Italia

ITALIA. MEDIAZIONE CIVILE:chi ha deluso e ferito l’orgoglio di essere professionista della mediazione?

A.N.P.A.R. (Associazione Nazionale per  l’Arbitrato & la Conciliazione)
C’è una sola categoria professionale che invece di badare alle cose concrete  per salvaguardare la dignità e il lavoro  degli iscritti continua a  “sputar veleno” sulla mediazione. Non sono bastati due anni a far capire a questi “personaggi” il male che hanno fatto ai loro iscritti.  Più che controllare gli ordini   costituiti in organismi  e i loro “affari” che fanno sulla mediazione e   sulla pelle dei  colleghi, pensano di ricattare  il Governo indicendo un nuovo “sciopero in bianco” per un mese a partire dal 15 maggio (sic!). Non è una novità questa ultima farsa- dice Pecoraro presidente dell’organismo internazionale di conciliazione & arbitrato dell’A.N.P.A.R iscritto al n. 24 del registro tenuto presso il ministero di Giustizia -è dal 2010 che  che le minacce di questa categoria, con la scusa ! ; di essere “ingiustamente attaccata ha sempre mirato – anche se in forme diverse –  unicamente all’eliminazione della “incostituzionale  obbligatorietà della mediazione”.  Per fortuna, che le risposte del ministro di Giustizia precedente – Alfano  – e quelle dell’attuale, Avv. Severino sono state sempre puntuali e chiarificatrici. La risposta a questa ultima “boutade da parte di chi non rappresenta  che sè stesso – non si è fatta attendere da parte dell’attuale ministro di Giustizia, che così  conclude in margine ad un’intervista a proposito della mediazione e della  sua obbligatorietà ”Le parti interessate devono comprendere che la mediazione e’ una soluzione vera del problema risolvere il conflitto prima che arrivi sul tavolo del giudice per giacervi anni, rappresenta un sollievo sia per le parti, che possono vedere il loro problema risolto in tempi brevi, sia per la gius! tizia civile”. Concetti chiarissimi, ai quali i fatti danno ragione,  che speriamo facciano breccia anche nel pensiero di chi si ostina in tutti i modi a  voler mantenere posizioni di privilegio personalistiche a discapito  di tutti.

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