Premiazione dei vincitori dell’8° Concorso di Esecuzione Musicale “G. Braga” Città di Giulianova e la presentazione del libro “Gaetano Braga attraverso la corrispondenza. Epistolario di un’anima artistica” del Prof. Giovanni Di Leonardo

L’Associazione Culturale “G. Braga”onlus e l’Associazione Concertistica Orchestrale “I Sinfonici”
(con il Patrocinio dei Comuni di Giulianova e Corropoli) rendono noto che venerdì 9 giugno 2023,
si terrà la premiazione dei vincitori dell’8° Concorso di Esecuzione Musicale “G. Braga” Città di
Giulianova. L’evento, cui partecipano giovani provenienti da tutta Italia, si svolgerà al Palazzo del
Kursaal di Giulianova.
Alle ore 18,00, sarà presentato (con il Patrocinio della Presidenza del Consiglio Regionale e del
Comune di Giulianova) il nuovo volume Gaetano Braga attraverso la corrispondenza. Epistolario
di un’anima artistica, del Prof. Giovanni Di Leonardo, che aggiunge un prezioso tassello alla
conoscenza di Gaetano Braga. Consta di 224 pagine e raccoglie 260 lettere di Braga e 79 di altri a
Braga (Rossini, Fogazzaro, D’Annunzio, Tosti, Michetti, Dumas figlio, ecc.). Il M° Sergio Piccone
Stella e l’autore illustreranno brevemente il contenuto del volume, seguirà l’esibizione dei vincitori
del Concorso.
Sottolineiamo che le due Associazioni, con studio e ricerca, sono tra le poche che riescono a proporre
al territorio progetti integrati (Letteratura, Storia, Musica) affinché i cittadini, in particolare i giovani,
siano sensibilizzati all’alto valore sociale della Cultura, evidenziando in special modo quella
abruzzese.
INGRESSO LIBERO




Giulianova. La cartolina ritrovata. Quando Il Cav. Francesco Ianni e figlio scrivevano all’Ing. Johs Koch di Trossingen (Germania)

Giulianova. “…compiacendosi far sapere”, iniziava così una cartolina recentemente ritrovata dal sottoscritto a Pistoia dove svela l’internazionalità di questa azienda giuliese che, oltre a tenere il mercato interno, si adoperava per far conoscere e apprendere da altre realtà internazionali la sua produzione di armoniche. Proprio il 20 novembre 1923, Francesco Ianni, scriveva all’azienda Koch per aver informazioni per una macchina utile al suo lavoro di fabbricante di organetti. L’azienda dell’Ing. Johs era già nota in Europa, situata a Trossingen, nel land tedesco del Baden-Württemberg, era conosciuta anche come “Musikstadt”cioè come la Città della Musica. Era una fabbrica di macchine fondata nel 1878, proprio dallo stesso Ing. Johs Koch, per la lavorazione del legno della migliore qualità, in particolar modo produceva delle smerigliatrici con carta vetrata imperiale a tre cilindri, tanto da meritarsi la Medaglia d’oro “Villingen” nel 1907. La cartolina, affrancata per l’estero con tre francobolli, era partita da Giulianova composta da: 2 francobolli da 25 centesimi e 1 da 10 centesimi, per un totale di 60 centesimi di valore, ed erano della serie dell’ottobre 1906 (effigie di Vittorio Emanuele III) annullati con il timbro guller (ideato da Johann Jakob Güller), probabilmente arrivò a destinazione il 23 novembre dello stesso anno (in basso alla cartolina viene riportato due volte un timbro interno dell’azienda). Chi sa cosa pensò l’Ing. Koch quando arrivò la cartolina del Cavaliere Ianni Francesco dove veniva riportata la dicitura “Premiata con 8 medaglie d’oro e 3 croci al merito”? Considerando che, da soli 5 anni, i tedeschi avevano perso la Prima guerra Mondiale e nella famiglia Ianni furono battezzati con nomi risorgimentali e di buon auspicio: Trentino Vittorio Ianni e Triestina Italia Roma, entrambi (nati all’inizio di Via della Montagnola, oggi l’odierna Via Amendola) figli di Giuseppe Ianni e Francesca Ettorre.

