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Italia. A Firenze Panem et circenses per l’ultimo dell’anno?

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Firenze, 30 dicembre 2010

A Firenze Panem et circenses per l’ultimo dell’anno?

Su http://it.wikipedia.org/wiki/Panem_et_circenses leggiamo:  Contrariamente a quanto generalmente ritenuto, questa frase non è frutto della fantasia popolare ma ha un autore specifico. È stata creata infatti dal poeta latino Giovenale che a fu un grande autore satirico: amava descrivere l’ambiente in cui viveva, in un’epoca nella quale chi governava si assicurava il consenso popolare con elargizioni economiche e con la concessione di svaghi a coloro che erano governati.  Una frase che ci pare si attanagli a Firenze perché, in una città che non ha avuto le risorse per affrontare l’emergenza NEVE, leggere che il Sindaco ha messo a disposizione ben 5 piazze del centro storico per far baldoria ma non abbiamo ricevuto riscontro se vi saranno in servizio un numero adeguato di agenti Polizia Municipale per tutelare i beni e le persone. Non sappiamo se c’è stata una conferenza dei servizi e poter leggere i relativi documenti inserenti la prevenzione, sicurezza e soccorso.

La lettera che abbiamo inviato ieri al sindaco è stata l’occasione per evidenziare quali sono i le azioni e i documenti utili a mettere in campo un divertimento allontanando lo spettro che si trasformi in tragedia.

Per completare il tema divertimento e cultura riteniamo utile rilanciare un pensiero e delle riflessioni ricevute via e-mail da chi ha letto i nostri interventi.

            Ai fiorentini l’augurio che, in assenza di organizzazione, come sempre Fiorenza sia tutelata dalla Fortuna.

            A leggervi,  Pier Luigi Ciolli                                                 Firenze, 30 dicembre 2010

Firenze, 30 dicembre 2010                Da P.F. … omissis per la privacy …

FIRENZE: L’essere e l’apparire

I 5 luoghi scelti dal sindaco Matteo Renzi per far festeggiare la fine del 2010 e l’arrivo del 2011 sono simbolici, che parlano a una certa tipologia di cittadini:

  1. chi si sposta (pendolari, quelli “in viaggio d’affari”), oltreché i potenziali turisti, oltreché tutti coloro che vivono nelle cittadini limitrofe al Comune o nelle provincie limitrofe e sono attirati verso il centro storico-culturale di Firenze;
  2. l’arte/cultura/lo studentato (piazza SS Annunziata è vicina a piazza San Marco, alle “sedi storiche” dell’università, alla Segreteria Generale dell’Università degli Studi di Firenze);
  3. i luoghi istituzionali del Potere (piazza della Signoria con Palazzo Vecchio, ma anche una certa istituzionalità turistica, con gli Uffizi a due passi).

È singolare che un sindaco che si dichiara amante della cultura e che è stato eletto per l’amore verso Firenze scelga di concentrare detti festeggiamenti in luoghi centrali e modaioli, escludendo ogni zona periferica, laddove vive la gente vera e non una tipologia di gente.

La strategia di Renzi è quella dell’imbonitore che promette meravigliosi spettacoli all’interno del baraccone-da-circo, ma quando il pubblico paga il biglietto e va a vedere lo spettacolo rimane deluso. Poco importa: l’importante era vendere un’aspettativa, non una realtà, far credere che sotto il tendone ci fosse qualcosa di davvero meraviglioso.

Il punto è: se vogliamo fare cultura dobbiamo coinvolgere le persone in qualunque tipo di attività e non concentrarle passivamente come mucche nella stalla.

La politica della stalla è quella della televisione e Renzi ha fatto televisione: non ti coinvolge, ma chiede soltanto l’audience. Una tale la politica è fatta per attirare il più alto numero di persone possibili, “chiamandole” dalle cinture esterne a Firenze convogliandole verso il centro, creando così situazioni critiche.

Visto che il centro storico di Firenze ha una bassa densità demografica, ecco che il target di Renzi (si noti che i termini estratti dal mondo della pubblicità e della Tv calzano a pennello) è quello composto da chi vive nelle cittadine e province che circondano Firenze e non hanno location come Firenze.

Ancora una volta il punto è l’immagine che vuoi dare, perché l’eventualità di una cattiva informazione riguardo ai servizi che il Comune intende adoperare è un’immagine deprimente e quindi non funziona. L’immagine di una tragedia che scoppia inopinata alla mezzanotte è un’immagine deprimente e quindi non funziona.

Poniamo il caso di un cittadino che passa la mezzanotte in piazza: esplode un petardo più forte degli altri, la folla pensa a una bomba, lo travolge e lui rimane paralizzato dal collo in giù. Cosa vorrebbe questo sfortunato che fosse stato chiesto agli organizzatori prima perché poi riesca ad avere rapidamente ragione in giudizio e un risarcimento per l’assistenza che gli servirà di lì alla fine dei suoi giorni?

Ma tutto questo non importa: perché l’associazione delle immagini Sfortunata Vittima di Una Tragedia Improvvisa e Capodanno Allegro Da Passare In Piazza cozzano. Perché è più comodo pensare che le tragedie siano frutto del Caso e non di responsabilità umane e perché, più forte di tutto, è deprimente pensare al Caso, alla tragedia durante una festa come Fine anno.

Un esempio che spiega meglio di mille teorie è avvenuto durante l’emergenza neve del 17 dicembre: il Sindaco, anziché operare nelle sedi adeguate ha passato il tempo su Facebook a tranquillizzare e aggiornare gli “amici” sullo stato delle cose. Durante un’emergenza che paralizza letteralmente una città e migliaia di persone: il sindaco non si preoccupa di risolvere l’emergenza, ma si preoccupa di dare una percezione di Sé che corrisponda al tipo premuroso, giovanile, amicale (perché su Facebook si ragiona per “amici”), che possa “piacere” (altro contatore di Facebook: il tasto “Mi piace”/”Non mi piace”).

In definitiva Matteo Renzi non si preoccupa di fare ed essere, ma si preoccupa di apparire.

Nella società dello spettacolo alla realtà si sostituisce la percezione della realtà.

L’uomo non è più quello che è, ma quello che appare.

Tu sei quello che vedi, anzi meglio: tu quei quello che sei visto.

E Renzi, venerdì 17 dicembre 2010, si preoccupava di essere visto come una persona premurosa, giovanile, piacevole… un amico. Un amico che di fatto se ne fregava di quello che accadeva intorno a lui. Come avere un tizio a cena che continua a ripeterti quant’è buona la minestra che hai cucinato mentre casa tua sta andando a fuoco.

Tornando ai 5 luoghi scelti dal Comune per il Capodanno “Vieni in piazza” sono nel centro storico, quindi, per attrarre i NON fiorentini. Ora, come concreta proposta, ecco una corona di location che, al contrario, sono utili a far partecipare i fiorentini:

Zona Argingrosso: Piazzale delle Cascine, Piazzale Kennedy.

Zona via Pisana-Legnaia: Piazza Piero della Francesca.

Zona Terzolle: Palazzetto dello sport.

Zona Rifredi: Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto.

Zona Ponte Rosso: Giardino dell’orticoltura.

Zona Campo Marte: San Salvi, Campo baseball (viale M. Fanti).

Zona Villamagna: Acquedotto dell’Anconella (via di Villamagna).

Vediamo se l’ultimo dell’anno 2011 i fiorentini potranno festeggiare sottocasa con manifestazioni pensate e dedicate proprio a loro.

Fine documento                                                         Firenze, 30 dicembre 2010

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