RANDAGISMO, BRAMBILLA: “NO ALLA PENA DI MORTE, GRAVE CHE LA PROPOSTA IRRICEVIBILE ARRIVI DA UN VETERINARIO DEL SERVIZIO PUBBLICO”
“Contro la piaga del randagismo, la soluzione non è ritornare al passato o ad un presente in stile romeno, ma far rispettare la legge 281 (che impone precisi obblighi a Comuni ed Asl), educare i proprietari al possesso responsabile (e quindi al controllo sulla procreazione degli animali) e promuovere le adozioni. La “pena di morte” per qualcuno sarà anche comoda, ma è pura barbarie. Oltretutto di comprovata inutilità, visto che nei paesi dov’è praticata, spesso con metodi crudeli, il randagismo continua a prosperare”. Così l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente, commenta l’intervento, pubblicato sul “Tirreno” di oggi, del direttore del dipartimento prevenzione Asl 9 Paolo Madrucci, nel quale si propone l’eutanasia per i randagi catturati.
“A mio avviso – prosegue la parlamentare di FI – è grave che proposte del genere, irricevibili, siano formulate da un veterinario, per di più del servizio pubblico. Dovrebbe sapere che la soppressione è solo una “soluzione” cruenta e temporanea, una risposta rozza a una cattiva gestione del problema, un tentativo di rimuovere l’effetto senza occuparsi della causa. L’unico strumento efficace, e umano, per ridurre la popolazione degli animali in strada è la corretta e puntuale applicazione di una politica articolata, che preveda l’identificazione con microchip, la sterilizzazione, la promozione delle adozioni e la responsabilizzazione dei proprietari. Altrimenti passiamo alle stragi di cani, come quelle autorizzate in Romania e in Ucraina”.
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