MONTORIO AL VOMANO. QUARANT’ANNI CON RADIO CENTRALE

 

di Pietro Serrani

Da sx a dx, seduti: Pietro Serrani, Patrizia (?), Lucia Barnabei, Francesca Menaguale, Graziano Ciambotti.  In piedi: Ercole Di Bartolomeo, Mario e Guido Fedele, Alessandro Paolini, Gianfranco Di Bartolomeo, Antonio Restauri e Tonio Bosioli.
Da sx a dx, seduti: Pietro Serrani, Patrizia (?), Lucia Barnabei, Francesca Menaguale, Graziano Ciambotti. In piedi: Ercole Di Bartolomeo, Mario e Guido Fedele, Alessandro Paolini, Gianfranco Di Bartolomeo, Antonio Restauri e Tonio Bosioli.

Nella seconda metà degli anni Settanta, dello scorso secolo, in Italia spuntarono, quasi come funghi, tantissime radio private e locali. Il tutto era dovuto ad una sentenza della Corte Costituzionale, la 202 del 28 luglio 1976, che sanciva la legittimità delle emittenti private (radiofoniche e televisive). Venivano chiamate “radio libere” perché, al contrario di Radio Rai, potevano trasmettere la musica che volevano 24 ore su 24 e si poteva discutere di politica quasi liberamente, si aprivano i microfoni anche agli ascoltatori per sentire le loro opinioni in diretta telefonica. Quel tipo di radio era fatta dai giovani. Una radio che, come cantava Eugenio Finardi in quel periodo, «arriva dalla gente, entra nelle case e ci parla direttamene, e se una radio è libera, ma libera veramente, mi piace ancor di più perché libera la mente», parole che sarebbero diventate, in futuro, un inno tormentone per tutte le emittenti.

Noi eravamo abituati alla rigidità dei programmi Rai, perché gli annunciatori – gli speaker di oggi – si limitavano a leggere i testi già scritti e controllati prima che andassero in onda, con qualche eccezione, come ha ricordato Renzo Arbore, tempo fa, su una rivista; i nati nella prima metà degli anni Sessanta in giù, sicuramente ricorderanno il grido dello scomparso Lelio Luttazzi, quando annunciava «Hiiiit Paraaaaaade!!!», la classifica dei dischi più venduti della settimana, con la “canzone regina”, cioè la prima in classifica.

Le radio locali, quindi, furono delle innovazioni vere e proprie nel costume degli italiani. Il programma di punta, ovvero il più seguito (almeno nei miei ricordi), era quello delle dediche -alcune chilometriche – di canzoni a richiesta che adesso può soltanto far sorridere, ma per noi ragazzi di allora, che frequentavamo le scuole medie, era un appuntamento fisso ed immancabile. Potevamo ascoltare i nostri brani preferiti tutti i giorni e dedicarli alla persona amata.

E così, in questo contesto storico, tra maggio e giugno del 1977, nella modulazione di frequenza (FM) dei nostri apparecchi radio, iniziammo a sentire delle musichette con una voce che ripeteva la tipica frase «prove tecniche di trasmissione». Era nata Radio Centrale e trasmetteva dalla nostra Montorio. Ufficialmente, secondo alcuni, le trasmissioni iniziarono il 24 giugno 1977; secondo altri, il 26 giugno 1977. Ricordo un brano musicale, A taste of honey eseguito dal trombettista Herb Alpert, che era una specie di sigla di inizio programmi e veniva trasmessa assai di frequente.

La radio montoriese venne installata negli ex locali dell’Azione Cattolica (all’epoca, concessi gratuitamente dal compianto arciprete don Fioravante D’Ascanio), all’interno dell’ex convento francescano, al civico 4 di Piazza Ercole Vincenzo Orsini, cuore pulsante della cittadina della Val Vomano. Agli inizi era gestita dalla Cooperativa Beretra (ricordo il timbro tondo blu stampato sulle copertine dei dischi in vinile a 33 e a 45 giri)  e successivamente da una Snc, con l’aiuto tecnico di don Nicola Iobbi (prete tuttofare, all’epoca parroco di Cerqueto di Fano Adriano ed ora in quel di Montorio al Vomano) e del compianto Antonio Di Giulio (Tonino per gli amici) della Gioielleria Di Giulio, radioamatore dall’intelligenza vivace; tra i soci fondatori – ed ideatori – di Radio Centrale ricordiamo i fratelli Ercole e Gianfranco Di Bartolomeo e i fratelli Guido e Mario Fedele.

Dopo varie vicissitudini, la nostra emittente ha trovato successivamente il suo definitivo assestamento, ed ora è di proprietà della Pubblifebar Srl e da quasi vent’anni ha trasferito la propria sede nei rinnovati e spaziosi locali al secondo piano di Via Donato Di Giammarco n° 19.

Nel corso di questi quarant’anni, tante sono state le radio che hanno chiuso i battenti. Alcune hanno cambiato gestione, altre hanno ceduto le frequenze oppure sono state assorbite. Radio Centrale, nonostante le tantissime difficoltà, è rimasta a galla e continua a solcare le onde libere della frequenza in “tempesta”.

Auguri, cara Radio Centrale, da un tuo ex collaboratore. E grazie ancora per le tante spensierate giornate ed altrettante splendide nottate “trascorse”, nell’etere, in tua compagnia.

Sarebbe bello, un giorno, pubblicare un libro sulla storia di questa longeva radio montoriese; magari raccogliendo le testimonianze, e i tantissimi aneddoti, dei vari collaboratori che si sono succeduti per mantenerla in vita in questi quattro decenni.

Pietro Serrani

 

n.d.r. articolo già uscito per la carta stampata su La Città