Giulianova. Ferdinando Mastrilli, l’alpino del 7° Rgt. morto sul Monte Solarolo

di Walter De Berardinis
Nasce a Giulianova il 14 gennaio 1885, da Raffaele e Francesca Amabile (per una serie di errori di trascrizioni negli atti pubblici, figurerà l’inesistente paternità di nome Francesco e la madre Santa Mastrilli o Francesca Del Turco, solo il 28 maggio 1889 arriverà la sentenza del Tribunale di Teramo per riparare all’errore).
Il 17 maggio 1905 viene giudicato idoneo al servizio di leva nel distretto militare di Teramo e il 21 novembre chiamato alle armi. L’8 dicembre entra nel 1° Reggimento Alpini – Battaglione “Ceva”, il 30 settembre 1906 viene nominato Caporale e il 9 ottobre 1907 Caporal Maggiore. Il 5 ottobre 1907 entra nel Battaglione “Pieve di Teco”, qui incontra l’alpino, originario di Bellante, Carlo De Berardinis (1888/1917). Il 13 settembre 1908 arriva il congedo con la qualifica di Tiratore scelto, dopo aver frequentato con lode il corso nazionale. Il 30 luglio 1911 transita (d’ufficio) nel 7° Reggimento Alpini – Battaglione “Feltre” e il 31 dicembre 1914 nella Milizia Mobile.
Prima dello scoppio della 1° Guerra Mondiale si unisce in matrimonio con Antonietta Zenoble.
Il 10 ottobre 1915 arriva in territorio dichiarato in stato di guerra e il 15 novembre entra nell’8° Reggimento – Battaglione “Tolmezzo”; il 27 aprile 1916 nel 7° Reggimento Alpini – Battaglione “Feltre” e poi “Val Cismon”, (anche qui incontra Carlo De Berardinis) e il 30 settembre gli viene concesso il grado di Sergente.
La morte
Il 25 novembre 1917, alle ore 08:00, sul Monte Solarolo (mt. 1676, del gruppo montuoso del Grappa), mentre combatteva la 1° battaglia del Grappa o battaglia d’arresto, colpito al ventre da pallottola nemica, muore all’età di 32 anni. Sepolto in un primo momento sul campo e poi a Cavaso, nel dopoguerra verrà riesumato e tumulato nel Tempio Ossario di Bassano del Grappa, tomba numero 3044.
Il nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, sulla lapide del Duomo di San Flaviano e nel libro “I salmi della Patria” di Francesco Manocchia.
3 le medaglie alla memoria: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per ogni anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918 #primaguerramondiale #giulianova #unitiperlapatria #7alpini



Giulianova. Davide Mastrilli, il giovanissimo fante caduto sul Montello.

Nasce a Giulianova il 1 ottobre 1899, alle ore 15:00, in Via per Mosciano, dal 30enne Ferdinando e Elisa Maiorani. Il 3 ottobre sarà l’Assessore anziano, Apollo Caravelli, a registrare il bambino alla presenza di due testimoni: Giuseppe Di Giuliano, 40enne, illuminatore e Tommaso Marcellini, 60enne, anche lui illuminatore.
Il 9 maggio 1917 (era ancora diciasettenne) viene giudicato idoneo al servizio di leva nel distretto militare di Teramo e l’11 giugno viene chiamato alle armi. Il 25 giugno entra nel 59° Reggimento Fanteria – Brigata Calabria e il 20 novembre arriva in prima linea. Il 30 novembre viene inquadrato nel 39° Reggimento Fanteria – Brigata “Bologna”, reduce dal massacro della 12° battaglia dell’Isonzo, dove l’intera brigata viene decimata dagli austro-tedeschi (si salvano in 800). Il 1918 inizia in prima linea sul Monte Grappa. Il 6 giugno rimane ferito e ricoverato in un ospedale di retrovia. Subito dimesso, viene inviato di nuovo al fronte, per partecipare alla battaglia del “Solstizio” con l’8° Armata. Il 19 giugno, sul “Montello” (un colle alto 371 mt, ai piedi del Monte Grappa, sulla sponda destra del fiume Piave), viene colpito gravemente: ferita lacero contusa – scriveranno i rapporti dell’epoca – al braccio destro con frattura commutativa ed esposta dell’omero; ferita passante emitorace destro con penetrazione in cavità. Muore, tra atroci sofferenze, il 28 giugno 1918 all’età di 18 anni. Solo nel 1927, tramite sentenza del Tribunale di Teramo, verrà ufficializzata la morte del giovanissimo fante giuliese.
Il nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, sulla lapide del Duomo di San Flaviano e nel libro “I salmi della Patria” di Francesco Manocchia.
3 le medaglie alla memoria: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per ogni anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918 #primaguerramondiale #giulianova #unitiperlapatria



