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Italia. La morte “dispari” In ricordo dell’attore Damiano Russo

Chieti, 6 Novembre ’11, Domenica, S. Severo – Anno XXX n. 369 – www.abruzzopress.infoabruzzopress@yahoo.it – Tr. Ch 1/81

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Ap – Lettere in redazione

La morte “dispari”

In ricordo dell’attore Damiano Russo

Egregio direttore,

Sono una semplice cittadina italiana di Pescara. Mi consenta di esporre un “fatto di cronaca” che a qualcuno suonerà come un attacco alla Rai o a Mediaset, mentre queste scheletriche note vogliono illustrare la incresciosa situazione – che certamente Lei conosce – che si ripete giornalmente a ruota libera nella nostra Patria. Nei giorni scorsi (verso la fine di ottobre) si sono verificati due orrendi incidenti di moto, in cui sono morti due giovani speranze del domani, entrambi noti al pubblico. Parlo del centauro Marco Simoncelli, 24 anni, campione delle due ruote, e Damiano Russo, 28 anni (foto), un attore che stava sfondando la rete della celebrità.

Come è noto l’incidente di Simoncelli è apparso con ampio risalto sui giornali e RAI TV, con interviste e profili, mentre il giovane attore è riuscito ad ottenere uno scheletrico comunicato nonostante egli, pur non avendo ricoperto un grande ruolo, sia molto presente nel cinema e sul piccolo schermo con film e serial di interesse, è passato in sott’ordine dalla stampa. È pur vero che ciascuno è padrone della sua opinione e delle sue azioni, ma è la stampa che travisa e dimentica volentieri chi e che cosa, sorvolando anche il fatto che Simoncelli ha preferito essere cremato mentre Damiano  ha deciso di donare i suoi organi a otto persone bisognose, il tutto in maniera quasi segreta. È pur vero che Il giovane pugliese non era un asso della F.1 o un campione mondiale di moto o un calciatore di serie A, ma posso assicurarle che Damiano Russo era un giovane normale, semplice, scevro da insinuazioni, commenti e pettegolezzi.

Lei ben sa, parlo di quei brutti soggetti tanto cari agli artisti affermati. Damiano era nato a Bari  il 26 luglio 1983, debuttò nel cinema alla precoce età di 13 anni, con un film di Michele Lanubile (“Io non ho la testa”) e quindi recitò ne “Tutto l’amore che c’è” diretto da Sergio  Rubini, ricevendo il premio “Capitello d’oro” al Sannio Film Festival e la nomination al Globo d’oro come migliore attore esordiente, e ha poi recitato in molti altri lavori. Damiano era un volto noto al pubblico televisivo soprattutto ai giovani che amano e si identificano nei suoi personaggi che vivono una vita come la loro. A titolo di cronaca cito “I liceali”, “Ris”, Distretto di polizia”, “Un posto al sole”, ”Medicina generale” e ”Compagni di scuola”. Ora non c’e’ più. L’infida morte lo ha rapito la sera del 23 ottobre a causa di un incidente stradale in moto, a pochi passi dalla sua abitazione, investito da un inesperto automobilista che usciva da un passo carrabile.

Giorni fa, è stato organizzato un pomeriggio con la proiezione dei suoi film e serial televisivi, presenti amici, colleghi e personaggi noti nel mondo della Press. È morto un mito per I giovani, ed anche un esempio di semplicità, serietà e professionalità. Impossibile riportare i messaggi di Facebook carichi d commovente affetto e rispetto. Da parte della televisione e dei “fogli che contano” SILENZIO assoluto. Anche con la morte si fa politica, a Casa nostra. Una vergogna!

Cordialmente

Angela Di Bartolomeo

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