Giulianova. Il nuovo romanzo di Lilia Amadio, Giustina, ambientato a Giulianova

Il nuovo romanzo di Lilia Amadio, Giustina, ambientato a Giulianova

La condizione delle donne durante e dopo la caduta del Fascismo

GIUSTINA, Lilia Amadio, Prezzo: €18.00 , 978-88-567-2298-7, Numero pagine: 108, edizioni albatros
GIUSTINA, Lilia Amadio, Prezzo: €18.00 , 978-88-567-2298-7, Numero pagine: 108, edizioni albatros

Di Walter De Berardinis

Prima della presentazione del suo ultimo libro, GIUSTINA delle edizioni albatros, abbiamo incontrato la scrittrice, Lilia Amadio, nata a Roma, città nella quale vive. Laureata in Giurisprudenza, Procuratore legale, ha svolto attività dirigenziale presso un importante ente pubblico fino al 1994. Dal 1995 ha iniziato a scrivere e ha portato a compimento un notevole numero di narrazioni. Ha pubblicato i seguenti romanzi: Vite parallele (Il Filo, 2005), Un delitto per motivi d’onore e Il ribelle (Firenze Libri-Maremmi, 2006), L’epilogo (Il Filo, 2007), con il quale ha ottenuto il quinto posto al Premio Internazionale “Penna d’Autore” e Guerra! Guerra! (Il Filo, 2008), che si è classificato quarto tra i finalisti dell’ultima edizione del Premio “Elsa Morante” e ha ricevuto la Targa per la sezione narrativa alla XXVI edizione del Premio Letterario “Città di cava de’ Tirreni” (2009). Nel 2009 sono usciti i libri I nostri compagni di viaggio – Storie di animali (Edit. Montedit) e per il Gruppo Albatros, Il Filo il romanzo Una storia incredibile. Amante della storia e della politica, non disdegna avere rapporti con la gente e soprattutto con gli animali, avendo alcuni gatti e la sua infaticabile tartaruga cinese, che divora tutto quello che incontra per strada. Il romanzo parla di Giustina e Diego, entrambi due giuliesi (Giulianova) giovanissimi, che si sposano, ma non hanno minimamente idea di cosa prepari per loro il destino; nel giorno del loro matrimonio la Germania invade la Polonia, ma per gli italiani il pensiero di una guerra imminente è ancora lontano. Poi tutto precipita: Diego è richiamato alle armi e deve lasciare la moglie, incinta di pochi mesi, nella loro piccola casa di Giulianova. Per lei inizia un periodo d’attese e speranze, che trovano nella morte del marito una drammatica conclusione. Ricominciare è difficile ma Giustina non si lascia travolgere dagli eventi: abbandonati i sogni di ragazza, inizia a lavorare nei campi per mantenere suo figlio, l’unico bene che le è rimasto. Poi, una sera, conosce Giulio, capo partigiano, e timidamente entra a far parte della Resistenza, dapprima dubbiosa, poi sempre più convinta delle proprie azioni. Davanti ai suoi occhi muoiono soldati, dell’uno e dell’altro schieramento: per loro, giovani vittime di un folle progetto, Giustina prova la stessa pietà; assiste a rastrellamenti delle SS, aiuta come può gli antifascisti. Più matura e consapevole, la donna dovrà affrontare le ferite del passato, non ancora rimarginate, per imparare a lasciarsi andare a un destino che, ancora una volta, la coglierà di sorpresa.

Abbiamo letto il suo ultimo libro, tutto in una notte, bello e affascinate sotto certi aspetti. Lo spunto di quest’ultima fatica editoriale da dove nasce?

L’ispirazione di “Giustina” nasce da una storia che mi è stata raccontata da una persona  che ha vissuto quella tragedia (fino al suicidio del giovane caporale. N.d.r.); il resto però è fantasia anche se lo è fino ad un certo punto.

Il tuo lavoro è ambientato interamente a Giulianova, una ridente città sulle rive del mar Adriatico, come mai? Forse la storia e il luogo dove si svolgono i fatti narrati sono veri?

