Teramo. Mostra “Sono tutta negli occhi. Sebastiana Papa fotografa (1932-2002)”. 1 luglio, ore 18 – presso L’Arca – Laboratorio per le arti contemporanee (Largo San Matteo, Teramo).

La mostra

 

La versione digitale di questo testo, fotografie e immagini sono scaricabili al seguente link:

https://drive.google.com/drive/folders/1qmPyuHPvdAazXqCtWjkB-ckl4a9rGAkL?usp=sharing

 

SONO TUTTA NEGLI OCCHI

Sebastiana Papa fotografa (1932-2002)

“Sono tutta negli occhi, nello sguardo in una comunione costante e continua con ciò che vedo”

(Sebastiana Papa)

 

L’Arca – Polo Museale Città di Teramo

1° luglio / 19 novembre 2023

 

A cura di

Gabriele D’Autilia

Gianfranco Spitilli

Università di Teramo, Dipartimento di Scienze della Comunicazione

 

Orari di apertura:

Giovedì 17-20

Venerdì 10-13 / 17-20

Sabato 17-20

Domenica 10-13 / 17-20

 

Ingresso gratuito

 

Sito della mostra: https://www.sebastianapapamostra.it/

 

Materiali in mostra: 130 fotografie di cui 129 dal Fondo Papa dell’ICCD, di Sebastiana Papa, e 1 foglio di provini del fotografo Calogero Cascio che la ritraggono in diverse pose.

 

Una sezione della mostra, composta da 10 fotografie di grande formato, sarà allestita presso l’Università di Teramo, Polo Spaventa, come parte integrante e permanente del ContemporarySculpture Garden; questa sezione sarà inaugurata il 19 luglio.

 

 

“Sono tutta negli occhi”. Sebastiana Papa fotografa

(Teramo 1932 – Roma 2002)

 

È la storia di uno sguardo quella di Sebastiana Papa, uno sguardo discreto e gentile, capace di annullare tutti gli altri sensi per fermarsi sui soggetti, anche solo per osservarne la bellezza e indagarne lo spirito, non necessariamente per fotografarli. Un atteggiamento quasi incomprensibile oggi (un’epoca di sguardi importuni e aggressivi) ma ancora condiviso tra i fotografi della sua generazione.

Tutti i giovani vogliono scegliere il proprio destino in autonomia, e spesso trovano nel viaggio la dimensione ideale anche per conoscere se stessi; ma per una giovane donna italiana degli anni Sessanta dello scorso secolo non è così scontato. La professione del fotografo poi è piena di rischi: viaggiare da sola nelle aree più povere o instabili del mondo richiede coraggio, e poi la sicurezza economica è un miraggio in un mercato senza regole e pieno di concorrenti. Lei però sembra possedere, ancora giovane, i segreti del mestiere: per far accettare la presenza dell’obiettivo fotografico, sempre indiscreto, ci vuole pazienza e tatto, qualità innate del suo carattere.

E poi sa creare spontaneamente amicizie, e viene accolta senza diffidenza tra le paracadutiste congolesi come nei templi buddhisti del lontano Oriente.

Per quarant’anni le fotografie di Sebastiana Papa hanno raccontato il mondo intero: dalla Cuba rivoluzionaria all’Africa nel pieno della decolonizzazione, dalla severa e misteriosa Russia sovietica alla Parigi ribelle del Sessantotto. In ogni luogo però sono le persone ad attrarla irresistibilmente: mentre le fotografie che la ritraggono quasi non esistono, lei concentra tutta la sua attenzione sugli altri, su volti colti nel lampo dell’istantanea ma che sembrano ritratti di studio, ottenuti grazie ai tempi lunghi della posa.

Ma sono le donne il suo soggetto d’elezione, raccontate sempre attraverso il suo specifico registro, quello della misura e del silenzio: negli anni in cui l’Occidente è investito dalla rivoluzione femminista, Sebastiana Papaindaga affascinata la dimensione della spiritualità femminile, nelle sue diverse declinazioni in ogni continente e in ogni credo religioso. La sua è una scrittura per immagini (accompagnata spesso da quaderni fitti di appunti) che è sempre il risultato di una profonda riflessione, in particolare quando si applica ai suoi soggetti preferiti: l’India innanzitutto, sintesi di ogni desiderio e dove torna appena può, e Israele; i bambini e gli anziani, la danza e il gesto rituale.

Attraverso una selezione ragionata del suo lavoro, costituito da molte migliaia di immagini, la mostra racconta gli itinerari e i soggetti di una vita dedicata alla fotografia, ma soprattutto le storie e gli sguardi, come ha scritto lo scrittore David Grossman osservando le sue immagini, di quella grande famiglia cui tutti apparteniamo, sul cui volto “il tempo incide le proprie lettere”.

 

 

Sebastiana Papa

 

Sebastiana Papa nasce a Teramo il 1° dicembre del 1932. Primogenita di una famiglia di origini teramane e siciliane, ha tre fratelli: Salvatore, Marcello e Luciano. Compie gli studi superiori presso l’Istituto Magistrale “Giannina Milli” di Teramo; intorno al 1950 si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università La Sapienza e si trasferisce a Roma. Mantiene un contatto costante con la città di origine e con Giulianova, dove la famiglia ha una casa estiva e trascorre periodi di vacanza.

All’inizio degli anni Sessanta inizia a interessarsi alla fotografia e a collaborare con la casa editrice Curcio, per la quale documenta le chiese romaniche di San Clemente in Abruzzo. È a questa circostanza che vanno fatte risalire le prime foto da lei scattate a soggetti umani di cui si ha testimonianza, eseguite con una Lubitel, fotocamera economica biottica a pozzetto, di fabbricazione sovietica, con cui porterà a termine anche le prime campagne fotografiche fuori dall’Europa prima di passare alla Leica M3. Nello stesso periodo scopre per la prima volta Israele.

Nel 1964 ritrae in Polonia ZiviaLubetkinZuckerman, superstite dell’Olocausto e leader della resistenza ebraica nel Ghetto di Varsavia del 1943; nel 1965 è a Mosca; negli stessi anni viaggia in India, dove si recherà innumerevoli volte negli anni successivi, in Israele, in Congo, in Spagna, in Francia, infine in Sardegna, a Orgosolo, in seguito a un interesse maturato per il fenomeno del banditismo, e a Ghilarza, dove incontra, fotografa e intervista la sorella di Antonio Gramsci. Nei primi mesi del 1967 viaggia ancora in India ed esplora il Nepal, avvicinandosi al tema del monachesimo femminile, sul quale inizia a lavorare anche in Italia. A marzo è in Libia, poi in Jugoslavia verso Bucarest e il Monastero di Cozia, in Romania, quindi a Istanbul; nel 1968 viaggia in Messico, in Indonesia, in Cambogia, in Croazia, negli Stati Uniti e nuovamente in India.

Nel gennaio del 1969 è a Praga, per documentare i funerali di JanPalach, poi di nuovo in Israele, a Gerusalemme, che frequenterà a lungo e con assiduità stringendo rapporti di amicizia con gli scrittori David Grossman e Abraham B. Yehoshua; allo stesso periodo è ascrivibile una delle rarissime immagini che la ritraggono in azione, in una località imprecisata dell’Egitto. Nel giugno del 1970 è nel Salento, in Puglia, dove documenta il fenomeno del tarantismo; compie quindi un lungo viaggio in camper verso la Turchia, giungendo fino in Iran, a Teheran e Persepoli. In Abruzzo documenta la festa pasquale dei Talami ad Orsogna, nel 1968, e il linguaggio gestuale a Cerqueto di Fano Adriano, nel 1977.

Nei decenni seguenti è a Parigi, a Cuba, di nuovo in Nepal, in India, in Israele, negli Stati Uniti, in Brasile, ancora in Turchia, in Argentina, in Cile, in Cina, in Etiopia, in Estonia, a Creta, in Egitto, in Giappone, in Birmania.