Walter De Berardinis




Giulianova. Allestito il ponteggio per il restauro del monumento a Vittorio Emanuele II. In progetto la possibilità di accesso a piccoli gruppi per visionare i lavori.

GIULIANOVA – In azione da oggi, 15 maggio, le maestranze della ditta Coccia Costruzioni che ha messo gratuitamente a disposizione il ponteggio necessario alle operazioni di restauro di un monumento-simbolo di Giulianova.

Si tratta dell’imponente statua bronzea a Vittorio Emanuele II, opera dello scultore giuliese Raffaello Pagliaccetti, caposcuola del Verismo, inaugurata nel 1894.

L’intervento di restauro conservativo sia sulla statua che sul basamento e sui gradini, è stato interamente finanziato dal Gruppo Medico D’Archivio in occasione del 25° di fondazione.

Incaricata delle operazioni di restauro e pulitura delle superfici lapidee e bronzee del monumento di piazza della Libertà è Valentina Muzii che opererà in collaborazione con  Laura Petrucci e Ilaria Ercoli,

«D’intesa con il sindaco Jwan Costantini, con l’assessore alla cultura Paolo Giorgini e con il direttore del Polo Museale Civico Sirio Maria Pomante – dichiara Claudio D’Archivio, direttore scientifico e fondatore del Gruppo Medico D’Archivio – stiamo valutando la possibilità di consentire l’accesso nel cantiere a piccoli gruppi di persone per dare modo di osservare da vicino il monumento e il lavoro di restauro in corso, mai effettuato sinora».




L’ Amicacci Abruzzo si aggiudica la gara 1 della finale Play Off. In un Palacastrum gremito, la festa degli atleti, dello staff e del pubblico.

Il Sindaco Jwan Costantini: ” Abbiamo vissuto momenti esaltanti. Mi congratulo con la squadra, i tecnici, la dirigenza. Ringrazio il Prefetto Fabrizio Stelo per essere stato presente e per aver tifato con noi”. E’ stata una grande gara, quella andata in scena questo pomeriggio sul parquet del Palacastrum. La gara 1 della finale play off del massimo campionato italiano di basket in carrozzina è andata alla squadra di casa, l’ Amicacci Abruzzo, che ha battuto Cantù per 56 a 44. Acceso e colorato il tifo sugli spalti, per una partita che ha tenuto tutti col fiato sospeso. ” La città è con voi – dice il Sindaco Jwan Costantini alla squadra e al gruppo- Ci state regalando emozioni incredibili e prove atletiche di altissimo livello. Ancora una volta, abbiamo vissuto momenti esaltanti. Ringrazio tutti di cuore ed esprimo la mia gratitudine al Prefetto d Teramo Fabrizio Stelo che oggi ha voluto essere qui ed è stato davvero uno di noi”.




Giulianova. Restauro del monumento dedicato al Re Vittorio Emanuele II. Convocata una conferenza stampa in piazza della Libertà per martedì prossimo, 18 aprile, alle ore 11.

E’ convocata per martedì prossimo, 18 aprile, una conferenza stampa per illustrare il progetto di restauro della scultura bronzea dedicato al Re Vittorio Emanuele II di Savoia (Vittorio Emanuele Maria Alberto Eugenio Ferdinando Tommaso di Savoia; Torino, 14 marzo 1820 – Roma, 9 gennaio 1878), con relativo basamento, presente in piazza della Libertà. L’incontro con i giornalisti si terrà alle ore 11, ai piedi del suddetto monumento.
La statua bronzea, opera dello scultore giuliese Raffaello Pagliaccetti (1839 – 1900), venne inaugurata nel 1894 e ad oggi rappresenta una testimonianza d’arte tra le più importanti della scultura del secondo Ottocento italiano, nonché la celebrazione dell’ingresso del sovrano sabaudo a Giulianova, prima città dell’antico regno di Napoli ad essere visitata il 15 ottobre del 1860.
Il manufatto, a causa dell’esposizione agli agenti atmosferici ed inquinanti, necessita di un intervento di restauro di cui si è fatto generosamente carico il Gruppo Medico D’Archivio in occasione del suo 25° anno di attività.
Ad illustrare gli interventi di restauro e le altre iniziative collegate saranno il dottor Claudio D’Archivio, direttore scientifico del Gruppo Medico D’Archivio, il sindaco di Giulianova Jwan Costantini, il direttore del Polo Museale Civico Sirio Maria Pomante e la restauratrice Valentina Muzii.




