Lettere

Teramo. Lettera aperta del Presidente regionale di Arco consumatori Abruzzo

IL GIALLO TERCAS.

Lettera aperta del Presidente regionale di Arco consumatori Abruzzo

Teramo. E’ notoria la disavventura della TERCAS e la conseguente ispezione della Banca d’Italia;

Recentemente sono state diffuse le sanzioni comminate al Presidente e gli altri organi esecutivi e di controllo che ammonterebbero a circa 1 milione di euro. Ma ancora non si riesce a capire come un gruppo di professionisti, tra avvocati, commercialisti ed affermati professionisti, siano incappati in una vera trappola preparata a tavolino, facendo la figura dei polli. Non solo, ma se è vero che l’origine è un prestito fatto ad uno o più immobiliaristi laziali per alcune  decine di milioni la losca operazione  priva di opportune garanzie e comunque ritenute in seguito completamente inadeguate .

Nel  territorio teramano aleggia lo sconcerto. I teramani si pongono delle domande:

La Fondazione Tercas attraverso la controllata Banca Tercas spa non avrebbe potuto  privilegiare attività imprenditoriali e non sul nostro territorio teramano ?

Con le decine di milioni, devoluti in speculazioni fuori regione, non avrebbero dovuto soddisfare, in un momento così delicato della nostra economia, attraverso un prestito medio di 50.000 euro, alcune centinaia di attività tra artigiani e commercianti, con i quali avrebbero tirato un sospiro di sollievo ed impostato una diversa programmazione di rilancio della propria attività?

Le centinaia operatori locali, titolari delle eventuale prestito, non avrebbero dato garanzie migliori da quelle prestate dagli operatori fuori regione?

Chi tutelerà i piccoli sottoscrittori teramani delle azioni Tercas ?

Che fine farà la nostra banca locale nata per lo sviluppo economico e culturale del nostro territorio?

Chi tutelerà i dipendenti?

Chi pagherà per queste scelte dissennate?

Quale sarà la banca che la rileverà?

Per quanto riguarda la presenza del commissario della Banca d’Italia giova ricordare che la stessa è una società per azioni – anche se con uno statuto un po’ particolare riguardo ai diritti e al tipo di partecipazione dei soci.

Le quote sono di varie banche, in misura minore, di compagnie d’assicurazioni e dell’INPS.

L’Ufficio Studi di Mediobanca ha identificato il 90,17% della proprietà della Banca d’Italia.

Notare che tre banche da sole “controllano” la Banca d’Italia: IntesaSan Paolo IMI Capitalia.

I principali azionisti della Banca d’Italia (90,17%) sono:

–         Gruppo Intesa (26,81%)

–         Gruppo San Paolo IMI (17,44%)

–         Gruppo Capitalia (11,15%)

–         Gruppo Unicredito Italiano (10,97%)

–         Gruppo Assicurazioni Generali (6,33%)

–         INPS (5%)

–         Banca Carige (3,96%)

–         Banca Nazionale del Lavoro (2,83%)

–         Banca Monte dei Paschi di Siena (2,50%)

–         Cassa di Risparmio di Firenze (1,85%)

RAS-Riunione Adriatica di Sicurtà (1,33%)  ( Fonte: R & S (Ricerche & Studi) di Mediobanca, 2004)

In qualità di difensori dei consumatori , continua il teramano Franco De Angelis – presidente regionale di Arco consumatori Abruzzo Ci continuiamo a domandare:

In bocca a quale banca finirà la Tercas?

Se dovesse finire ad una delle tre banche principali, non ci sarebbe un grave conflitto di interessi?

CHI CONTROLLA I CONTROLLORI ???

Franco De Angelis

Presidente Arco consumatori Teramo

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