Espone in tutto il mondo e collabora con i maggiori quotidiani italiani e i più importanti settimanali, con quelli francesi, tedeschi, inglesi, americani, indiani. Pubblica ventisei volumi con Mondadori, Garzanti, Vallardi, Franco Maria Ricci, Edizioni Scientifiche Italiane, Fahrenheit 451, Vita e Pensiero, La Casa Usher, Edizioni Paoline.

Gli ultimi viaggi che compie sono nei luoghi che più degli altri aveva amato e frequentato nel corso della sua vita: a Gerusalemme, in Israele, nel 2000, e a Varanasi, in India, nell’autunno del 2001. Sebastiana Papa muore a Roma il 20 aprile del 2002, lasciando incompiuta la realizzazione dell’opera antologica Le Repubbliche delle Donne, dedicata al monachesimo femminile, portata poi a termine nel 2013 sulla base delle indicazioni dell’autrice.

Il suo archivio, costituito da circa 7 mila pellicole negative 35 mm, da una corposa raccolta di provini, di stampe fotografiche di vario formato, di materiali di lavoro, unitamente alle macchine usate, due Leica M3, è stato donato nel 2006 per volontà dei fratelli all’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione di Roma (ICCD, Gabinetto Fotografico Nazionale); la sua biblioteca, secondo le volontà da lei espresse, è stata donata al Centro per la pace e l’intercultura di Nonantola, in provincia di Modena.

Le sue ceneri sono riposte nel piccolo cimitero del Monastero Cistercense della Stretta Osservanza di Vitorchiano.

 

 

Promotori

 

Comune di Teramo, Assessorato alla Cultura; Università degli studi di Teramo, Dipartimento di Scienze della Comunicazione; ICCD-Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, Ministero della Cultura; Bambun aps

 

Mostra promossa e finanziata dal Comune di Teramo

Gianguido D’Alberto

Sindaco

 

Antonio Filipponi

Assessore alla Cultura

 

Fulvio Cupaiolo

Direzione

 

Gioia Porrini

Coordinamento generale

 

Domenica Greco

Coordinamento amministrativo

 

Ideazione e Direzione scientifica

Università di Teramo, Dipartimento di Scienze della Comunicazione

Dino Mastrocola

Rettore dell’Università di Teramo

 

Christian Corsi

Direttore del Dipartimento di Scienze della Comunicazione

 

A cura di

Gabriele D’Autilia

Gianfranco Spitilli

Università di Teramo, Dipartimento di Scienze della Comunicazione

 

Testi in mostra

Gabriele D’Autilia, Gianfranco Spitilli

 

Ricerche nell’archivio di Sebastiana Papa

Carlotta Cirilli, Gabriele D’Autilia, Gianfranco Spitilli

 

Traduzioni in inglese

Centro Linguistico di Ateneo

Athena-Tychesrl

 

Organizzazione e coordinamento di progetto

Bambun aps/Gianfranco Spitilli

 

 

Con la collaborazione e il contributo di

 

Ministero della Cultura

ICCD – Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione

Carlo Birrozzi

Direttore dell’ICCD

 

Francesca Fabiani

Coordinatore d’area

 

Stefano Valentini, Simona Turco, Maria Letizia Melon

Archivi e collezioni storiche

 

Francesca Fabiani, Alessandro Coco

Fotografia contemporanea

 

Silvia Checchi, Gabriella D’Ippolito, Daniela Simonetta Palazzi

Laboratorio di Conservazione

 

Alessandro Coco, Rodolfo Felici

Laboratorio fotografico

 

Cristina Zaralli

Segreteria di Direzione

 

Roberta Cristallo

Comunicazione

 

 

 

 

Con il contributo di

 

BIM Vomano Tordino

Marco Di Nicola

Presidente del BIM Vomano Tordino

 

Fondazione Tercas

Tiziana Di Sante

Presidente della Fondazione Tercas

 

Camera di Commercio del Gran Sasso

Antonella Ballone

Presidente della Camera di Commercio del Gran Sasso

 

Provincia di Teramo

Camillo D’Angelo

Presidente della Provincia di Teramo

 

Fondazione Università di Teramo

Romano Orrù

Presidente della Fondazione Universita di Teramo

 

F.lli Persia Costruzioni srl

 

 

Allestimento e comunicazione

 

Bambun aps – MGM Montaggi Generali di Gaspare Tini

 

Stampa fotografie

Printandgo di Davide Guadagna, Palermo

 

Stampa materiali grafici

Mastergrafica SRL, Teramo / Pixartprinting

 

Comunicazione integrata

Mac-Factory

Domiziana Rossi – progetto grafico

Andrea D’Amico – videomaker

Danilo Lato – sviluppo web

Andrea Sangiovanni – coordinamento e supervisione

 

Ufficio stampa

Roberta Cristallo – ICCD

Nicola Di Paolantonio – Comune di Teramo

Adele Lisciani – Università di Teramo

 

Coordinamento eventi e comunicazione

Anna Fusaro

 

 

Assicurazione

AXA Assicurazioni agenzia di Teramo

 

 

Fotografie

© 2023 ICCD-Gabinetto Fotografico Nazionale, Fondo Papa (fotografie di Sebastiana Papa)

© 2023 Archivio Cascio, fotografie di Calogero Cascio (foto provino con Sebastiana Papa)

 

 

Si ringraziano

Ella Baffoni, Carlo Birrozzi, Adolfo Braga, Valentina Carola, Diego Cascio, Andrea Core, Carmela Di Giovannantonio, Rodolfo Felici, Fabrizio Magnani, Sabrina Mazzara, Alberto Melarangelo, Raffaella Morselli, Claudia Pajewski, Andrea Sangiovanni, Katrin Tenenbaum, Simona Turco, Stefano Valentini.

 

Un particolare ringraziamento a

Luciano Papa

 

 

Catalogo

 

Sono tutta negli occhi. Sebastiana Papa fotografa (1932-2002)

A cura di

Gabriele D’Autilia e Gianfranco Spitilli

 

Ricerche&Redazioni

Giacinto Damiani

Direzione Editoriale

Barbara Marramà

Progetto grafico

 

Testi di Gabriele D’Autilia e Gianfranco Spitilli, con un contributo di Claudia Pajewski.

Di formato 22×24, il volume è composto di 196 pagine stampate su Fedrigoni Tatami Ivory, copertina su Fedrigoni Sirio Color Nude, bandelle a tutta larghezza, cucito e brossurato artigianalmente

Volume bilingue Italiano/Inglese

130 fotografie

ISBN 978-88-85431-70-6

Prezzo di copertina € 40

 

 

Curatori

 

Gabriele D’Autilia insegna discipline legate alla Cultura Visuale presso l’Università di Teramo ed è stato curatore di diversi volumi e mostre per istituzioni pubbliche e private (tra cui l’Istituto Luce, l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana/Treccani, la Camera dei Deputati, l’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico). È co-direttore della Rivista «L’Avventura. International Journal of Italian Film and Media Landscapes». Tra le sue pubblicazioni: L’indizio e la prova. La storia nella fotografia (2001), Storia della fotografia in Italia. Dal 1839 a oggi (2012), La guerra cieca. Esperienze ottiche e cultura visuale nella Grande guerra (2018), e la curatela per Einaudi de L’Italia del Novecento. Le fotografie e la storia (2005) e dell’edizione italiana del Dizionario della fotografia, Oxford University Press (2008).

 

Gianfranco Spitilli insegna Antropologia Culturale presso l’Università di Teramo. Dirige il progetto di Cooperazione Internazionale “Réseau Tramontana” (Europa Creativa, GrandPrix Europa Nostra Awards 2020) per l’area italiana (con Giovanni Agresti); ha realizzato documentari, esposizioni, archivi digitali. Tra le ultime pubblicazioni: L’ascolto e la visione. Don Nicola Jobbi e l’Appennino centrale del XX secolo (catalogo della mostra, 2020); (con A. M. Zocchi, a cura di) Immagini e ricerca sociale. Un dialogo tra sociologia e antropologia (2020); La lecturedutemps. Hypothèses d’anthropologie régressive, in A.Bellio, I. Kuźma et A. TuaillonDemésy (éd.), Imaginaires du temps. Religion, politique, loisirs(2022); Etnografia sonora e comunicazione: il suono come sistema culturale, in C. Corsi, P. Coen (a cura di), Le professioni del comunicare: passato, presente, futuro (2023).

