Abruzzo

Abruzzo. TAGLIARE SPRECHI E’ LA RICETTA PER EVITARE AUMENTI TARIFFE ACQUA

TAGLIARE SPRECHI E’ LA RICETTA PER EVITARE AUMENTI TARIFFE ACQUA

La commmissione ristretta dei sindaci dell’ATO Pescara – Chieti pare abbia partorito un’ipotesi di rimodulazione dell’aumento tariffario meno gravosa di quella inizialmente proposta che ha suscitato la denuncia di Rifondazione e la successiva protesta di sindacati, associazioni e cittadini.

Dalle notizie in nostro possesso domani all’incontro con sindacati e associazioni che si svolgerà alle 17,30 presso la sala giunta del Comune di Pescara sarà proposto un aumento più contenuto di circa il 10% (considerato lo stato dei dati è sempre arduo quantificare quanto paghiamo l’acqua).

Tale risultato verrebbe conseguito riducendo la previsione degli investimenti per l’anno in corso e prevedendo una minimale riduzione degli spropositati costi operativi dell’ACA spa di solo l’1% annuo.

Un’altra parte delle risorse verrebbe reperita facendo pagare di più l’acqua ai comuni dell’ATO che non hanno conferito il servizio all’ACA (Chieti, Manoppello, ecc.), cosa che inevitabilmente ricadrebbe sulle bollette dei residenti di quei comuni.

Secondo la proposta verrebbe istituito inoltre un fondo per l’esenzione e la riduzione della bolletta per le  della popolazione come richiesto da Rifondazione e sindacati.

Insomma la tariffa media dovrebbe essere fissata a 1,23 euro al mc. anziché 1,31.

Questa riduzione la consideriamo un primo passo in avanti frutto della mobilitazione suscitata dalla nostra conferenza stampa che aveva reso pubbliche le imminenti decisioni dell’assemblea dell’ATO.

Ma teniamo a precisare che si tratta di una proposta insufficiente e non accettabile.

In primo luogo perché sostanzialmente non affronta il tema dell’indispensabile risanamento e riduzione dei “costi operativi” del gestore ACA spa.

Nel mentre cala la scure dei tagli ovunque e dovunque, l’impegno a ridurre dell’1% i costi di gestione di una spa che è diventata negli anni un arcinoto baraccone clientelare è assolutamente risibile.

I sindaci, che sono anche azionisti dell’ACA, hanno il dovere di predisporre e imporre al cda una drastica riduzione dei costi che compensi il mancato aumento della tariffa.

E’ ASSOLUTAMENTE REALISTICO RIDURRE I COSTI DI GESTIONE DELL’ACA, mettendo la lente di ingrandimento sulla molteplicità di voci che sono state oggetto dei pesantissimi giudizi del commissario nominato dalla Regione Abruzzo.

In particolare vanno verificate esternalizzazioni (per fare un esempio: è assurdo spendere mezzo milione di euro per un call center quando c’è un surplus di dipendenti che girano i pollici), locali in affitto quando si possono avere gratis dai comuni, superminimi extracontrattuali e discrezionali anche di 500 euro mensili ai dipendenti, ecc.

In secondo luogo riteniamo sbagliato rovesciare su alcuni comuni il peso degli aumenti.

Rimaniamo convinti che considerata la crisi e l’impatto della stessa manovra del governo sui redditi dei cittadini non si possa accettare alcun aumento.

Invitiamo i sindaci a rinviare l’assemblea dell’ATO prevista per giovedì e a convocare immediatamente  un’assemblea straordinaria dei comuni azionisti dell’ACA per discutere l’indispensabile taglio di costi e sprechi.

Il comitato ristretto per conto dell’ATO ha predisposto la proposta di aumento soft prescindendo dall’affrontare il tema dei costi dell’ACA.

I sindaci però sono anche i rappresentanti legali dei comuni azionisti dell’ACA spa.

In tale veste hanno il dovere di individuare le modalità per determinare i tagli.

Corrado Di Sante, segretario provinciale PRC

Marco Fars, segretario regionale PRC

Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC

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