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USA. Sport: Long Beach presenta il 37° G.P. del West

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Long Beach

presenta il 37° G.P. del West

di Lino Manocchia

LONG BEACH, 21 febbraio ’11 – La campana  del tempo rintocca e segna 37. Tanti quanti sono gli anni che hanno sorvolato le magnifiche vie di Long Beach,

splendida città che si adagia sul Pacifico sotto lo sguardo materno del vecchio transatlantico Queen Mary, ancorato dal1967: Long Beach, che fa invidia a San Francisco e Monterey, orgogliosa dei suoi successi sportivi. Glieli hanno offerti Mario Andretti, James Hunt, Jody Scheckter, Gil Villeneuve, Nelson Piquet, Niki Lauda, e Clay Regazzoni, che nel 1980, al volante della Ferrari, incappò in un indescrivibile incidente che lo paralizzò a vita.

Poi sopraggiunse l’era Pensky e quindi Chip Ganassi con i validi piloti Paul Tracy e Juan Manuiel Montoya, ma fu nel 1983 che il Grande Capo della “Uno” cancellò il programma  per mancanza  della somma  richiesta. E’ la solita storia del “pastore”: Bernie Ecclestone, che tutt’oggi si ripete spesso con noiosa similitudine intorno al mondo.

(Foto Forsythe)

Ma la “Monaco del West” non si arrese. La volontà la  decisione degli sportivi californiani resero sempre più viva la gara dell’anno. Dopo la CART, sopraggiunse la serie CHAMP CAR creata dal magnate di Wheeling, Jerry  Forsythe e con lui arrivò una schiera di ottimi piloti e conseguenti avvincenti spettacoli. Allorché Forsythe, annoiato dalla guerra fraticida della parte opposta, guidata dall’incoerente Tony George, disse addio alle armi dando modo al medesimo di presentare la Irl. Purtroppo, però, gli aiuti dell’organizzatore Chris Pook e del chiaroveggente Presidente-CIO del GPALB Jim Michaelian non furono sufficienti finanziaria-mente a far andare avanti la gara del West. Fu allora che il dinamico sportivo Jerry Forsythe acquistò, con una cospicua somma, i diritti dell’annuale corsa cittadina, che si protrarranno sino al 2015.

Dunque Long Beach è salva. Lo dimostra la preparazione del tracciato che richiede varie operazioni onde renderlo avvincente per i piloti ed i 200 mila spettatori che giungono da ogni Stato.

Interrompendo un attimo il lavoro organizzativo, abbiamo rivolto a Jim Michaelian qualche domanda in merito.

Treantsette lunghi anni. Memorie, fatti, situazioni. Cosa  ricordi con vivo interesse?

«Agli inizi del 1975 lo spettacolo fu molto gradito. Fu l’idea di Chris Pook a creare la gara, sicura ed interessante. Iniziarono con la F5000 e quindi nel marzo 1976 si diede vita alla Formula uno che visse sino al 1983. L’anno seguente si passò alla formula Indy cars essendo i costi della Uno troppo esorbitanti. Per36 anni siamo passati attraverso ottimi risultati, con divertimen-to in pista e tra la folla. Non possiamo lamentarci. Sono magnifici ricordi.»

Come prevedi il risultato finanziario  del 37mo G. P. di Long  Beach?

«Sin da oggi lo spettacolo è assicurato. La vendita dei biglietti, la hospitality e contorni non sono mai stati così bene. Tutto dipenderà, ovviamente, dal clima. Speriamo di riavere lo stesso clima delle passate corse.»

Quanti operai avete assunto per rendere il percorso perfetto e invitante per i piloti e spettatori ?

«Abbiamo iniziato con 55 operai, ma con l’approssimarsi della data, quel numero aumenterà.  Senza dubbio la gara del 1977, quando assistemmo ad un tenace duello tra Mario Andretti, Jody

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ABRUZZOpress – N. 053 del 21 febbraio ’11                                                                                                                           Pag 2

Schecter e Niky Lauda. La folla sembrava impazzita, ma alla fine vedemmo Andretti passare sotto la bandiera a scacchi, trionfatore.»

Sono voci ma sembra che Jerry Forsythe  vorrebbe riportare la Formuila uno a Long Beach. Vi  interesserebbe?

«Sino ad oggi non mi risulta voce vera. Sarebbe bello poter riavere la F.1 ma, come è noto, tutte le attenzioni oggi sono concentrate ad una gara in Austin (Texas). Staremo a vedere.»

Hai un idolo dell’automobilismo di tutte le  categorie?

«E’ difficile ignorare il grande apporto di Enzo Ferrari al mondo delle corse, specialmente considerando le grandi risorse che le avversarie hanno in questo campo, come la Mercedes, BMW, Audi, tuttavia, avendo

avuto modo, nella mia carriera, di partecipare a gare a bordo di Porche,

debbo ammettere che la casa tedesca ha sempre costruito, consistenti, efficaci auto, sia nello sport che nella vita comune.»

Pensi che la presenza di un pilota  americano ridarebbe vigore alle corse?

«!o credo che ora più che mai la gioventù è attratta dal “racing”. Ma sono concentrati sempre più alle vetture minori, con relativi motori ridotti, soprattutto con l’incremento di costruzione di hybrids, diesel, ed anche  “electric”. Gli States hanno efficaci modi per attrarre giovani  americani a tutte le forme di motor sport. La loro presenza genera maggiore interesse anche tra gli spettatori. Ed e’ quello che giustamente si cerca di ottenere.»

LINO MANOCCHIA

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