Abruzzo

Abruzzo. Sull’inefficienza del sistema politico dirigenziale che guida la sanità abruzzese

Sull’inefficienza del sistema politico dirigenziale che guida la sanità abruzzese

Riprendendo in esame il contenuto della notizia apparsa di recente sulla stampa, appare chiaro che ancora una volta l’inefficienza del sistema politico dirigenziale che guida la sanità abruzzese porta alla necessità di rivolgersi alla sanità privata, affidando ad essa compiti a cui la sanità pubblica non riesce ad adempiere.

Ci riferiamo al fatto, ad esempio, che il Direttore generale della ASL di Pescara D’Amario, prendendo atto della carenza di spazi e personale presso i reparti di Medicina e Geriatria dell’Ospedale Civile di Pescara, decide di accordarsi con le cliniche private per ricoverare i Pazienti.

Tutto ciò mentre si smobilitano in modo continuato e progressivo gli Ospedali pubblici come quelli di Popoli (PE) e Penne (PE).

Una politica scellerata, fatta di annunci (che a volte sembrano avere caratteristiche di razionalità), cui conseguono atti contraddittori e/o, ancor peggio, la totale incapacità a trasformare progetti in realtà.

E’ così che si continua a chiudere e ridimensionare reparti, prima efficienti, senza avere prima contestualmente creato le alternative mediante la riconversione in attività ospedaliere più utili e il potenziamento della sanità territoriale, ove al contrario si assiste ad un progressivo depauperamento delle risorse, dei mezzi e del personale dei Distretti sanitari di base, di cui non sono neanche costituiti gli organi di indirizzo politico previsti dalla legge (Assemblea dei Sindaci).

Ne è esempio il progressivo smantellamento del Distretto di Scafa che per anni era stato il più efficiente dell’intera Regione.

E’ altresì evidente che si continua a perpetrare una situazione per cui è diventata intollerabile la condizione di coloro che devono eseguire indagini diagnostiche, spesso necessarie per prevenire o diagnosticare i tempi utili patologie gravi  e spesso potenzialmente mortali.

Basta leggere gli articoli che quotidianamente appaiono sulla stampa e che segnalano come per fare un esame endoscopico occorrono dai 4 mesi agli 8 mesi, per fare una risonanza magnetica dai 6 ai 12 mesi, per fare una ecografia dai 3  ai 6 mesi, per una T.A.C. dai 2 ai 4 mesi, per un ecodoppler dai 4 agli 8 mesi ecc…

Tutto ciò porta i Pazienti a ricorrere impropriamente al Pronto Soccorso (che ne risulta poi intasato) e spesso al ricovero.

Di tutto ciò ha storicamente approfittato la sanità privata che, mentre chiudevano alcuni reparti o interi Ospedali pubblici, provvedeva ad attivare nuovi reparti, spesso gli stessi che venivano soppressi nel settore pubblico.

Questo sembra avvenire adesso presso la ASL di Pescara: un graduale trasferimento delle attività ospedaliere di Penne (PE) e Popoli (PE) alle cliniche private.

Di questa situazione ne pagano le conseguenze i Cittadini abruzzesi costretti, quando sono ammalati, a ricorrere al ricovero o, in alternativa, per fare gli esami in tempi utili, a rivolgersi a proprie spese a strutture private con costi particolarmente elevati.

Tutto ciò mentre un nostro progetto di legge per la “Riduzione delle liste di attesa” giace da oltre un anno in commissione sanità alla Regione senza che alcuno abbia la sensibilità di discuterla e di decidere nel merito.

Pensiamo che sia giunta l’ora di dire basta!.

Se il Presidente Chiodi e l’assessore Venturoni vogliono dimostrare coerenza rispetto alle frequenti esternazioni piene di buone intenzioni, che facciano atti concreti, presentino subito il Piano Sanitario Regionale e, nel frattempo, frenino le inopportune fughe in avanti come quelle del Direttore Generale di Pescara D’Amario.

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