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Italia. Le perdite nel Retail sono le più alte mai registrate a partire dal 2007, secondo quanto emerge dal Barometro Mondiale dei Furti nel Retail 2011

Le perdite nel Retail sono le più alte mai registrate a partire dal 2007, secondo quanto emerge dal Barometro Mondiale dei Furti nel Retail 2011


  • Resi noti i dati della più dettagliata indagine sul fenomeno dei furti nei negozi e nella Grande Distribuzione: il valore delle perdite in Italia sale a 3,5 miliardi di €, con un incremento rispetto allo scorso anno che supera quello della media globale
  • Cresce la percentuale di differenze inventariali a causa dell’aumento dei fenomeni di taccheggio, delle frodi da parte dei dipendenti e della criminalità organizzata
  • I furti costano ogni anno alle famiglie italiane 175 €, un aumento di circa 12 € rispetto al 2010

Milano, 18 Ottobre 2011 – Il taccheggio, le frodi da parte di dipendenti e fornitori, la criminalità organizzata e gli errori amministrativi hanno rappresentato nel 2011 un costo globale per il settore retail pari a 88,878 miliardi di Euro, equivalente all’ 1,45% delle vendite: lo rivela l’edizione 2011 del Barometro Mondiale dei Furti nel Retail, la più dettagliata indagine indipendente sul numero e la tipologia di furti commessi all’interno dei punti vendita e della Grande Distribuzione, condotta dal Centre for Retail Research e patrocinata da Checkpoint Systems.

Secondo lo studio, la percentuale globale di differenza inventariali – ossia delle perdite causate da furti di clienti e dipendenti ma anche da errori amministrativi – ha subito un aumento del 6,6%, il più alto incremento mai registrato da questa indagine a partire dal 2007. La ricerca, condotta tra luglio 2010 e giugno 2011 in ben 43 Paesi, ha rilevato che le differenze inventariali sono aumentate in tutte le regioni prese in esame.

In Italia, le perdite subite dai responsabili dei punti vendita hanno raggiunto un valore di circa 3,5 miliardi di Euro, cifra che rappresenta l’1,37% del fatturato del settore. Rispetto al 2010, l’Italia ha aumentato le differenze inventariali del 7%, superando la media globale di incremento che è stata pari al 6,6%

Cause delle differenze inventariali

I furti da parte dei clienti, compresi il taccheggio e la criminalità organizzata, hanno subito un incremento rispetto al 2010 pari al 13,4%, rivelandosi la causa principale dell’aumento delle differenze inventariali nella maggior parte dei paesi del mondo; il 43,2% delle perdite a livello globale viene attribuito proprio a questa tipologia di furti “esterni”, con un costo per i retailer di 38,434 miliardi di euro. I dipendenti disonesti – autori dei furti “interni” – sono stati responsabili di perdite per 31,080 miliardi di euro, un valore che corrisponde al 35% delle differenze inventariali a livello globale.

In Europa, la maggior parte dei retailer considerano i clienti disonesti la principale fonte delle perdite, responsabile per 17,299 miliardi di euro, ossia il 47,7% delle differenze inventariali totali. Tuttavia, l’ammontare medio rubato e ammesso dai dipendenti in Europa è risultato oltre quattordici volte superiore al valore medio dei beni sottratti dai taccheggiatori.

In Italia sono aumentati ulteriormente i furti commessi da parte dei clienti: sono infatti il 52,7% i taccheggi ad opera di bande organizzate o da ladri non professionisti (erano 52% nel 2010), un valore ben più alto rispetto alle medie europee e mondiali. Anche i furti ad opera dei dipendenti sono aumentati, passando dal 25% del 2010 al 25,9% di quest’anno.