Giulianova. Luigi Maiorani, morto nell’ospedale da campo n° 104

Nasce a Giulianova il 30 luglio 1892, alle ore 8:30, nella casa posta in Via Provinciale, dal 35enne Domenico e Rosaria Quatraccioni. Il giorno successivo sarà l’Assessore anziano, Apollo Caravelli, a registrare il nascituro alla presenza di due testimoni: Nicola Petrella, 31enne, agricoltore e Emidio Paolone, 39enne, benestante.
Il 17 aprile 1912, nel distretto militare di Teramo, viene rimandato rivedibile nella classe successiva (1893) e parte per l’America, dove giunge il 16 agosto con la nave “Mendoza”.
La famiglia Maiorani si trasferisce a Mosciano Sant’Angelo.
Il 25 maggio 1913 non si presenta alla chiamata del distretto militare perché all’estero, ma 5 giorni prima si era presentato spontaneamente al consolato italiano di Philadelfia per la visita medica e la firma dell’atto di sottomissione. La visita sarà registrata a Teramo il 1 agosto 1913. L’8 settembre 1914, non presentatosi alla chiamata alle armi perché all’estero, gli viene concesso una proroga fino al 1 giugno. Il 15 aprile si costituisce al distretto militare e il 17 aprile entra nel 41° reggimento – Brigata Modena. Il 20 ottobre 1916 giunge in prima linea con la 409° Compagnia mitraglieri modello 1907 Fiat.
La morte
L’8 luglio 1917, a Elimak, una scheggia di granata lo colpisce alla testa, ricoverato nell’ospedale da campo n° 104, muore il giorno successivo alle ore 16:40, all’età di 24 anni. Verrà sepolto a Mscck.
Il nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, sulla lapide del Duomo di San Flaviano, nel libro “I salmi della Patria” di Francesco Manocchia e nella lapide dei caduti di Mosciano.
3 le medaglie alla memoria: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per ogni anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918 #primaguerramondiale #giulianova



Domenico Candeloro Biagio Michini, il soldato giuliese morto nell’ospedale militare di Taranto.

Nasce a Giulianova il 7 febbraio 1879, alle ore 6:15, nella casa posta in Via dei Magazzeni, dal 35enne Pietro e Maria Giuseppa Camiscione. L’11 febbraio il bambino sarà registrato dal Sindaco, il Cav. Pasquale De Martiis, alla presenza di due testimoni: Girolamo De Benedictiis, 33enne, guardia municipale e Tommaso Lattanzi, 26enne. Il 9 marzo 1918, si unisce in matrimonio con Linda Ernestina Montebello, figlia di Giustino ed Elisabetta Marcozzi.
Il 22 giugno 1899, il giovane studente giuliese, viene giudicato idoneo al servizio di leva dal distretto militare di Teramo e il 4 febbraio 1900 passa dalla 1° alla 3° categoria. Il 15 maggio 1916 viene chiamato in guerra e il giorno successivo viene lasciato in congedo temporaneo. Il 15 luglio, di nuovo richiamato, entra nel 267° Battaglione di Milizia Territoriale e il 18 dicembre diventa Caporale. La malattia. Il 30 dicembre, per malattia, entra nell’ospedale militare di riserva di Taranto ed esce il 7 febbraio 1917. L’11 giugno 1918 rientra in ospedale per il secondo ricovero ed esce il 16 giugno per essere destinato al deposito del distretto militare di Taranto. Il mese successivo, per il riacutizzarsi della malattia, dopo essere stato curato all’interno del distretto militare, viene di nuovo trasferito all’ospedale militare di riserva di Taranto dove muore all’età di 39 anni, alle ore 24:00 del 2 settembre 1918.
Il nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, sulla lapide del Duomo di San Flaviano e nel libro “I salmi della Patria” di Francesco Manocchia.
3 le medaglie alla memoria: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per ogni anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918 #primaguerramondiale #giulianova #taranto



