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Teramo. Mostra “Sono tutta negli occhi. Sebastiana Papa fotografa (1932-2002)”. 1 luglio, ore 18 – presso L’Arca – Laboratorio per le arti contemporanee (Largo San Matteo, Teramo).

La mostra

 

La versione digitale di questo testo, fotografie e immagini sono scaricabili al seguente link:

https://drive.google.com/drive/folders/1qmPyuHPvdAazXqCtWjkB-ckl4a9rGAkL?usp=sharing

 

SONO TUTTA NEGLI OCCHI

Sebastiana Papa fotografa (1932-2002)

“Sono tutta negli occhi, nello sguardo in una comunione costante e continua con ciò che vedo”

(Sebastiana Papa)

 

L’Arca – Polo Museale Città di Teramo

1° luglio / 19 novembre 2023

 

A cura di

Gabriele D’Autilia

Gianfranco Spitilli

Università di Teramo, Dipartimento di Scienze della Comunicazione

 

Orari di apertura:

Giovedì 17-20

Venerdì 10-13 / 17-20

Sabato 17-20

Domenica 10-13 / 17-20

 

Ingresso gratuito

 

Sito della mostra: https://www.sebastianapapamostra.it/

 

Materiali in mostra: 130 fotografie di cui 129 dal Fondo Papa dell’ICCD, di Sebastiana Papa, e 1 foglio di provini del fotografo Calogero Cascio che la ritraggono in diverse pose.

 

Una sezione della mostra, composta da 10 fotografie di grande formato, sarà allestita presso l’Università di Teramo, Polo Spaventa, come parte integrante e permanente del ContemporarySculpture Garden; questa sezione sarà inaugurata il 19 luglio.

 

 

“Sono tutta negli occhi”. Sebastiana Papa fotografa

(Teramo 1932 – Roma 2002)

 

È la storia di uno sguardo quella di Sebastiana Papa, uno sguardo discreto e gentile, capace di annullare tutti gli altri sensi per fermarsi sui soggetti, anche solo per osservarne la bellezza e indagarne lo spirito, non necessariamente per fotografarli. Un atteggiamento quasi incomprensibile oggi (un’epoca di sguardi importuni e aggressivi) ma ancora condiviso tra i fotografi della sua generazione.

Tutti i giovani vogliono scegliere il proprio destino in autonomia, e spesso trovano nel viaggio la dimensione ideale anche per conoscere se stessi; ma per una giovane donna italiana degli anni Sessanta dello scorso secolo non è così scontato. La professione del fotografo poi è piena di rischi: viaggiare da sola nelle aree più povere o instabili del mondo richiede coraggio, e poi la sicurezza economica è un miraggio in un mercato senza regole e pieno di concorrenti. Lei però sembra possedere, ancora giovane, i segreti del mestiere: per far accettare la presenza dell’obiettivo fotografico, sempre indiscreto, ci vuole pazienza e tatto, qualità innate del suo carattere.

E poi sa creare spontaneamente amicizie, e viene accolta senza diffidenza tra le paracadutiste congolesi come nei templi buddhisti del lontano Oriente.

Per quarant’anni le fotografie di Sebastiana Papa hanno raccontato il mondo intero: dalla Cuba rivoluzionaria all’Africa nel pieno della decolonizzazione, dalla severa e misteriosa Russia sovietica alla Parigi ribelle del Sessantotto. In ogni luogo però sono le persone ad attrarla irresistibilmente: mentre le fotografie che la ritraggono quasi non esistono, lei concentra tutta la sua attenzione sugli altri, su volti colti nel lampo dell’istantanea ma che sembrano ritratti di studio, ottenuti grazie ai tempi lunghi della posa.

Ma sono le donne il suo soggetto d’elezione, raccontate sempre attraverso il suo specifico registro, quello della misura e del silenzio: negli anni in cui l’Occidente è investito dalla rivoluzione femminista, Sebastiana Papaindaga affascinata la dimensione della spiritualità femminile, nelle sue diverse declinazioni in ogni continente e in ogni credo religioso. La sua è una scrittura per immagini (accompagnata spesso da quaderni fitti di appunti) che è sempre il risultato di una profonda riflessione, in particolare quando si applica ai suoi soggetti preferiti: l’India innanzitutto, sintesi di ogni desiderio e dove torna appena può, e Israele; i bambini e gli anziani, la danza e il gesto rituale.