 

 

Il Fondo fotografico Sebastiana Papa

Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione

 

La mostra è stata resa possibile grazie alla collaborazione dell’ICCD, proprietario del Fondo Sebastiana Papa e direttamente coinvolto nel processo di digitalizzazione dei negativi e di cura della restituzione digitale delle immagini ai fini della stampa. La selezione iniziale ha preso in considerazione, in seguito alle ricerche compiute nel vasto insieme dei materiali che costituiscono il Fondo, circa 300 fotogrammi, integralmente digitalizzati, per arrivare infine alla scelta finale di 129 immagini.

 

Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione – ICCD

L’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) è un istituto del Ministero della Cultura dotato di autonomia scientifica e amministrativa; afferisce alla Direzione generale Educazione e ricerca.

L’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione (ICCD) nasce nel 1975 con l’istituzione del Ministero per i beni culturali e ambientali – oggi Ministero della Cultura – ed ha i compiti di gestire il Catalogo generale del patrimonio archeologico, architettonico, storico artistico ed etnoantropologico nazionale, di documentare il patrimonio e conserva collezioni di fotografia storica costantemente incrementate e offerte alla pubblica consultazione. Per le sue funzioni riferite a catalogazione e fotografia, l’Istituto cura la formazione e la comunicazione su diversi canali.

L’ICCD riunisce due enti di origini e storie diverse ma con la medesima finalità di conoscenza del patrimonio culturale: l’Ufficio del catalogo, nato nel 1969 con il compito di definire le metodologie della catalogazione e di coordinare le attività operative degli organi tecnici, e il Gabinetto fotografico nazionale, fondato nel 1895 quale principale istituzione statale per la produzione e la raccolta delle documentazioni fotografiche, che annette nel 1959 l’Aerofototeca nazionale.

http://www.iccd.beniculturali.it/

 

Fondo Sebastiana Papa

Acquisito dall’ICCD nel 2006 per donazione degli eredi, l’archivio fotografico di Sebastiana Papa (Teramo 1932 – Roma 2002) si compone di circa 7.000 pellicole negative 35 mm e di una corposa e variegata raccolta di positivi b/n su carta (9.000 circa tra stampe fotografiche di vario formato, provini, stampe di particolari ingranditi, ecc.), dei quali circa 300 stampe di grande formato – provenienti da mostre – corredate di etichette con didascalie originali.
La restante parte dell’archivio è costituita da materiali di lavoro: appunti, pagine manoscritte, dattiloscritte e a stampa, ritagli e fotocopie di foto, schede di luoghi e date delle foto, progetti grafici di allestimento e stesure successive di testi per volumi e mostre (tra i quali i materiali preparatori del volume Le Repubbliche delle Donne. Monachesimo femminile nel mondo, 1967-1999, rimasto allo stadio di menabò per la prematura scomparsa dell’autrice, e pubblicato dall’ICCD nel 2013). Si aggiungono inoltre una parte significativa delle sue pubblicazioni e due Leica M3, tra le macchine da lei usate.
L’articolazione geografica e tematica in cui si suddividono i materiali rispecchia gli interessi prevalenti della Papa e ne ripercorrono la produzione fotografica a partire dagli anni ‘60: Spagna, Parigi, Praga, Romania, Urss, Libia, Congo, Israele, India, Nepal, Cambogia, Indonesia, Bangkok, Singapore, Giappone, Usa, Cuba, Messico, Brasile.
E poi, altri titoli che danno la misura della sua indagine: Ricerca sentimenti, I segni del silenzio, I gesti rituali, La cultura dell’ascolto, Incontri con il trascendente, Il femminile di Dio, alcuni dei quali diventeranno titoli di altrettanti volumi.
Denominatore comune di questi temi, la ricerca del significato di una spiritualità profonda, di una dimensione del divino nella condizione umana (Gli uomini e il Divino, sottotitola Sebastiana Papa i suoi Incontri a Gerusalemme del 2000). Ma oltre e accanto a quei temi, troviamo anche elementi del tutto diversi che restituiscono della Papa un’immagine – non antitetica ma complementare alla prima – di donna immersa nel proprio tempo, che sta dentro le cose e nello spirito del proprio tempo, anche grazie al mezzo che ha scelto come prioritario per la propria rappresentazione e interpretazione della realtà.
Un raccoglitore riporta Donne femministe e affini, e su una serie di otto cartelle (centinaia e centinaia di fogli provini al suo interno) titoli quali Italia Feste, Italia inutile, Italia moda, Italia Tarantate, Italia personaggi che attestano un’amplissima ricerca documentaria a carattere sociologico sull’Italia del dopoguerra che meriterebbe un’indagine a sé, potendosi già valere di due riferimenti importanti quali i suoi due volumi sulle comunità di Orgosolo e di Nonantola.
https://fotografia.cultura.gov.it/iccd/resource/IT-ICCD-PHOTO-0095-000001

 

 

Iniziative in programma

 

Conferenza stampa, venerdì 30 giugno, ore 10.00

Intervengono:

Gianguido D’Alberto, Sindaco di Teramo

Antonio Filipponi, Assessore alla Cultura del Comune di Teramo

Dino Mastrocola, Rettore Università degli Studi di Teramo

Christian Corsi, Direttore del Dipartimento di Scienze della Comunicazione

I curatori:

Gabriele D’Autilia, Gianfranco Spitilli

Modera: Anna Fusaro

 

Inaugurazione, sabato 1° luglio ore 18.00

Intervengono:

Gianguido D’Alberto, Sindaco di Teramo

Dino Mastrocola, Rettore Università degli Studi di Teramo

Christian Corsi, Direttore del Dipartimento di Scienze della Comunicazione

Maria Letizia Fatigati, Consigliere di indirizzo della Fondazione Tercas

Marco Di Nicola, Presidente del Bim Vomano Tordino

Camillo D’Angelo, Presidente della Provincia di Teramo

Antonella Ballone, Presidente della Camera di Commercio del Gran Sasso

 

I curatori:

Gabriele D’Autilia, Gianfranco Spitilli

 

Giulietta Boakye, comunità di Nonantola

Modera: Anna Fusaro

 

Tra luglio e novembre 2023 la mostra sarà accompagnata da numerose iniziative di approfondimento con testimoni ed esperti, coordinate dalla giornalista Anna Fusaro, che verranno rese note nel corso delle prossime settimane.

 

 

Didascalie foto per la pubblicazione

 

Foto guida e locandina:

  1. Raccolte Fotografiche ICCD, Fondo Sebastiana Papa

Sebastiana Papa, Monastero buddista Thekkanemida, Yangon, Myanmar, 1999, b/n, negativo,

FP0169_22

(https://fotografia.cultura.gov.it/iccd/item/FP000169_22)

 

  1. Raccolte Fotografiche ICCD, Fondo Sebastiana Papa

Sebastiana Papa, Una rifugiata tibetana, Darjeeling (Bengala Occidentale), India, 1969, b/n, negativo, FP0813_14a

 

  1. Raccolte Fotografiche ICCD, Fondo Sebastiana Papa

Sebastiana Papa, Olimpia Mastrodascio, narratrice, Cerqueto di Fano Adriano (Abruzzo), giugno 1977, b/n, negativo, FP2033_06a

 

  1. Raccolte Fotografiche ICCD, Fondo Sebastiana Papa

Sebastiana Papa, L’Avana, Cuba, agosto 1974, b/n, negativo, FP1879_28

 

 

Si ringraziano

Ella Baffoni, Carlo Birrozzi, Adolfo Braga, Valentina Carola, Diego Cascio, Carmela Di Giovannantonio, Rodolfo Felici, Fabrizio Magnani, Sabrina Mazzara,Alberto Melarangelo, Raffaella Morselli, Claudia Pajewski, Andrea Sangiovanni, Katrin Tenenbaum, Simona Turco, Stefano Valentini.

