Cultura & Società

CARTA DI PUEBLA 2011 Studiosi universitari e ricercatori di sei nazioni, riuniti nella città di Puebla in Messico per partecipare al XII Incontro internazionale dei Centri di cultura “Genere e femminismo in prospettiva”

o    Dall’8 al 10 di novembre 2011, la Universidad Popular Autónoma del Estado de Puebla (UPAEP)  è stata sede  del XII Encuentro Internacional de Centros de Cultura “Género y Feminismo en Perspectiva”. Hanno partecipato  docenti universitari e ricercatori di sei paesi ( Messico, Italia, Argentina, Ecuador, Spagna, Perù).  Accolto molto bene  il Messaggio del Cardinal Gianfranco Ravasi, letto da  don Miguel Ángel Reyes Arreguín, Responsabile del Dipartimento America Latina, Pontificio Consiglio della Cultura.  Il messaggio  segna  un  punto fermo nel sottolineare il tema della reciprocità  per superare “la relazione di subordinazione e di complementarietà, così pure quella astratta dell’assoluta uguaglianza”. Significativi gli  interventi degli studiosi italiani  Dina Nerozzi (Consultore del Pontificio Consiglio della Famiglia) e dei coniugi Danese-Di Nicola (della rivista Prospettiva Persona” e dell’Università “G. D’Annunzio” e ‘Leonardo Da Vinci’ – Chieti).

o      Alla fine dei lavori è stata siglata da tutti i  relatori una Carta di Puebla 2011 con  punti di riflessione per le future generazioni  di studiosi ed educatori della relazione di reciprocità tra il maschile e il femminile.

CARTA DI PUEBLA 2011

Studiosi universitari e ricercatori di sei nazioni, riuniti nella città di Puebla  in Messico per partecipare al XII Incontro internazionale dei Centri di cultura “Genere e femminismo in prospettiva”, convocato dall’Università Popolare Autonoma dello Stato di Puebla (UPAEP), dopo tre giorni di riflessione  e dialogo sul tema, facendo perno su una antropologia umanista che pone al centro la persona, si impegnano a:

–          Continuare ad approfondire la relazione uomo-donna, fondamento della famiglia, a partire dalla natura sessuata, nella convinzione che i modelli attribuiti ai due sessi possono variare nel tempo e nello spazio, ma la identità sessuale della persona non è una costruzione culturale o sociale. Appartiene al modo specifico nel quale esiste la immagine di Dio;

–          Lavorare  con discernimento  per distinguere la  ideologia del genere dalla prospettiva della ottimizzazione delle relazioni tra uomini e donne;

–          Promuovere la realizzazione di incontri, corsi, iniziative, progetti che mettano al centro problematiche relazionali, nell’ottica della reciprocità e dalla corresponsabilità. Tra i possibili ambiti di ricerca: il sostegno alle famiglie favorendo l’unità coniugale, la procreazione e un migliore equilibrio tra mondo del lavoro e quello domestico, la legislazione sul lavoro nelle sue ricadute sulla donna e sull’uomo, la partecipazione sociale e politica di entrambi, la corresponsabilità del padre  e della madre, la sensibilizzazione dei mezzi di comunicazione sul tema, l’educazione dei ragazzi e dei giovani nella prospettiva della reciprocità;

–          Assumere il modello della “reciprocità nell’uguaglianza e nella differenza”, superando “la relazione di subordinazione e di complementarietà, così pure quella astratta dell’assoluta uguaglianza … Questo nuovo modello è chiamato anche  Trasformativo, in quanto comporta un compito di superamento e di trasformazione sia della relazione tradizionale di inferiorità/complementarietà, sia quello  della relazione femminista radicale della parità/identità astratta, in una relazione di relazionalità/reciprocità sulla base dell’equivalenza» (Gianfranco Ravasi).

–          Far ascoltare la nostra voce nei distinti luoghi (areopaghi) culturali e nell’ambito pubblico,  secondo le competenze proprie di ciascuno;

–          Generare una sinergia che si trasforma in comunione di intenti  e in lavoro di rete.

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