Attraverso una selezione ragionata del suo lavoro, costituito da molte migliaia di immagini, la mostra racconta gli itinerari e i soggetti di una vita dedicata alla fotografia, ma soprattutto le storie e gli sguardi, come ha scritto lo scrittore David Grossman osservando le sue immagini, di quella grande famiglia cui tutti apparteniamo, sul cui volto “il tempo incide le proprie lettere”.

 

 

Sebastiana Papa

 

Sebastiana Papa nasce a Teramo il 1° dicembre del 1932. Primogenita di una famiglia di origini teramane e siciliane, ha tre fratelli: Salvatore, Marcello e Luciano. Compie gli studi superiori presso l’Istituto Magistrale “Giannina Milli” di Teramo; intorno al 1950 si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università La Sapienza e si trasferisce a Roma. Mantiene un contatto costante con la città di origine e con Giulianova, dove la famiglia ha una casa estiva e trascorre periodi di vacanza.

All’inizio degli anni Sessanta inizia a interessarsi alla fotografia e a collaborare con la casa editrice Curcio, per la quale documenta le chiese romaniche di San Clemente in Abruzzo. È a questa circostanza che vanno fatte risalire le prime foto da lei scattate a soggetti umani di cui si ha testimonianza, eseguite con una Lubitel, fotocamera economica biottica a pozzetto, di fabbricazione sovietica, con cui porterà a termine anche le prime campagne fotografiche fuori dall’Europa prima di passare alla Leica M3. Nello stesso periodo scopre per la prima volta Israele.

Nel 1964 ritrae in Polonia ZiviaLubetkinZuckerman, superstite dell’Olocausto e leader della resistenza ebraica nel Ghetto di Varsavia del 1943; nel 1965 è a Mosca; negli stessi anni viaggia in India, dove si recherà innumerevoli volte negli anni successivi, in Israele, in Congo, in Spagna, in Francia, infine in Sardegna, a Orgosolo, in seguito a un interesse maturato per il fenomeno del banditismo, e a Ghilarza, dove incontra, fotografa e intervista la sorella di Antonio Gramsci. Nei primi mesi del 1967 viaggia ancora in India ed esplora il Nepal, avvicinandosi al tema del monachesimo femminile, sul quale inizia a lavorare anche in Italia. A marzo è in Libia, poi in Jugoslavia verso Bucarest e il Monastero di Cozia, in Romania, quindi a Istanbul; nel 1968 viaggia in Messico, in Indonesia, in Cambogia, in Croazia, negli Stati Uniti e nuovamente in India.

Nel gennaio del 1969 è a Praga, per documentare i funerali di JanPalach, poi di nuovo in Israele, a Gerusalemme, che frequenterà a lungo e con assiduità stringendo rapporti di amicizia con gli scrittori David Grossman e Abraham B. Yehoshua; allo stesso periodo è ascrivibile una delle rarissime immagini che la ritraggono in azione, in una località imprecisata dell’Egitto. Nel giugno del 1970 è nel Salento, in Puglia, dove documenta il fenomeno del tarantismo; compie quindi un lungo viaggio in camper verso la Turchia, giungendo fino in Iran, a Teheran e Persepoli. In Abruzzo documenta la festa pasquale dei Talami ad Orsogna, nel 1968, e il linguaggio gestuale a Cerqueto di Fano Adriano, nel 1977.

Nei decenni seguenti è a Parigi, a Cuba, di nuovo in Nepal, in India, in Israele, negli Stati Uniti, in Brasile, ancora in Turchia, in Argentina, in Cile, in Cina, in Etiopia, in Estonia, a Creta, in Egitto, in Giappone, in Birmania.

Espone in tutto il mondo e collabora con i maggiori quotidiani italiani e i più importanti settimanali, con quelli francesi, tedeschi, inglesi, americani, indiani. Pubblica ventisei volumi con Mondadori, Garzanti, Vallardi, Franco Maria Ricci, Edizioni Scientifiche Italiane, Fahrenheit 451, Vita e Pensiero, La Casa Usher, Edizioni Paoline.

