Giulianova

Giulianova. IL PROSSIMO ANNO CI VENDIAMO IL KURSAAL ED IL MUNICIPIO?

IL PROSSIMO ANNO CI VENDIAMO IL KURSAAL ED IL MUNICIPIO?

Improvvisamente, costretto dalla legge che impone il pareggio fra entrate e uscite l’amministrazione Mastromauro si accorge di aver portato il Comune a sforare il Patto di Stabilità Interno e a subirne le conseguenti pesanti sanzioni amministrative. Così, dopo aver trascurato di impostare con responsabilità e oculatezza il Bilancio Comunale, nonostante i nostri continui suggerimenti in tal senso, e dopo aver evitato ogni forma di bilancio partecipato, come un fulmine a ciel sereno, per salvarsi, il Sindaco indirizza la sua maggioranza verso improvvide scelte.

I cittadini di Giulianova hanno potuto ascoltare nell’ultimo Consiglio comunale con quanta leggerezza e pochezza di argomentazioni è stata varata la vendita della farmacia comunale e dei terreni comunali destinati alla costruzione di alloggi a basso costo.

L’argomento principe espresso dall’amministrazione e dai consiglieri di maggioranza è stato: c’è bisogno di soldi, quindi vendiamo quanto di meglio abbiamo, così fan tutti. E poco importa il domani, il futuro del bilancio di Giulianova. Nessun rammarico per i contraccolpi sulla città.

Evidentemente i nostri amministratori di oggi, domani si immaginano altrove (su scranni più alti e lontani!). Tanto è vero che dinanzi al grave stato del bilancio comunale, per cause sia nazionali che locali, anziché avviare una riflessione seria e responsabile per individuare scelte strutturali, hanno scelto la strada più immediata e facile: vendere, se occorre “svendere”, i beni pubblici per tappare dei buchi – che nel tempo potranno diventare voragini – e tirare avanti, magari verso il proprio personale progetto di carriera politica.

Noi del Cittadino Governante diciamo che ciò non è accettabile; nel merito abbiamo contrastato in sede di dibattito consiliare questa deriva ed invitato, senza riscontro, la maggioranza alla riflessione ed alla ricerca di strategie alternative. Lo facciamo sin dall’insediamento di questo consiglio comunale, lo faremo ancora lunedì prossimo nella seduta per il Riequilibrio di Bilancio.

Circa la vendita dei terreni solo l’emendamento presentato dal nostro gruppo consiliare, approvato poi da tutti, ne ha garantito la destinazione certa ad edilizia convenzionata, e cioè che trenta appartamenti vengano messi sul mercato a prezzi calmierati nell’interesse di giovani coppie e famiglie meno abbienti. Sul punto la maggioranza si era mostrata distratta, evidentemente considerando l’argomento dell’edilizia convenzionata poco importante e aveva omesso di affermare con chiarezza il principio nella delibera!

Sulla farmacia comunale, poi, lo scempio si è compiuto nell’assordante silenzio del Sindaco che, dopo aver propagandato nel suo programma elettorale la valorizzazione e persino il raddoppio della farmacia comunale, non è intervenuto sull’argomento, è rimasto lì nella trepida attesa di colmare con un colpo di mano un vuoto nel bilancio che lui stesso non è riuscito a controllare. Così, in una logica di privatizzazione selvaggia e di smantellamento delle cose che funzionano, la farmacia comunale che – ricordiamo – garantisce al Comune, annualmente, significativi guadagni (con ampi margine di miglioramento) e il posto di lavoro a 6 persone, sarà venduta partendo da una base d’asta che in maniera incomprensibile è stata ipotizzata di soli 2 milioni e mezzo di euro, peraltro in assenza di una perizia di stima sul suo reale valore. Il Cittadino Governante ha, allora, dimostrato, dati alla mano, che la base d’asta poteva essere fissata almeno a 4 milioni di euro. Ha presentato, quindi, anche in questo caso un emendamento per aumentare l’importo della base d’asta e per stabilire che l’aggiudicazione andava fatta solo in presenza di almeno due offerte: incomprensibilmente è stato respinto dalla maggioranza. Così i cittadini giuliesi perderanno la loro farmacia comunale e correranno il rischio di ricavarne ben poco. Un’inezia che si volatilizzerà in pochi anni se si considera il fatto che la somma dei mancati introiti netti (150-200 mila annui) e del costo del personale (circa 200.000 euro all’anno), che tornerebbe a gravare sul Comune, porterà ad una perdita annua di circa 400.000 euro. Chi farà l’affare quindi?