Sante Messa, il soldato di Castellana Grotte morto alla stazione ferroviaria di Giulianova.

Nasce a Castellana (nel 1950 fu aggiunto Grotte) il 13 aprile 1881, da Giovanni e Cristina Recchia. Il 1 agosto 1901 viene giudicato idoneo al servizio di leva dal distretto militare di Bari con le seguenti caratteristiche: alto 1,68 e colorito pallido; capelli castani e lisci; occhi celesti e nei sulla guancia sinistra; di professione falegname. Avendo il fratello, Giacomo Messa, classe 1879, nel corpo dei Reali Carabinieri, ritarderà la chiamata.
Prima dello scoppio della Grande Guerra si sposa con Paola Antonia Montanaro. L’8 febbraio 1916 viene chiamato in guerra ed assegnato alla 75° Centuria (appartenente al primo blocco (160) nate nel 1916, composte da uomini della 3° categoria del 1881) ed inviato in zona di guerra. Il 22 gennaio 1918 entra nel 1° Reggimento Genio zappatori.
La morte
Il 21 dicembre 1918, alle ore 9:00, presso la stazione di Giulianova, per infortunio (forse investimento), muore all’età di 37 anni. Solo nel 1922, grazie alla testimonianza di due giuliesi: Tommaso Lattanzi, 36enne, impiegato e Giovanni Piccinini, 74enne, pensionato, verrà trascritto l’atto di morte.
Il nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, ma non sulla lapide dei caduti di Giulianova del Duomo di San Flaviano.
3 le medaglie alla memoria: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per ogni anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918 #primaguerramondiale #giulianova #castellana



Luigi Marà, il marinaio giuliese morto nell’ospedale marittimo di Venezia.

Nasce a Giulianova il 24 aprile 1888, alle ore 11,30, nella casa posta in Via Marina al numero 9, dal 30enne Savino (industrioso) e Annadomenica Rossi. Il 26 aprile sarà il Sindaco, Francesco Ciafardoni, a registrare il bambino alla presenza di due testimoni: Emidio Paolone, 35enne, benestante e Achille Nanni, 40enne, anche lui benestante.
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, già arruolato nella Regia Marina Militare nel 1908, viene richiamato dal Compartimento Marittimo di Ancona.
Probabilmente, per una convalescenza o permesso, torna a Giulianova il 27 dicembre 1917 per unirsi in matrimonio con la giuliese Giuseppina Amalia Elvira Mosciano (figlia di Emidio e Lucia D’Antonio). Un matrimonio preceduto dalla perdita del fratello della sposa, Camillo Mosciano, morto il 19 giugno 1917 sul Monte Zebio in combattimento. I testimoni degli sposi: Quintino Cittadini, 28enne, commerciante e Francesco Marà, 49enne, pescatore.
Il 23 marzo 1919, per malattia, alle ore 8:20, nell’ospedale militare marittimo di riserva numero 1 di Venezia, muore all’età di 31 anni.
Il nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, sulla lapide dei caduti di Giulianova del Duomo di San Flaviano, nella lapide dei caduti del mare in Piazza Dalmazia e nel libro di Francesco Manocchia “I Salmi della Patria”. Non verrà menzionato nella lapide di Piazza Dalmazia.
3 le medaglie alla memoria: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per ogni anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918 #primaguerramondiale #giulianova #venezia



Flaviano Marà, il marinaio morto a Giulianova.

