Abruzzo

Abruzzo. Sintesi della Piattaforma regionale Uil Abruzzo per lo Sviluppo e l’Occupazione approvata dal Comitato Centrale della Uil Abruzzo del 29 aprile 2010 alla presenza del segretario generale Uil Luigi Angeletti

La Piattaforma è stata approvata all’unanimità dal Comitato Centrale della Uil Abruzzo, alla presenza del Segretario Generale della Uil, Luigi Angeletti.
Subito dopo, una delegazione della segreteria regionale Uil Abruzzo ha incontrato il Vice-Presidente della Giunta Regionale, Alfredo Castiglione, e gli ha consegnato ufficialmente la Piattaforma. Il Vice-Presidente Castiglione ha dato la sua disponibilità al confronto sui temi di propria competenza e ha assicurato che avrebbe sottoposto al Presidente Chiodi la Piattaforma per una risposta di carattere generale.
Cordiali saluti. Roberto Campo

Sintesi della Piattaforma regionale Uil Abruzzo per lo Sviluppo e l’Occupazione

approvata dal Comitato Centrale della Uil Abruzzo del 29 aprile 2010 alla presenza del segretario generale Uil Luigi Angeletti

La situazione dell’Abruzzo è di particolare disagio:

crisi strutturale, stagnazione 2000-2007, con il peggior andamento del PIL tra tutte le regioni italiane

due recessioni, più gravi di quelle nazionali: la prima, 2003-2004; la seconda, dal 2008

disastro nei conti pubblici regionali con i picchi di spesa sanitaria 2004-2005, regione “canaglia” dal 2006, commissariata dal 2008

arresto della Giunta Regionale, 14 luglio 2008

forte impatto della crisi da crollo della domanda, essendo l’Abruzzo la 7a regione industriale, specializzata in produzioni particolarmente colpite (veicoli)

crisi da globalizzazione in settori come il tessile-abbigliamento-calzaturiero

crisi occupazionale dal 2008 (durante la stagnazione 2000-2007, l’occupazione, sia pure precaria, continuava a crescere)

terremoto, 6 aprile 2009.

Il 2010 deve necessariamente essere un anno di svolta, ma alla fine del primo quadrimestre la svolta non c’è. La Uil ha l’obiettivo di chiudere questa fase di stallo e aprirne una incalzante nei confronti delle controparti e degli interlocutori, a cominciare dalla Regione. È inoltre necessario un confronto con il Governo Nazionale. La Piattaforma è aperta alla condivisione con le altre organizzazioni sindacali e degli imprenditori. Il 22 aprile, è partita una richiesta d’incontro al Presidente Chiodi firmata da 14 associazioni, tra cui Cgil, Cisl, Uil, per concordare l’agenda 2010 e le strategie di medio periodo.

I Capitoli della Piattaforma: Ammortizzatori, Formazione, Istruzione; Gestione delle crisi (aziendali, settoriali e territoriali)/Politica industriale/Politiche di Sviluppo; Contratto per lo Sviluppo e l’Occupazione stabile; Contrattazione territoriale; Legislazione regionale (leggi quadro Industria, Innovazione-ricerca-trasferimento Tecnologico, Occupazione, Formazione, Ricostruzione, Sanità); Investimenti (FAS, Master Plan, Accordo Infrastrutture, Fondi Strutturali, censimento delle Opere da completare e delle Opere complete ma non messe in funzione, sblocco di micro e medie Opere Pubbliche); Riforme (Sanità, Trasporti, Pubblica Amministrazione, Costo della Politica e funzionamento delle Istituzioni); Concertazione.

Tra le proposte più innovative:

favorire nuove assunzioni a tempo indeterminato riconoscendo alle aziende che assumono un credito d’imposta occupazione finanziato dal FAS e stipulando contratti straordinari per il lavoro stabile con forme di salario d’ingresso (raggiungimento certo ma graduale del salario pieno contrattuale);

sperimentare come Abruzzo insieme al Governo il passaggio in Sanità dalla spesa storica al costo standard, utilizzando le risorse degli obiettivi di servizio per potenziare fortemente l’assistenza domiciliare integrata, anticipando così i decreti attuativi del federalismo fiscale, in cambio di un immediato alleggerimento fiscale, cui aggiungere un’ulteriore premialità in caso di successo: una strada per non subire passivamente la situazione e affrontare i problemi delle tasse troppo alte, del bilancio ingessato, della necessaria trasformazione del sistema sanitario e della rimodulazione del piano di rientro.

Tra le richieste più pressanti:

la definizione degli investimenti, con particolare riferimento allo sblocco del FAS e a certezze su quantità e tempi del Master Plan;

la presentazione della proposta di riorganizzazione della sanità;

il rafforzamento della Formazione;

il tavolo regionale con Fiat per aumentare di almeno il 50% l’indotto localizzato in Abruzzo;

la zona franca per l’area del cratere;

la concretizzazione dei progetti di gemellaggio tra l’Università dell’Aquila e quella di Detroit (progetto Wayne in Abruzzo) e di realizzazione all’Aquila del Centro Mondiale di Sicurezza Alimentare.

Linee guida per una

Piattaforma Sindacale per lo Sviluppo e l’Occupazione

Comitato Centrale Uil Abruzzo, 29 Aprile 2010

La situazione dell’Abruzzo è di particolare disagio:

crisi strutturale, stagnazione 2000-2007, con il peggior andamento del PIL tra tutte le regioni italiane

due recessioni, più gravi di quelle nazionali: la prima, 2003-2004; la seconda, dal 2008

disastro nei conti pubblici regionali con i picchi di spesa sanitaria 2004-2005, regione “canaglia” dal 2006, commissariata dal 2008

arresto della Giunta Regionale, 14 luglio 2008

forte impatto della crisi da crollo della domanda, essendo l’Abruzzo la 7a regione industriale, specializzata in produzioni particolarmente colpite (veicoli)

crisi da globalizzazione in settori come il tessile-abbigliamento-calzaturiero

crisi occupazionale dal 2008 (durante la stagnazione 2000-2007, l’occupazione, sia pure precaria, continuava a crescere)

terremoto, 6 aprile 2009.

Il 2010 deve necessariamente essere un anno di svolta. Evitare di perdere i primi eventuali episodi della ripresa. Intanto, però, il primo quadrimestre del 2010 è trascorso senza novità significative.

La Uil ha l’obiettivo di chiudere questa fase di stallo e aprirne una incalzante nei confronti delle controparti e degli interlocutori, a cominciare dalla Regione. È inoltre necessario un confronto con il Governo Nazionale.

Perché “linee guida”: per lasciare lo spazio per condividere parti del programma con altro soggetti, Cgil e Cisl, le associazioni di impresa[1]. Inoltre, le linee guida sono concentrate su alcuni capitoli che riteniamo essenziali, ma non sono esaustive dei temi da affrontare, su cui successivamente si potranno aggiungere ulteriori contributi e proposte.

Il 22 aprile, è partita una richiesta d’incontro al Presidente Chiodi firmata da 14 associazioni, tra cui Cgil, Cisl, Uil, per concordare l’agenda 2010 e le strategie di medio periodo.

***

Capitoli:

· Ammortizzatori, Formazione, Istruzione

· Gestione delle crisi (aziendali, settoriali e territoriali)/Politica industriale/Politiche di Sviluppo

· Contratto per lo Sviluppo e l’Occupazione stabile

· Contrattazione territoriale

· Legislazione regionale

· Investimenti

· Riforme

· Concertazione

***


Ammortizzatori, Formazione, Istruzione

Si conferma il giudizio positivo sullo strumento del Cicas (Comitato di intervento per le crisi aziendali), prevista insieme con la Task-Force nel Patto per la Fiducia (febbraio 2009), e sullo strumento della cassa integrazione in deroga, che ha aiutato a fronteggiare la crisi. La Uil Abruzzo ritiene però non più rinviabile una nuova fase di contrasto alla crisi, in cui il lavoro del Cicas si colleghi da un lato con la Formazione e le Politiche Attive, dall’altro con politiche industriali/politiche di sviluppo.

Fare ripartire la formazione in Abruzzo.

Collegare ammortizzatori e politiche attive, per ricollocare e riconvertire; elevare i limiti di età per i corsi. Fare il punto sulle possibili assunzioni nei prossimi mesi, quantità e tipi di professionalità, e far convergere Fondo Sociale e Fondi Interprofessionali a sostegno di un programma di Formazione mirata.