 

Un particolare ringraziamento a

Luciano Papa

 

Si ringrazia inoltre il consigliere Andrea Core che nella precedente consiliatura, in qualità di Assessore alla Cultura, ha dato avvio al progetto di realizzazione della mostra




Teresa Sacchi Notte, la pittrice ritrovata

 

Di Walter De Berardinis

Giulianova. La vita ci riserva sempre delle strane ed incredibili coincidenze. Recentemente, tramite la nipote del Prefetto emerito di Teramo Elmo Bracali (Pistoia, 25 febbraio 1888 – Serravalle Pistoiese (PT), 15 febbraio 1975; Prefetto emerito a Teramo dal 16 giugno 1943 al 25 ottobre 1943), la prof.ssa Donatella Bracali mi ha incaricato di cercare l’origine e l’autrice del quadro dove veniva raffigurato il nonno. Purtroppo, nonostante nel mare magnum di internet, di questa pittrice ho trovato ben poco. I vari motori di ricerca riportano che è stata la sorella del famoso pittore Emilio Notte (Ceglie Messapica (BR), 30 gennaio 1891 – Napoli, 7 luglio 1982, esponente del movimento futurista) e molte sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private italiane ed estere. Teresa era figlia di Giovanni, un funzionario di stato di Marostica e Lucinda Chiumenti Fincati, originaria di Vicenza. Per i tanti spostamenti del padre (prestò servizio a Ceglie, Lagonegro, Bovino, Sant’Angelo dei Lombardi ed altre città italiane), la pittrice, nasce a Serino (Avellino) il 27 febbraio 1896. All’età di 11 anni arriva a Prato, probabilmente dove la famiglia trova una maggiore stabilità e il fratello maggiore frequenta l’Accademia di belle arti di Firenze. Infatti, come autodidatta, esordisce nel 1920 a Venezia alla “Ca’ Pesaro” – Galleria Internazionale d’Arte Moderna. Intanto diventa socia de “La Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente” di Milano e della Federazione degli Artisti Indipendenti Italiani di Roma ed a honorem, nell’Unione professionisti e artisti del Sindacato belle arti di Modena.

Partecipò alla VI mostra regionale d’arte di Bologna (1953), XXIX Triennale d’Arte di Modena (1953), VI Esposizione Nazionale d’Arte “Biennale di Brera” e della “Permanente” a Milano (1953), Premio Città di San Donà (1953), mostra provinciale d’Arte Contemporanea di Treviso (1953), Biennale d’Arte Triveneta di Padova (1953), VI Premio Nazionale di Pittura “Golfo della Spezia” (1954), Mostra Annuale del Sindacato delle Belle Arti di Modena (1954), Quadriennale di Roma e i Premi di Francavilla al Mare, Macerata, Bari, Trento, Strà, Suzzara ed altre città. Di lei hanno parlato, scritto e recensito: Sergio Samek Ludovici, docente, bibliotecario e presidente dell’AIB; il notissimo pittore Giorgio de Chirico; i giornalisti Silvio Branzi, Severo Boschi, Mario Fantuzzo e Federico Castellani; i pittori e critici d’arte come: Anacleto Margotti e Nino Corrado Corazza; il famoso scrittore Giovanni Comisso, con cui ebbe degli scambi epistolari nello stesso periodo che conobbe il giurista e Sindaco di Firenze, Giorgio La Pira; Giorgio Zamberlan, antiquario e critico veneto; Mario Rimoldi, allora Sindaco di Cortina d’Ampezzo e apprezzato collezionista. Oltre a dipingere i paesaggi e scorci italiani, raffigurò molti personaggi pubblici come: Alcide De Gasperi che inaugurò, nel 1947 a Treviso (poi replicata nel 1950), la sua personale e seguì una lettera di complimenti vergata a mano direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri; poi il Presidente della Repubblica Italiana Antonio Segni, del soprano Gianna Pederzini, dell’attore Francesco “Cesco” Baseggio, ed anche quello dell’allora Prefetto di Treviso Elmo Bracali (in carica dal  10 ottobre 1946 al 19 ottobre 1950), ritratto dalla Sacchi Notte nel 1947. Di lei non è stato possibile reperire una foto o un suo autoritratto, ma con questo articolo vogliamo stuzzicare gli appassionati di pittura, collezionisti o galleristi,  a trovare ulteriori notizie su questa figura femminile caduta nell’oblio. Morirà nel 1974 ad Avellino. Sarebbe auspicabile che quel ritratto ad olio torni nella sua sede naturale, cioè il Palazzo del Governo a Teramo.

Walter De Berardinis

Nota: desidero ringraziare la famiglia Bracali per avermi dato in comodato d’uso il quadro e le biblioteche italiane per avermi fornito dettagliate notizie: la Quadriennale di Roma, la “Poletti” di Modena, la diocesana del seminario vescovile di Treviso e la Biblioteca Comunale Centrale – Palazzo Sormani di Milano.




TERAMO, ANCORA ALTA TENSIONE IN CARCERE, TRA AGGRESSIONI E TENTATI SEQUESTRI DI AGENTI. PROTESTA IL SAPPE

 

Si sono vissute ancora delle giornate da dimenticare, per la Polizia Penitenziaria di Teramo: giornate di violenza choc e di rabbia. E l’ira del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria è rivolta a tutti coloro che non hanno raccolto, in questi mesi, i reiterati allarmi dei rappresentanti sindacali dei Baschi Azzurri.

“In pochi giorni, nel carcere di Teramo, è successo di tutto”, denuncia il Segretario regionale per l’Abruzzo del SAPPE Giuseppe NINU. “Mercoledì, un detenuto ristretto nel Reparto Osservazione, mentre era in Infermeria per una visita, si è proditoriamente impossessato di un estintore, il cui contenuto è poi stato sversato contro gli Agenti. Ha poi tentato di sequestrare il poliziotto di servizio nel Reparto e il giorno dopo, evidentemente non contento, ha sferrato una testata all’Ispettore che lo stava riassociando alla cella”. Ma è nella giornata di ieri che si è consumato un nuovo grave episodio violento, come sottolinea Giuseppe Pallini, segretario provinciale SAPPE di Teramo: “Un ristretto nordafricano ha tentato di sgozzarsi dopo che, a seguito di una perquisizione, gli è stato trovato in cella un accumulo di farmaci e ben due telefonini. L’uomo, con una lametta in mano, è stato bloccato in tempo da tre poliziotti che, con sprezzo del pericolo ed a rischio della propria incolumità, lo hanno disarmato, mettendolo in sicurezza. A tutti loro va il plauso del SAPPE Abruzzo, che auspica venga loro conferito una adeguata ricompensa”. “Certo è”, concludono i sindacalisti abruzzesi, “che il personale di Polizia Penitenziaria che lavora a Teramo ed in tutta la Regione è ormai piombato nello sconforto più totale. Si sente abbandonato dagli organi superiori e dalle istituzioni, perché è solo per la prontezza d’intervento del personale di Polizia Penitenziaria che si sono potuti evitare guai peggiori per l’ordine interno.”.

“Non passa giorno che non si verificano aggressioni nei confronti della Polizia Penitenziaria che presta servizio nelle carceri per adulti e minori della Nazione: e siamo sconcertati dall’assenza di provvedimenti in merito contro chi si rende responsabile di queste inaccettabili violenze, determinando quasi un effetto emulazione per gli altri ristretti violenti. Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno”, aggiunge Donato Capece, Segretario generale del SAPPE, che esprime la solidarietà del primo Sindacato del Corpo al Reparto teramano di Polizia Penitenziaria.

Impietosa la denuncia di Capece: “Tutti i giorni i poliziotti penitenziari devono fare i conti con le criticità e le problematiche che rendono sempre più difficoltoso lavorare nella prima linea delle sezioni delle detentive delle carceri, per adulti e minori. Mi riferisco alla necessità di nuove assunzioni nel Corpo di polizia penitenziaria, corsi di formazione e aggiornamento professionale, nuovi strumenti di operatività come il taser, kit anti-aggressioni, guanti antitaglio, telecamere portatili, promessi da mesi dai vertici ministeriali ma di cui non c’è traccia alcuna in periferia”.