Nasce a Giulianova il 18 febbraio 1896, alle ore 24:00, nella casa posta in Via della Rocca, dal 28enne Casimiro e Splendora Marcellini. Sarà l’Assessore anziano, Apollo Caravelli, a registrare il nascituro alla presenza di due testimoni: Emidio Paolone, 44enne, benestante e Raffaele del Nunzio, 51enne, proprietario.
L’8 settembre 1915 viene cancellato dalla lista di leva del distretto militare di Teramo perché già iscritto al Compartimento Marittimo di Ancona, insieme a Nicola Marà, anche lui giuliese (nato il 1 dicembre 1896 a Giulianova, figlio di Giovanni Marà e Splendora Montese)
Alla fine della Grande Guerra, per le gravi patologie invalidanti, muore all’età di 23 anni nella sua casa in Via della Rocca. Il decesso fu comunicato da: Giacinto Ridolfi, 50enne, usciere e Vittorio Ridolfi, 26enne, fornaio. Il funerale fu celebrato nel Duomo di San Flaviano da Don Celestino Colli.
Il nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, sulla lapide dei caduti di Giulianova e nel libro di Francesco Manocchia “I Salmi della Patria”. Non verrà menzionato nella lapide di Piazza Dalmazia.
3 le medaglie alla memoria: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per ogni anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918 #primaguerramondiale #giulianova



Luigi Macrini, il fante giuliese morto a Crotone dove si combatteva “la Spagnola”.

Nasce a Giulianova il 1 giugno 1894, alle ore 10:30, nella casa posta in Via Provinciale, al civico 81, dal 31enne Nicola e Pasquarosa Maiorani. Dopo tre giorni verrà registrato all’anagrafe dall’Assessore anziano, Apollo Caravelli, alla presenza di due testimoni: Girolamo De Benedictiis, 48enne, guardia municipale e Emidio Paolone, 41enne, benestante.
Il 18 maggio 1913 parte da Napoli per l’America insieme al coetaneo (18anni) Giuseppe Bellocchio (figlio di Giovanni e Giuseppa Marzi) con la nave “Napoli” (costruita dalla “Palmer’s Shipbuilding & Iron Company”, a Jarrow in Inghilterra nel 1899. Di proprietà della “British Shipowners Limited”, battente bandiera inglese, verrà chiamata “British Prince”. Nel 1906 verrà venduta alla compagnia “Navigazione Generale Italiana Line”, battente bandiera italiana, ribattezzata “Sannio”. Nel 1913 viene di nuovo ceduta alla “Linea Italia”, per fare servizio tra New York e l’Italia, ribattezzata per la terza volta con il nome “Napoli”. Allo scoppio della Grande Guerra, già requisita dalla Regia Marina, affondò il 5 luglio 1918 per collisione con una nave norvegese mentre si dirigeva nel porto di Genova.), sbarcano a Ellis Island il 4 giugno. Bellocchio andrà nella città di Poughkeepsie (capoluogo della contea di Dutchess nello Stato di New York) e Macrini in Ohio, ospite di Bernando De Donato.
La famiglia, durante la guerra, si trasferisce a Cologna (Roseto degli Abruzzi).
Il 1 dicembre 1914, negli uffici del Consolato italiano a Pittsburgh, firma l’atto di sottomissione in caso di richiamo per la guerra e si sottopone a visita medica per essere dispensato fino al 31 maggio 1915. Il 1 giugno, per non aver risposto alla chiamata alle armi, verrà denunciato al Tribunale Militare di Ancona per diserzione. L’11 agosto rientra in patria e si costituisce al distretto militare di Teramo e il giorno successivo inquadrato nel 14° Reggimento Fanteria – Brigata “Pinerolo”. Il 19 agosto ottiene dal Tribunale di Ancona l’amnistia grazie al Regio Decreto del 20 maggio 1915 e il 30 novembre arriva in prima linea con il 136° Reggimento Fanteria – Brigata “Campania” nel settore di Oslavia e goriziano. Il 1916, nel mese di gennaio, attaccano quota 188 e selletta di Oslavia. Nel mese di aprile vengono trasferiti in Valsugana e Brocon. Nei primi mesi del 1918 si attestano a Conca del Tesino in trentino per lavori di rafforzamento e pattugliamento. Il 3 marzo viene di nuovo trasferito al 162° Reggimento Fanteria – Brigata “Ivrea”.
La morte
Alla fine di aprile, gravemente ammalato, viene trasferito nell’ospedale della Stazione Sanitaria Marittima di Cotrone (oggi Crotone), diretto dal Maggiore Prof. Rosolino Ciauri, un presidio sanitario in prima linea per combattere la terribile “Spagnola”. Purtroppo il fante giuliese, all’età di 23 anni, muore il 6 maggio 1918 nel nosocomio di Via Regina Margherita.
Curiosità
Nell’albo d’oro viene riportato l’anno sbagliato (1917), mentre lui era morto nel 1918. Morirà in combattimento anche l’altro fratello, Giovanni Macrini, nato a Mosciano Sant’Angelo il 2 settembre 1889 del 123° Reggimento Fanteria, deceduto in combattimento sul Carso il 5 agosto 1915. Anche Giovanni figura sul monumento di Cologna Pese.
Il nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, sulla lapide dei caduti di Cologna paese, nel libro Raffaele D’Ilario “Roseto degli Abruzzi nella Prima Guerra Mondiale” edito nel 1968. Nel 2015 è stato ricordato nel libro “Quando c’era la Guerra” – ristampa del libro di Francesco Manocchia e nell’altro libro edito a Roseto degli Abruzzi “Roseto degli Abruzzi caduti e decorati” di Emidio D’Ilario e Luciano Di Giulio.
3 le medaglie alla memoria: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per ogni anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918 #primaguerramondiale #giulianova #crotone #montepagano #cologna



