Comitato promotore Referendum Regionali
abrogativi dei costi della politica
Sede ufficiale del Comitato: Via Lombardia, 10 –
64026 ROSETO DEGLI ABRUZZI (TE)
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Roseto degli Abruzzi, 4.6.2010
COMUNICATO STAMPA
Il Comitato promotore rende noto che è stato chiesto all’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale di “riavviare” la procedura per la raccolta delle firme per i 5 Referendum regionali abrogativi e per la Proposta di Legge di iniziativa popolare utilizzando gli stessimoduli già “vidimati” in data 9 luglio 2008. Come si ricorderà la procedura referendaria era stata “sospesa” il 18 luglio successivo a seguito delle dimissioni del Presidente della Regione Ottaviano Del Turco, dello scioglimento del Consiglio regionale e indizione successiva di elezioni anticipate. L’evento sismico del 6 aprile 2009, per evidenti cause di forza maggiore indipendenti dalla volontà del Comitato promotore e dell’Ufficio di Presidenza, ha praticamente impedito il riavvio automatico della raccolta delle firme, la quale è consentita dallo Statuto soltanto 6 mesi dopo la elezione del nuovo Consiglio, l’insediamento del nuovo Presidente della Regione e la nomina della nuova Giunta Regionale.
Il primo quesito referendario riguarda l’abrogazione di disposizioni contenute nei due atti legislativi regionali n.16/1973 e n. 52/1986 con i quali si attribuisce agli Organi di direzione politica della Regione Abruzzo la facoltà di conferire indiscriminatamente a soggetti pubblici e privati, “esterni” alle strutture ed agli Istituti della Regione, CARICHE, INCARICHI PROFESSIONALI, COLLABORAZIONI E CONSULENZE a carico del bilancio regionale.
Il secondo quesito chiede lo SCIOGLIMENTO DELL’AGENZIA SANITARIA REGIONALE – A.R.S. – Abruzzo quale istituzione del Sistema Sanitario Regionale. Con lo scioglimento dell’Agenzia si intende “riordinare” il sistema di gestione, amministrazione, monitoraggio e controllo della organizzazione sanitaria regionale, riconducendo all’Assessorato alla Sanità ed alle altre strutture del servizio sanitario lefunzioni, i ruoli e le attribuzioni, anche finanziarie, attribuite all’A.R.S. e alla F.I.R.A. S.p.A.
Con il terzo quesito si chiede la riforma del settore del trasporto locale e regionale attraverso l’abrogazione di quelle norme che hanno consentito alla Regione Abruzzo di partecipare alla costituzione di società di gestione a capitale pubblico” e di imprese regionali di pubbliche autolinee. Lo scopo è quello di ricondurre alle strutture politiche, elettive ed operative della Regione le competenze strategiche sui trasporti e lo scioglimento degli Enti strumentali della Regione e delle Aziende e Società con capitale pubblico partecipate e controllate dall’A.R.P.A., dalla GTM, dalla SANGRITANA, dalla SAGA e, anche direttamente, dalla Regione medesima.
Il quarto quesito chiede lo SCIOGLIMENTO DELL’AGENZIA REGIONALE PER I SERVIZI ALLO SVILUPPO AGRICOLO – A.R.S.S.A. Abruzzo. L’obiettivo è quello di sciogliere gli organi amministrativi e di gestione della struttura dell’Agenzia A.R.S.S.A. e delle sue numerose Società partecipate e controllate, anche direttamente, dalla Regione.
Il quinto quesito attiene allo SCIOGLIMENTO DELL’AZIENDA DI PROMOZIONE TURISTICA (Aptr) “Abruzzo promozione turismo” e delle Società da essa partecipate e controllate con la rispettiva e distinta possibilità di erogare contributi a soggetti privati a carico del bilancio della Regione.
La Proposta di Legge di iniziativa popolare chiede al Consiglio regionale l’approvazione di norme tese alla “riduzione del 50%” diindennità, compensi e competenze dei Consiglieri e Assessori regionali, rispettive spese di rappresentanza e contributi finanziari “omnibus”, la realizzazione in tempi brevi di una vera e propria riforma e riordinamento degli enti strumentali della Regione Abruzzo e una nuova disciplina sul conferimento di nomine, incarichi, consulenze e collaborazioni varie.
Così stanno le cose in Abruzzo:
INDENNITA’ DI FUNZIONE E DI CARICA AGGIUNTIVA
(La indennità di funzione per tutti i Consiglieri Regionali viene determinata in base al 65% della indennità attribuita ai Parlamentari italiani che attualmente è di 12.434 euro lordi mensili).
Consiglieri Regionali: 8.082,31 euro;
Presidente della Regione e Presidente del Consiglio Regionale: 11.812,61 euro;
Assessori e Vice Presidenti del Consiglio: 10.569,17 euro;
Presidenti di Commissione, Capigruppo, Segretari del Consiglio: 9.947,46 euro;
Vice Presidenti e Segretari di Commissione: 8.704,03 euro;
Diaria di partecipazione ai lavori del Consiglio: 3.000 euro circa uguali per tutti;
Assegno vitalizio ai Consiglieri cessati dal mandato:
3.170,75 euro lordi per 5 anni di contributi;
4.746,13 euro per 10 anni;
6.658,58 euro per 16 anni e oltre, con reversibilità e assegno di fine mandato.
INDENNITA’ NEGLI ENTI STRUMENTALI DELLA REGIONE
(determinate in percentuale alla indennità di funzione dei Consiglieri Regionali)
Alcune sigle tra le più note:
A.R.S.S.A.- Agenzia Regionale per i Servizi di Sviluppo Agricolo;
A.P.T.R. – Abruzzo Promozione Turismo Regionale;
ARIT – Agenzia Regionale per l’Informatica e la Telematica;
F.I.R.A. – Finanziaria Regionale Abruzzese;
FIRA Servizi; A.R.S. – Agenzia Sanitaria Regionale;
ARET – Azienda Regionale Edilizia Territoriale;
ATER – Azienda Territoriale Edilizia Residenziale;
A.T.O. – Ambito Territoriale Ottimale;
Consorzi degli Acquedotti, di Reti e Servizi, Consorzi Agrari; Consorzi di Bonifica;
Consorzi Rifiuti Solidi Urbani;
A.R.T.A. – Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente;
A.R.P.A. – Azienda Regionale Pubbliche Autolinee;
CIAPI – Centro Istruzione Addestramento Professionale Industria;
ADSU – Azienda per il Diritto agli Studi Universitari:
Commissari straordinari: 6.465,84 euro;
Presidenti: 4.041,15 euro;
Vice Presidenti: 3.232,92 euro;
Aziende partecipate e controllate:
Presidenti: 5.253,50 euro;
Vice Presidenti: 4.041,15 euro,
Componenti dei Consigli di Amministrazione: 3.172,14 euro;
Aziende e Agenzie di istituzione e sotto il diretto controllo della Regione:
Presidenti: 2.828,80 euro;
Consiglieri: da 1.223,46 a 2.024,57 euro;
Revisori: da 2.024,57 a 2.694,10 euro
(tali indennità, tra l’altro, in molti casi, si raddoppiano se i “nominati” svolgono una attività lavorativa non dipendente, oppure se, dopo la nomina, si collocano in aspettativa non retribuita).