 




Teramo. Servizio straordinario di controllo del territorio dei Carabinieri della compagnia di Teramo. 143 le auto controllate, 168 le persone identificate e 13 le contravvenzioni elevate al codice della strada.

La Compagnia Carabinieri di Teramo , nella serata appena trascorsa, ha disposto ambito
tutto il territorio del comune di Teramo , degli straordinari servizi di controllo e vigilanza,
per arginare il crescente fenomeno dei reati contro il patrimonio, soprattutto riferito ai furti
in abitazione , che nel fine settimana sono in preoccupante aumento.
Nel contesto venivano anche controllati numerosi locali pubblici al fine di accertare il
puntuale rispetto delle disposizioni per il contrasto al diffondersi del Covid19
Il dispositivo ha previsto una cinturazione della città , con maggior presenza soprattutto in
quei quartieri e frazioni dove ultimamente si sono verificati numerosi furti in abitazione.
Il servizio diretto personalmente dal Tenente Marino Capponi, ha visto impiegate otto
pattuglie Durante lo stesso sono state , 143 le auto controllate, 168 le persone
identificate e 13 le contravvenzioni elevate al codice della strada. Due autovetture
confiscate e una patente ritirata. Decurtati ben 53 punti
Nello specifico inoltre , i militari della sezione operativa , procedevano al controllo di due
giovani trovandoli in possesso di alcuni grammi di marijuana. Dai successivi accertamenti
si identificava chi aveva materialmente venduto la droga ai due, pertanto si procedeva ad
una perquisizione domiciliare a casa di un 44enne, operaio di Teramo. A casa dello
stesso si rinveniva hascisc e marijuana per un totale di 95 grammi , nonché bilancini e
materiale per il confezionamento in dosi. Lo stesso veniva denunciato in stato di libertà
mentre i due giovani venivano segnalati al Prefetto
Alcuni cittadini, segnalavano alla centrale operativa di pronto intervento (112) che nella
frazione Villa Mosca, vi era un’autovettura Alfa Romeo 155 che girava con fare sospetto.
Immediatamente veniva inviata sul posto un’autoradio della sezione radiomobile, che
subito rintracciava l’auto e dopo un breve inseguimento la fermavano. A bordo vi era un 38enne,

con numerosi precedenti penali soprattutto per reati contro il patrimonio . Lo
stesso veniva trovato in stato di alterazione per uso di sostanze alcoliche e denunciato,
mentre il mezzo gli veniva confiscato.
La stessa pattuglia alle ore 05.00 circa, interveniva in via Savini, dove una coppia
di giovanissimi , in stato di forte agitazione, poiché avevano discusso per motivi
sentimentali, creavano grida e schiamazzi su tutta la via colpendo ripetutamente le
saracinesche dei negozi situati sotto i portici. I due venivano riportati alla calma e fatti
rientrare presso le loro abitazioni.
I controlli dei locali del centro , rilevavano che vi era una corretta gestione da parte di
quegli esercenti, e tutti gli avventori controllati erano in possesso del previsto green pass.




Mosciano Sant’Angelo. E’ scomparsa la N.D. Giovanna Manetta Sabatini Sciarroni

Mosciano Sant’Angelo, 26 aprile 2021. Nella mattinata di oggi, presso la Chiesa Madre di Mosciano Sant’Angelo, si sono svolti i funerali della prof.ssa Giovanna Manetta, vedova Sabatini Sciarroni. Apprezzata studiosa di storia, era nata a Teramo il 3 febbraio 1932, dall’Ing. Carlo Manetta, teramano e da Concetta Orsini di Giulianova. Frequenta l’Istituto Regina Margherita e le scuole primarie nella città natale, e poi il Liceo Ginnasio Melchiorre Delfico, allieva, tra gli altri, del Prof. Raffaele Passino, seguendo contemporaneamente i corsi di pianoforte presso il Liceo Musicale “Gaetano Braga”, diplomandosi nel 1956. Conseguita la Licenza Liceale, si iscrive alla Facoltà di Lettere di Urbino. Inizia l’insegnamento di Educazione Musicale presso il “Braga”, poi alle Scuole Medie. È stata fondatrice con il Maestro Ennio Vetuschi del coro Verdi di Teramo. Nel 1967 sposa Filippo Sabatini di Mosciano, da cui ha due figli: Alessio e Maria Pia. Impartisce lezioni private di pianoforte ai giovani portati alla musica e volenterosi.

prof. Giovanna Manetta Sabatini Sciarroni

Si dedica in seguito ad approfondite ed inedite ricerche storiche scrivendo interessanti libri sulla storia e il folclore locali, apprezzati e lodati anche in ambito accademico. Ha concluso la sua esistenza terrena nella sua casa di Mosciano Sant’Angelo il 24 aprile 2021. Ha lascito alla comunità due importanti opere storiche: “Mosciano Sant’Angelo – nell’Abruzzo teramano e nel Regno di Napoli durante il secolo XVIII” edito nel 1997 dalla Edigrafital di Sant’Atto di Teramo e “Albero genealogico della Famiglia Acquaviva d’Aragona” edito nel 2009 dalla Parer’s World srl di Bellante.  Interessanti alcuni interventi storici sulla rivista storica giuliese “Madonna dello Splendore” come: “a zonzo per la città”, sul numero 16 del 1997 (pag.79); “La lapide di porta marina”, sul numero 19 del 2000 (pag.23) e “Una brutta avventura dal diario della Contessa Alessandrina Acquaviva d’Aragona d’Obrescoff”, sul numero 14 del 1995 (Pag. 49). Fu lei tra la fine degli anni ’90 e gli inizi del 2000 ad ospitare nella sua casa di Mosciano l’ultima discendente degli Acquaviva d’Aragona, donna Fiorella; poi morta il 13 maggio 2011.

 

Walter De Berardinis

prof.ssa Giovanna Manetta Sabatini Sciarroni

 




UIL ABRUZZO, LOMBARDO NUOVO SEGRETARIO GENERALE “EREDITO UN SINDACATO PIÙ FORTE, PRONTI A NUOVE SFIDE”

 

Questa mattina a Sulmona la gratitudine di tutte le categorie a Roberto Campo che lascia dopo dodici anni: sarà presidente Istituto Studi Sindacali della Uil. Il segretario nazionale Barbagallo: “Si acceleri con Casa Italia per la sicurezza del territorio”

 

Sulmona (Aq), 16 febbraio 2017 – Un sindacato cresciuto in tempi difficili grazie alla sua capacità di saper affiancare la proposta alla lotta. Un sindacato che ha saputo organizzarsi razionalmente, con i conti in ordine, con un’immagine migliorata e in grado di attrarre consensi. Un sindacato gestito imprenditorialmente, che ha saputo premiare il merito. Il nuovo segretario generale Michele Lombardo, proveniente dalla categoria dei metalmeccanici, non può che partire da qui: prende le redini di una Uil Abruzzo che, in dodici anni di guida affidata a Roberto Campo, ha fatto tanto e bene.

Michele Lombardo - UIL ABRUZZO
Michele Lombardo – UIL ABRUZZO

Il passaggio del testimone c’è stato stamattina a Sulmona, nel corso della conferenza d’organizzazione intitolata “Facciamo il sindacato più forte”, alla quale hanno partecipato circa trecento delegati e numerose personalità, a partire dal segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo. La nomina di Lombardo è stata votata all’unanimità.

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Congresso UIL Abruzzo a Avezzano

Il lungo e caldo applauso tributato a Roberto Campo, al termine del suo intervento iniziale, ha cristallizzato il consenso che il segretario uscente ha saputo catalizzare, forte della sua capacità di analisi e di organizzazione, oltre che di spiccate doti umane da tutti riconosciute. Per Campo, ora, un prestigioso impegno nazionale: Barbagallo, infatti, gli ha comunicato questa mattina la nomina a presidente dell’Istituto Studi Sindacali della Uil.

