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Italia. «Meno male che Giuliano c’è!» E se non ci fosse?…

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«Meno male che Giuliano c’è!» E se non ci fosse?…

Sul blog “Letter from Washington”, curato dal giornalista Oscar Bartoli, impegnato da tempo a spargere dagli USA discredito sul governo italiano, rileviamo la nota che segue, con il titolo “Meno male che Giuliano c’è!”:

«Giuliano Amato, ex presidente del Consiglio, nella sua due giorni di Washington per una ‘Lectio Magistralis’ in perfetto inglese alla GeorgeTown University sull’Unità d’Italia e l’inaugurazione della mostra delle regioni presso l’Ambasciata italiana ha dato un’immagine del Paese che non collima con quella fetente offerta dalla compagnia di giro che da anni ci governa. Stile, compostezza nell’articolazione delle sue idee penetranti, perfetta conoscenza delle lingue, difesa ad oltranza del concetto di Unità della nostra Patria messo in dubbio dai clown della politica della suburra nordista. Torni presto a Washington, Onorevole Amato: abbiamo bisogno di gente come Lei per dimostrare agli americani che ci ridono addosso che non siamo finiti.»

Dal Libro “Sanguisughe” del giornalista Mario Giordano rileviamo:

«Il pensionato (poco) Amato: 1047 euro al giorno

(31.411 euro al mese)»

«Così non può andare avanti: serve una riforma delle pensioni» tuonò Giuliano Amato nel giugno del 1992. Con la sua manovra monstre di quell’autunno, tutta lacrime&sangue, fu il primo presidente del Consiglio italiano a tagliare le pensioni di anzianità, dopo averle bollate come un’ingiustizia e uno spreco. E anche quando è poi tornato al governo come ministro di D’Alema, ha sempre ostentato posizioni di assoluto rigore. «Senza la riforma delle pensioni me ne vado» ha dichiarato in Parlamento nel luglio 1999, «Riformiamo subito le pensioni» ha ribadito nel 2007 a «Repubblica». «Riforma delle pensioni? Qualcosa bisogna saper proporre» ha insistito nel 2009 parlando al «Messaggero», «I sacrifici? I sacrifici sono necessari» ha spiegato nel 2010 al «Mattino». Per approfondire il problema ha anche scritto un libro, Il gioco delle pensioni, in cui invita tutti a rinunciare all’egoismo: «Sembra un atto di fede, ma un tentativo può e deve essere fatto…»

Tutti richiami che hanno fatto sentire in colpa i pensionati d’Italia, hanno mandato il caffelatte di traverso ai nonnetti di provincia, hanno spaventato milioni di onesti padri di famiglia, che da quando Amato ha cominciato la sua guerra santa previdenziale hanno visto scomparire davanti agli occhi le poche certezze sul futuro (…) Il Dottor Sottile, molto sottile e molto moralista, in questo non si è risparmiato: quando non era a mettere le mani nei nostri conti correnti, eccolo lì, impegnato a mostrarci l’importanza dell’essere virtuosi e nel saper accontentarsi di poco.

Gli altri, s’intende. Gli altri devono accontentarsi di poco. Lui, invece, no…

Meno male che Giuliano c’è!” E se non ci fosse? Forse 31 disoccupati troverebbero lavoro a 1.047 euro al mese…

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