Dopo l’8 settembre 1943, io e la mia famiglia, abbiamo lasciato Roma per rifugiarsi in Abruzzo perché mio padre, ufficiale superiore, non aveva nessuna intenzione di aderire alla repubblica di Salò; con le mie sorelle e i nostri cugini (fuggiti da Padova per avvicinarsi al fronte che in quel momento era a Termoli) ho vissuto, sia pure non da protagonista data la mia giovane età, quel terribile periodo dell’occupazione nazista. Mio padre era divenuto il comandante di una banda partigiana del Gran Sasso che ha operato in quel periodo fra l’Abruzzo e le Marche. Io conosco bene Giulianova fin da bambina e tutte quelle spiagge vicine; conosco Tortoreto che a quell’epoca aveva un arenile bellissimo pieno di dune (non stiamo parlando della preistoria!). Alcuni degli episodi raccontati li ho vissuti personalmente come l’uccisione del pilota americano. Alcuni anni dopo, appena fuori del porto di San Benedetto del Tronto, sono andata a cercare i resti di quell’aereo che, quando il mare era calmo, erano ben visibili. Ho assistito terrorizzata ai rastrellamenti delle S.S. tedesche degli uomini validi (tra cui mio padre), all’arresto dei miei parenti per farli lavorare alle linee di fortificazione del porto e, dopo la liberazione, ho conosciuto (con un po’ di invidia!) le giovani staffette che avevano svolto probabilmente l’attività che ho fatto svolgere alla mia Giustina.

 Lilia Amadio autrice de GIUSTINA, Lilia Amadio, Prezzo: €18.00 , 978-88-567-2298-7, Numero pagine: 108, edizioni albatros
Lilia Amadio autrice de GIUSTINA, Lilia Amadio, Prezzo: €18.00 , 978-88-567-2298-7, Numero pagine: 108, edizioni albatros

Giustina, la protagonista principale del tuo romanzo, è una donna che attraversa tutto il periodo bellico della 2° guerra mondiale, quindi una donna che all’epoca dei fatti doveva lottare per avere i suoi “spazi”. Con questo romanzo hai voluto far emergere qualcosa? Tipo la condizione della donna in quel periodo storico?

Nel romanzo “Giustina”, come in quelli precedentemente scritti, mi è piaciuto occuparmi della condizione della donna. La cosa strana è che, nelle varie interviste che hanno avuto luogo in occasione della presentazione di altri libri editi da “Il Filo”, mi è stata rivolta la stessa domanda: “Sono donne di fantasia, così emancipate o in lotta per la loro emancipazione? A quell’epoca le donne non erano così”. Questo non è vero: a quell’epoca molte donne lavoravano (nelle scuole, negli uffici, in campagna e nelle fabbriche) e hanno sempre lottato per avere riconosciuti i loro diritti, anche se si è dovuti arrivare alla Costituzione del 1948 per il loro riconoscimento ufficiale. Io stessa mi sono laureata in giurisprudenza per fare il magistrato ma non ho potuto partecipare al concorso perché “donna”, e parliamo di molti anni dopo. Non mi sono abbattuta e ho trovato una strada diversa che mi permettesse un’attività non subordinata. Giustina, nel romanzo, ha un’evoluzione: da semplice ragazza di paese a donna in grado di poter accettare un amore senza il matrimonio e senza tener conto dell’opinione degli altri. Era una donna d’avanguardia  ma ne ho conosciute tante così.

Cosa rimane oggi di “Giustina”, visto gli enormi cambiamenti della donna e della società stessa?

Che cosa rimane oggi di Giustina? Di lei, secondo me, resta tutto; l’emancipazione femminile in Italia è stata lenta (almeno nelle leggi) ma ha raggiunto, in cinquant’anni e più, traguardi importanti, anche se non si è ancora completata la salita intrapresa. Giustina e le donne come lei (cioè provinciali e ristrette in ambiti sociali arretrati)  sono quelle che hanno percorso  i primi gradini indicando alle altre la strada dell’autonomia. La società è cambiata, molte sono le conquiste fatte ma credo che ci sia, da parte degli uomini italiani, una forte resistenza ad accettare questa uguaglianza. Tra l’altro mi chiedo spesso se sia più emancipata Giustina, che portava le armi ai partigiani, o quelle migliaia di ragazze di oggi, ignorantissime, che partecipano a concorsi di bellezza, sognano di rifarsi il seno a diciotto anni, hanno come ideale di donna Belen e vedono in un calciatore il loro principe azzurro.

Walter De Berardinis

www.giulianovanews.it