Gli ultimi viaggi che compie sono nei luoghi che più degli altri aveva amato e frequentato nel corso della sua vita: a Gerusalemme, in Israele, nel 2000, e a Varanasi, in India, nell’autunno del 2001. Sebastiana Papa muore a Roma il 20 aprile del 2002, lasciando incompiuta la realizzazione dell’opera antologica Le Repubbliche delle Donne, dedicata al monachesimo femminile, portata poi a termine nel 2013 sulla base delle indicazioni dell’autrice.

Il suo archivio, costituito da circa 7 mila pellicole negative 35 mm, da una corposa raccolta di provini, di stampe fotografiche di vario formato, di materiali di lavoro, unitamente alle macchine usate, due Leica M3, è stato donato nel 2006 per volontà dei fratelli all’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione di Roma (ICCD, Gabinetto Fotografico Nazionale); la sua biblioteca, secondo le volontà da lei espresse, è stata donata al Centro per la pace e l’intercultura di Nonantola, in provincia di Modena.

Le sue ceneri sono riposte nel piccolo cimitero del Monastero Cistercense della Stretta Osservanza di Vitorchiano.

 

 

Promotori

 

Comune di Teramo, Assessorato alla Cultura; Università degli studi di Teramo, Dipartimento di Scienze della Comunicazione; ICCD-Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, Ministero della Cultura; Bambun aps

 

Mostra promossa e finanziata dal Comune di Teramo

Gianguido D’Alberto

Sindaco

 

Antonio Filipponi

Assessore alla Cultura

 

Fulvio Cupaiolo

Direzione

 

Gioia Porrini

Coordinamento generale

 

Domenica Greco

Coordinamento amministrativo

 

Ideazione e Direzione scientifica

Università di Teramo, Dipartimento di Scienze della Comunicazione

Dino Mastrocola

Rettore dell’Università di Teramo

 

Christian Corsi

Direttore del Dipartimento di Scienze della Comunicazione

 

A cura di

Gabriele D’Autilia

Gianfranco Spitilli

Università di Teramo, Dipartimento di Scienze della Comunicazione

 

Testi in mostra

Gabriele D’Autilia, Gianfranco Spitilli

 

Ricerche nell’archivio di Sebastiana Papa

Carlotta Cirilli, Gabriele D’Autilia, Gianfranco Spitilli

 

Traduzioni in inglese

Centro Linguistico di Ateneo

Athena-Tychesrl

 

Organizzazione e coordinamento di progetto

Bambun aps/Gianfranco Spitilli

 

 

Con la collaborazione e il contributo di

 

Ministero della Cultura

ICCD – Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione

Carlo Birrozzi

Direttore dell’ICCD

 

Francesca Fabiani

Coordinatore d’area

 

Stefano Valentini, Simona Turco, Maria Letizia Melon

Archivi e collezioni storiche

 

Francesca Fabiani, Alessandro Coco

Fotografia contemporanea

 

Silvia Checchi, Gabriella D’Ippolito, Daniela Simonetta Palazzi

Laboratorio di Conservazione

 

Alessandro Coco, Rodolfo Felici

Laboratorio fotografico

 

Cristina Zaralli

Segreteria di Direzione

 

Roberta Cristallo

Comunicazione

 

 

 

 

Con il contributo di

 

BIM Vomano Tordino

Marco Di Nicola

Presidente del BIM Vomano Tordino

 

Fondazione Tercas

Tiziana Di Sante

Presidente della Fondazione Tercas

 

Camera di Commercio del Gran Sasso

Antonella Ballone

Presidente della Camera di Commercio del Gran Sasso

 

Provincia di Teramo

Camillo D’Angelo

Presidente della Provincia di Teramo

 

Fondazione Università di Teramo

Romano Orrù

Presidente della Fondazione Universita di Teramo

 

F.lli Persia Costruzioni srl

 

 

Allestimento e comunicazione

 

Bambun aps – MGM Montaggi Generali di Gaspare Tini

 

