle ospiti nella gestione e per disbrigo pratiche presso Enti/Servizi.

 

Comprensibile soddisfazione è stata espressa dal vicepresidente Renato Rasicci che ha seguito il progetto sin dall’inizio: “E’ un giorno importante per le donne perché colmiamo un vuoto offrendo un servizio fondamentale per le donne vittime di violenza e per i loro figli; donne che spesso non denunciano e non si rivolgono alle istituzioni per il timore del dopo, del salto nel buio. In questo caso è stata determinante le rete fra le istituzioni e il privato sociale: una formula che va sostenuta”. Gli auguri e i ringraziamenti del presidente Catarra “a tutti coloro che hanno reso possibile l’iniziativa” ha aperto la presentazione del progetto : “non posso non sottolineare che, anche in questo caso, le Province, che si didpingono come inutili, hanno svolto un ruolo determinante”.

Emilia De Matteo, assessore alle Politiche sociali e alla Pari opportunità del Comune di Chieti ha chiosato con un appello significativo: “Questi progetti nascono con finanziamenti dedicati, ora, mi auguro che la Regione si attivi per continuare a far vivere questa esperienza e farla entrare a pieno titolo nella rete dei servizi sociali essenziali”.

Nel 1997, il Consiglio Europeo ha raccomandato che vi fosse disponibile un posto

in un centro antiviolenza, a carattere residenziale, ogni 7.500 abitanti.

Con gli avvisi emanati nell’ambito del primo Piano Nazionale Antiviolenza del

2010, sono state previste azioni specifiche per fornire alle donne e ai/lle figli/e

vittime di violenza la possibilità di trovare un rifugio ‘sicuro’. Le strutture, in futuro, dovrebbero essere finanziate dalla Regione che si è dotata di una apposita legge.

 

Teramo 8 marzo 2014

IN ALLEGATO I DATI SULLE VITTIME VIOLENZA ELABORATI DAI TRE ABRUZZESI

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