Carmine Di Giallorenzo, morto a Fontaniva (Padova) e seppellito a Giulianova.

di Walter De Berardinis
Nasce a Giulianova il 15 gennaio 1898, alle ore 2:00, dal 34enne Antonio e Addolorata Cardelli. Il giorno successivo sarà Apollo Caravelli, Assessore anziano, a registrare il bambino alla presenza di due testimoni: Emidio Paolone, 45enne, impiegato e Raffaele Del Nunzio, 54enne, possidente. La famiglia era composta anche da: Giuseppina (1896, poi sposata con Domenico Piccioni di Mosciano Sant’Angelo); Marco (1900, poi sposato con Teresa Biondi di Mosciano Sant’Angelo), Loreta (1904, morta a Leonessa nel 1932 presso il monastero di San Giovanni Evangelista, era una suora (Clarisse), Alfonso (sposato con Luigia Acoleo nativa di Castel Franco Veneto ed era la direttrice (bachi da seta) del Convento), Giuseppe (sposato con Marcella Lunari) e Pierino (sposato con la maestra di Mosciano Oliva Marchetti).
Il 19 gennaio 1917 viene giudicato idoneo al servizio dal distretto militare di Teramo e il 26 febbraio chiamato alle armi. Il 15 marzo giunge al 2° Reggimento Genio zappatori di Bologna e il 31 luglio entra in prima linea con la 110° compagnia. Sarà destinato allo scavo di trincee e trasporto materiale per la costruzione di strade e posizioni delle prime linee. Agli inizi del 1918, gravemente ammalato, viene ricoverato all’ospedale da campo numero 0167 (solo 100 posti letto) della 6ª compagnia di sanità (Bologna) nel territorio del Comune di Fontaniva (Padova).
La morte

Il 5 maggio 1918, alle 17,15, per broncopolmonite tubercolare, muore all’età di 20 anni. A redigere il verbale di morte sarà il Tenente dell’amministrazione del campo, Fernando Mazzolini, alla presenza dei testimoni: il Tenente medico, dott. Gaspare Di Benedetto; il direttore medico, dott. Filomeno Di Tullio; Carlo Panfili e Alfonso Nori, entrambi soldati. Sepolto nel locale cimitero di Fontaniva, verrà dissepolto e riportato a Giulianova alla fine degli anni ’20. Oggi riposa nella parte monumentale del cimitero giuliese. Essendo l’unico soldato giuliese della Prima Guerra Mondiale, sepolto in un loculo pubblico (altri caduti sono nelle cappelle private di famiglia), abbiamo chiesto all’Assessore

Federico Taralli

di porre un vincolo come testimonianza storica in ricordo degli oltre 150 caduti giuliesi nella Grande Guerra.

