Abruzzo

AUTO BLU: LA REGIONE HA RECIPITO UNA DISPOSIZIONE NAZIONALE

L’Aquila, 24 apr – La reintroduzione del servizio
a domicilio delle cosiddette “auto blu” della Regione Abruzzo
non è un privilegio che la Giunta ha deciso di riattribuirsi
arbitrariamente, ma una modifica del precedente e troppo punitivo
disciplinare. La Regione Abruzzo, infatti, ha recepito il decreto del
presidente del Consiglio dei Ministri (del 25 settembre 2014) con un
provvedimento licenziato dalla prima commissione consiliare e varato con
il voto dei componenti di tutte le forze politiche; opposizioni comprese.
È questa, in sintesi, la replica di fonti interne alla segreteria del
presidente della Regione alle osservazioni mosse dalla coordinatrice
regionale dei giovani di Forza Italia, Jessica Verzulli, che ha accusato
il nuovo esecutivo di aver cancellato il precedente disciplinare varato
dalla Giunta di centrodestra (approvato a maggio 2014) a seguito dello
scandalo politico e giudiziario noto come Rimborsopoli. Nel vecchio testo
spariva la possibilità per i presidenti del Consiglio e della Giunta,
nonché per i componenti dell’esecutivo, di essere accompagnati alle
loro abitazioni dalle autovetture di servizio regionali. L’unica
accortezza doveva essere quella di non “bruciare” prima del
tempo il budget annuale di circa 80 mila euro complessivi, perché poi il
carburante e le manutenzioni sarebbero state a carico dei trasportati;
come già accaduto nel 2014, quando il budget è finito molto prima di
dicembre. La stretta era nata dall’interpretazione restrittiva del
decreto del presidente del Consiglio dei Ministri dell’agosto 2011. In
quella norma, per porre un freno ai ripetuti abusi nell’utilizzo delle
auto blu, si stabiliva che l’uso dell’autovetyura di
rappresentanza, fosse “concesso limitatamente alla durata
dell’incarico e per sole esigenze di servizio del titolare, ivi
compreso gli spostamenti ‘verso’ e ‘da’ i luoghi di
lavoro”. In Abruzzo è prevalsa un’interpretazione restrittiva: il
verso e il da sono stati intesi nel senso che la vettura di rappresentanza
non può andare a prelevare o riaccompagnare l’amministratore nella sua
abitazione, ma può solo spostarsi da un luogo di lavoro all’altro,
ovvero tra le sedi istituzionali: luoghi che il politico beneficiario
doveva raggiungere con mezzi propri. Questa interpretazione è stata poi
recepita dal disciplinare della Giunta Chiodi, approvato nel maggio 2014.
Viste, però, le diverse e discordanti letture fatte dalle Regioni
italiane, un nuovo decreto del 25 settembre 2014 a firma del premier Renzi
ha fatto chiarezza su che cosa vada inteso con quel verso e da.
Nell’articolo 3 si stabilisce infatti che “l’utilizzo delle
autovetture di servizio a uso non esclusivo (cioè per dirigenti e
funzionari per esigenze di servizio, ndr), non prevedono spostamenti tra
l’abitazione e i luoghi di lavoro”. Di conseguenza, le
autovetture a uso esclusivo, ovvero per i componenti del governo nazionale
e del governo regionale, possono prevedere spostamenti tra
l’abitazione e i luoghi di lavoro. Insomma, il disciplinare abruzzese,
alla luce di queste novità, si è rivelato troppo punitivo. E così, il 1°
aprile 2015 la prima commissione (Bilancio, affari generali e
istituzionali) ha approvato in sede deliberante, con i voti anche dei
componenti di opposizione, una proposta di nuovo regolamento, recante come
prima firma quella del consigliere Giorgio D’Ignazio, Nuovo centro
destra, e quelle del presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di
Pangrazio, dei consiglieri Alessio Monaco di Regione facile, di Lucrezio
Paolini dell’Italia dei valori. Sarebbe bastata la volontà di tre
componenti della commissione per portare in aula il regolamento,
trasferendo quindi la decisione all’intero Consiglio regionale, ma
così non è stato. Il presidente della Giunta ha poi “emanato” il
nuovo regolamento (rendendolo esecutivo), come gli impone lo Statuto della
Regione. Nel nuovo e vigente regolamento all’articolo 10 si stabilisce
che “negli spostamenti consentiti è compreso anche il tragitto dal
luogo di residenza, domicilio o dimora dell’assegnatario” alle
sedi del Consiglio regionale e della Giunta, che nel regolamento sono
individuate come parcheggi delle “auto blu”. All’articolo 7
si dice, ancor prima, che “nel caso in cui il rientro presso la
residenza, domicilio, dimora dell’assegnatario avvenga dopo le ore 22,
previa autorizzazione dello stesso, l’autista, sotto la propria
responsabilità, può far uso dell’autovettura per rientrare presso la
propria dimora avendo cura di custodirla con le necessarie precauzioni al
fine di preservarne l’integrità”. Si specifica poi che “il
giorno successivo l’autovettura deve essere riportata nelle sedi di
ricovero”, ovvero le sedi del Consiglio e della Giunta regionale.

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