Abruzzo, In rilievo

La voce di studenti e docenti contro la violenza sulle donne: seminario all’istituto Tesla di Chieti

La parola d’ordine è “mai più”, mai più violenza contro le donne. Questa la voce degli studenti, delle studentesse, dei docenti e del personale dell’istituto paritario Nikola Tesla di Chieti – presieduto da Candida Stigliani – che si unisce a quella di tutti gli altri che con convinzione e consapevolezza manifestano perché sulla violenza vinca il rispetto. Quest’anno la tematica è stata approfondita in collaborazione con Psycos associazione di Chieti rappresentata dalla dottoressa Anna Maria Galassi che ha portato all’attenzione degli studenti la gravità e la vastità del fenomeno  presente in ogni parte del mondo attraverso dati e statistiche e soffermandosi sui dati relativi all’Italia e ai provvedimenti legislativi adottati a sostegno delle donne vittime di violenza e, nello specifico, contro il femminicidio. Gli studenti sono stati coinvolti nelle diverse forme di violenza, dei segnali per riconoscerli, della diversa percezione che hanno le donne e gli uomini, chi è in grado di “aiutare”. In questo anno e con la tragica morte di Giulia, 107 donne sono state uccise e tantissime altre hanno subito violenza fisica, psicologica e domestica. Si invocano nelle piazze non solo nuove e più efficaci misure di restrizione, ma percorsi educativi di prevenzione da mettere in atto prioritariamente nelle scuole di ogni ordine e grado anche con l’impiego di personale specialistico.

“Educare all’affettività – sottolinea la preside Stigliani – è un percorso lungo e complesso che coinvolge la famiglia, il gruppo dei pari, la scuola e il territorio poiché attiene allo sviluppo psico-sociale di ciascuno; un processo continuo e individuale che si attua in tempi e modi differenti iniziando dalla percezione di sicurezza, cura, accettazione, tenerezza all’esplorazione delle emozioni, dei sentimenti, degli stati d’animo, della mediazione, della paura, della fragilità, della prevaricazione, del senso di colpa, dell’esclusione e della rabbia. Un’educazione efficace all’affettività  -conclude la dirigente scolastica –  è possibile e praticabile, è un dovere degli adulti nei confronti delle nuove generazioni. Educare al rispetto oggi è una priorità sociale e culturale”.

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