Il nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, sulla lapide dei caduti di Giulianova e nel libro di Francesco Manocchia “I Salmi della Patria”.
3 le medaglie alla memoria: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per ogni anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918 #primaguerramondiale #giulianova #fontaniva




Giulianova. Nicola Di Egidio, il mitragliere morto a Trieste alla fine della guerra.

Nicola Di Egidio o D’Egidio, nasce a Giulianova il 20 gennaio 1885, alle ore 23:00, nella casa posta in Via Brecciola, dal 42enne Costantino e Cristina Calvarese. Il giorno successivo sarà registrato dal Sindaco, Francesco Acquaviva D’Aragona, alla presenza di due testimoni: Emidio Paolone, 32enne, benestante e Raffaele Del Nunzio, 40enne, anche lui benestante. Il 1 febbraio 1915 si sposa con Margherita Fiorà (nata a Giulianova nel 1898, figlia di Antonio Fiorà e Giulia Boccadoro, entrambi residenti a Mosciano Sant’Angelo).
La vita militare.
Il 18 maggio 1905 viene giudicato idoneo al servizio di leva nel distretto militare di Teramo con le seguenti caratteristiche: alto 1,58 e torace 0,86; capelli neri e lisci; occhi castani e colorito bruno. Il 21 novembre viene chiamato alle armi e l’8 dicembre entra nel 15° Reggimento – Brigata “Savona”. Il 30 giugno 1906, a Oneglia (Imperia), insieme alla sua compagnia, nell’entrare in acqua subisce l’infortunio del piede destro (processo verbale del 19 luglio 1906).
Il 18 settembre 1908 viene congedato nel deposito di Teramo del Reggimento Fanteria Genova.
Il 20 febbraio 1909 ottiene il passaporto per New York per tentare la fortuna in America. L’anno seguente, essendo all’estero, ottiene diverse dispense per istruzione militare (1910, 1913, 1914), rimpatria agli inizi del 1915 per sposarsi. Il 31 agosto, all’indomani dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, viene richiamato alle armi e il 21 ottobre verrà inquadrato nel 144° Reggimento Fanteria – Brigata “Taranto” ed inviato al fronte.
Entra nella 1374° compagnia mitraglieri a supporto del suo reggimento, usando modelli come: Maxim modello 1911, Fiat – Revelli modello 1914 (la più usata), Perino modello 1908, Saint-Étienne modello 1907 (francese venduta agli italiani), Gardner americane a manovella e le pistole mitragliatrici Fiat modello 1915.
Parteciperà alla “battaglia di Gorizia” (6° dell’Isonzo, dal 4 al 17 agosto 1916); alla 9° battaglia dell’Isonzo (31 ottobre – 4 novembre 1916); 10° battaglia dell’Isonzo (12 maggio – 5 giugno 1917); 11° battaglia dell’Isonzo (dal 17 al 31 agosto 1917); Battaglia del Solstizio (dal 15 al 24 giugno 1918). Il 16 ottobre 1918, dal XXIII° Corpo d’Armata, riceve la Croce di Guerra.
La morte
Ricoverato per Broncopolmonite all’ospedale di tappa di Trieste, muore il 1 dicembre 1918, alle ore 13:00, all’età di 33 anni. In seguito verrà sepolto nel cimitero militare di Trieste. A redigere il verbale sarà il Tenente Gaetano Elgorini, alla presenza dei testimoni: l’ufficiale medico, Armando Del Prete; i soldati Virginio Pazienza e Vincenzo Cerbone; il Maggiore medico direttore, dott. Carmelo Pannizzoffo.
Il nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, sulla lapide dei caduti di Giulianova e nel libro di Francesco Manocchia “I Salmi della Patria” .
3 le medaglie alla memoria: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per ogni anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918 #primaguerramondiale #giulianova #trieste