Attuare quanto previsto dalle linee guida 2010 per la formazione; per fare ciò necessita che la Regione: 1) si doti di un sistema strutturato per “Competenze” (eravamo riusciti a far destinare un finanziamento a favore di Abruzzo Lavoro sul Piano Operativo 2007-2008 per realizzare un sistema regionale imperniato sulle competenze … non si hanno notizie !?!); 2) programmi attività formative in coerenza e in linea con i “Poli tecnologici” ovvero percorsi IFTS e “Poli ITS” smettendola di affidare la scelta della rappresentatività (funzione di capofila) in modo arbitrario senza trasparenza all’USR; 3) faccia una ricognizione concreta su quanto si sta realizzando in regione con le risorse dei “Fondi Interprofessionali” (non è possibile che ignorino percorsi, n° lavoratori coinvolti, imprese che si attivano, risorse disponibili, etc.).

Attivare azioni di politiche attive anche diverse, esempio “cellule di riconversione – Belgio” avevamo strutturato un progetto per realizzarlo insieme a Italia Lavoro (rimasto chiuso in qualche cassetto); in breve funziona così: quando una fabbrica chiude o entra in crisi si costituisce un gruppo di operatori (esperti in ricerca del lavoro, assistenza psicologica, formatori, etc.) i quali avranno come sede possibilmente uno spazio dentro la stessa azienda oppure il più vicino possibile per non modificare l’abitudine a fare tutte le mattine lo stesso percorso. Gli esperti (fra i quali è auspicabile la presenza di un sindacalista) accolgono gli operai cominciano ad assisterli dal punto di vista motivazionale, li aiutano a cercare nuove/altre opportunità lavorative, se necessario li accompagnano a colloqui, lo staff propone percorsi formativi ad hoc, li aiuta a ricercare con internet soluzioni diverse, etc.

La Regione decida di investire per dare una giusta risposta al fenomeno della dispersione scolastica attivando percorsi triennali di “Obbligo scolastico-formativo”.

La Regione identifichi dei “poli/luoghi” stabili (almeno 5 anni) che fungano da riferimento per tutti i cittadini per quanto attiene alla formazione di base, alla formazione per svantaggiati.

Alleggerire il bacino di utenza della cassa in deroga con soluzioni strutturali per gli over 50[2].

Insistere affinché si facciano le rotazioni: le rotazioni mancate fanno finire prima la cassa.

Bonus occupazione: il successo riscosso da questa misura ci convince ancora di più della validità della proposta di utilizzo di parte del FAS regionale per realizzare un credito d’imposta occupazione (vedi il capitolo Contratto per lo Sviluppo e l’Occupazione stabile).

Fare un monitoraggio regionale (presso il Cicas) del funzionamento delle Commissioni Cassa Integrazione.

Attivare una strategia appropriata, attraverso progetti Regionali, in concorso con le iniziative statali, perseguendo la complementarietà degli interventi dei programmi nazionali con quelli regionali attraverso una costante attività di concertazione, per migliorare la qualità complessiva del sistema scolastico regionale. In particolare, sostenere il miglioramento dei sistemi della formazione e dell’istruzione[3] al fine di garantire lo sviluppo delle competenze necessarie a coprire i fabbisogni più innovativi del mercato del lavoro e facilitare il dialogo scuole/imprese sul territorio.

Per i contratti di collaborazione: fare l’accordo regionale per rendere effettivamente spendibili i 463.000 euro destinati all’Abruzzo per la riqualificazione di questi lavoratori stanziati nella Finanziaria del 2007.

Realizzare un fondo sociale di garanzia per i cittadini (non bancabili) per l’erogazione del microcredito, attraverso il coinvolgimento della Regione, delle Province, degli Enti Locali tutti e delle Fondazioni Bancarie, al fine di rendere possibile per i suddetti cittadini poter rilanciare le proprie competenze acquisite in precedenti esperienze lavorative attraverso la via dell’autoimpiego.


Dalla gestione delle crisi (aziendali, settoriali e territoriali) alla Politica industriale/Politiche di Sviluppo

Istituire un tavolo inter-assessorile Lavoro/Attività Produttive sulle crisi, in raccordo con la Task-Force e i Ministeri del Lavoro e dello Sviluppo Economico.

Aprire tavolo crisi Abruzzo presso il Governo[4].

Mettere la Task-Force in condizione di operare, creando i necessari raccordi con le vertenze da un lato, gli investimenti pubblici dall’altro.

Approntare un pacchetto per il cratere del sisma per il rilancio economico ed occupazionale.

Fare il punto sui pagamenti della Pubblica Amministrazione (e della Protezione Civile), i cui ritardi (fino a 700 giorni invece di 90) stanno mettendo in grave crisi diverse aziende, incluse quelle che operano nel cratere.

Far partire le politiche di settore individuate: automotive; tessile-abbigliamento; elettronica; etc.

Far partire i protocolli territoriali: Valle Peligna e Abruzzo Interno; Val Vibrata.

Politiche del territorio: progetto costa teatina: STICC (sistema turistico integrato costa teatina).

Invitare Fiat a un tavolo regionale sulla sua presenza in Abruzzo, in raccordo con il confronto aperto a livello nazionale, in cui trattare complessivamente di Sevel, indotto, Magneti Marelli, ATR, etc. La Uil Abruzzo ha accettato da tempo la sfida della flessibilità, nuovamente lanciata da Marchionne in occasione della presentazione del piano startegico, con importanti accordi stipulati, dalla Sevel alla Magneti Marelli Sulmona. La Regione può a sua volta offrire scelte di politica industriale e risorse per favorire l’ulteriore crescita e qualificazione del settore automotive in Abruzzo, ma a questo fine deve subito chiarire con il Governo l’effettiva disponibilità di FAS, Master Plan etc nonché il miglioramento delle infrastrutture. Alla Fiat si deve chiedere un progetto per incrementare nel prossimo futuro di almeno +50% la quota di indotto allocata in Abruzzo, con particolare riferimento alla reindustrializzazione della Valle Peligna, anche considerando che l’Abruzzo è stato indicato come una delle cinque regioni capofila nel sistema Fiat-Automotive, leader nel settore dei veicoli commerciali e professionali leggeri.

Chiediamo alla Regione di finanziare la legge regionale sul Polo del Carbonio di Colonnella (Teramo).

Analogamente a quanto chiediamo per Fiat, realizzare un Protocollo regionale con Finmeccanica[5] per consolidare, ulteriormente qualificare, meglio collegare e, in prospettiva, rafforzare la sua presenza in Abruzzo, non solo industriale, estremamente significativa nella comunicazione satellitare civile e militare e gestione servizi rete (con il laboratorio di Telespazio). Il confronto con Finmeccanica deve rappresentare un primo momento di un confronto più ampio da fare con i soggetti erogatori della spesa pubblica allargata, interessando anche Ferrovie, Telecom, Autostrade, Poste, Enel, Eni, etc.

Definire bonifica e reindustrializzazione di Bussi.

Presentare un progetto a valere sul PON Energia sulla qualità industriale, di ricerca e la sostenibilità ambientale del settore olio e gas, curando come Regione il recupero di corretta informazione su questo settore, da lunga data insediato in Abruzzo, in un rapporto trasparente con le popolazioni.

Portare avanti il progetto In.Te. per Chieti Scalo.

Politica industriale regionale: buona l’idea di Abruzzo 2015 per costruire reti di innovazione; definire i Poli di Innovazione.

Chiedere alle Province, coordinate dalla Regione, di stipulare un accordo con le banche per favorire l’accesso al credito in favore delle piccole e medie imprese e di istituire a questo scopo un Fondo di co-garanzia. Obiettivo: 400/500 milioni di maggior credito disponibile.

Agricoltura[6]

Legge sulle foreste legata ad interventi per la produzione di energia.

Connettere l’azienda agricola all’attività di gestione e salvaguardia del territorio.

Legare la produzione dell’agroalimentare regionale alla vendita nella GDO.

Riapertura di mercati contadini stabili.

Ospitalità rurale: prevedere l’incremento di posti letto per unità ricettiva negli agriturismi.

Pacchetti integrati di soggiorno in Abruzzo collegando l’ospitalità rurale a quella alberghiera.

Creare nell’APTR regionale un vero settore che curi l’informazione per il turismo rurale.

Valorizzare il patrimonio architettonico rurale ed i percorsi rurali (la riscoperta dei tratturi come assi turistici interni).

