Abruzzo

di “Valle dei Fiori”: Il WWF ricorre al TAR Assurda la scelta di fare una discarica a mille metri di altezza, in zona altamente sismica, su un’acquifero di vitale importanza per la Valle del Fucino

di “Valle dei Fiori”: Il WWF ricorre al TAR

Assurda la scelta di fare una discarica a mille metri di altezza, in zona altamente sismica,

su un’acquifero di vitale importanza per la Valle del Fucino

Il WWF ITALIA ha deciso di presentare ricorso al TAR ABRUZZO per l’annullamento dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) rilasciata il 4 febbraio 2010 (n. 1/10) dal competente Ufficio della Regione Abruzzo per la realizzazione e gestione di una discarica per rifiuti non pericolosi in località Valle dei fiori del Comune di Gioia dei Marsi di oltre 360.000 mc. (azienda proponente: ACIAM S.p.A. di Avezzano).

Con il senso di responsabilità che contraddistingue l’operato quotidiano della scrivente Associazione in difesa dell’ambiente e dei cittadini, e pur in presenza di una crescente campagna politico-mediatica che accredita ogni giorno, per tutta la Regione Abruzzo ed in particolare per la provincia dell’Aquila, l’esistenza e l’esplosione di una prossima emergenza rifiuti, il WWF intende, con la presentazione del ricorso in questione, sollevare dinanzi al Tribunale Amministrativo Regionale, per un vaglio ulteriore di legittimità, le diverse criticità emerse nel corso dell’iter approvativo del progetto, che suscitano perplessità e preoccupazione.

Già in passato il WWF Abruzzo è intervenuto sul progetto di “Valle dei fiori” lamentando la scelta di un sito palesemente inadatto alla realizzazione di una discarica  sita a quasi mille metri di altezza sul livello del mare, in una zona ad altissimo rischio sismico, interessata da fenomeni di dissesto, con sottostante un’acquifero di vitale importanza per la futura economia del Fucino, protetto da uno strato di roccia altamente permeabile.

Come rilevato nel ricorso, il progetto è figlio di una gestione “vecchia” dei rifiuti.  L’angusto ambito considerato non tiene in alcun conto il ridisegno complessivo di insieme richiesto dalle norme regionali con la costituzione degli ATO provinciali. Tale progetto risponde, piuttosto, a requisiti di urgenza meramente “politici” e non tecnici. In tutta evidenza non si può considerare un fatto tecnico l’aumento della TARSU per i cittadini che è, invece, frutto diretto della mala-gestio  del ciclo dei rifiuti. Il rischio attuale è quello di produrre più problemi di

quanti se ne risolvano dichiarando, in tal modo, l’intervento “indispensabile” e “non delocalizzabile”. In  ogni caso, il ricorso proposto riguarda anche i  soggetti abilitati ad attestare tali requisiti.

Il WWF Abruzzo esprime perplessità anche per il bando già effettuato – adducendo l’esigenza di assicurare la continuità dello smaltimento dei rifiuti nella zona “ACIAM – per l’affidamento dei lavori (modalità: “ristretto urgente”) dall’azienda proponente l’intervento.

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