Stampa fotografie

Printandgo di Davide Guadagna, Palermo

 

Stampa materiali grafici

Mastergrafica SRL, Teramo / Pixartprinting

 

Comunicazione integrata

Mac-Factory

Domiziana Rossi – progetto grafico

Andrea D’Amico – videomaker

Danilo Lato – sviluppo web

Andrea Sangiovanni – coordinamento e supervisione

 

Ufficio stampa

Roberta Cristallo – ICCD

Nicola Di Paolantonio – Comune di Teramo

Adele Lisciani – Università di Teramo

 

Coordinamento eventi e comunicazione

Anna Fusaro

 

 

Assicurazione

AXA Assicurazioni agenzia di Teramo

 

 

Fotografie

© 2023 ICCD-Gabinetto Fotografico Nazionale, Fondo Papa (fotografie di Sebastiana Papa)

© 2023 Archivio Cascio, fotografie di Calogero Cascio (foto provino con Sebastiana Papa)

 

 

Si ringraziano

Ella Baffoni, Carlo Birrozzi, Adolfo Braga, Valentina Carola, Diego Cascio, Andrea Core, Carmela Di Giovannantonio, Rodolfo Felici, Fabrizio Magnani, Sabrina Mazzara, Alberto Melarangelo, Raffaella Morselli, Claudia Pajewski, Andrea Sangiovanni, Katrin Tenenbaum, Simona Turco, Stefano Valentini.

 

Un particolare ringraziamento a

Luciano Papa

 

 

Catalogo

 

Sono tutta negli occhi. Sebastiana Papa fotografa (1932-2002)

A cura di

Gabriele D’Autilia e Gianfranco Spitilli

 

Ricerche&Redazioni

Giacinto Damiani

Direzione Editoriale

Barbara Marramà

Progetto grafico

 

Testi di Gabriele D’Autilia e Gianfranco Spitilli, con un contributo di Claudia Pajewski.

Di formato 22×24, il volume è composto di 196 pagine stampate su Fedrigoni Tatami Ivory, copertina su Fedrigoni Sirio Color Nude, bandelle a tutta larghezza, cucito e brossurato artigianalmente

Volume bilingue Italiano/Inglese

130 fotografie

ISBN 978-88-85431-70-6

Prezzo di copertina € 40

 

 

Curatori

 

Gabriele D’Autilia insegna discipline legate alla Cultura Visuale presso l’Università di Teramo ed è stato curatore di diversi volumi e mostre per istituzioni pubbliche e private (tra cui l’Istituto Luce, l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana/Treccani, la Camera dei Deputati, l’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico). È co-direttore della Rivista «L’Avventura. International Journal of Italian Film and Media Landscapes». Tra le sue pubblicazioni: L’indizio e la prova. La storia nella fotografia (2001), Storia della fotografia in Italia. Dal 1839 a oggi (2012), La guerra cieca. Esperienze ottiche e cultura visuale nella Grande guerra (2018), e la curatela per Einaudi de L’Italia del Novecento. Le fotografie e la storia (2005) e dell’edizione italiana del Dizionario della fotografia, Oxford University Press (2008).

 

Gianfranco Spitilli insegna Antropologia Culturale presso l’Università di Teramo. Dirige il progetto di Cooperazione Internazionale “Réseau Tramontana” (Europa Creativa, GrandPrix Europa Nostra Awards 2020) per l’area italiana (con Giovanni Agresti); ha realizzato documentari, esposizioni, archivi digitali. Tra le ultime pubblicazioni: L’ascolto e la visione. Don Nicola Jobbi e l’Appennino centrale del XX secolo (catalogo della mostra, 2020); (con A. M. Zocchi, a cura di) Immagini e ricerca sociale. Un dialogo tra sociologia e antropologia (2020); La lecturedutemps. Hypothèses d’anthropologie régressive, in A.Bellio, I. Kuźma et A. TuaillonDemésy (éd.), Imaginaires du temps. Religion, politique, loisirs(2022); Etnografia sonora e comunicazione: il suono come sistema culturale, in C. Corsi, P. Coen (a cura di), Le professioni del comunicare: passato, presente, futuro (2023).