Più efficienza dell’ARSSA alla quale si chiede di essere sempre più agenzia regionale, sul territorio, a sostegno dello sviluppo e non ufficio burocratico distaccato dell’Assessorato all’Agricoltura.

Velocizzare le attività di sostegno previste dal PSR.

Rilanciare un programma di alta formazione.

Contratto per lo Sviluppo e l’Occupazione stabile

L’Aquila-Abruzzo Interno-Abruzzo

Perché Contratto: perché tutti i soggetti dello sviluppo (Regione, Imprenditori, Sindacati) devono mettere qualcosa.

Il Contratto deve prevedere un pacchetto più intenso per il cratere del sisma, un secondo livello di intensità per l’area del Protocollo Valle Peligna-Abruzzo interno; un terzo livello comune a tutta la regione.

LEVA FISCALE

Insistere per la Zona Franca, con misure di fiscalità di vantaggio più significative della ZFU (da applicare al 100% nel cratere e in misura minore nell’area del Protocollo Valle Peligna-Abruzzo interno) e per una durata dello strumento di almeno 10 anni.

CONTRATTO STRAORDINARIO PER IL LAVORO BUONO & CREDITO D’IMPOSTA OCCUPAZIONE

Considerando che uno dei dati regionali recenti più preoccupanti è la perdita di posti di lavoro a tempo indeterminato, stipulare un contratto regionale straordinario per il lavoro che incentivi per un periodo da concordare nuove assunzioni a tempo indeterminato con l’istituzione di un credito d’imposta occupazione, da finanziare utilizzando parte del FAS rimodulando alcune delle spese non strategiche ivi contenute (rispondendo positivamente alle sollecitazioni venute dal Ministero per lo Sviluppo Economico lo scorso 4 febbraio), con deduzioni per 5 anni dell’Irap, in misura del 100% per il cratere del sisma; 75% nell’area del Protocollo Valle Peligna-Abruzzo interno; 50% nel resto della regione (anche per l’apprendistato).

Prevedere il raggiungimento graduale del salario contrattuale in cambio di nuove assunzioni a tempo indeterminato (vedi Accordo Banca Intesa-San Paolo per l’assunzione di giovani nel Mezzogiorno e cassintegrati a Torino).

L’Aquila, dalla ricostruzione alla rinascita

Un’idea condivisa da molti è di potenziare L’Aquila come polo scientifico e della conoscenza. Come dice anche il documento sul futuro dell’Aquila elaborato dall’OCSE, Spreading the Eagle’s wings so it may fly, si tratta di sviluppare di più l’Università, migliorandone il rapporto con il mondo economico e imprenditoriale, e di non limitare il polo alle attività della sola Università. A questo proposito, la Uil sostiene diversi progetti: il Progetto Wayne in Abruzzo, gemellaggio con l’Università di Detroit (tanto più interessante alla luce dell’accordo Fiat-Chrysler); il rilancio della proposta del Politecnico d’Abruzzo; la realizzazione all’Aquila di una scuola di dottorato internazionale nelle scienze di base, denominato Gran Sasso Institute (GSI), sul modello della Normale di Pisa e della SISSA di Trieste, e di uno Science Center dedicato a giovani e giovanissimi nel Parco del Sole; la richiesta alla regione di definire un Protocollo con Finmeccanica, per individuare le linee di consolidamento e rafforzamento di questa importante realtà all’Aquila; la proposta di realizzare e ubicare all’Aquila un Centro Mondiale di Sicurezza Alimentare, a partire dal relativo sistema informativo e dalla Formazione. Con Confindustria condividiamo inoltre, con il parere positivo della Uil Nazionale, l’idea di utilizzare le somme raccolte per il terremoto per costituire una fondazione dedicata all’alta formazione, che contiamo quanto prima di trasformare in un progetto operativo, a partire dall’ipotesi di fare un ITS, in rapporto con il Polo d’Innovazione ICT (e con gli altri Poli…) e con l’ITS della Val di Sangro. L’idea di fondo è che non basta ripristinare L’Aquila com’era, perché era in profonda crisi, ma renderla attrattiva su scala sovra-regionale, soprattutto nei confronti dell’area balcanica. La dimensione geo-politica naturale da coltivare è infatti l’Europa Sud-Orientale, ma il caso e la storia ci offrono anche l’opportunità di costruire un rapporto speciale tra l’Abruzzo e gli Stati Uniti, industriale-scientifico-culturale, con un gran ruolo per L’Aquila, mettendo insieme la presenza di Micron, il Campus automotive Sevel e Honda di Val di Sangro, il gemellaggio con Detroit, il rapporto con gli Italo-Americani di origine abruzzese.

Oltre alla Conoscenza, il secondo grande obiettivo per L’Aquila e l’Abruzzo Interno deve esser il Turismo, abbandonando approcci localistici, ma lavorando per un Piano Interregionale per il Turismo a valere sui Fondi Nazionali e Comunitari (1,9 miliardi), che valorizzi percorsi come il Cammino di San Francesco in Abruzzo, la rete dei Monasteri, le vestigia dei Medici, i Tratturi, il percorso ANCI dei borghi d’Abruzzo, anche rilanciano il progetto APE (Appennino Parco d’Europa). La dimensione interregionale sarà quella necessaria per accedere al prossimo ciclo di programmazione europea, dal 2014: non siamo affatto preparati, cominciamo a praticarla.

Varare una Legge Regionale a sostegno dei piccoli centri montani (sotto 1.000 abitanti), agevolando il reinsediamentio urbano e individuando condizioni di miglior favore di natura fiscale, tariffaria, etc.

Contrattazione territoriale

Il tema del salario non deve essere messo in secondo piano a fronte di quello dell’occupazione, anche perché i bassi salari sono una delle cause dei bassi consumi, a loro volta causa della crisi.

La Piattaforma di Cgil, Cisl, Uil di Pescara[7] è mirata sulla conquista di vantaggi fiscali chiari per i redditi fissi, considerando che l’abnorme evasione fa delle fasce basse di reddito secondo le dichiarazioni dei redditi un documento inattendibile. Su questa impostazione, stiamo realizzando alcuni primi accordi significativi (Pescara, Città Sant’Angelo, Penne, Pianella).

Si dovrà aprire un confronto anche on la Regione su fisco e tariffe. In particolare, bisogna individuare modalità che realizzino forme di progressività a parità di gettito (vedi sentenza numero 2 del 2006 della Cassazione, che giudica legittima la scelta della Regione Marche di dotarsi di aliquote progressive per l’addizionale regionale Irpef).

La contrattazione territoriale va inoltre agganciata alla lotta all’evasione: auspichiamo siano individuati meccanismi che incentivino i Comuni in questo senso.

Legislazione regionale

LEGGE QUADRO INDUSTRIA (con istituzione dei distretti di filiera e riordino dei consorzi industriali): aprire il confronto anche con il Sindacato.

LEGGE REGIONALE INNOVAZIONE, RICERCA, TRASFERIMENTO TECNOLOGICO (recuperando una mancanza che perdura da tempo e ha fatto saltare all’Abruzzo la fase delle prime esperienze realizzate in diverse regioni, ma attenzione ad impostazioni che sembrano prescindere dall’esistenza in Abruzzo della grande impresa – Finmeccanica, Fiat-Sevel, ATR, Micron, etc -, decisiva per mettere su un valido sistema regionale di innovazione, ricerca e trasferimento tecnologico).

LEGGE REGIONALE SULL’OCCUPAZIONE (con misure per il lavoro femminile e gli “over 50”, come da proposta Uil Abruzzo; il rilancio della formazione).

LEGGE REGIONALE SULLA FORMAZIONE che superi la ormai vecchia e obsoleta 111/95 (Viserta) e crei un sistema abruzzese di istruzione e formazione professionale effettivamente integrato.

LEGGE SULLA RICOSTRUZIONE con dentro il Protocollo sulla qualità dei lavori pubblici e la sicurezza (avevamo dato la disponibilità anche per una soluzione alternativa alla legge, con un accordo quadro, ma non abbiamo avuto né la legge né l’accordo, mentre non sono mancate le iene, di tipo ridens, per cui ribadiamo la necessità di definire un quadro normativo).

LEGGE REGIONALE SANITÀ (vedi il capitolo sulle Riforme).

Investimenti

Il persistere del blocco del FAS regionale Abruzzo, la divulgazione della nota critica sul FAS Abruzzo del Ministero Sviluppo Economico dello scorso 4 febbraio 2010, la mancanza ad oggi di operatività dell’accordo con il Governo sul Master Plan rendono urgente un chiarimento di fondo con il Governo[8].

