Abruzzo

Abruzzo. Rifiuti speciali, 100.000 tonnellate smaltite illegalmente.

Rifiuti speciali, 100.000 tonnellate smaltite illegalmente.

A distanza di pochi giorni, L’Abruzzo si conferma nuovamente

al centro di importanti crocevia per il traffico illecito dei rifiuti in Italia.

Legambiente: «Le intercettazioni si confermano arma preziosa contro i crimini».

Si chiede al mondo industriale una operazione trasparenza su smaltimento rifiuti

e alla Regione Abruzzo l’istituzione di una Commissione Speciale di Inchiesta.

16 luglio 2010 – «Le forze dell’ordine e la magistratura hanno sgominato ancora una volta un mega traffico di rifiuti speciali, un business da milioni di euro per un’organizzazione malavitosa ramificata in mezza Italia. Vogliamo ribadire il ruolo fondamentale delle intercettazioni per effettuare questo tipo di indagine: contro le ecomafie sono un’arma preziosissima che sarebbe criminale spuntare».

Così Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente, commenta l’operazione “Ragnatela” condotta dai carabinieri del Noe di Ancona e coordinata dalla procura di Napoli, che ha sgominato un’organizzazione criminale con base nelle Marche e diramazioni in Campania, Lombardia, Puglia, Abruzzo, Lazio e Sicilia.

«A pochi giorni dal coinvolgimento di Guido Gostoli della Gea Consulting di Sambuceto a San Giovanni Teatino (Ch) – sottolinea Angelo Di Matteo, presidente di Legambiente Abruzzo – che, secondo gli investigatori, organizzava carichi illeciti di rifiuti, l’Abruzzo continua ad essere al centro di importanti crocevia per il traffico illecito dei rifiuti in Italia, con il coinvolgimento di Francesco Maio e Maurizio Campitelli di Lanciano».

Stando a quanto riportato sul sito http://bleu.gruppomaio.com Francesco Maio risulta essere “amministratore unico della Maio Guglielmo S.r.l. e presidente del consiglio d’amministrazione della Bleu S.p.a.. Dal 26 novembre 2007 è componente del Consiglio Direttivo nazionale di Assorecuperi. Partecipazione in linea con lo sviluppo delle attività sul fronte dei servizi per l’ambiente e con l’impegno sempre più convinto nel campo delle politiche e delle azioni di tutela ambientale del Gruppo Maio”.

«Nell’inchiesta – concludono Ciafani e Di Matteo – rientrano scarti del petrolchimico di Gela, fanghi e altre sostanze tossico nocive provenienti da impianti industriali. Sarebbe auspicabile che il mondo industriale avviasse una vera e propria battaglia di trasparenza, per evitare che rifiuti di impianti industriali grandi e piccoli finiscano nelle maglie della criminalità, alimentandone le risorse e mettendo a repentaglio la salute dei cittadini. Ribadiamo, infine, con la Regione Abruzzo la necessità di istituire una speciale commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti che le cronache dimostrano troppo spesso essere fuori controllo».

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