Abruzzo

Abruzzo. MAFIA: DI STANISLAO(IDV), FERMARE I “GIOCHI” DELLA MAFIA.

Roma, 27 Maggio 2010

MAFIA: DI STANISLAO(IDV), FERMARE I “GIOCHI” DELLA MAFIA.
“Un ruolo assolutamente preminente della criminalità organizzata è ancora riscontrabile nel settore dei giochi e delle scommesse e nell’industria del divertimento. Gioco d’azzardo e mafia è un binomio che influenza senza ombra dubbio l’economia attuale.” Ad affermarlo è l’On. Di Stanislao che insiste su un argomento che denuncia da tempo, il dilagare dei giochi legali, illegali ed on line. E nell’ambito del provvedimento sul piano antimafia mette in evidenza un fenomeno che è in continua crescita. “Il crimine – afferma il deputato IdV – è legato al gioco come “serbatoio” per convertire flussi di denaro proveniente da estorsioni, prostituzione e traffico di droga. Il fatturato dell’economia criminale è, nel suo complesso, di 175 miliardi di euro circa. Il volume del gioco clandestino e delle scommesse illegali si attesterebbe intorno ai 23 miliardi di euro, che in termini percentuali rappresentano il 13,1% dell’intero fatturato dell’economia criminale, questo significa che se si dovessero considerare entrambi i mercati, quello legale e quello sommerso, ci si troverebbe di fronte ad un giro d’affari di 80 miliardi di euro l’anno, che corrispondono a circa il 5,1% del Pil nominale atteso per il 2010. E non è più un problema solo del sud.” Di Stanislao ha presentato un ordine del giorno che impegna il Governo ad avviare un’efficace cooperazione tra  tutti i soggetti coinvolti e interessati  al fine di contrastare il fenomeno del gioco illegale e delle operazioni mafiose ad esso collegate e  ad avviare un maggiore controllo del  web che continua a essere terreno fertile per derive clandestine con un censimento più radicato di siti da sottoporre ad inibizione che risulta essere un valido strumento di contrasto all’offerta di gioco illegale.

ORDINE DEL GIORNO

n. 9/3290/6.

La Camera,

premesso che,

da un esame del rapporto “Sos Impresa” emerge che la mafia è entrata a pieno titolo nel tessuto economico del paese. Un ruolo assolutamente preminente della criminalità organizzata è ancora riscontrabile nel settore dei giochi e delle scommesse e nell’industria del divertimento;

secondo le stime Eurispes il fatturato dell’economia criminale è, nel suo complesso, di 175 miliardi di euro circa. Oltre agli introiti delle principali quattro organizzazioni criminali, l’Eurispes ha considerato anche il volume d’affari realizzato da realtà che contribuiscono all’economia illegale, ma che non hanno la stessa natura né la stessa struttura delle organizzazioni mafiose e che non sono ad esse riconducibili;

il gioco d’azzardo e dell’on line non regolamentato e le scommesse clandestine occupano un posto di rilievo all’interno del giro d’affari considerato. È stato stimato sulla base documentale Eurispes, e monitorando l’attività delle Forze di Polizia che il volume del gioco clandestino e delle scommesse illegali si attesterebbe intorno ai 23 miliardi di euro, che in termini percentuali rappresentano il 13,1% dell’intero fatturato dell’economia criminale;

l’Eurispes stima inoltre che il gioco on line, che permette di effettuare scommesse sportive, scommesse ippiche, nonché di giocare a poker e di “grattare” virtualmente i Gratta e Vinci, nella sua forma illegale raggiunga un volume d’affari di circa 5 miliardi di euro.

questo significa che se si dovessero considerare entrambi i mercati, quello legale e quello sommerso, ci si troverebbe di fronte ad un giro d’affari di 80 miliardi di euro l’anno, che corrispondono a circa il 5,1% del Pil nominale atteso per il 2010;

nel rapporto “L’infiltrazione della criminalità organizzata nell’economia di alcune regioni del Nord Italia”  il Cnel (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) si sofferma sul fenomeno evidenziando l’evoluzione del crimine legato al gioco come “serbatoio” per convertire flussi di denaro proveniente da estorsioni, prostituzione e traffico di droga. Un sistema che parte da lontano. Le “piazze” più ambite sono Emilia Romagna, Piemonte e Lombardia. La malavita calabrese ha trovato un nuovo grimaldello per scardinare il sistema economico romagnolo. I gruppi calabresi si sono infatti inseriti nel mercato clandestino del gioco d’azzardo: nel territorio di Forlì, ma anche “nelle zone di Rimini, Riccione e Ravenna.  Le bische una volta erano appannaggio esclusivo dei camorristi che avevano eletto la Riviera e Modena come punti d’eccellenza, ora c’è perfino concorrenza. I Casalesi sono presenti anche nella provincia di Rimini dove i gruppi camorristi gestiscono miriadi di bische clandestine che oggi sono controllate anche dalla ‘ndrangheta, con Rimini territorio di “cellule di cosche crotonesi e reggine attirate dai ricchi mercati locali del gioco d’azzardo e del traffico di droga.”

“I soldi sporchi della mafia vengono ripuliti attraverso le scommesse”, le parole di un pentito di Cosa nostra che recentemente ha parlato con i magistrati di Palermo.
Il racket, naturalmente, il traffico di stupefacenti e anche le scommesse tra gli strumenti di cui l’organizzazione mafiosa si avvale. La mafia si finanzia anche grazie alle macchinette “mangiasoldi”, alle slot. Gioco d’azzardo e mafia è un binomio che influenza senza ombra dubbio l’economia attuale.

considerato che  risulta necessaria una rete di monitoraggio dei “territori di gioco” per la prevenzione di atti criminosi connessi al gioco d’azzardo, sottoforma più o meno organizzata;

impegna il Governo

ad avviare un’efficace cooperazione tra  tutti i soggetti coinvolti e – a vario titolo – interessati (Stato, legislatore, costruttori, concessionari, gestori, esercenti, giocatori e le varie Forze di Polizia) al fine di contrastare il fenomeno del gioco illegale e delle operazioni mafiose ad esso collegate;

ad avviare un maggiore controllo del  web che continua a essere terreno fertile per derive clandestine, ed il censimento più radicato di siti da sottoporre ad inibizione che risulta essere un valido strumento di contrasto all’offerta di gioco illegale. 

On. Augusto Di Stanislao

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