 

 

Il Fondo fotografico Sebastiana Papa

Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione

 

La mostra è stata resa possibile grazie alla collaborazione dell’ICCD, proprietario del Fondo Sebastiana Papa e direttamente coinvolto nel processo di digitalizzazione dei negativi e di cura della restituzione digitale delle immagini ai fini della stampa. La selezione iniziale ha preso in considerazione, in seguito alle ricerche compiute nel vasto insieme dei materiali che costituiscono il Fondo, circa 300 fotogrammi, integralmente digitalizzati, per arrivare infine alla scelta finale di 129 immagini.

 

Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione – ICCD

L’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) è un istituto del Ministero della Cultura dotato di autonomia scientifica e amministrativa; afferisce alla Direzione generale Educazione e ricerca.

L’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione (ICCD) nasce nel 1975 con l’istituzione del Ministero per i beni culturali e ambientali – oggi Ministero della Cultura – ed ha i compiti di gestire il Catalogo generale del patrimonio archeologico, architettonico, storico artistico ed etnoantropologico nazionale, di documentare il patrimonio e conserva collezioni di fotografia storica costantemente incrementate e offerte alla pubblica consultazione. Per le sue funzioni riferite a catalogazione e fotografia, l’Istituto cura la formazione e la comunicazione su diversi canali.

L’ICCD riunisce due enti di origini e storie diverse ma con la medesima finalità di conoscenza del patrimonio culturale: l’Ufficio del catalogo, nato nel 1969 con il compito di definire le metodologie della catalogazione e di coordinare le attività operative degli organi tecnici, e il Gabinetto fotografico nazionale, fondato nel 1895 quale principale istituzione statale per la produzione e la raccolta delle documentazioni fotografiche, che annette nel 1959 l’Aerofototeca nazionale.

http://www.iccd.beniculturali.it/

 

Fondo Sebastiana Papa

Acquisito dall’ICCD nel 2006 per donazione degli eredi, l’archivio fotografico di Sebastiana Papa (Teramo 1932 – Roma 2002) si compone di circa 7.000 pellicole negative 35 mm e di una corposa e variegata raccolta di positivi b/n su carta (9.000 circa tra stampe fotografiche di vario formato, provini, stampe di particolari ingranditi, ecc.), dei quali circa 300 stampe di grande formato – provenienti da mostre – corredate di etichette con didascalie originali.
La restante parte dell’archivio è costituita da materiali di lavoro: appunti, pagine manoscritte, dattiloscritte e a stampa, ritagli e fotocopie di foto, schede di luoghi e date delle foto, progetti grafici di allestimento e stesure successive di testi per volumi e mostre (tra i quali i materiali preparatori del volume Le Repubbliche delle Donne. Monachesimo femminile nel mondo, 1967-1999, rimasto allo stadio di menabò per la prematura scomparsa dell’autrice, e pubblicato dall’ICCD nel 2013). Si aggiungono inoltre una parte significativa delle sue pubblicazioni e due Leica M3, tra le macchine da lei usate.
L’articolazione geografica e tematica in cui si suddividono i materiali rispecchia gli interessi prevalenti della Papa e ne ripercorrono la produzione fotografica a partire dagli anni ‘60: Spagna, Parigi, Praga, Romania, Urss, Libia, Congo, Israele, India, Nepal, Cambogia, Indonesia, Bangkok, Singapore, Giappone, Usa, Cuba, Messico, Brasile.
E poi, altri titoli che danno la misura della sua indagine: Ricerca sentimenti, I segni del silenzio, I gesti rituali, La cultura dell’ascolto, Incontri con il trascendente, Il femminile di Dio, alcuni dei quali diventeranno titoli di altrettanti volumi.
Denominatore comune di questi temi, la ricerca del significato di una spiritualità profonda, di una dimensione del divino nella condizione umana (Gli uomini e il Divino, sottotitola Sebastiana Papa i suoi Incontri a Gerusalemme del 2000). Ma oltre e accanto a quei temi, troviamo anche elementi del tutto diversi che restituiscono della Papa un’immagine – non antitetica ma complementare alla prima – di donna immersa nel proprio tempo, che sta dentro le cose e nello spirito del proprio tempo, anche grazie al mezzo che ha scelto come prioritario per la propria rappresentazione e interpretazione della realtà.
Un raccoglitore riporta Donne femministe e affini, e su una serie di otto cartelle (centinaia e centinaia di fogli provini al suo interno) titoli quali Italia Feste, Italia inutile, Italia moda, Italia Tarantate, Italia personaggi che attestano un’amplissima ricerca documentaria a carattere sociologico sull’Italia del dopoguerra che meriterebbe un’indagine a sé, potendosi già valere di due riferimenti importanti quali i suoi due volumi sulle comunità di Orgosolo e di Nonantola.
https://fotografia.cultura.gov.it/iccd/resource/IT-ICCD-PHOTO-0095-000001

