Cultura & Società

Savino Pezzotta ospite di Confindustria e AIDP per parlare di RELAZIONI INDUSTRIALI NEL TERZO MILLENNIO.

Savino Pezzotta ospite di Confindustria e AIDP per parlare di RELAZIONI INDUSTRIALI NEL TERZO MILLENNIO.

L’evento del 12 aprile è stato l’appuntamento principe di un progetto di formazione che vede protagonisti Confindustria Pescara e le quattro sigle sindacali regionali: CGIL CISL UIL e UGL, rappresentati nella tavola rotonda da Luigi Di Giosaffatte, Direttore Generale di Confindustria Pescara e Umberto Coccia, Segretario Generale CISL Abruzzo. Con loro Giuseppe Sciullo, Dirigente delle Politiche Attive del lavoro della Regione Abruzzo, il Prof. Arturo Maresca, ordinario del Diritto del lavoro a La Sapienza e Francesco Rotondi, Avvocato giuslavorista, socio fondatore dello studio legale Lablaw. A moderare il confronto Francesco Perillo, Docente in Gestione Risorse Umane all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, animando il dibattito e cercando tra i relatori le risposte alle domande emerse nel corso delle lezioni frontali che hanno preceduto l’evento pubblico. Si è parlato della riforma dell’apprendistato, scarsamente rivalutato, così come dei contratti atipici che trovano diversa interpretazione nel panorama europeo, poiché vengono valutati come profili qualificati, che hanno maturato esperienze poliedriche e per questo utili in un diverso contesto aziendale.

Partner dell’evento l’AIDP Abruzzo e Molise e il Centro Studi Domenico Napoletano, al quale è stata affidata l’introduzione con l’intervento dell’Avv. Alfonso Vasile, Segretario Sez. Abruzzo Adriatico Centro Naz. Studi Diritto del Lavoro.

Savino Pezzotta ha descritto ai microfoni di Raffele Credidio, Presidente dell’Associazione Italiana per la Direzione del Personale Abruzzo e Molise (AIDP), il profilo del lavoratore negli anni ’70 << nelle relazioni sindacali conta il rapporto di forza e la mia forza è maggiore se rappresento chi fa bene il proprio lavoro! … Quando nel ’63 chiedo la tessera della CISL mi rispondono “io ti dò la tessera, ma tu la smetti di arrivare in ritardo !” >> e poi un commento sull’etica <<Non è più il tempo di dire ‘quanto porto a casa domani’, non sono più in grado di dirlo, ma quanta possibilità di vita migliore anche con meno cose possiamo costruire insieme, anche con i datori di lavoro, perché anche loro vivono dentro questa tensione portata sempre più all’estremo>>.

Altra intervista a Gustavo Bracco, Senior Advisor Human Resources Gruppo Pirelli, con esperienze anche internazionali in Fiat e Telecom, ed è Elisa Antonioni, Direttore di Sinergie Education, partner organizzativo del progetto di formazione, ai microfoni: <<Oggi i sindacati chiedono di conoscere il piano industriale aziendale per poterlo condividere, ma quanto è possibile farlo ?>> risponde Bracco <<Fermo restando due vincoli: la riservatezza societaria e le informazioni che possono minare la competitività dell’azienda, oggi le persone sono molto più mature e consapevoli di quanto immaginiamo!>>.

Gustavo Bracco ha portato idealmente l’uditorio sul ponte di comando dell’azienda, illustrando attraverso le sue rilevanti esperienze in FIAT, Gruppo Telecom e Pirelli, la visione operativa di chi esamina le esigenze dei lavoratori in funzione dell’organizzazione dell’impresa, della sua strategia e dell’evoluzione dei mercati. Ha così ripercorso alcune vicende aziendali vissute, che hanno segnato la storia della nostra Italia: l’automazione dei processi produttivi in FIAT negli anni ’70, per porre rimedio agli usuranti lavori manuali; il drastico ridimensionamento del personale nel Gruppo Telecom nei primi anni 2000, per rendere efficiente un’azienda non più competitiva da anni; lo sforzo costante di Pirelli nell’investimento di risorse nell’innovazione.

Dal tracciato della storia Savino Pezzotta ha preso spunto per tratteggiare le vicende della società italiana, che è cresciuta e si è emancipata attraverso l’evoluzione della classe operaia. Ha offerto così l’altra prospettiva dell’azienda, quella delle sale macchine. La realtà descritta è quella degli operai, che vivevano l’azienda come una comunità di vita, in cui rispetto dei ruoli e senso della dignità del lavoro erano inviolabili. La memoria storica di quell’identità e del riscatto sociale vissuto dagli italiani di quegli anni, per Pezzotta, oggi dovrebbero servire come monito contro l’egualitarismo dilagante ed il trionfo dell’interesse privato sul bene comune. Il riconoscimento del merito e dell’uguaglianza degli individui nella loro diversità, dovrebbero essere alla base di una società votata, in quanto tale, al bene collettivo.

Sembra necessario quindi ritornare alla storia dell’imprese per ritrovare il senso etico del lavoro e la dignità dell’uomo ormai svendute nella frenesia del guadagno e nell’individualismo dei più.

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