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USA. Quanti sono gli schiavi nel mondo?

Chieti, 25 Marzo ’11,  Ven, Annunziazione – Anno XXXII n. 098 – www.abruzzopress.infoabruzzopress@yahoo.it – Tr. Ch 1/81


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Ap – Schiavismo

Quanti sono gli schiavi nel mondo?

di Lino Manocchia

SCHIAVI: “In senso morale condizione di totale asservimento”, o schiavismo è quel sistema sociale ed economico basato sulla  schiavitù che consiste nell’imposizione del diritto reale di dominium, ovvero proprietà, non su di un bene ma su di una persona la quale è considerata a tutti gli effetti un oggetto facente parte del patrimonio del suo padrone. La definizione dello schiavismo comporta innumerevoli problemi, infatti esistono svariate forme di traduzione tra rapporti di semplice  sfruttamento e rapporti di schiavitù vera e propria. La complessità del problema rende perciò arduo valutare statisticamente il fenomeno nelle  varie società, tra cui quella attuale.

Tra le varie e numerose forme di schiavismo moderno, particolarmente vergognosa è la piaga della schiavitù di bambini reclutati a scopi militari, o di soddisfacimento sessuale, o per  lavori forzati nell’agricoltura e nei settori dell’economia. Nel periodo della “American Revolution” (1775-83) non esisteva la categoria “schiavi negri” nel settore del cotone, ma ben presto si scoprirono indica-zioni che il cotone sarebbe divenuto una parte integrale della storia degli States del sud. I padroni delle fattorie nel 1785 importavano cotone dal West Indie per poi dare

vita ad una piccola coltivazione (1801). Lo Stato della Georgia,  però, il primo anno produsse 21 mila balle di cotone e nessuno pensò di rallentare l’opulenta corsa finanziaria. Ne sortì la necessità di “adottare” schiavi che nelle sterminate praterie bianche resero il prodotto un “commercio bianco”, il  più ricercato del secolo. E dalle Isole Indie arrivavano per i padroni di fattorie e campi di cotone, navi  cariche di  “prodotti umani” che diedero vita alla ben nota storia delle tratte dei negri africani, dello schiavismo nero, il cui riverbero tiene vive le tristi memorie.

Si è spesso parlato, durante gli ultimi 50 anni di schiavitù  esistente nel Continente nero, e nella la sua diramazione può comprendersi la Libia, sopratutto sotto il regime dittatoriale del Rais Ghedaffi che oggi occupa le cronache mondiali per il suo odioso sistema di sfruttamento di esseri umani.

RICERCA DI DATI

Forse nessuno saprà mai quanti schiavi sopravvivono nel globo terrestre. Intanto le statistiche, presupposti, illazioni e giudizi continueranno ad affollare la lavagna che parla di una massa umana composta da 10 a 30 milioni di unità cui fanno eco attivisti, giornalisti, e studiosi. Una cosa è certa: la schiavitù esiste tutt’ora e sono pochi coloro che ne discutono l’esistenza.

L’ILO (International Labour Organization), agenzia delle Nazioni Unite ha concentrato nel 2006 alcuni volumi che descrivono la schiavità moderna centrando il quantitativo di “merce umana” a 12.3 milioni. Lo stimato docente Siddhart Kara, ricercatore presso la Harvard University ed autore di diversi libri interessati alla schiavitù moderna, pone la sua stima – nel

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ABRUZZOpress – N. 098 del 25 marzo ’11                                                                                                               Pag 2

suo ultimo lavoro, allo scadere del 2006 – sui 24  milioni. E’ una sfida questa per contare una popolazione recondita, spesso tenuta segreta, in balia dei “trafficanti” operanti nei meno pensati punti terrestri.

Ben Skinner, senior fellow allo Schuster Institute e giornalista alla Brandeis University, nel suo libro dal titolo ”Faccia a faccia con la schiavitù moderna”, spiega: “Vi sono due problemi per  il conteggio: il primo è che le persone che contiamo rappresentano, per definizione, una popolazione nascosta. Il secondo problema è più teoretico poiché la definizione non appare nel giusto posto. Non abbiamo, insomma, una definizione comune su cosa significa schiavitu”. La maggior parte del fenomeni di schiavitù ricorre oggi, secondo “Terre des hommes”, nel sub-continente indiano e zone confinanti.   In  modo specifico  in Afganistan e Pakostan

dove le bambine vengono vendute quali pagamento di un debito non estinto da parte dei genitori mediante un matrimonio di sangue.

Fino ad un certo punto valgono analoghe considerazioni per lo schiavismo in America Latina. Nel mondo islamico in particolare, nei riguardi della schiavitù è presente una barriera invalicabile di tipo filosofico e teologico data dal fatto che il profeta Maometto comprava, vendeva, catturava e possedeva schiavi.

Alcuni passi del Corano ne parlano dando indicazioni di comportamento del credente verso i propri schiavi. Si sa, purtroppo, che i lavori forzati fanno parte della civilizzazione. La loro legalità è sempre stata questione d’interpretazione.

Oggi la schiavitù è illegale in quasi tutte le nazioni del globo, ciò nonostante persiste, in segreto, lo sfruttamento dei poveri ed i dimenticati che pongono una seria sfida per le autorità, attivisti ed  esperti che lavorano nella risoluzione del problema.

Nel 1926 sotto gli auspici della Lega delle Nazioni, che precedette la U.N., fu firmato un   trattato che definiva la schiavitù come situazione o condizione di una persona che acquisiva il diritto di esercitare il diritto di “proprietà” e di lavoro su una persona sotto minaccia di pena di un altro il quale non si è offerto volontariamente”.

HUMAN TRAFFICKING

Esiste altresì il termine “human trafficking” (traffico umano) con uso intercambiabile per la ”schiavitu”. Secondo il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti la parola “traffico umano” descrive l’attività di una persona in uno specifico servizio forzato. Il Dipartimento comprende tra l’altro il traffico del sex , e lavori “bonded”.

Gli Stati Uniti sono la principale nazione di transito e destinazione di persone. Il CIA calcola che 50.000 persone annualmente attraversano gli Stati Uniti. in qualità di schiavi del sesso. Gli stati di maggiore concentrazione di traffico sono New York, California, Florida e Washington e ogni anno da cento a 300 mila bambini corrono il rischio del Sex trafficking.

Sempre in tema di statistiche, circa 2.8 milioni di ragazzi vivono nella strada, e di questi un terzo è attratto dalla prostituzione, otto ore dopo aver abbandonato la  propria casa. Ragazzi dai 12 ai 14 anni fanno ingresso nella pornografia e prostituzione, ed il “Free the Slave found” documenta casi di schiavitù in oltre 90 città degli Stati Uniti.

“La schiavitù ha un volto mostruoso – commenta lo scrittore  Skinner -. Penso che  occorre essere motivati dall’emozione che sollecita l’umanità a liberare quanti più schiavi possibili. Ma questo sarà  possibile soltanto quando comprenderemo quanti schiavi esistono e dove sono”.

L.M.

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