 

 

Iniziative in programma

 

Conferenza stampa, venerdì 30 giugno, ore 10.00

Intervengono:

Gianguido D’Alberto, Sindaco di Teramo

Antonio Filipponi, Assessore alla Cultura del Comune di Teramo

Dino Mastrocola, Rettore Università degli Studi di Teramo

Christian Corsi, Direttore del Dipartimento di Scienze della Comunicazione

I curatori:

Gabriele D’Autilia, Gianfranco Spitilli

Modera: Anna Fusaro

 

Inaugurazione, sabato 1° luglio ore 18.00

Intervengono:

Gianguido D’Alberto, Sindaco di Teramo

Dino Mastrocola, Rettore Università degli Studi di Teramo

Christian Corsi, Direttore del Dipartimento di Scienze della Comunicazione

Maria Letizia Fatigati, Consigliere di indirizzo della Fondazione Tercas

Marco Di Nicola, Presidente del Bim Vomano Tordino

Camillo D’Angelo, Presidente della Provincia di Teramo

Antonella Ballone, Presidente della Camera di Commercio del Gran Sasso

 

I curatori:

Gabriele D’Autilia, Gianfranco Spitilli

 

Giulietta Boakye, comunità di Nonantola

Modera: Anna Fusaro

 

Tra luglio e novembre 2023 la mostra sarà accompagnata da numerose iniziative di approfondimento con testimoni ed esperti, coordinate dalla giornalista Anna Fusaro, che verranno rese note nel corso delle prossime settimane.

 

 

Didascalie foto per la pubblicazione

 

Foto guida e locandina:

  1. Raccolte Fotografiche ICCD, Fondo Sebastiana Papa

Sebastiana Papa, Monastero buddista Thekkanemida, Yangon, Myanmar, 1999, b/n, negativo,

FP0169_22

(https://fotografia.cultura.gov.it/iccd/item/FP000169_22)

 

  1. Raccolte Fotografiche ICCD, Fondo Sebastiana Papa

Sebastiana Papa, Una rifugiata tibetana, Darjeeling (Bengala Occidentale), India, 1969, b/n, negativo, FP0813_14a

 

  1. Raccolte Fotografiche ICCD, Fondo Sebastiana Papa

Sebastiana Papa, Olimpia Mastrodascio, narratrice, Cerqueto di Fano Adriano (Abruzzo), giugno 1977, b/n, negativo, FP2033_06a

 

  1. Raccolte Fotografiche ICCD, Fondo Sebastiana Papa

Sebastiana Papa, L’Avana, Cuba, agosto 1974, b/n, negativo, FP1879_28

 

 

Si ringraziano

Ella Baffoni, Carlo Birrozzi, Adolfo Braga, Valentina Carola, Diego Cascio, Carmela Di Giovannantonio, Rodolfo Felici, Fabrizio Magnani, Sabrina Mazzara,Alberto Melarangelo, Raffaella Morselli, Claudia Pajewski, Andrea Sangiovanni, Katrin Tenenbaum, Simona Turco, Stefano Valentini.

 

Un particolare ringraziamento a

Luciano Papa

 

Si ringrazia inoltre il consigliere Andrea Core che nella precedente consiliatura, in qualità di Assessore alla Cultura, ha dato avvio al progetto di realizzazione della mostra

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