Cultura & Società

Graffitismo: tra libertà creativa e illegalità

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Ap – Graffiti

Graffitismo: tra libertà creativa e illegalità

di David Ferrante

Opere di street art, scritte, tag, disegnati con la vernice su pareti di immobili, treni, sottopassaggi, monumenti, eccetera. Il diritto alla libertà creativa può essere manifestata ledendo l’altrui diritto e i beni dell’intera comunità? Questa è la questione di base del fenomeno graffitismo o writing. I writer, o gran parte di loro, ritengono di dover esprimere il proprio spirito artistico disegnando, ma quasi sempre solo imbrattando, con bombolette di vernice spray beni privati altrui e beni pubblici.

È bene ricordare che il graffitismo è un reato. Tra la legiferazione che promuove il contrasto a questo fenomeno è da annoverare la recente Legge 15 luglio 2009, n. 94, Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, la quale cerca di debellare il fenomeno dei graffitari inasprendo le pene per chi imbratta autobus, metropolitane e immobili aumentando la sanzione se il fatto è commesso su cose di interesse storico o artistico. Sono previste sanzioni che arrivano anche alla reclusione da tre mesi a un anno e alla multa da 1.000 a 3.000 euro. È data la possibilità che la pena possa essere sospesa se si procede all’eliminazione delle conseguenze dannose o pericolose del reato o se si presta attività non retribuita a favore della collettività. È punito anche colui che vende bombolette spray contenenti vernici non biodegradabili ai minori di diciotto anni.

Si potrebbe tentare di dissuadere dall’abuso anche facendo annotare dai rivenditori i nominativi degli acquirenti delle vernici spray e individuando spazi adibiti al writing, magari progettando e attuando la decorazione di luoghi grigi come i sottopassaggi ma valutando e decidendo il disegno da realizzare e l’artista.

Al divieto e alla repressione vengono anche affiancate politiche “educative” come, ad esempio, l’anglosassone programma Tackling Graffiti che prevede l’individuazione dei graffiti, la loro rimozione e la persecuzione dei graffitari ma anche il recupero di quei graffiti con un contenuto artistico e la loro valorizzazione così da poter mutare nel tempo il modo negativo in cui questi vengono percepiti

A Roma l’11 marzo 2010 è stato siglato un protocollo di intesa fra il Coordinamento politiche della sicurezza, il Ministero della Giustizia e Società Cooperative per la ripulitura dei graffiti sul patrimonio cittadino. «Stop Graffiti – percorsi di legalità scolastici» è il nome dato al programma che prevede, in via sperimentale per la durata di sei mesi e solo all’interno dei Municipi III e VIII, l’individuazione e ripulitura del patrimonio cittadino, a cominciare dalle scuole, ma anche, e soprattutto, l’attuazione di forme di collaborazione con le istituzioni scolastiche inserendo nel programma didattico incontri sul tema della sicurezza e di educazione alla legalità. Iniziativa che potrebbe essere presa come esempio da tutti i comuni: insegnare la legalità e il rispetto e non solo vietare.

Sulle pareti delle scuole oggetto della ripulitura, saranno apposte delle targhette recanti la scritta: «LE PARETI DI QUESTO EDIFICIO SONO STATE RIPULITE E PROTETTE A SPESE DEL CONTRIBUENTE. IL DANNO PROVOCATO CON POCHI EURO È STATO RIMOSSO ANCHE CON IL CONTRIBUTO DEI TUOI GENITORI. PRIMA DI RIPETERLO, SAPPI CHE STAI COMMETTENDO UN REATO PERSEGUITO PENALMENTE (Art. 639 Codice Penale, così come modificato dall’Art. 3 della L. 94/2009)».

New York:                                                              Londra:                                                                    Milano:

Lino Manocchia, Linoman98@aol.com        Emiliana Marcuccilli, emilianamarcuccilli@libero.it Alessandra Nigro alessandra.nigro@gmail.com

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