“Sebbene alcuni considerino i furti nel settore retail come un fenomeno sociale innocuo o interessante, oppure semplicemente come il prezzo da pagare per fare affari, questo modo di vedere non tiene conto dell’influenza delle bande criminali, dei livelli crescenti di violenza nei confronti di dipendenti e clienti, e dei collegamenti tra la maggior parte dei furti nel retail e la droga, le frodi e l’estorsione – ha affermato il Professor Joshua Bamfield, Direttore del Center for Retail Research e autore dello studio. “Inoltre, la criminalità nel retail costa in media alle famiglie dei 43 Paesi presi in esame una maggiorazione di 149 euro sul conto della spesa, cifra in aumento rispetto ai 139 euro dello scorso anno. In Europa, tale cifra è di 150 euro, mentre in Italia la “tassa invisibile“ che le famiglie sono costrette a pagare sale addirittura a 175,31 €, circa 12 euro in più rispetto al 2010”.

Rapporto tra gli investimenti in sicurezza e i furti

Lo studio registra un aumento a livello globale delle spese in sicurezza e prevenzione delle perdite del 5,6% rispetto al 2010. Tuttavia, analizzando la quota destinata alle attrezzature antitaccheggio, si nota un leggero calo rispetto all’anno precedente, dato che potrebbe spiegare la diminuzione del numero dei ladri arrestati.

In Europa invece la spesa in sicurezza e prevenzione delle perdite, rapportata alla percentuale delle vendite, ha subito una contrazione del 6,25% rispetto al 2010, portando le differenze inventariali ad un incremento del 7,8%. Anche in Italia si registra un generale calo delle spese in loss prevention, che passano dallo 0,36% del  2010 allo 0,29% del 2011.

“Tra i 50 maggiori retailer globali che hanno risposto all’indagine, quelli che hanno segnalato un calo delle differenze inventariali rispetto allo scorso anno sono quelli che hanno considerato la prevenzione delle perdite non esclusivamente in termini di furto nel punto vendita, ma che hanno adattato le loro operazioni per condurre una lotta sistematica ai fenomeni di taccheggio, ai furti da parte dei dipendenti, alle frodi dei fornitori e agli errori amministrativi – commenta il Professor Bamfield, che aggiunge – Il novantasei per cento dei punti vendita di questi retailer si è affidato a programmi di audit per monitorare l’utilizzo delle politiche di loss prevention e, soprattutto, ha incrementato i propri investimenti di quasi il doppio rispetto alla media globale” ha aggiunto il Professor Bamfield.

Percentuali globali di differenze inventariali retail

I paesi che hanno fatto registrare la percentuale più alta di differenze inventariali sono stati l’India (2,38% delle vendite retail), la Russia (1,74%) e il Marocco (1,72%). Le percentuali più basse di differenze inventariali sono state riscontrate in Taiwan (0,91%), Hong Kong SAR (0,95%) e in Giappone, Austria e Svizzera (1,04%). La percentuale europea è stata pari all‘1,39%.

Prodotti maggiormente rubati: i mercati più colpiti

Per ciò che concerne le tipologie di mercati maggiormente colpiti dai furti a livello globale, alcune delle percentuali medie più alte sono state rilevate nel settore moda e accessori (1,87%), seguito dal comparto Health & Beauty (1,79%). Tra i prodotti che hanno subito i maggiori incrementi rispetto al 2010 ci sono gli articoli per la cosmesi come mascara, eyeliner e ombretto, aumentati del 30% a livello globale, e l’abbigliamento da esterno, cresciuto del 15,3%.