FAS (sbloccarlo e concentrarlo su obiettivi prioritari, come l’occupazione stabile).

MASTER PLAN (definire subito le risorse che possono essere investite nel 2010 e nel 2011 privilegiando gli obiettivi strategici: programmi Sevel, Micron, Automotive, Agro-Alimentare, ICT, Chimica, Bonifiche Industriali, Edilizia Sostenibile, Energie Rinnovabili, Protocollo Valle Peligna e Abruzzo Interno, Protocollo Val Vibrata, etc).

FONDI STRUTTURALI (accelerare la spesa e individuare in sede di Partenariato modalità di monitoraggio e verifica in tempo reale dell’andamento delle opere, con una sessione straordinaria ex-Protocollo che definisca anche modalità informative periodiche).

ACCORDO INFRASTRUTTURE (definire subito le risorse che possono essere investite nel 2010 e nel 2011).

SBLOCCO DI MICRO E MEDIE OPERE PUBBLICHE con allentamento del patto di stabilità per opere immediatamente cantierabili, con chiusura dei lavori entro 3 anni.

CENSIMENTO DELLE OPERE DA COMPLETARE E DELLE OPERE COMPLETE MA NON MESSE IN FUNZIONE[9] (si potrebbe fare in sede di Partenariato sui Fondi Strutturali).


Riforme

Obiettivi: rimettere in ordine i conti pubblici regionali raggiungendo il pareggio; l’abbassamento delle tasse con rientro dai massimali dell’addizionale regionale Irpef e dell’Irap; la ricostruzione di una capacità di spesa per sviluppo da parte del bilancio regionale; l’erogazione di servizi di qualità ma sostenibili. Per fare questo, bisogna fare le riforme. La principale è la riforma della Sanità: ospedale eccellente per acuzie, abbattimento degli usi impropri dell’ospedale, più territorio, più servizi, più integrazione socio-sanitaria. Deve essere una riforma: cioè, non basta razionalizzare e risparmiare, bisogna anche riorganizzare ed investire.

Presentare un piano organico di riorganizzazione (è Legge Regionale Sanità).

Vertenza Villa Pini: rilanciare la proposta Uil (confederazione e categoria), a maggior ragione visto il fallimento del negoziato con Neuromed, per una società pubblica, anche transitoria in attesa di un eventuale ritorno al privato, capitalizzata con il budget riconosciuto dalla Regione, che opera con comando dei lavoratori presso le ASL.

LA PROPOSTA UIL ABRUZZO PER L’ANTICIPAZIONE DEI DECRETI ATTUATIVI DEL FEDERALISMO FISCALE

La richiesta di rimodulazione del Piano di Rientro, avanzata dalla Uil e adombrata anche nel Programma della Giunta Chiodi, non ha avuto alcun seguito. Per scongiurare l’ulteriore peggioramento della fiscalità di svantaggio e l’utilizzo del FAS per ripianare l’extra-deficit (nuovo Patto per la Salute), o, nella migliore delle ipotesi, il perdurare nel prossimo futuro di una situazione di fiscalità di svantaggio al livello odierno e di bilancio ingessato, cui si aggiunge comunque il deperimento del Servizio Sanitario Regionale; considerando l’ulteriore condizione di grave difficoltà in cui si troverà l’Abruzzo in mancanza di una radicale azione di riorganizzazione del servizio quale che sarà la modalità che verrà adottata per il passaggio dalla spesa storica sanitaria al costo standard; tutto ciò valutato, la Uil Abruzzo propone che non si attendano passivamente i prossimi giri di vite, ma si affronti il problema cercando di ottenere vantaggi dal coraggio e dalla disponibilità a sperimentare da subito, insieme al Governo, il passaggio al finanziamento dei servizi in base costo standard, individuando un benchmark ragionevole e criteri di compensazione di maggiori difficoltà di natura oggettiva (esempi: l’orografia e il deficit di capacità fiscale), per realizzare un caso di successo nell’attuazione del federalismo fiscale, dimostrando che sostenibilità dei costi e miglioramento del servizio sono compatibili.

In cambio, l’Abruzzo dovrà ricevere immediate contropartite fiscali, come la rimodulazione per un abbattimento di almeno lo 0,3 dell’addizionale regionale Irpef sui redditi fissi. Il Governo dovrà essere co-interessato alla riuscita della sperimentazione, preoccupandosi non solo dei conti, ma anche dell’effettiva riorganizzazione del servizio, investimenti compresi. Si tratta di sottrarre il Piano di Rientro dall’esclusiva competenza dei burocrati e farne un progetto politico di riforma condiviso Regione-Governo. A tale scopo, si dovrà condividere con il Governo l’utilizzo delle risorse degli Obiettivi di Servizio per potenziare fortemente l’ADI e rendere di conseguenza possibile la de-ospedalizzazione. Per quanto riguarda l’integrazione socio-sanitaria e lo sviluppo dei Piani Locali per la Non Autosufficienza, la politica regionale in materia è fallimentare[10]: la scommessa su un nuovo sistema socio-sanitario richiede il radicale rovesciamento dell’approccio sin qui dominante. La premialità per la riuscita della sperimentazione dovrà vedere l’ulteriore rimodulazione dell’addizionale regionale Irpef per un abbattimento di un ulteriore 0,2 in favore dei redditi fissi e la riduzione dell’Irap, sulla via del ritorno dell’Abruzzo allo stato precedente l’innalzamento ai massimali, a causa dell’extra-deficit sanitario, dell’addizionale regionale Irpef e dell’Irap.

Altre riforme prioritarie: trasporti[11]; pubblica amministrazione regionale. È inoltre necessario un serio programma di razionalizzazione dei costi della politica e di funzionamento delle Istituzioni.

Concertazione

Il passaggio dal governo dell’Abruzzo da Roma del 2009 (commissario alla sanità + commissario alla ricostruzione) all’assunzione delle cariche commissariali da parte del Presidente Chiodi per il 2010 comporta il rischio di un passaggio dall’ultracentralismo a un coordinamento insufficiente, di cui ci sono già segni. Strutturare il confronto tra la Giunta Regionale e le parti sociali potrebbe mettere un freno al rischio di ritorno a pratiche di governo assessorile, più volte viste in Abruzzo, sempre nefaste.

CONCERTAZIONE REGIONALE. Chiediamo al Presidente Chiodi di confermare il Protocollo regionale sulla Concertazione, oppure di concordare un nuovo schema di rapporto tra il Governo regionale e le parti sociali valido per l’insieme della Giunta Regionale, distinto dal partenariato sulla programmazione. Successivamente all’incontro con il Presidente chiesto dalle parti sociali con lettera del 22 aprile, chiediamo si faccia un giro di incontri con tutti gli Assessori (recuperando i casi in cui fin qui non ce sono stati).

PARTENARIATO. Chiediamo una sessione del Partenariato firmatario del relativo Protocollo per definire il programma operativo 2010 e fare il punto di metà percorso della programmazione 2007-2013.

“CREL”. Giudichiamo interessante il Comitato tecnico-strategico per lo Sviluppo economico regionale istituito presso Abruzzo Sviluppo, il cui ruolo può riempire, con apprezzabile snellezza, il vuoto lasciato da uno strumento come il CREL.

PARTI SOCIALI E CONSIGLIO REGIONALE. Chiediamo al Presidente del Consiglio Regionale di individuare una modalità di coinvolgimento delle parti sociali più ampia e sistematica rispetto a quanto avviene oggi, anche definendo come assicurare un flusso informativo tempestivo sull’attività legislativa regionale.


Allegati

Allegato 1 – Proposta Uil per gli Over 50

Uil Abruzzo alla Conferenza dei Servizi presso l’Assessorato Regionale al Lavoro

Proposta “Over 50”

Scheda di sintesi

“Interventi e strumenti a favore dei lavoratori ultracinquantenni disoccupati”

Beneficiari: Lavoratori Over 50 ai quali venga scadere o sia scaduta l’indennità di mobilità ordinaria e/o in deroga e maturino i requisiti pensionistici, con una concessione dell’ammortizzatore sociale in deroga, entro e non oltre gli anni 2010, 2011, 2012, 2013.

Requisiti soggettivi: Ultracinquantenni e coloro i quali abbiano compiuto o compiano il 50° anno di età entro e non oltre il 31.12.2010.

