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Italia. “RIVISTA DELL’ISTRUZIONE-Scuola e Autonomie Locali” propone gli studi di Laura TUSSI.

“RIVISTA DELL’ISTRUZIONE-Scuola e Autonomie Locali”, edita da MAGGIOLI e diretta da Giancarlo CERINI, è un importante ambito redazionale, che osserva, analizza e interpreta gli eventi culturali, organizzativi e professionali che coinvolgono il sistema educativo, per dare spazio al confronto e al dialogo tra i diversi interlocutori della vasta area dell’educazione.“RIVISTA DELL’ISTRUZIONE-Scuola e Autonomie Locali” propone gli studi di Laura TUSSI.

http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/scuola/OpinioniAnalisi_1296488402.htm
http://www.peacelink.it/sociale/a/33256.html Da “RIVISTA DELL’ISTRUZIONE” n. 6-2010L’Educazione Interculturale: verso una società planetaria

di Laura TUSSI

L’educazione interculturale è condizione strutturale della società che presenta molteplici culture, perché il compito educativo, in questo tipo di tessuto sociale, assume il carattere specifico di mediazione tra le diverse realtà, animatore di un continuo attivo confronto tra modelli differenti.

Il confronto e l’interazione tra molteplici istanze culturali avvalora il significato della democrazia, perché la diversità valoriale e identitaria risulta una risorsa positiva per i complessi processi di crescita delle persone e del sistema comunitario e sociale multiforme.

La convivenza costruttiva all’interno dei singoli Stati democratici deve essere promossa nella prospettiva della ricerca della pace a livello mondiale, come processo che congloba lo sviluppo economico, la giustizia sociale, la difesa dell’ambiente, la democrazia, il rispetto della diversità e della dignità di ogni uomo e dei diritti umani.

La prospettiva interculturale permette di educare alle tematiche della pace che comportano il rispetto dell’ambiente e la sostenibilità dello sviluppo, perché viviamo in una società multiculturale composta di mosaici etnici in cui la diversità non è eccezione, ma norma.

La valorizzazione delle differenze sviluppa la capacità di favorire la comprensione dell’altro e l’eliminazione dei pregiudizi, con la consapevolezza che la compresenza di diverse culture testimonia l’apertura al plurale e permette di promuovere l’armonia interetnica e gli scambi interculturali, nello sviluppo di una migliore comprensione tra differenze, grazie all’evidenza di valori, attitudini, pratiche e credenze.

L’interculturalità riconosce l’interdipendenza tra persone in un processo comune verso una società multietnica, dove non esista la divisione in razze, ma la concezione di un’unica specie umana, sperando in un avvenire di progresso per l’umanità, dove non esista una civiltà inferiore e superiore, ma diverse società creative.

L’interculturalità permette di tessere ponti tra le varie identità, dove l’incontro e il riconoscimento dell’altro conducano alla creazione di una collettività identitaria del nostro vissuto quotidiano, ricevendo gli apporti culturali dell’altro, in modalità positive, offrendo contemporaneamente le nostre ricchezze, nella solidarietà, nella tolleranza e nel confronto che valorizzi le alterità.

L’apporto interculturale si esprime con il rispetto nei confronti dell’altro, non necessariamente lo straniero, ma anche il portatore di handicap, il compagno di classe rumoroso che disturba, l’alunno che non capisce le lezioni, colui che non condivide o contrasta le idee altrui.

L’insegnante si incammina così verso la realizzazione di una pedagogia dell’interazione e non solo dell’integrazione, poiché la valorizzazione delle culture, delle identità, delle differenze altre equivale ad una pratica educativa che conduce oltre l’espressione di una solidarietà verso il più debole, in quanto, suscitando interazioni e il riconoscimento dei diritti del diverso, il formatore educa alla convivenza e alla democrazia culturale.

La pedagogia si occupa di organizzare le condizioni più favorevoli all’integrazione e all’interazione fra mondi di diversa origine e tradizione etnica, preoccupandosi di facilitare la conoscenza reciproca, la disponibilità all’incontro e allo scambio, ma anche il cambiamento vicendevole di chi ospita e di chi è ospitato.