Il ricordo della “svendita” della scuola elementare Acquaviva voluto con forza da questi stessi amministratori, lo scorso anno, torna prepotentemente attuale!

Giulianova 30 settembre 2011

Il Cittadino Governante – associazione di cultura politica

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One Comment

  1. enrico gagliano

    INTERESSANTE CONVEGNO A GIULIANOVA SULL’OPZIONE “RIFIUTI ZERO – QUALCUNO NON CAPISCE ED APPLAUDE EGUALMENTE.

    Il convegno, organizzato dall’IDV di Giulianova, viene a cadere nel bel mezzo della bufera Cirsu-Sogesa e a qualche mese di distanza dal partecipatissimo incontro del Cittadino Governante.
    Afferma l’On. Costantini che Giulianova è condannata ad essere il centro del riscatto morale e di un nuovo corso nella gestione dei beni comuni. Vedremo.
    Ci sono alcuni passaggi del convegno che è importante rimarcare.
    Il Dott. Franco Gerardini, rivolgendosi agli amministratori in sala (c’era la Giunta -Sindaco compreso- quasi al completo), afferma che il “buco nero” del sistema della gestione dei rifiuti in Abruzzo sono i Consorzi; registra il paradosso di Cirsu e Sogesa, il cui capitale sociale è pubblico, che dialogano tra loro a suon di carte bollate. I C.d.a. sono nominati dai Sindaci dei Comuni soci e Sogesa è al 51% di Cirsu. Ergo, le responsabilità sono soprattutto degli amministratori locali.
    Questa affermazione è perfettamente sovrapponibile a quella della direttrice del Centro di Vedelago ed è difficilmente confutabile.
    I programmi regionali esistono dal 2008 ma non vengono attuati, in parte perché non ancora finanziati in parte per l’inerzia delle Amministrazioni che desistono dall’adottare provevdimenti amministrativi che non graverebbero neppure per un centesimo di euro sui bilanci comunali/provinciali.
    Anche i più grandi progetti e le proposte più interessanti (quella Rifiuti Zero lo è) hanno vita breve a causa dell’assenza di azione da parte delle Amministrazi LOcali.
    Ancora più esplicito l’On. Carlo Costantini che si sofferma sulla necessità che la condotta degli amministratori locali che non fanno funzionare i Consorzi venga sanzionata nelle urne dall’elettorato e non solo.
    Tra i presenti in prima fila c’era il Primo Cittadino di Giulianova il quale ha appaludito, non cogliendo, evidentemente, cosa il Dott. Gerardini, prima, e l’On. Costantini, dopo, avessero detto in modo abbastanza chiaro. O non ha compreso o ha finto di non comprendere.
    Prezioso il contributo dell’Assessore all’Ambiente del Comune di Capannori (Lucca), 31 anni ma con le idee molto chiare. Errata corrige: non solo idea ma anche e soprattutto “cosa fatte”. Il sistema Capannori funziona e porta al dimezzamento dei costi di conferimento dei rifiuti in discarica (a Giulianova accade il contrario). Hanno pensato anche a come fare per ottimizzare la gestione dei rifiuti della farmacia comunale. NON SAPEVA, il giovane assessore lucchese, CHE NOI A GIULIANOVA SIAMO PIU’ AVANTI: siccome prevenire è meglio che curare, ABBIAMO VENDUTO LA FARMACIA.
    Miracolo che il convegno si sia svolto quest’anno: per evitare il dissesto finanziario nel 2012 al Comune potrebbe venire in mente di svendere il Kurssal (sede dell’incontro) e Piazza dalla Chiesa, così come sta facendo con la Farmacia e così come è effettivamente accaduto con la Scuola Elementare Acquaviva.
    Questo passo dà modo di fare un’ulteriore considerazione sui BUCHI di recente formazione nel bilancio comunale. Su questo tema bisognerebbe richiamare a Giulianova il Comune di Capannori, questa volta nella persona dell’Assessore al Bilancio di qualche anno fa. Potrebbe spiegare come e perchè il Comune di Capannori sia stato caso di studio per molti operatori della P.A. per aver introdotto strumenti di gestione del credito e del debito assolutamente innovativi e risolutivi.

    Magari sarà per la prossima volta, ammesso che non sia troppo tardi.

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