Requisiti oggettivi: Over 50 espulsi dai cicli produttivi in seguito a procedure di licenziamento legate a condizioni di crisi aziendali e/o dovute al sisma del 6 aprile 2009 e che in seguito a tali eventi siano transitati nel bacino degli ammortizzatori sociali ordinari (mobilità ordinaria) e in quello degli ammortizzatori sociali in deroga (mobilità in deroga e IDS) scaduti o in scadenza nel periodo 2007, 2008, 2009, 2010.

Durata del Programma: quadriennale con possibilità di rinnovo.

Oggetto del Programma: concessione di un indennità equiparata alla mobilità in deroga per un periodo pari a 12 mesi prorogabili sino ad un massimo di 48 mesi, indennità comprensiva della contribuzione figurativa.

Fuoriuscita dal Programma: i beneficiari potranno usufruire del programma nei limiti temporali predetti sino alla data del raggiungimento dei requisiti pensionistici e/o sino alla data del reinserimento lavorativo anche con contratto a tempo determinato come nel punto che segue. I lavoratori i quali, senza addurre giustificato motivo, rifiuteranno una proposta di reinserimento e/o un percorso formativo verranno espulsi dal Programma.

Misure ed Interventi finalizzati al reimpiego: corsi di formazione volti alla riqualificazione professionale unitamente a bonus assunzionali anche per assunzioni a tempo determinato della durata di 48 mesi, previa sottoscrizione di accordi territoriali di deroga al termine massimo di durata dei contratti di lavoro a termine. Tali strumenti devono essere considerati compatibili con quelli già previsti dalla legislazione ordinaria, cfr. Legge finanziaria 2010 (dal 1° gennaio 2010 i lavoratori che trovandosi in condizioni non derivanti da sospensioni dal lavoro (disoccupazione) siano in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 35 anni e vengano reinseriti con un inquadramento retributivo inferiore di almeno il 20% rispetto alle mansioni di provenienza, viene riconosciuta la contribuzione figurativa integrativa, fino alla data del diritto al pensionamento di vecchiaia; dal 1° gennaio 2010 i datori di lavoro che assumano lavoratori Over 50 disoccupati possono beneficiare di un abbattimento contributivo che si sostanzia in un pagamento del contributo a carico del datore di lavoro stesso pari al 10% rispetto a quello che avrebbero pagato in assenza di tale beneficio. La durata del beneficio è prorogata per quei datori di lavoro che assumono lavoratori in mobilità o beneficiari dell’indennità di disoccupazione) o da Programmi e strumenti di attuazione territoriale finanziati dal Ministero del Lavoro. Nel caso di Over 50 in possesso dei predetti requisiti, donne, potrebbe essere individuato un bonus assunzionale di importo superiore rispetto a quello previsto per gli Over 50 uomini.

Proposta Iter amministrativo: occorre anzitutto individuare il bacino di riferimento attraverso un’azione di monitoraggio ad opera dei CPI delle quattro province abruzzesi. In seguito, individuato il riferimento quantitativo occorre predisporre un budget di massima.

11 febbraio 2010


Allegato 2 – I tagli all’Istruzione e le misure adottate per attenuarne gli effetti

Livello nazionale

Il Piano triennale

L’art. 64 della Legge 133/08 ha previsto per il triennio 2009/12 una riduzione complessiva di 87.400 posti di personale docente, di cui 42.100 per l’anno scolastico 2009/10, 25.600 per l’a. s. 2010/11 e 19.700 per l’a.s. 2011/12. Per il Personale ATA un taglio pari al 17% .

Gli interventi programmati dal Miur sono strutturati e articolati con riferimento a tre macroaree:

innalzamento del rapporto alunni/classi,

dimensionamento della rete scolastica

riordino dei cicli di studio

Misure adottate per attenuare gli effetti dei tagli:

Con i D.M. 82 del 29 settembre e D.M. 100 del 17 dicembre 2009 si dettano le disposizioni per la costituzione degli elenchi prioritari. Sono finalizzati all’ assegnazione con priorità delle supplenze per assenze temporanea del personale in servizio nelle scuole (destinatario il personale che nell’anno precedente aveva avuto un incarico annuale o prestato 180 giorni di servizio continuativo. Restano fuori i supplenti temporanei).

In questa fase si considera la necessità di impartire disposizioni per lo svolgimento di progetti regionali.

Con la circolare del 16 dicembre 2009 l’ I.N.P.S. emana la circolare N° 125 in cui si definiscono le modalità di applicazione della Convenzione 5 agosto 2009 tra I.N.P.S., M.I.U.R. e Ministero del lavoro, della Salute e delle Politiche sociali.

Si vanno a disciplinare requisiti e modalità circa la fruizione per il personale precario della scuola dell’indennità di disoccupazione (per i periodi di “non lavoro” durante l’anno scolastico, il personale precario della scuola avrà diritto all’indennità ordinaria di disoccupazione. Validità triennale).

Sempre da circolare: “l’amministrazione scolastica può promuovere in collaborazione con le Regioni, progetti della durata di tre mesi, prorogabili ad otto, da realizzarsi prioritariamente mediante l’utilizzo dei lavoratori precari della scuola percettori dell’indennità di disoccupazione a cui può essere corrisposta un’indennità di partecipazione a carico delle risorse messe a disposizione delle Regioni”.

Nonostante le misure “tampone“ adottate, è evidente che il sistema scuola nel suo complesso ne esce fortemente compromesso. Il teorema: contrazione tempo scuola, tagli sul personale, innalzamento rapporto alunni classe uguale qualità della scuola e dell’offerta formativa, non funziona.

Il secondo livello che forse può dare concrete risposte, già sperimentato in diverse realtà e con modalità diverse, potrebbe essere quello regionale.

Livello regionale

Anno 2009/2010.

Dopo l ‘evento sismico al fine di assicurare una sollecita ripresa delle attività didattiche il MIUR in applicazione del D.M. 39 autorizza la spesa di 19,1 milioni di euro finalizzati anche all’ampliamento dell’offerta formativa. Attraverso tali finanziamenti è stato possibile effettuare nomine annuali per 400 docenti e 243 ATA. Il taglio previsto a livello nazionale si attenua.

Anno scolastico 2010/11.

Con il D.M. 39 sono stati stanziati 12,5 milioni di euro con finalità e priorità ancora da concertare con la Direzione Regionale.

La circolare sugli organici n° 17 sugli organici 2010/11 indica per L’Abruzzo un -679 (solo docenti) per una totale variazione del -4,47%.


Allegato 3 – Proposte e richieste per l’Agricoltura

Strumenti di sostegno locale al comparto agricolo: esempi per iniziare

Aggirando il vincolo comunitario del sostegno alle produzioni agricole regionali, con interventi autonomi, il governo locale può:

a) licenziare una legge sulle foreste (una proposta giace da anni in regione), per eliminare vincoli burocratici che di fatto impediscono l’uso della risorsa boschiva

b) legare il punto a) ad interventi per la produzione di energia, finanziando la creazione di centrali a biomassa legnosa di piccole dimensioni, al servizio delle piccole comunità delle aree interne, specie di quelle ricomprese nelle aree protette

c) con risorse proprie della protezione civile e con quelle destinate alla conservazione delle risorse ambientali, connettere l’azienda agricola all’attività di gestione e salvaguardia del territorio: pagare gli agricoltori perché questi conservino,mantengano superfici non produttive, prevengano incendi: attivino, finanziati, la multifunzionalità non produttiva

d) con interventi di orientamento per le attività commerciali, legare, a livello regionale con uno strumento normativo quadro, la produzione dell’agroalimentare regionale alla vendita nella GDO introducendo l’obbligo di superficie espositiva minima nei punti vendita della GDO per le produzioni agroalimentari regionali

e) con interventi a sostegno del recupero dell’edilizia pubblica, finanziare i comuni perché questi riaprano mercati contadini stabili (non baracche per le vie) e punti vendita multifunzionali che siano anche laboratori di trasformazione ad uso comune o cooperativo dei piccoli produttori agricoli locali (un servizio che gli agricoltori pagherebbero) e al tempo stesso punti di informazione turistica

f) sviluppare in modo strategico il settore dell’ospitalità rurale:

f1) nella nuova legge regionale sugli agriturismi prevedere l’incremento di posti letto per unità ricettiva, superando i vincoli oggi esistenti

f2) “l’invito della natura”: sostenere (con scontistica, promozioni periodiche etc) pacchetti integrati di soggiorno in Abruzzo, che prevedano tappe anche nella rete degli agriturismi regionali (collegando l’ospitalità rurale a quella alberghiera)

