Italia

Roma. OLIO – Team qualità tracciata Unaprol, Regione Lazio e Lazio Innova sfidano crisi su mercati internazionali

 

 

Roma – Una squadra di 26 aziende di olio extra vergine di oliva, tutte made in Lazio, sfideranno la crisi sui mercati internazionali sfoderando l’arma dell’alta qualità tracciata. Le “fuoriclasse” dell’extra vergine sono state selezionate attraverso un apposito avviso pubblico nell’ambito di un progetto proposto da Unaprol e cofinanziato dalla Regione Lazio, assessorato allo sviluppo economico e attività produttive cogliendo l’opportunità di una misura di un bando regionale che prevede, tra l’altro, partecipazione a fiere internazionali nel settore agroalimentare. “Il Lazio: il gusto dell’olio extra vergine, la bellezza di un territorio”, questo il titolo del progetto, prevede azioni di sensibilizzazione del consumatore e commerciali che toccheranno tre continenti: Europa con l’Italia ad Expo; Asia in Cina e Africa in Sud Africa; le azioni si svilupperanno fino a giugno del 2016.  Il progetto si propone di incrementare il consumo degli oli extra vergine e delle olive da tavola di qualità italiana, con focus sulle produzioni laziali;costruire una strategia di promozione commerciale unitaria e integrata;migliorare presso i consumatori in target il livello di percezione dei prodotti laziali di qualità, esaltandone gli aspetti legati alla filiera produttiva (produzione primaria, trasformazione, confezionamento, tracciabilità);sensibilizzare i buyer e il trade specializzato; contrastare la concorrenza sleale dell’italian sounding.

“I concetti di tracciabilità e rintracciabilità, che sono tra gli elementi portanti del messaggio che il programma mira a diffondere, ha riferito David Granieri, presidente di Unaprol, vanno intesi come strumenti operativi a garanzia della qualità, della sicurezza e della trasparenza informativa sulla provenienza degli alimenti e delle materie prime da cui essi sono prodotti. Le azioni del progetto – ha poi aggiunto – possono ben integrarsi con le misure del nuovo Piano Olivicolo Nazionale che rafforzato dalle misure del PSR regionale finirà per attivare cospicue ed interessanti leve di sviluppo per il settore olivicolo che è settore strategico per l’economia della Regione Lazio”.

Le 26 aziende saranno coinvolte ad Expo 2015, nell’area AgriExpo attrezzata da Unaprol all’ingresso Sud del Cardo, con la presentazione dei profili sensoriali dei loro prodotti nei giorni 3 e 4, 6 e 7 ottobre prossimi. Saranno altresì coinvolte in due fiere internazionali. La prima a Guangzhou, in Cina, dal 22 al 24 settembre prossimi. Guangdong è la provincia più internazionale e dinamica della Cina e rappresenta la porta meridionale della Cina, vicino a Hong Kong, Macao, Taiwan e tutto il Sud-Est asiatico. L’altra, a maggio del 2016, a Città del Capo in Sud Africa, uno dei paesi BRICS moderno e fortemente importatore, Paese africano più prospero e sviluppato porta di accesso privilegiata per l’intera Africa ed in particolare per Paesi come Angola, Kenya, Mauritius e Sudan con i quali l’Italia intrattiene già da anni fruttuose e promettenti relazioni commerciali.

Saranno garantiti incontri BtoB e coinvolti giornalisti, opinion maker, rappresentanti istituzionali e,   attraverso i workshop, saranno formati almeno 30 operatori e opinion maker per ogni Paese. Il progetto sarà sostenuto da un’articolata campagna di comunicazione ed informazione che prevede la realizzazione di un sito web con applicazione per smartphone e tablet; la realizzazione di un opuscolo informativo sulle proprietà salutistiche e nutrizionali dell’olio extra vergine ed un video promozionale che racconterà le emozioni dei territori del Lazio da cui hanno origine gli oli extra vergine “fuoriclasse” delle 26 aziende che partecipano al progetto.

 

 

Roma 30 luglio 2015

 

 


OLIO:  TRA STORIA,  ANTICHI SAPORI E TRADIZIONI,  IL LAZIO SNODO DELLA QUALITA’ ITALIANA

Roma – L’importanza della produzione olearia laziale è determinata, prima ancora che in termini quantitativi, dalla sua stessa qualità naturale e dal suo profondo radicamento nel territorio e nella cultura locale. L’olio extra vergine rappresenta una componente fondamentale nei paesaggi sia rurali che urbani; ancora oggi, lungo le vie consolari che si diramano da Roma, si trovano terre che ospitano oliveti secolari e che rappresentano alcune fra le aree olivicole di eccellenza della Regione.