Una mente formata in senso plurietnico è più complessa e ricca di capacità connettive, propensa alla teorizzazione e a comprendere le ragioni degli altri, in una vocazione cosmopolita e laica, attenta, più che alla difesa incondizionata del particolare e dell’interesse locale, all’interazione sistemica tra le parti, tra le persone e i soggetti interessati, in un ambiente di confronto, scambio e di cambiamento delle varie identità interagenti.

Compito della pedagogia interculturale è porre le condizioni per far convivere le diverse culture senza ignorarsi, perché la non conoscenza del pensiero dell’altro da sempre innalza muri, barriere, limiti e confini, aggravando stereotipi e pregiudizi e alimentando conflitti aperti e sotterranei.

La didattica dell’educazione all’interazione delle culture e allo sviluppo sostenibile conduce l’interessato a coltivare valori che condizionano realmente l’espletamento concreto del concetto di pace e, di conseguenza, dei diritti umani, delle pari opportunità, della tutela dell’ambiente, della solidarietà internazionale, dell’importanza del ricordo e della memoria storica, in un’ottica pluralista dei contenuti e dei concetti culturali e valoriali.

La didattica dell’educazione allo sviluppo sostenibile e all’interazione deve fornire agli alunni una cultura del vivere e costruire insieme un altro mondo, evidenziando e formulando i problemi dell’attualità, ponendosi in situazioni problematiche, incentivando la ricerca, lo studio, il sorgere di questioni aperte tra generazioni.

L’obiettivo di tale procedimento deve sfociare in una sensibilizzazione dei giovani ai concetti di solidarietà, tolleranza, diversità e uguaglianza culturale, nell’importanza di predisporre le menti a una costruzione del sapere critica e aperta al confronto, al cambiamento vicendevole e reciproco, al rispetto e alla valorizzazione delle differenze.

Ogni disciplina scolastica si deve fondare sull’insegnamento delle diversità concepite come propulsione al rispetto dell’ambiente del nostro pianeta, alla tutela ecologica, alla rievocazione della memoria storica dei diritti umani e delle pari opportunità, in una rivisitazione intergenerazionale dell’importanza di questi concetti valoriali, dove la storia si ponga come processo conoscitivo dialettico tra il passato e il futuro e tra le vecchie e giovani generazioni.

La costruzione dei programmi di ogni disciplina scolastica “deve permettere alla scuola di rinnovarsi, integrando continuamente le grandi risoluzioni tratte dalle conferenze internazionali organizzate dalle Nazioni Unite e rendere ogni disciplina scolastica il luogo ideale dove coltivare la solidarietà tra generazioni”[1].

L’educazione interculturale, tramite l’intera comunità educativa, deve orientare allo sviluppo sostenibile per creare negli alunni una coscienza di pace e di solidarietà internazionale, per la costruzione di un avvenire migliore, di un mondo globale di civiltà aperte e interagenti, di differenze diasporiche e diversità pensanti, in prospettive teoriche globali, cosmopolite ed internazionali.

Intercultura, ambiente e sviluppo sono profondamente connessi, perché l’educazione tra le culture pone in evidenza l’intreccio dei grandi problemi del mondo, facendo comprendere i legami tra il vicino e il lontano, il qui ed ora, il presente e il passato.

Il futuro dell’educazione è la cooperazione tra persone di culture diverse, nell’integrazione e nel rapporto tra identità e alterità, dove la società interculturale è la risultante di tensioni dialettiche che scuotono le certezze abitudinarie nel prendere consapevolezza della crescente dipendenza tra i popoli nella solidarietà, sancita dai valori di libertà e uguaglianza, per cui l’educazione non deve essere compensazione del diverso, ma evoluzione collettiva nelle diversità.

Laura Tussi, Istituto Comprensivo via Prati Desio (Monza e Brianza)


[1] Elamé E., Intercultura, ambiente, sviluppo sostenibile, EMI Bologna 2002
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