f3) creare nell’APTR regionale un vero settore che curi l’informazione per il turismo rurale

f4) valorizzare il patrimonio architettonico rurale ed i percorsi rurali (la riscoperta dei tratturi come assi turistici interni) con azioni di pubblicistica e di sostegno al recupero edilizio (quest’ultimo solo se ricompreso in aziende agricole)

g) per sostenere realmente la multifunzionalità e la diversificazione produttiva, necessari al mantenimento in vita delle aziende agricole:

g1) ottimizzare (rivitalizzando) l’attività dell’apparato burocratico a sostegno del settore: più efficienza dell’ARSSA alla quale si chiede di essere sempre più agenzia regionale , sul territorio, a sostegno dello sviluppo (con azioni innovative) e non ufficio burocratico distaccato dell’Assessorato all’Agricoltura

g2) velocizzare le attività di sostegno previste dal PSR: ipotizzare per l’attività di gestione del PSR di concentrare la stessa ad un “nuovo” ufficio regionale (un ufficio che vedrebbe la fusione di più strutture oggi esistenti, in collegamento con diversi assessorati) che gestisca in modo coordinato le risorse comunitarie (di sostegno allo sviluppo imprenditoriale, non solo agricolo, e della cooperazione, ad esempio). Colleghiamo in modo funzionale l’ARSSA ai centri di ricerca in agricoltura ed alle attività informative e tecniche di province, comuni e comunità montane

g2) rilanciare un programma di formazione alta, coinvolgendo le università del territorio e ciò che rimane dei centri di ricerca in agricoltura, oltre, ovviamente, le associazioni di categoria del mondo agricolo

h) pianificare un’azione sinergica tra regione, province e comuni perché le risorse da investire a sostegno dei punti esposti muovano in una direzione univoca e funzionale.


Allegato 4 – Cgil, Cisl, Uil Pescara, la Piattaforma per la contrattazione territoriale (19 marzo 2010)

Cgil Cisl Uil Pescara

La contrattazione territoriale

per una più equa distribuzione della ricchezza e la tutela dei diritti dei lavoratori e dei pensionati

Marzo 2010

a)-Contrattazione con gli Enti Locali (Provincia e Comuni)

Sul piano del rapporto con gli Enti Locali, a partire dalla Provincia e dai Comuni maggiori, è necessario stabilire un metodo di confronto che permetta di poter conoscere e discutere le scelte strategiche di bilancio che, dal nostro punto di vista, devono privilegiare interventi che riducano il peso fiscale delle addizionali Irpef ai lavoratori dipendenti e ai pensionati. Il crescente peso della fiscalità locale, oggi pari al 68% della fiscalità complessiva, ha ridotto la progressività del prelievo, che opera solo sulla fiscalità nazionale. Inoltre, il livello mostruoso dell’evasione fa dei redditi fissi la stragrande maggioranza dei contribuenti per numero e quantità degli importi pagati. Cgil, Cisl, Uil di Pescara intendono lavorare nel solco della sentenza numero 2 del 2006 della Cassazione, che giudica legittima la scelta della Regione Marche di dotarsi di aliquote progressive per l’addizionale regionale Irpef, e di una serie di accordi raggiunti dalle Organizzazioni Sindacali con diverse Amministrazioni Comunali, quali quelli di Pontedera, Mirandola, Bergamo, Stazzema, che prevedono misure concrete a favore dei redditi fissi, che a causa della non attendibilità delle dichiarazioni dei redditi, a causa dell’evasione fiscale, sono più spesso beffati che non agevolati da manovre riferite alle sole aliquote.

Inoltre, Cgil, Cisl, Uil Pescara puntano ad accordi che prevedano tariffe sociali per i servizi pubblici. Altri temi del confronto con i Comuni: i rifiuti, la raccolta differenziata, le politiche energetiche.

b)-I temi socio-sanitari

Premessa sulla situazione della sanità a Pescara

Sul versante della sanità abbiamo registrato nell’ultimo triennio la perdita di circa settecento posti di lavoro: infermieri, ausiliari, tecnici, psicologi e medici con contratti a tempo determinato, co.co.co., locatio operis non hanno visto rinnovare il loro contratto. Tutto ciò ha avuto ripercussioni pesanti sull’organizzazione della sanità all’interno dei presidi ospedalieri e sul territorio e ha inciso sull’esercizio del diritto alla salute di lavoratori e pensionati. I cittadini abruzzesi oltre al danno di una sanità inadeguata sopportano la beffa dell’addizionale IRPEF più alta d’Italia (1,4%) mentre il ticket sui farmaci, introdotto come tassa di scopo, si è trasformato in tassa a tempo indeterminato (e quadruplicato). Condividiamo la necessità di superare le politiche ospedalo-centriche a favore della sanità territoriale e della prevenzione attraverso una forte integrazione socio-sanitaria, ma la trasformazione degli ospedali minori deve essere contestuale alla realizzazione di una rete di servizi sul territorio efficace, moderna e tempestiva nella risposta ai bisogni dei cittadini, verso cui allocare servizi dall’ospedale al distretto o affidare le cure post-acuzie all’ADI, alle RSA alle RA. Si possono e si devono coinvolgere i medici di base attraverso la realizzazione delle Case della Salute1, per una medicina di prossimità in grado di filtrare i ricoveri ospedalieri e ridurre drasticamente i ricoveri impropri. Tutto ciò risponderebbe molto meglio alle esigenze di cura dei cittadini e, nel medio termine, consentirebbe significative economie di sistema coerenti col piano di rientro. Se ne parla da anni nella copiosa convegnistica ma al momento della decisione prevalgono gli interessi dei gruppi e delle lobby e quindi si preferisce tagliare qua e la, ridurre personale, accorpare reparti e servizi depotenziando l’intero sistema.

È necessario che quanto prima parta il confronto complessivo con il Commissario Chiodi, in modo da poter dare vita a confronti omogenei Asl per Asl che coinvolgano le confederazioni e le categorie dei lavoratori della sanità e dei pensionati, superando la fase che vide il conflitto che opponeva l’Assessore alla Sanità Venturoni al Commissario governativo Redigolo, condizionando pesantemente anche le diverse Asl e i loro piani industriali. Si è convenuto nell’incontro del 22 febbraio con il Direttore Generale D’Amario che il nuovo ciclo negoziale con la ASL si baserà su incontri mensili per affrontare i diversi aspetti della riorganizzazione del servizio.

Gli obiettivi sociali e socio-sanitari della Piattaforma

Per quanto riguarda più specificamente gli aspetti sociali e socio-sanitari nel confronto con gli Enti Locali, Cgil, Cisl, Uil chiederanno ai Comuni che si garantiscano risorse certe ed adeguate alle attività dei piani sociali di zona, programmando con la ASL gli interventi di integrazione socio-sanitaria finalizzati allo sviluppo dell’assistenza domiciliare integrata sul territorio; alla definizione, e quindi alla riduzione della spesa ospedaliera inappropriata; alla realizzazione dei piani integrati per la non autosufficienza. A questo fine, va ripresa la marcia verso l’obiettivo del 5% di spesa sociale, concordando con i Comuni passi avanti in questa

direzione.

***

La pratica della Piattaforma

Ai Sindaci dei Comuni della provincia di Pescara chiediamo risposte immediate rispetto alle richieste d’incontro inevase per il confronto sui bilanci comunali.

Agli ambiti sociali e ai distretti sanitari chiediamo l’apertura del confronto sui piani sociali di zona e sui piani zonali per la non autosufficienza.

I risultati dei confronti con i Comuni saranno ampiamente pubblicizzati. Cgil, Cisl, Uil faranno ricorso alle forme di mobilitazione che riterranno opportune a supporto dei negoziati con i Comuni e per contestare gli eventuali atteggiamenti di chiusura pregiudiziale delle controparti.

La Piattaforma verrà illustrata all’insieme delle categorie, anche per coinvolgere i sindacalisti dei diversi comparti residenti nei Comuni con i quali si organizzeranno i negoziati.

Pescara, marzo 2010

Cgil, Cisl, Uil Pescara

1 intese come strutture polivalenti e funzionali in grado di erogare materialmente l’insieme delle cure primarie e garantire la continuità assistenziale con l’ospedale e le attività di prevenzione, di cura e riabilitazione. Le Case della Salute devono essere, quindi, punti di riferimento della: a)-sede unica degli studi medici (Medici di Medicina Generale) e pediatrici di libera scelta per rendere possibile una presenza medica h24 e garantendo la guardia medica; b)-sede della continuità assistenziale, degli specialisti ambulatoriali; infermieri; terapisti; e dei servizi sociali per realizzare l’integrazione socio-sanitaria nell’unità di tempo e di spazio; sede per lo scambio di informazioni tra Medici di Medicina Generale e medici di guardia medica attraverso l’elaborazione dei dati contenuti nella cartella clinica elettronica; sede dei centri diurni per portatori di handicap e anziani.