La classifica dei prodotti più rubati – in Italia così come nel resto del mondo – vede al primo posto gli accessori di lusso, seguiti da prodotti di Hi-Tech e dai profumi

CLASSIFICA DEI PRODOTTI MAGGIORMENTE RUBATI
1 Accessori firmati
2 Prodotti Hi-Tech (Smartphone, consolle, giochi)
3 Profumi e articoli per la cosmesi
4 Abbigliamento
5 Gioielli
6 Food fresco (formaggi, carne)
7 Prodotti per l’ufficio (Cartucce per stampanti/Toner )
8 Articoli per il“Fai da te” (Trapani/Attrezzature elettriche, cavi)

“A causa dell’arresto subito dalla crescita economica durante lo scorso anno, i retalier non hanno aumentato gli investimenti destinati alle attrezzature alla pari di quanto hanno fatto per il resto delle proprie spese destinate alla prevenzione delle perdite”, ha affermato Farrokh Abadi, Shrink Management Solutions President di Checkpoint Systems. “Sfortunatamente, il risultato è evidente nell’aumento delle cifre relative alle differenze inventariali. Come spiegato dal Professor Bamfield, i retailer che hanno contrastato con più efficacia le differenze inventariali lo scorso anno sono quelli che hanno investito in modo sensato in soluzioni complete per la prevenzione delle perdite”.

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L’indagine

Partito nel 2001 in Europa e esteso a livello globale nel 2007, il Barometro Mondiale dei Furti nel Retail (Global Retail Theft Barometer – GRTB) è un’indagine annuale condotta dal Centre for Retail Research di Nottingham (UK) e finanziato da un fondo indipendente di Checkpoint Systems. Si tratta della più grande e completa indagine a livello mondiale sui furti e sul crimine nel retail. Lo studio mostra le tendenze principali delle differenze inventariali e della criminalità nel retail relative a 43 paesi e regioni di tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti, Cina, India, Europa, Russia, Giappone e Australia. Per la prima volta quest’anno entra a far parte dell’indagine anche la Corea del Sud. Lo studio è stato redatto sulla base di informazioni confidenziali fornite da 1.187 tra i maggiori retailer (in rappresentanza di oltre 250.000 outlet retail) con un totale di vendite combinate che ammonta a 736.285 milioni di euro, e che costituiscono un campione di paesi e mercati verticali del settore retail.

A proposito del Centre for Retail Research

La quinta edizione del Barometro Mondiale dei Furti nel Retail (undicesima edizione per l’Europa) è stata prodotta dal professor Joshua Bamfield, direttore del Centro di Ricerca per il Retail (www.retailresearch.org) con la collaborazione di Checkpoint Systems, Inc. Il CRR è un’organizzazione indipendente che conduce ricerche e fornisce consulenza per il retail, occupandosi dei cambiamenti che avvengono nel settore e concentrandosi sulle frodi e sul crimine. Il centro ha condotto numerosi studi sul costo della criminalità e sull’applicazione di sistemi elettronici e computerizzati per combattere i furti e le frodi nei punti vendita di diverse parti del mondo.

Informazioni su Checkpoint Systems. Inc.

Checkpoint Systems è il leader mondiale per la gestione delle differenze inventariali, la visibilità della merce e le soluzioni di etichettatura dei capi d’abbigliamento. Checkpoint collabora con i punti vendita e con i loro fornitori per ridurre le differenze inventariali, migliorare la disponibilità della merce sugli scaffali e sfruttare i dati in tempo reale per raggiungere l’eccellenza operativa. Le soluzioni Checkpoint si basano su quarant’anni di esperienza nel settore delle tecnologie RF, su differenti offerte per la gestione delle differenze inventariali, su una vasta gamma di soluzioni per l’etichettatura dei capi d’abbigliamento, sulle applicazioni RFID leader di mercato, sulle soluzioni innovative per la merce ad alto rischio di furto e sulla sua piattaforma di gestione dati Check-Net online. Grazie a queste soluzioni, i clienti Checkpoint possono godere di un aumento nelle vendite e nei profitti grazie all’ottimizzazione della supply-chain, alla stampa di etichette su richiesta e ad un ambiente di vendita aperto in grado di offrire sicurezza migliorando l’esperienza d’acquisto dei consumatori. Quotata sul NYSE (NYSE: CKP), Checkpoint opera su tutti i principali mercati e conta 5.700 dipendenti in tutto il mondo. Per ulteriori informazioni, visitare www.checkpointsystems.it

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