Giulianova. Una Buona Pasqua di 85 anni fa: ritrovata una cartolina durante la guerra civile in Spagna.

Buona Pasqua di 85 anni fa. Una singolare e particolare cartolina di Buona Pasqua partita da Giulianova il 7 aprile 1938 per gli auguri (il 17 aprile 1938 Pasqua) al Tenente Cappellano militare Tesoro o Teodoro Fascioli (Don o frate) diretta nell’ospedale da campo n° 8 – posta speciale 500. Affrancata con 4 francobolli da 5 centesimi della serie “imperiale” messi in circolazione dal 1929. In quel periodo la cartolina illustrata con 5 parole scritte veniva affrancata con 20 cent.. Tutta la posta italiana diretta in Spagna partiva da “Napoli concentramento” e censurata a Malaga. Recentemente, tramite un collezionista spagnolo, sono riuscito a trovare la cartolina a Madrid dopo 85 anni.




Ercole Luciani, il poeta atriano caduto nell’oblio.

Ercole Luciani, il poeta atriano caduto nell’oblio.

Di Walter De Berardinis

Nell’era di internet, dove un mare magnum di notizie ti fa perdere l’orientamento, certe volte scopri autori quasi del tutto sconosciuti al grande pubblico, soprattutto se nati nel finire dell’800 e con una forte carica di oblio che ne ammanta l’intera esistenza. Il caso dell’eclettico atriano Ercole Luciani è veramente singolare. Mentre cercavo alcune notizie storiche sui letterati giuliesi vissuti tra il finire dell’ottocento e gli inizi del novecento, ecco che mi compare una recensione della rivista “Picenum” – rivista marchigiana illustrata diretta dalla scrittrice e giornalista marchigiana Nada Peretti (anche lei caduta nell’oblio) – dell’aprile 1913. Nell’articolo veniva citato un brillante oratore presente alla serata futuristica indetta il 13 aprile nei locali del Circolo culturale “Novana” di Portocivitanova, paragonandolo proprio al più famoso Marinetti, con una conclusione al quanto audace per quei tempi: “ il Luciani ha il pregio della sincerità. Pregio rarissimo ai nostri tempi, e una base, ci perdonino i… saggi, di… saggezza. Non per nulla il “Picenum” ha sempre concesso una sua pagina ai versi futuristi.” La sincerità e l’intraprendenza letteraria di questo giovane atriano colpì sicuramente un altro collega affermato come il giornalista napoletano Teodoro Rovito (Theo) del “Roma” che lo inserirà nella seconda edizione del volume “Letterati e giornalisti italiani contemporanei – dizionario bio-bibliografico” edito dallo stesso autore nel 1922 a Napoli. Proprio nel dizionario compariva la voce: “nato ad Atri nel 1884 e domiciliato a Giulianova”. Questo mi ha dato lo spunto per incuriosirmi e indagare sullo “sconosciuto” poeta di Atri. Lui era già reduce da un piccolo successo con “Mamma!…: novellina semplice”, edito nel 1907 per la Tip. Ed. Sannitica di Agnone e “Rintocchi”, edito nel 1920 per la Casa editrice del Lauro di Teramo. Quest’ultimi versi furono accolti favorevolmente dalla critica, tanto che il famoso poeta e romanziere romagnolo, Marino Moretti, dichiarò: “…dei molti volumi e volumetti di versi ricevuti, quello che preferisco è il suo (Luciani, ndr): versi, veri versi e molto spesso poesia. Un suo verso mi è rimasto nell’ anima : « Soffro, sorella, di malinconia ». E’ il male di cui soffriamo tutti!».” Ma di lui avevano già recensito critici e poeti di chiara fama come: Giuseppe Lipparini, Adolfo De Bosis, Fausto Maria Martini, Salvatore Di Giacomo, Angiolo Silvio Novaro, Enrico Cavacchioli, Olindo Giacobbe, ed altri. Sempre nel dizionario, ma di cui non abbiamo certezza dell’avvenuta pubblicazione, si dava annuncio dell’uscita di: “Il demone che ride” e “Concubina”. All’epoca, siamo alla vigilia dell’avvento del fascismo, collaborò con il  Giornale d’Italia, Nuova Lettura dello Streglio di Torino diretta allora da uno scrittore brillantissimo come Carlo Dadone; Il Paese di Roma, l’Idea Abruzzese di Castellamare Adriatico e in tante riviste letterarie. Non trascurò neanche il teatro come autore ed interprete scrisse: “La rivolta”, dramma in due atti mandato in scena per la prima volta nella sua città natia al Teatro Comunale di Atri; successivamente interpretò “Papirio” una commedia di Filippo Casari e l’operetta “Tromperie” del Maestro Bernardino Lanzi.