Allegato 5 – Sbloccare il FAS e definire il Master Plan

Sbloccare il FAS e definire il Master Plan

Comunicato Uil Abruzzo

Nonostante il Protocollo Regione-Parti Sociali su Fondi Strutturali e FAS 2007-2013, che dovrebbe assicurare almeno un’informazione puntuale e tempestiva, abbiamo appreso solo ieri, e non dalla Regione, che nella partita per lo sblocco del FAS regionale Abruzzo, la palla non è, come si credeva, nel campo del CIPE, ma è stata rinviata nel nostro, addirittura dal 4 febbraio, e tocca alla Regione rispedirla al Governo, ottemperando alle modifiche prescritte, per ottenere lo sblocco degli 854 milioni, che potrebbe essere ancora ritardato da un ulteriore rinvio della palla alla Regione, come preannuncia la stessa nota del Ministero dello Sviluppo Economico.

La natura delle osservazioni del Ministero, inoltre, circa l’insufficiente concentrarsi delle risorse sugli obiettivi strategici, analoghe ai rilievi mossi a suo tempo alla Regione dal Sindacato abruzzese, rimanda alla necessità di definire e portare a casa contestualmente anche il Master Plan, precisando le risorse effettivamente disponibili per il 2010 e il 2011. Il FAS ha sacrificato parte della spesa strategica a quella ordinaria, mentre il Master Plan contiene le partite più importanti per lo sviluppo regionale: il primo è bloccato, il secondo è rimasto ad oggi sulla carta. Dobbiamo modificare questa situazione, che ci penalizza anche nel confronto con altre regioni, che hanno avuto lo sblocco del FAS regionale e sono state inserite in programmi nazionali, come quello sulle infrastrutture strategiche, dai quali l’Abruzzo è escluso.

Secondo la Delibera CIPE del 2007, l’Abruzzo avrebbe dovuto avere circa 1.871 milioni tra FAS regionale e nazionale (PON/POIN). Se Master Plan e Accordo Infrastrutture non diventano operativi, l’Abruzzo rimane con solo gli 854 milioni del FAS regionale (oggi bloccato) e non recupera affatto la dotazione di 1 miliardo e 17 milioni di FAS nazionale cui la chiave di riparto regionale gli dava diritto prima della centralizzazione di quelle risorse operata da Tremonti.

Il Governo è intervenuto massicciamente nell’emergenza terremoto, gli va dato atto, ma ci tratta molto male per quanto riguarda lo sviluppo, lesinando le risorse nonché i vantaggi fiscali che potrebbero compensare la mancanza di attrattività dell’area del sisma.

Chiediamo al Presidente Chiodi di non fare il solista come il suo predecessore, ma di condividere con le parti sociali la verità su come stanno le cose e l’azione comune per migliorare la situazione.

Pescara, 20 aprile 2010


Allegato 6 – Piano Locale per la Non Autosufficienza 2010-2011

Nel 2007 è stato approvato l’indirizzo applicativo per lo sviluppo del PLNA 2008/09, assegnando risorse agli EAS per € 6.955.822,97, di cui € 3.480.000,00 del Fondo Sociale Regionale.

Nello stesso atto erano state anche quantificate le risorse attribuite alle Aziende USL per la rete integrata dei servizi sociali e sanitari per un totale di € 6.200.000,00.

Il provvedimento riportava, inoltre, l’ accordo sottoscritto tra l’Assessore alle Politiche Sociali, L’Agenzia Sanitaria Regionale e l’Assessore alla Sanità per il programma di utilizzo di detti fondi di concerto tra il distretto e l’ente d’ambito sociale per il PLNA e per la finalizzazione delle succitate risorse sanitarie ai PUA per ogni distretto e all’ADI.

I servizi che gli EAS potevano attuare erano: SAD – ADI – Trasporto – Assegni di Cura – Centri Diurni.

Nel 2010 la Giunta Regionale con proprio atto ha approvato l’indirizzo applicativo per il PLNA 2010-11 per un importo biennale di € 12.993.430,29 corrispondente ad € 6.496.715,14 annui, pari ad € 449.107,83 in meno rispetto al 2008/09. Inoltre, le somme attribuite sono per buona parte economie degli anni precedenti.

Non vi è nell’atto alcun riferimento ad un’intesa con l’assessore alla sanità per l’attuazione di interventi di natura sanitaria né dell’importo dei fondi destinati alle attività dei distretti. Da ciò si deduce che la sottoscrizione dell’accordo tra distretto e l’ente d’ambito sociale per l’attuazione del PLNA è meramente formale, poiché per la Sanità non esiste in merito alcun indirizzo politico.

A quanto sopra si aggiunge che gli EAS non hanno più l’obbligo del cofinanziamento ( per il 2008/09 era pari ad almeno il 20%), che è diventato facoltativo ( è prevista solo una premialità regionale per il 2011 in caso di cofinanziamento), con conseguente ulteriore riduzione delle risorse per i piani.

Qualora gli EAS non dovessero garantire il cofinanziamento già assicurato per il 2008/09 si avrebbe su tutto il territorio regionale una riduzione della spesa di circa € 1.624.178,80 che, sommata alla riduzione regionale,comporterebbe annualmente circa € 2.000.000,00 in meno sulla non autosufficienza.

Se si pensa che il PLNA doveva essere d’ausilio per lo sviluppo della sanità sul territorio, comunemente ritenuto indispensabile per la riduzione della spesa sanitaria, si intuisce il fallimento della politica regionale in materia.

Noi UIL avevamo, nel primo incontro con Gatti, sottolineato che la divisione dei due assessorati sanità e sociale senza alcun riferimento ad una fattiva collaborazione faceva sorgere grande perplessità e preoccupazione per lo sviluppo dell’integrazione socio-sanitaria di cui oggi vediamo il fallimento.

Gli accordi sottoscritti con la precedente Giunta avevano portato all’adozione di una legge regionale sull’integrazione socio-sanitaria, n.5/2008, che prevedeva il riallineamento ed il superamento dei due piani in favore di un unico piano regionale socio-sanitario. Di tale legge non si sente più parlare anche se l’Assessore Gatti, su sollecitazione da parte delle OO.SS. nell’incontro del 28.12.09, ha concordato sulla necessità della stesura di un unico piano.

Già nell’accordo sottoscritto nel surriportato incontro le OO.SS. avevano rilevato la mancanza di risorse per il PLNA mancando completamente l’intervento regionale, garantito negli anni precedenti.

In tale occasione è stato chiesto dalle OO.SS. che eventuali fondi aggiuntivi per il 2011, quale premialità per gli enti che hanno previsto un cofinanziamento, dovranno essere prelevabili da ulteriori fondi statali e regionali da destinare alla non autosufficienza, evidenziando che “tra i fondi statali siano compresi sia i fondi specifici della non autosufficienza che quelli dei PAR – FAS del QSN (obiettivo di servizio 0.6 – ADI). Inoltre sono da aggiungersi le risorse provenienti dal FSE di premialità, destinate all’inclusione sociale – ADI.”

Lo stato di massima confusione ed incertezza in cui siamo non può far sviluppare una seria programmazione dei PLNA da cui poter far dipendere anche la riduzione della spesa per la sanità.

A tutto quanto sopra si aggiunge l’obiezione del governo all’uso dei fondi FAS per la gestione ordinaria anche dei Piani di Zona che sta facendo sprofondare nell’incertezza assoluta gli EAS il cui fondo regionale rappresenta il 70/80 % della spesa sociale.

(nota a cura di Rosa Toritto)


Allegato 7 – Nota sui Trasporti all’Aquila e in Abruzzo

L’Aquila

E’ trascorso una anno dal quel 6 aprile ed all’Aquila, tra l’altro, è completamente saltato il sistema di mobilità.

Con lo scemare della fase dell’emergenza, ora si avverte sempre più la necessità di adeguare il servizio di trasporto pubblico che dovrà essere rivolto a mettere in rete le residenze transitorie e definitive con i poli funzionali erogatori di servizio vecchi e nuovi.

