Romolo Sabatino Davide Trifoni, il Sottotenente giuliese morto sul Monte Roccolo.
Nasce il 27 luglio 1895, alle ore 17,30, nella casa posta in Via Provinciale, dal 32enne Giustino Trifoni, proprietario e Adelina Iannetti; il 30 luglio viene registrato all’anagrafe dall’Assessore Apollo Caravelli e dai due testimoni: il 43enne, Emidio Paolone e il 43enne, Tiberio Orsini, entrambi proprietari.
Il 7 gennaio 1915 viene giudicato idoneo al servizio di leva nel distretto militare di Teramo e il 12 gennaio viene ammesso alla richiesta di ritardare la partenza. Già residente a Roma con la famiglia, il 1 giugno, all’indomani dello scoppio della 1° Guerra Mondiale, viene chiamato alle armi e il 2 giugno viene inquadrato nell’81° Reggimento Fanteria – Brigata “Torino”, mentre il 7 luglio viene destinato al 60° Reggimento Fanteria – Brigata “Calabria”.
L’11 settembre viene ammesso al 2° corso accelerato per Ufficiale di Complemento nella scuola Militare di Modena e il 12 novembre viene nominato Sottotenente per l’arma di Fanteria, destinato al 41° Reggimento Fanteria – Brigata “Modena”. Il 22 novembre arriva in prima linea, partecipando alla 4° Battaglia dell’Isonzo (10 novembre / 5 dicembre) a quota 1.360 – Mrzli. Il 1916 rimane relativamente tranquillo (il 16 maggio Trifoni farà il giuramento alla bandiera a Sleme) nei settori di competenza: Sleme, Monte Vodil e Dolje, tranne a giugno quando inizia la “Strafexpedition” degli austriaci in Val Canaglia. Nonostante l’avanzata del nemico, la Modena, riesce verso la metà del mese ad arginare l’offensiva. Il 27 giugno viene destinato all’87° Reggimento Fanteria – Brigata “Friuli”, rimanendo in linea, saranno i suoi ultimi tre giorni di vita.
Dislocati in Val Frenzela, nell’altipiano di Asiago, attaccano e difendono: Monte Catz, Monte Mosciagh, Monte Zebio e Monte Roccolo. Il 30 giugno, sul Monte Roccolo (altra fonte Monte Mosciagh), Romolo Trifoni dava la carica ai suoi uomini per attaccare una posizione nemica, ma una pallottola gli penetrava l’addome, facendolo stramazzare a terra. Aveva solo 20 anni. Successivamente, recuperato il corpo, verrà sepolto in località “Case Leushe” (altipiano di Asiago). Sarà il Sottotenente medico Guido Rossetti (originario di Chieti), a trascrivere l’atto di morte nel registro dello stato civile del Reggimento alla presenza dei testimoni: il Capitano Medico, Giovanni Piccinini; il portaferiti, Lupo Di Blasio; il fante, Domenico Muco e il Comandante del Reggimento, il Colonnello Ettore Buzio (dopo la guerra sarà nominato Generale di Divisione di Fanteria). A Giulianova, Il 10 ottobre 1916, arriverà la notizia ufficiale della morte del giovane giuliese.
Il suo nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, sulla lapide del Duomo di San Flaviano, nel libro di Francesco Manocchia “I Salmi della Patria” e sugli alberi dell’ingresso al cimitero comunale, Viale delle Rimembranze.
3 le medaglie alla memoria del fante giuliese: guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta con un solo anno di guerra 1915/1916; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918. Anche se il suo ruolino militare risulta incompleto.
Il suo nome compare anche nel Lapidario ai caduti dell’Accademia Militare di Modena – cortile del Palazzo Ducale di Modena.