Abruzzo

PROVINCE: DOPPIO RISCHIO, OCCASIONE MANCATA E ACCENTUAZIONE SQUILIBRI

PROVINCE: DOPPIO RISCHIO, OCCASIONE MANCATA E ACCENTUAZIONE SQUILIBRI

Nota Uil Abruzzo

Province: sarebbe meglio eliminarle tutte

La Uil è da tempo convinta che le Province vadano eliminate tutte. Non è necessario che l’esigenza di coordinamento sovra-comunale sfoci in un ente locale ad hoc. Il Governo ha scelto una via di mezzo, che è sempre più dubbio che colga obiettivi apprezzabili. Pur convinti che la soluzione migliore è far saltare questo livello istituzionale ed amministrativo sovrabbondante, costoso e confusionario, pensiamo che anche il riordino, se affrontato bene, potrebbe farci fare passi avanti. In Abruzzo, il dibattito è stato complessivamente deludente. Le proposte che circolano maggiormente ci preoccupano.

L’ipotesi peggiore: PE + CH + TE

Ipotesi di unificazione delle province di Pescara, Chieti e Teramo: secondo noi è la più sbagliata. Il massimo del dualismo (tra un mare forte e una montagna debole, dal punto di vista economico e demografico); nessuna visione di regione ma un bella spinta alla dissoluzione dell’Abruzzo come regione; la ricostruzione post-terremoto come problema locale e non regionale; il rovesciamento dello spirito con cui il governo ha indicato l’essere capoluogo di Regione come un criterio affinché una provincia esistente non sia necessariamente accorpata. Sarebbe più sensato a questo punto essere la prima regione che fa il passo di abolirle tutte le province.

L’ipotesi di risulta: PE + TE

Ipotesi di unificazione Pescara-Teramo: è molto conservatrice, non opera alcun riordino ma è una mera operazione di risulta, perché accorpa le due province che non rientrano nei criteri stabiliti dalla spending review. Non ha storia. Non ha presente, perché non tiene conto dell’area metropolitana Pescara-Chieti.

La nostra proposta: AQ + TE e PE + CH con correzioni derivanti dallo schema storico Ultra/Citra e area metropolitana Pescara-Chieti

Secondo la Uil Abruzzo, l’ipotesi più razionale è quella dell’accorpamento delle province dell’Aquila e di Teramo da un lato e di Pescara e Chieti dall’altro, con correzioni ispirate alla storica bipartizione Abruzzo Ulteriore e Abruzzo Citeriore, per esempio assegnando alla nuova provincia PE/CH le aree montane di Pescasseroli e Rivisondoli. Lo schema Ultra/Citra, che ha funzionato per secoli e che meglio aderisce alla configurazione delle montagne abruzzesi, distinguendo i due complessi del Gran Sasso e della Maiella, non è oggi riproponibile in toto perché l’urbanizzazione costiera ha cambiato per sempre la situazione. È con questa realtà che occorre misurarsi. Il riordino delle Province non può ignorare questa problema e deve fargli fare dei passi avanti. Leggiamo che Copenhagen e Malmö stanno facendo avanzare la loro alleanza urbana per diventare un’unica area metropolitana pur appartenendo a due stati diversi, Danimarca e Svezia, e noi dovremmo rassegnarci a un confronto Pescara-Chieti fatto per stabilire chi sta sopra e chi sta sotto, per riprendere l’infelice terminologia proposta da qualche esponente istituzionale? Infine, la nostra proposta mette in campo due province che hanno entrambe il problema, strategico per l’Abruzzo, di contribuire a migliorare il rapporto mare-monti.

Pescara, 29 agosto 2012

Per la Uil Abruzzo

(Roberto Campo)

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