Roberto Campo - Segretario UIL Abruzzo uscente
Roberto Campo – Segretario UIL Abruzzo uscente

Un consenso ottenuto grazie anche ad una leadership cui si devono i risultati di questi dodici anni, ricordati in apertura Michele Lombardo: “L’organizzazione è stata razionalizzata – ha detto il neosegretario -, a partire dalla creazione delle due Camere Sindacali Territoriali (Adriatica Gran Sasso con L’Aquila e Teramo, e Adriatica Maiella con Pescara e Chieti), i conti sono in ordine, i servizi fiscali regionalizzati, come tra non molto il patronato.

La staffetta: Michele Lombardo e Roberto Campo - UIL Abruzzo
La staffetta: Michele Lombardo e Roberto Campo – UIL Abruzzo

Ma non solo: sono cresciute le categorie e la confederazione, in un’ottica di sindacato a rete. Ora il salto di qualità che ci attende è abbandonare una logica individualistica per imparare a lavorare in gruppo. Serve un circolo virtuoso tra categorie, confederazione e servizi, all’insegna della trasparenza, affinché nessuno possa mettere in discussione il lavoro e l’integrità morale del nostro sindacato. Costruiamo una Uil sempre più rispondente alle esigenze di tutti, cogliendo tutte le opportunità: la nostra forza passa attraverso il cambiamento perché o cambiamo noi o ci cambiano gli altri a loro immagine e somiglianza”. Nel suo intervento appena dopo l’elezione a segretario, Lombardo ha detto che “Qui si fa un cambio nella correttezza del lavoro e delle scelte, senza sgambetti e ipocrisie, si è lavorato in maniera trasparente. Campo è stato un grande segretario per l’intero movimento sindacale abruzzese. Anche se vengo dalle aree interne, sarò il segretario di tutto l’Abruzzo”.

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Votazione elezione segretario regionale UIL Abruzzo

Nel corso del suo intervento di apertura, Roberto Campo ha ricordato le difficoltà di questi anni: “La logica è stata sempre la stessa: se sbagli, ti rovini, se azzecchi tutto te la cavi. Due anni fa noi eravamo alle prese con un governo che metteva all’angolo il sindacato, rottamando la contrattazione sindacale con la sponda di Confindustria. Ebbene, abbiamo reagito con il grande sciopero generale del dicembre 2014, dimostrando forza e capacità di proposta, perseguendo l’unità sindacale ma non a ogni costo. Nel periodo 2014-2016, così, abbiamo assistito ad una rimonta spettacolare, dimostrando che la lotta più la proposta possono essere utili. Noi, a differenza di altri, lo sciopero l’abbiamo fatto fruttare.

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E l’evento di Lampedusa si inserisce in questo discorso: noi siamo un sindacato che non si limita a fare il tifo, ma si implica in prima persona. Pertanto, le parole d’ordine ora sono: concludere il ciclo dei contratti, i temi della crescita e dell’occupazione, con un rinnovato ruolo per il Sud. A livello regionale – ha proseguito – stiamo lavorando con Cgil e Cisl per un pacchetto unitario su aree di crisi, politiche del lavoro, fisco, sanità, bilancio sociosanitario. A metà legislatura è giunto il momento di iniziare a stringere. Noi puntiamo su un metodo vertenziale perché non vogliamo un dialogo inconcludente. Personalmente, il nuovo incarico nazionale mi onora ed è molto gradito. Sul piano dell’immagine e organizzativo, credo che in questi anni sia stato fatto un buon lavoro. Il cambio che propongo, con Michele Lombardo, è di qualità: tutti concordano sul fatto che sia la persona più adatta, umanamente e sindacalmente, per la sua esperienza, la sua capacità di ascolto e di decisione. Come Barbagallo, anche Lombardo è partito dalle periferie. Possiamo dunque dire con un certo orgoglio che pochi luoghi come la Uil premiano il merito. Lascio con soddisfazione, ma è sentimento comune che si possa fare di più: molti vedono in noi il sindacato più interessante. E Lombardo può fare un ottimo lavoro”.

I lavori sono stati conclusi da Carmelo Barbagallo: “Questa – ha ricordato – è una delle regioni martoriate dai terremoti e dagli eventi atmosferici che hanno causato distruzione e perdite di vite umane. Bisogna accelerare l’attuazione del piano “Casa Italia” per mettere in sicurezza il territorio. Se ci muoviamo in tale direzione, si potrà dare spazio a un’edilizia di qualità, anche per un rilancio economico di questa regione. C’è il rischio, peraltro, che i vantaggi fiscali concessi per gli eventi sismici debbano essere restituiti in un’unica soluzione: sarebbe assurdo. Piuttosto – ha sottolineato il leader della Uil – occorrerebbe mettere in campo un’attività di promozione del territorio per dare una prospettiva alle attività produttività ed economiche in Abruzzo così come in altre aree del Paese, a partire dal Mezzogiorno e dai giovani”. Barbagallo ha anche fatto cenno al confronto in corso con il Governo sulla Pubblica amministrazione: “Si sta proseguendo e vorremmo che fossero apportate alcune modifiche al Testo Unico e, soprattutto, che fosse abolita la Brunetta: bisogna avviare concretamente la stagione dei rinnovi contrattuali in tutti i comparti. Sin da quando ero segretario regionale in Sicilia – ha concluso – chiedevo alle categorie di darmi solo gli uomini migliori. Ora l’Abruzzo, con Campo, sta dando al nazionale il meglio, e con Lombardo, ha scelto l’uomo che rappresenta il meglio, e che dunque potrà continuare l’ottimo lavoro che ha contraddistinto il sindacato abruzzese. Con coraggio e orgoglio di essere della Uil, andiamo avanti!”.

Michele Lombardo, dopo un confronto con tutte le categorie regionali, formalizzerà la nuova segreteria nelle prossime settimane.

Presenti alla conferenza, tra gli altri, anche il segretario organizzativo nazionale Pierpaolo Bombardieri, i segretari nazionali Uil Antonio Foccillo, Guglielmo Loy, Domenico Proietti, il tesoriere della Uil Nazionale, Benedetto Attili, i segretari generali della Uilm, Rocco Palombella, della Uil-Fpl, Michelangelo Librandi, della Uilpa, Nicola Turco, i segretari nazionali della Uiltec, della Feneal-Uil, della Uiltucs, della Uilp, i segretari generali regionali del Molise, Tecla Boccardo, della Campania, Giovanni Sgambati, della Basilicata, Carmine Vaccaro, della Liguria, Mario Ghini, il responsabile nazionale del Caf, Giovanni Angileri, il direttore nazionale dell’Ital Maria Candida Imburgia, la responsabile nazionale degli sportelli Mobbing & Stalking, Alessandra Menelao, i funzionari del dipartimento Organizzazione della Uil Nazionale Mauro Sasso e Aldo Lucioli. Tra le autorità, il sindaco di Sulmona, Annamaria Casini, l’assessore regionale alle Politiche del Lavoro, Andrea Gerosolimo, e il consigliere regionale Lorenzo Berardinetti.

 

Michele Lombardo, nato a Sulmona il 7 marzo 1965, ha conosciuto il sindacato come dipendente di una piccola azienda della Valle Peligna, la Beta Utensili di Sulmona. È stato segretario prima della Uilm di Sulmona, poi della Uilm dell’Aquila; operatore della Uilm Nazionale; segretario generale della Uil di Avezzano, poi della Uil provinciale dell’Aquila, infine della Camera Sindacale Territoriale Uil Adriatica Gran Sasso (L’Aquila e Teramo), nonché segretario organizzativo della Uil Abruzzo.




Teramo. L’Associazione “Federica e Serena” a sostegno del Centro Antiviolenza “La Fenice”, “Chi dice donna dice…dono” in mostra domenica 21 al Museo Archeologico

(C) di Alessia Stranieri

E’ stata inaugurata sabato mattina la mostra fotografica dal titolo “Chi dice donna dice…dono”, promossa ed organizzata dall’Associazione culturale “Federica e Serena”, in collaborazione con il Comune di Teramo, la Commissione Provinciale Pari Opportunità e la Consigliera di Parità Provinciale. La collettiva, allestita in una location d’eccezione, il Museo Archeologico del capoluogo aprutino, raccoglie le opere di sette artisti e fotografi, il cui intento è di mostrare la figura femminile, tema centrale dell’esposizione nei vari momenti salienti della vita, ma anche di raccontare le sofferenze, i soprusi e le violenze che molte donne subiscono nel mondo.