Le origini dell’olivicoltura laziale sono antichissime ed è testimoniata da illustri personaggi: già intorno al 160 a.c. Marco Porcio Catone esaltava l’olio della Sabina, che durante il medioevo, grazie all’attività dei monaci di Farfa,  divenne il centro principale dell’olivicoltura laziale. Furono gli Etruschi a piantare i primi olivi in tutta l’Italia centrale, e in particolare nella Tuscia, tramandando metodi di impianto e di coltivazione “naturale” ancora oggi seguiti. I Romani perfezionarono le tecniche di produzione ed estrazione dell’olio, diffondendo la coltura dell’olivo in tutti i territori conquistati.

Gli operatori economici della filiera olivicola regionale, coinvolti nel progetto “Il Lazio: il gusto dell’olio extra vergine, la bellezza di un territorio”, saranno rappresentati da Unaprol che, in qualità di consorzio olivicolo nazionale associa 54 organizzazioni di produttori a livello territoriale, per un totale di 265.000 aziende olivicole, di cui circa 15.000 solo nel Lazio. Le aziende olivicole laziali che beneficeranno direttamente delle iniziative previste saranno 26.

Nel Lazio l’olivicoltura è una coltura diffusa. La superficie investita ad olivo, è di 80.000 ettari circa. L’8% di questa superficie è coltivata con metodi di produzione biologica. Rispetto alla dimensione provinciale, si registra una differenziazione notevole tra le varie superfici ad olivo, con Roma (30%), Frosinone (23%), Viterbo (17%), Latina (16%) e Rieti (14%).  Quattro le DOP presenti sul territorio: Canino e Tuscia, rispettivamente nelle province di Viterbo, Sabina, nelle zone della Sabina romana e della Sabina reatina, Colline Pontine nella provincia di Latina. Sono i dati emersi durante la conferenza stampa organizzata da Unaprol di presentazione del progetto: Il Lazio: il gusto dell’olio extra vergine, la bellezza di un territorio. Il germoplasma olivicolo locale è particolarmente ricco. Rappresentato principalmente dalle varietà: Canino, Crogiolo, Strana, Olivine, Raja Sabina, Carboncella, Fosco, Rosciola. Le cultivar laziali consentono l’ottenimento di un prodotto di gran pregio e la piattaforma varietale è davvero ampia. Sono stati individuati numerosi presunti “cloni” con caratteri di pregio ben definiti, afferenti alle cutivar: Minutella, Itrana, Leccino, Moraiolo, Frantoio, Carboncella, Sirole, Salvia, Marina, Vallanella, Canino. Gli oli ottenuti dai “cloni” sono principalmente fruttati di intensità medio-leggera, con gusto armonico e alcuni con una sensazione di piccante. Le più conosciute sono l’Itrana e la Canino. La prima si contraddistingue per fruttato intenso, profondamente erbaceo, con sentori di carciofo, di pomodoro e di mandorla. Il sapore è ben equilibrato, con note leggermente speziate intense e fortemente amaro; retrogusto di erba, carciofo e pomodoro. La cultivar Canino invece si caratterizza per fruttato medio-leggero, di oliva verde, con forte sentore di mandorla e lieve sentore di carciofo. Il suo sapore è prevalentemente dolce con leggere note di piccante e piacevolmente amaro. Nella campagna 2014/2015 sono state prodotte circa 12.000 tonnellate di olio con una forte contrazione rispetto alla campagna precedente (-45%). 283 i frantoi attivi dislocati su tutto il territorio regionale.

Nel Lazio si pratica olivicoltura di collina per circa l’80%. Segue l’olivicoltura di bassa montagna e solo il 4,8% è rappresentata da olivicoltura di pianura.

“L’olivicoltura del Lazio concorre in maniera considerevole alla formazione della PLV olivicola nazionale – ha riferito il presidente di Unaprol, David Granieri che aggiunge: “la presenza di olivi di recente impianto sia in pianura che in collina contribuisce ad arginare in maniera considerevole il fenomeno del dissesto idrogeologico e a dare sicurezza ai territori sui quali si produce ricchezza e occupazione”.

 

 

Roma 30 luglio 2015

 

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