Un grande successo, con ospiti di grande richiamo “capitanati” dall’onorevole ed ex “golden boy” del calcio italiano Gianni Rivera, che hanno dato vita ad un talk-show gradevole e interessante.
Nella splendida location della Sala Polifunzionale della Provincia di Teramo, nel tardo pomeriggio di ieri, è andato in scena il convegno “Essere dirigente sportivo: quali uomini per lo sport italiano?”, organizzato dal Centro Sportivo Italiano di Teramo, in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
All’incontro, tenutosi nel capoluogo abruzzese, sono intervenuti il presidente nazionale del CSI Massimo Achini; il numero uno del CSI teramano, Angelo De Marcellis, Marco Molina, dirigente de L’Aquila Rugby; Pierluigi Montauti, patron dell’Interamnia World Cup.
Importante la testimonianza resa dal neopresidente del settore giovanile e scolastico della FIGC, Gianni Rivera, che ha spiegato: “Occorre formare una nuova classe dirigente, basata su valori fondamentali da trasmettere ai ragazzi come l’umiltà e lo spirito di sacrificio: i dirigenti, infatti, hanno una funzione educativa di notevole spessore. Troppo spesso, oggigiorno, si pone una maggiore attenzione verso gli aspetti materialistici connessi, in primo luogo, al denaro. L’attività del dirigente sportivo non può prescindere dalla conoscenza di tre aspetti fondamentali, che contraddistinguono la dimensione sportiva: aspetto antropologico (allo sportivo è richiesta una condotta di vita sana), etico-relazionale (relazionarsi con i propri compagni, rispettare gli avversari e convivere con le diversità per raggiungere un obiettivo comune) e normativo (rispetto delle regole).
Va riscoperta, inoltre, l’importanza degli oratori: nel mio periodo di formazione calcistica – Rivera ha iniziato con l’oratorio Don Giovanni Bosco – erano fondamentali per praticare attività fisica e rimanere lontani dalla strada.
L’insegnamento cristiano – la chiosa finale del primo giocatore italiano ad aggiudicarsi il Pallone d’oro nel 1969 – afferma che non si può seguire Dio e, contemporaneamente, Mammona: purtroppo ha vinto quest’ultima oggi”.
Massimo Achini, Presidente Nazionale del CSI, nonché Membro della Giunta Nazionale Coni, ha successivamente chiarito la definizione del dirigente sportivo ideale: “deve avere competenza, preparazione ed una buona visione di gioco, che si traduce in consapevolezza del ruolo educativo e sociale dello sport, comprensione delle potenzialità e del patrimonio sportivo, operando con coraggio e sapendo rischiare”.
Il patron dell’Interamnia World Cup Pierluigi Montauti, ha dichiarato: “Viviamo un momento critico per il settore sportivo, non solo sotto l’aspetto meramente economico, perché ritengo che manchino valori e punti di riferimento. Il dirigente, poi, è privo di poesia e umanità. In un’era mediatica, tecnologica e disumanizzata, la soluzione consiste nell’incentivare una comunicazione maggiore e più qualificata tra associazioni, enti e federazioni”.
La conclusione è stata affidata al dirigente de L’Aquila Rugby Marco Molina: “La nostra è una situazione ovviamente più delicata per via delle note vicende che hanno martoriato il capoluogo di regione. Lo sport può rappresentare un elemento di speranza e di spensieratezza per ripartire e ricostruire insieme un qualcosa di valido e il rugby, sotto questa angolazione, costituisce, da sempre, il veicolo sportivo d’eccellenza ”.
Il convegno “Essere dirigente sportivo: quali uomini per lo sport italiano?” è stato il primo dei tredici convegni del tour formativo promosso nell’ambito dell’iniziativa “Essere dirigente sportivo” finanziata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Ad Ancona e Perugia, a fine mese, i prossimi appuntamenti del tour.