La mostra, allestita anche nella giornata di domenica 21 e visitabile fino alle ore 22, con ingresso libero, ha la finalità di sostenere il Centro Antiviolenza Provinciale “La Fenice” di Teramo, nel ricordo dei valori di solidarietà e umanità propri delle due giovani donne, Federica e Serena, studentesse di medicina, strappate troppo presto alla vita dal terribile terremoto che ha colpito la città di L’Aquila, il 6 aprile 2009. Oltre che ammirare e vivere le brevi storie che i fotografi sono riusciti a far emergere dagli scatti, perfettamente e delicatamente inseriti nello spazio circostante, al punto di mescolarsi sapientemente con le opere artistiche già presenti nel Museo, come la splendida statua della “Venere” del 150 d.c., i visitatori hanno la possibilità di sostenere la raccolta fondi a favore del Centro Antiviolenza “La Fenice”. Dalle 18, infatti, è previsto un aperitivo con degustazione di prodotti tipici del territorio nel Chiostro del Museo e i partecipanti, allietati da un accompagnamento musicale curato dall’Istituto musicale Braga, con un contributo minimo di 5 euro potranno sostenere un progetto per sensibilizzare sul tema della violenza che vedrà coinvolti i ragazzi delle scuole. La mostra, un excursus dal rassicurante ambiente familiare, passando per i pericoli non troppo oscuri che racchiude la società moderna, fino ad aprire lo sguardo all’integrazione razziale e culturale, avvolge i visitatori e, attraverso le parole affettuose di chi Federica e Serena le ha conosciute, emoziona e avvicina a questa Associazione che, negli anni, con le proprie iniziative benefiche, si è posta l’obiettivo di mantenere vivo il loro ricordo e concretizzare lo spirito altruistico di cui erano dotate. Ed è proprio Elena Di Tommaso, Presidente dell’Associazione ed amica delle giovanissime donne, che ci spiega “Le nostre iniziative hanno sempre registrato molta partecipazione. Tante persone si sono avvicinate nel ricordo di Federica e Serena, anche coloro che non le conoscevano si sentono legate a loro. C’è molto impegno da parte di tutti i soci, circa 200, ma – prosegue – a volte mancano i finanziamenti dagli enti preposti. Nel tempo, gli aiuti sono andati a scemare. Per questo motivo abbiamo realizzato delle bomboniere solidali e dei gadget come spille, magliette, borse con la “farfalla” logo dell’Associazione che, nelle sue ali, rappresenta le iniziali dei nomi di Federica e Serena. – conclude Elena con un sorriso – Speriamo che la nostra farfalla continui a volare.” Fortunatamente questa Associazione ha amici sostenitori come i Soci del Club Fuoristrada Abruzzo che, nelle giornate di sabato 4 e domenica 5 ottobre, a Bisenti, in occasione della Festa del vino Montonico, hanno deciso di devolvere il ricavato dell’iscrizione al 4° Raduno del Montonico proprio all’Associazione culturale “Federica e Serena”. Per info: www.federicaeserena.org – Fb: Associazione Culturale Federica e Serena. Mail: info@federicaeserena.org

(C) Riproduzione Riservata – (C) Alessia Stranieri




Teramo. CRISTIANA PALANDRI Near earth a cura di Francesco Scasciamacchia Project Room, Warehouse Contemporary Art, Teramo

CRISTIANA PALANDRI

Near earth a cura di Francesco Scasciamacchia

Project Room, Warehouse Contemporary Art, Teramo

sabato 25 settembre 2010 ore 18.30
dal 25 settembre al 2 ottobre 2010

Warehouse Contemporary Art
Via Giulio C. Canzanese, 51  64020 San Nicolò (TE)
tel/fax  +39 (0)861 232189
email info@warehouseart.it

sito web  warehouseart.it

Sabato 25 settembre 2010 Warehouse Contemporary Art inaugura la prima project room del programma curato da Francesca Referza con Near earth, una performance dell’artista Cristiana Palandri (Firenze, 1977) a cura di Francesco Scasciamacchia. L’artista toscana, già invitata a Teramo nel 2007, per la mostra collettiva Anatema, torna con un nuovo progetto personale, di forte impatto emotivo, appositamente pensato per lo spazio della project room della Warehouse.
Warehouse Contemporary Art
Via Giulio C. Canzanese, 51  64020 San Nicolò (TE)
tel/fax  +39 (0)861 232189

sito web  warehouseart.it
Aperitivo vini Cerulli Irelli Spinozzi DOCG

CRISTIANA PALANDRI

NEAR EARTH

Project Room, Warehouse Contemporary Art, Teramo

a cura di Francesco Scasciamacchia

opening 25 settembre 2010, ore 18:30

Se immaginassimo i concetti di scultura (intesa in senso “classico”) e performance come i due estremi di un segmento, allora potremmo collocare il lavoro di Cristiana Palandri in uno degli indefinibili punti intermedi ad esso appartenenti.

Poichè l’artista ha una visione molto ampia del significato di “fare scultura”, è difficile individuare una preferenza per un mezzo espressivo nei suoi lavori che si presentano piuttosto come un’ evoluzione intercambiabile fra disegno, scultura, performance e installazione.

Questo modo di operare è già visibile in Oversight (2008). In questa performance Cristiana Palandri e Odette Furiani si muovono all’interno di uno spazio senza la possibilità di vedere a causa dell’abnorme massa di capelli che ricopre i loro volti. L’artista, grazie alla forza di uno “stato allucinatorio” che caratterizza gran parte delle sue azioni, agendo sul corpo che ha di fronte a sé, arriva a creare una “scultura vivente”, un organismo ibrido. Una metamorfosi che avviene attraverso l’intervento della Palandri sia in modo diretto sul corpo dell’altra performer sia attraverso l’utilizzo di altre sculture e materiali che modificano il corpo stesso. L’organismo, integrato da capelli, ossa di animali, piume, bende e sostanze organiche non è più solo umano.

Una successiva evoluzione in campo performativo possiamo riscontrarla in U.O. (Unidentified object) (2009). Un anno dopo, l’artista invitata a Bangkok, al Bangkok Art and Culture Centre decide di usare il proprio corpo come oggetto da modellare. Come dice lei stessa, “ho costruito sul mio corpo un’ipotetica seconda pelle, una sorta di protesi spontanea avvalendomi di alcuni materiali ricorrenti nella mia ricerca, come capelli e piume […] introducendo, stavolta, il recupero di oggetti spezzati e abbandonati, che in questo caso caratterizzano l’ambiente della città in cui ho realizzato la performance.” Anche qui torna il concetto di limite e di “non controllo” nell’atto performativo. A impedire l’azione preordinata, è il crescente impedimento dell’artista a muoversi a causa delle protesi che via via bloccano il suo corpo fino a renderlo immobile e irriconoscibile: un altro organismo che vive di vita propria. L’evoluzione della sua pratica ora prende una direzione più complessa che può essere letta solo in chiave multidisciplinare e multimediale (utilizzando il “mediale” in senso di media).

È con questo stesso approccio che si può leggere l’ultima performance dell’artista, dal titolo Near Earth (2010). Cristiana Palandri in questa occasione ingloba più aspetti presenti nelle sue precedenti azioni presentando un “nuovo luogo” e una nuova esperienza.

All’interno della project room della Warehouse, l’artista ha costruito un parallelepipedo in metallo che attraversa lo spazio con una lunghezza di 6 metri. L’altezza di appena 60 centimetri costringe l’artista e l’altro performer, introdottisi all’interno nella struttura, a dei movimenti molto limitati.