Nel trasporto collettivo dovrà essere prioritariamente privilegiata l’integrazione e l’intermodalità ferro-gomma, nonché dovrà crearsi una forte interazione tra i diversi vettori su gomma che operano sul bacino. Inoltre, l’esercizio dovrà essere modulato in conseguenza delle esigenze spesso imprevedibili connesse allo sviluppo delle attività di uscita dalla prima fase di emergenza.

E’ necessario procedere ad un’integrazione dei servizi e tariffaria tra i vettori su gomma (ARPA, PAOLIBUS, AMA, FAS) che operavano in data 6 aprile nel bacino aquilano. Ad oggi l’offerta è ancora confusa, con terminal d’arrivo/partenza diversi tra i diversi vettori.

L’esistente rete ferroviaria dovrà costituire elemento di integrazione all’offerta di trasporto su gomma mediante l’istituzione di un apposito servizio metropolitano di superficie nella relazione est/ovest della città, in linea con quanto già proposto dal competente Assessorato Regionale.

Riteniamo necessario procedere con l’intensificazione di un servizio cadenzato di trasporto passeggeri su ferro, che oltre a migliorare l’offerta sulla relazione L’Aquila/Val Subequana/Sulmona dovrà essere completato da un servizio di adduzione alla ferrovia su gomma e dalla realizzazione di due o più parcheggi di interscambio ubicati alle porte della città per favorire la mobilità ed al contempo scoraggiare l’uso del mezzo privato.

Il trasporto delle merci, in particolare legate alla ricostruzione, impatterà fortemente con l’intero sistema di mobilità dell’area.

A tal fine riterremo utile la realizzazione di tre piattaforme logistiche (Paganica, stazione centrale e Sassa Scalo) per imporre che gli imponenti quantitativi di materiali legati alla ricostruzione accedano su ferro in città ed in prossimità dei cantieri, evitando la paralisi delle già intasate arterie principali di collegamento tra L’Aquila ed il resto della Regione (SS 17 ed autostrade A24/A25).

Considerazioni sulla situazione generale

La Regione deve ancora:

definire il Piano Regionale Integrato dei Trasporti;

rendere note le risultanze del gruppo di lavoro istituito rispetto all’eventuale riorganizzazione delle tre aziende pubbliche di trasporto (al momento si registrano solo voci di un ripensamento rispetto alla volontà della politica di accorpare le tre aziende, pur essendo tale iniziativa inserita nel programma dell’attuale Giunta Regionale);

a meno di ulteriori improbabili proroghe a fine anno dovranno espletare le gare per l’affidamento dei servizi.

Rispetto a tutto ciò non sono note le intenzioni della Regione. Il ritardo è ormai preoccupante, se si valutano davvero le ripercussioni che potrebbero derivare da un’incapacità di affrontare per tempo le tre problematiche (che non sono le sole) del settore.

Rispetto al trasporto delle merci, è necessario che si attivino tutte le piattaforme logistiche che, pur realizzate, non sono state, inspiegabilmente, rese operative. I porti vengono puntualmente decantati quali elementi insostituibili per un sistema di trasporto economico ed efficiente a servizio delle aree industriali, ma nulla si è fatto né si sta facendo per collegare dette infrastrutture alle aree industriali regionali.

La rete stradale, prima ancora di ulteriori tratte (pur auspicabili) necessita di urgenti interventi di messa in sicurezza. In molte aree della regione sono ormai impraticabili: corsie ridotte in pessimo stato, carreggiate invase dalla vegetazione, segnaletica verticale ed orizzontale inesistente. Le Province hanno subito il trasferimento delle competenze insieme ad una drastica riduzione delle risorse economiche destinate a dette attività; la conseguenza di tutto ciò è lo stato pietoso in cui versano le principali strade della regione.

Rispetto alla rete ferroviaria, presente con diverse tratte, non si percepisce da parte di Trenitalia e della stessa Regione una concreta volontà di rivitalizzare l’offerta di trasporto. Nulla è migliorato a valle della sottoscrizione dell’accordo di programma firmato tra le Ferrovie e la Regione. Eppure molte tratte, come la Teramo/Giulianova, con una differente offerta di trasporto potrebbero concretamente rappresentare una valida alternativa.

Ma anche le tratte interne (Sulmona/Carpinone, San Vito/Castel di Sangro), con le loro peculiarità legate all’ambiente, potrebbero essere un veicolo di attrazione turistica per il territorio montano regionale. Anche in questo caso si registra una formale condivisione della Giunta Regionale che però rimane fossilizzata nelle sole dichiarazioni alla stampa.

Un’utile risorsa potrebbe essere rappresentata dalla rilevante presenza degli impianti a fune esistenti, sia nell’area della Majella che del Gran Sasso. Questi impianti sono utilizzati parzialmente, rispetto alle vere potenzialità, nei soli mesi invernali, perché all’80% giacciono inattivi nei mesi estivi. Problemi di rivalità tra i tanti/troppi concessionari ed assenza di tariffazione in un sistema unico di bacino impediscono di concretizzare un’offerta turistica degna di nota.

Si registra infine molta fantasia rispetto ai problemi dell’Aeroporto d’Abruzzo ed una sostanziale inesistente di concretezza nell’azione di “decollo” di questa infrastruttura. Non c’è spazio né denaro per sogni pindarici di delocalizzazione dell’aeroporto né su mare né su terra. Piuttosto vanno assicurate urgentemente le risorse per consentire una gestione corretta della struttura, anche questa necessaria per le attività economiche e turistiche della regione.

Per questo si ritiene che il settore dei trasporti, dovrebbe essere concretamente messo in sinergia sia con il mondo della produzione che con quello dell’offerta turistica, perché riteniamo che un concreto ed efficiente sistema di trasporto integrato, offerto nelle diverse modalità, potrebbe dar vita ad una economia alternativa proprio nelle aree dove gli insediamenti industriali non potranno mai arrivare ed assicurare competitività alle imprese operanti nei distretti industriali.

Infine, nella consapevolezza che i Trasporti rappresentano la seconda voce dopo la Sanità nel Bilancio Regionale, forse una semplice, banale, rivisitazione delle corse in sovrapposizione presenti in tutti i territori della regione e fra tutti i vettori operanti potrebbe sicuramente far recuperare ingenti risorse.

Purtroppo questi concetti, anche se apprezzati e condivisi sia a livello politico che imprenditoriale, non vedono la luce dell’effettiva pratica.

(a cura di Peppino Murinni)


[1] Positivo il lavoro di elaborazione di un documento comune in corso a Teramo, tra Cgil, Cisl, Uil e le Associazioni Imprenditoriali

[2] Vedi la proposta Uil Abruzzo sugli Over 50 (Allegato 2)

[3] Vedi l’Allegato 2 per una scheda sui tagli all’Istruzione e le misure adottate per contenerne gli effetti.

[4] Da non ripetere episodi di assenza della Regione a tavoli nazionali come è avvenuto per la ATR.

[5] Finmeccanica conta circa 850 dipendenti in tutto l’Abruzzo e intorno alle 700 unità nella zona de l’Aquila, la più interessata dal sisma. Nella provincia de l’Aquila sono presenti 5 stabilimenti di aziende del Gruppo: Elsacom, SELEX Galileo, Telespazio, SELEX Communications e Thales Alenia Space. Di questi, gli ultimi 2 stabilimenti risultano inagibili dal 6 aprile.

[6] Vedi le proposte Uil Abruzzo per l’Agricoltura (Allegato 3)

[7] Vedi Allegato 4, Cgil, Cisl, Uil Pescara – La Piattaforma per la Contrattazione Territoriale (19.3.2010)

[8] Vedi Allegato 5, Comunicato Uil Abruzzo su FAS e Master Plan, 20 aprile 2010.

[9] Un esempio: A San Salvo, nella zona industriale, a 50 metri dal casello dell’autostrada, a 200 metri dallo svincolo con la Trignina, con un collegamento ferroviario a 150metri, c’è un impianto di smistamento merci potenzialmente funzionante, realizzato dal Consorzio Industriale, inaugurato da tre anni circa ma non ancora inspiegabilmente attivato funzionalmente. Adesso comincia a subire l’onta del degrado dovuto alla cannibalizzazione che i vandali compiono su strutture ed attrezzature.

[10] Vedi Allegato 6, Piano Locale per la Non Autosufficienza 2010-2011

[11] Vedi Allegato 7, Nota sui Trasporti, all’Aquila e in Abruzzo

image_pdfimage_print
Condividi:

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Controllo anti spam: * Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.