Cultura & Società

Teramo. LA SCUOLA DI TEATRO SPAZIO TRE presenta Sabato 11 Giugno alle 19.30 e alle 21.30

LA SCUOLA DI TEATRO SPAZIO TRE

presenta

Sabato 11 Giugno alle 19.30 e alle 21.30

Sala Polifunzionale della Provincia di Teramo – Via Comi

IL CONSENZIENTE E IL DISSENZIENTE

di Bertolt Brecht

regia

Silvio Araclio

musiche originali e adattamenti Francesca Angelozzi – Silvio Araclio

assistente al corso Mauro Di Girolamo

aiuti del regista Vincenzo Macedone, Eugenia Rofi

costumi Bartolomeo Giusti

elementi scenici  Laboratorio Teatrale Spazio Tre

Spettacolo finale degli allievi del Corso pomeridiano di Recitazione 2010/2011 condotto dal regista Silvio Araclio

con

Francesca Angelozzi, Chiara Bonatti, Giorgia Calandrini, Filippo Cameli, Emanuela Cichella, Marco Di Stanislao, Anna Durmekova, Davide Ferrone, Maria Filipponi, Niccolò Forcella, Edoardo Giusti, Mariarita Lucantoni, Beatrice Referza, Valentina Sichetti

Note sul Corso Pomeridiano 2010/2011

Gli allievi sono al primo e al secondo anno di Corso e si sono posti con estremo senso di responsabilità al duro impegno delle prove, consapevoli dell’etica necessaria che richiede mettere in scena un testo brechtiano attraverso la recitazione epica.

La loro è stata una scelta libera, preferendo ad altro un corso teatrale che comporta un impegno notevole e ha un percorso di crescita non necessariamente professionale o artistico.

Pertanto considerando la loro età media (17-18 anni) e gli inevitabili impegni scolastici, gli allievi hanno mostrato di avere capito e fatto proprio (e di questi tempi è sempre più raro!) il senso di valore che comporta il risultato: ” se vuoi ottenere questo  devi fare questo”, parafrasando Shakespeare…

Sono ragazzi che escono dall’adolescenza, in quella linea d’ombra che li separa dalle prime scelte e dall’ingresso nel mondo, con tutti i sogni e le promesse meravigliose che appaiono nella vita.

Il mio Corso li aiuta ad avere maggiore consapevolezza di se stessi oltre naturalmente ad appassionarli alla scena e a capire le arti dello spettacolo e, se alcuni di loro per talento e determinazione intraprenderanno la professione di attore in Scuole nazionali sarà per noi una grande ricompensa.

Ecco che scegliere questo dramma didattico di Bertolt Brecht, che li vede avvicendarsi nei diversi ruoli, entra nel progetto morale del mio Corso di Recitazione che non può, per numero di ore e didattica complessiva, farli attori ma nel diverso sentire di ognuno di loro, individuare un percorso etico di crescita e di responsabilizzazione che non cerca l’obiettivo, pur sempre fluido e relativo, ma indica loro la forza della passione e del dovere, necessaria più che mai in questi tempi difficili e di semplificazione. Molti miei ex allievi che hanno intrapreso la carriera di attore ancora me ne danno testimonianza.

Durante questo anno di Corso, i ragazzi hanno avuto anche la possibilità di sperimentarsi in stage con professionisti dello spettacolo (Bartolomeo Giusti, Serena Mattace Raso, Riccardo Ricci e Eugenia Rofi). Il mio assistente Mauro Di Girolamo ha dato loro i principi della fonetica e della dizione aiutandoli nel grande gioco del Teatro

Un grazie di cuore va da parte mia agli attori Bartolomeo Giusti, Vincenzo Macedone e Eugenia Rofi che mi hanno aiutato nel rush finale. Naturalmente non va dimenticato il prezioso contributo di Manuela Lamonica e Piero Assenti.

Silvio Araclio

Bertolt Brecht – Il Consenziente e il Dissenziente

Il Consenziente di Brecht è un rifacimento del dramma giapponese Nō di Zenchiku e fu rappresentata la prima volta il 23 giugno del 1930 a Berlino con uno spartito di Kurt Weill e interpretato da studenti. L’opera è aperta dal grande coro, che sentenzia: prima di tutto si deve imparare ad essere d’accordo. Un maestro annuncia di intraprendere una spedizione in alta montagna con lo scopo di raccogliere medicine e precetti per una disastrosa pestilenza. Un suo discepolo orfano di padre gli chiede di prenderlo con se per poter ottenere medicine per la madre ammalata. L’impresa è difficile e pericolosa e lui si ammala per via. Secondo la Grande Usanza deve essere gettato nella valle. Gli si chiede se accetta di essere abbandonato. Il ragazzo è d’accordo. Deplorando la triste condizione e la durezza delle sue leggi, i suoi amici lo gettano di sotto.

Il dramma suscitò una vivace polemica anche se il contenuto non era esplicitamente politico. I critici videro nell’opera tutti i perniciosi ingredienti del pensiero reazionario basato sull’autorità insensata, anche se presentata con grande maestria…Il Consenziente ricordava da vicino coloro che acconsentivano alla Grande Guerra… Ne nacque una grande querelle. Brecht sempre sensibile alle critiche fondate riscrisse l’opera trasformando lo Jasager in Neisager, il consenziente in un dissenziente.  E da allora in poi volle che le due opere fossero sempre rappresentate insieme. Brecht mescolava e osservava le reazioni generate dai problemi teorici e pratici del Teatro ma anche i problemi morali e sociali del momento, ma non si era ancora reso conto che non era l’estinzione dell’ego ad avere un’importanza capitale, ma l’estinzione di un certo tipo di ego, e che la soluzione ultima consisteva nello sviluppo e nell’arricchimento dell’individualità fino al punto di renderla cosciente del fatto che essi sono possibili solo attraverso un rapporto costruttivo con altre individualità.

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