Allo spettatore non è dato sapere cosa accadrà all’interno del parallelepipedo poiché l’unica possibilità per poter conoscere “il rituale” dei due performer verrà concessa dagli stessi due che attraverso dei trapani e delle lastre foreranno parte dei lati del gigante “metal box”, creando così una sorta di “peep show”. Nessuna voce descrive ciò che sta avvenendo; lo “spettatore”, grazie ai fori, è libero di decidere se partecipare attivamente o percepire solo quello che è visibile dall’esterno.

La performance è frutto di un’allucinazione che si svolge attraverso un rito privato.

Improvvisamente, tramite una serie di macchine appositamente disposte all’interno del “metal box”, comincerà a fuoriuscire del fumo dai fori fino a pervadere tutto lo spazio: una sorta di annullamento dell’atto performativo ma anche una presa di distanza dal concetto tradizionale di scultura-installazione. Quest’ultima, tradizionalmente definita nella modalità tridimensionale, assume ora aspetto di environment che include non solo l’azione ma lo spazio in cui è avvenuta la performance e con esso la “struttura scultorea”. Una dualità interno-esterno (già presente in U.O. del 2009) a partire dal “metal box”: scultura per i performer che vi si trovano all’interno e scultura per gli spettatori che si trovano nella stanza; e ancora spazio interno alla galleria pervaso dal fumo e, spazio esterno alla galleria dove potenzialmente il fumo ha  la possibilità di espandersi.

Le dimensioni di tali sculture-installazioni sono più di due: lo spazio in cui avviene il performare; lo spazio (scultura) creato dall’artista (il parallelepipedo in metallo nel caso di Near Earth) e lo spazio percettivo. La partecipazione dello spettatore è un elemento fondamentale in tutto il lavoro della Palandri ma diventa centrale in N.E.. “Ogni installazione è figlia anche, seppure in modo non esclusivo della scultura. Della scultura resta e viene ampliato il rapporto con il movimento e quindi con il tempo: da sempre la figura tridimensionale richiede che le si giri intorno, con una partecipazione anche fisica da parte dello spettatore un po’ più forte di quella richiesta dalla pittura. Ogni performance che faccia muovere il pubblico è ancora figlia, sebbene in modo non esclusivo della scultura”[1]. Di sicuro il lavoro di Cristiana Palandri non può essere inserito in nessuna categoria; resta incompiuto come del resto incompiute sono le sue opere. Altrettanto sicuro è però che la matrice scultorea ha una sua collocazione nel percorso dell’artista, non solo negli intenti ma anche in quello che ci è dato vedere.

Cristiana Palandri è nata a Firenze nel 1977, dove vive e lavora. Principali mostre personali. 2010: “Noiseless”, Scaramouche, New York; 2008: “Unsettled”, Daniele Ugolini Contemporary, Firenze; “Oversight”, MLAC, Roma (a cura di Annalisa Di Domenico); 2007: “Stares”, Out of Court, Fiesole (FI), in collaborazione con Quarter Relocated, (a cura di Sergio Risaliti). Quest’anno l’artista è stata selezionata per il programma di Residenza alla Fabrica de pensule, Galleria Sabot & Robert Bosisio, Cluj-Napoca, Romania.

Francesco Scasciamacchia è nato a Maglie (LE) nel 1982. È stato news editor per la redazione di Flash Art Italia. Attualmente frequenta l’Mphil in Curating Contemporary Art al Royal College of Art a Londra.


[1] Angela Vettese, Prefazione. Que reste-t-il in Quando è scultura, a cura di Cristina Baldacci e Clarissa Ricci, et al./Edizioni, Milano 2010.

Traduzione da Italiano verso Inglese




Teramo. Mozzarelle Blu, questo è il codice da controllare: DE – BY106 – EG

Caso della Mozzarella Blu
Caso della Mozzarella Blu

Dopo l’allerta diramato ieri da parte della Regione Abruzzo, alla ASL di Teramo sono arrivate segnalazioni anche da parte dei consumatori sul rinvenimento di mozzarelle colorate di blu.

La ASL di Teramo, attraverso il Servizio di Igiene degli Alimenti di Origine Animale, si è immediatamente attivata per verificare il regolare svolgimento delle azioni di ritiro dal mercato (che competono agli operatori del settore alimentare) e per le analisi chimiche sui prodotti ritirati, che sono già in corso di svolgimento presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo, i cui risultati saranno pronti nel giro di due o tre giorni.

Le mozzarelle in questione, di produzione tedesca, ma commercializzate in Italia con vari marchi, possono essere riconosciute dai consumatori attraverso il marchio di identificazione che si trova sulle confezioni, un piccolo ovale che riporta al suo interno i seguenti codici:

DE – BY106 – EG

Chi dovesse trovarsi ad avere in casa mozzarelle con questo specifico marchio, è invitato ad evitare di consumarle e – in via cautelare – a portarle alla ASL, presso il Servizio di Igiene degli Alimenti di Origine Animale che si trova a Teramo in Ctr.da Casalena e a Giulianova, lungomare Spalato 11.

E’ importante sapere che la colorazione blu si evidenzia solo dopo alcune ore dall’apertura della confezione, e che comunque, al momento, non ci sono segnalazioni di disturbi da parte di chi le ha consumate.
Teramo 22.06.2010

Direzione Generale – ASL Teramo




Civitella del Tronto (TE). Cigs per cessazione di attività alla Setri Cefradue

Cigs per cessazione di attività alla Setri Cefradue di Civitella,

in venti usufruiranno degli ammortizzatori sociali per un anno

Cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività alla Setri Cefradue di Civitella del Tronto, azienda con venti dipendenti specializzata nella produzione di macchine per lavanderie industriali. L’accordo, firmato ieri in Provincia alla presenza di azienda, istituzioni e sindacati, prevede l’applicazione della Cigs per un periodo di dodici mesi. Una soluzione che, grazie alla mediazione condotta dall’Assessorato alle Attività produttive e dal Servizio relazioni industriali dell’ente, ha consentito di evitare la messa in mobilità dei lavoratori.

La situazione di crisi e la conseguente decisione di ricorrere agli ammortizzatori sociali sono state determinate da una drastica riduzione delle commesse di lavoro, tale da rendere improrogabile la cessazione dell’attività. L’azienda, tuttavia, si è impegnata a cercare di individuare possibili acquirenti che possano essere interessati alla prosecuzione, anche parziale, della produzione.

Anche la Provincia farà in questo senso la propria parte. Nell’ambito degli interventi finalizzati alla possibile cessione delle attività aziendali ad altra impresa, l’assessore alle Attività Produttive Ezio Vannucci ha assicurato, di concerto con l’assessore al Lavoro e alla Formazione Eva Guardiani, che saranno favorite occasioni di ricollocazione mediante interventi mirati e appositamente predisposti dai Centri per l’Impiego.

Alla riunione di ieri hanno partecipato anche l’assessore al Personale del Comune di Civitella del Tronto, Fabrizio De Angelis, Pierluigi Babbicola per il Servizio Relazioni Industriali della Provincia, e Orazio Antonio Bocale, funzionario ispettivo della Direzione Provinciale del Lavoro di Teramo. L’azienda era rappresentata dal direttore generale Javier Chocan e dall’avvocato Manuel Diaz De Marcos,  assistiti da Francesco Di Gialleonardo, responsabile finanziario aziendale, e da Marino Alleva, consulente aziendale. La Rsa, nelle persone di Massimo Tulini ed Emanuele Palmarini, era presente insieme a Giampiero Dozzi, segretario provinciale di Fiom-Cgil.

“Pur in presenza di una cessazione di attività – commenta l’assessore alle Attività produttive Ezio Vannucci – siamo riusciti ad evitare la messa in mobilità dei dipendenti, che all’inizio sembrava l’unica soluzione. I lavoratori usufruiranno della cassa integrazione per un anno e, nel frattempo, si studieranno soluzioni con i Centri per l’impiego al fine di favorirne la ricollocazione. Siamo contenti del lavoro di squadra compiuto e della partecipazione di azienda e sindacati. Non c’è stato conflitto, ci siamo impegnati al massimo per evitare situazioni peggiori”.

Teramo, 17 giugno 2010