Ercole Ulrico Giuseppe Luciani era nato ad Atri alle 23,30 del 28 marzo 1884 da Carlo e Marina Vincenza Teresa Ricci, essendo figlio di benestanti fu mandato a studiare nel collegio Boccarini di Amelia (Terni) e successivamente quello di Terni, qui coltivò la passione per la musica imparando a suonare il violino, la chitarra e mandolino ed anche nella scrittura della musica. Il 15 settembre 1905, la rivista “Il Concerto” di Bologna, lo premierà per aver scritto “Torna, petite valse romantique” per chitarra e mandolino. Diplomatosi ragioniere, successivamente entrò nelle ferrovie statali ed approdò sulla costa adriatica, come Capostazione tra le Marche e l’Abruzzo. Il 15 luglio 1911 sposa, nella casa nella borgata di Rosburgo del comune di Montepagano (oggi Roseto degli Abruzzi – in Via Regina Elena al numero 5), alle ore 18,30, per indisposizione della sposa, Emma Lidia Celommi, figlia del già famoso pittore Pasquale. L’anno successivo nasce Vera, nel 1915 Bianca e nel 1918 Carlo. A causa della sua intensa attività letteraria e di qualche articolo inviso al regime, nel 1928 il pretore di Torre dei Passeri lo multa per aver violato gli articoli 112 e 114 del Regio Decreto, Legge del 14 aprile 1927, n° 593 sulla pubblica sicurezza. Da questa esperienza verrà schedato dalla polizia nel casellario politico centrale “Ferrovieri e sovversivi”. Ma già qualche problema lo aveva avuto anni prima quando, nel 1923, sempre per la sua attività giornalistica, viene spedito di gran fretta alla stazione di Sella di Corno di Scoppito (AQ) con la moglie e i tre figli piccoli. Il primo letterato famoso che gli andrà a far visita, per una battuta di caccia, sara il drammaturgo Luigi Antonelli. Sarà  subito ribattezzata da lui in “Cornisella”, lo stesso titolo che verrà usato, nel luglio 2020, dalle nipoti: Emma, Silvia e Rosaria Luciani, per dare alle stampe il pregevole libro “Cronache di Cornisella – diario di un capostazione al confino”. Un libro scritto in memoria di quel nonno che, come scrivono le nipoti, era stato però giovane e vivace, coraggioso ed eclettico, amante della compagnia, promotore di eventi culturali e ricreativi. Nel libro emerge, dalle stesse parole dell’autore del racconto, la descrizione in una prosa di altri tempi dove rivive la stazione di Sella di Corno e il territorio aquilano di oltre 100 anni fa. Dopo aver lavorato anche al nord d’Italia, tra il Piemonte e la Lombardia, Ercole tornerà a vivere da pensionato a Roseto degli Abruzzi dove si spegne nel 1957 (la moglie Emma lo aveva lasciato l’anno prima). Quest’articolo non sarebbe mai uscito se il mare magnum di internet non mi avesse messo sulle tracce della nipote Emma, una delle nipoti del poeta dimenticato, la stessa che da Londra mi spedì il libro e mi ha concesso oggi l’uso di alcune e preziose foto di famiglia del giornalista e poeta atriano che abbiamo riscoperto e fatto tornare agli onori della cronaca che gli compete.

Walter De Berardinis

(C) giulianovanews.it – 27 marzo 2023

Indirizzo web testo https://www.giulianovanews.it/2023/03/ercole-luciani-il-poeta-atriano-caduto-nelloblio/

 




Presentazione, domenica prossima, al Kursaal, del libro “Orso. La mia lettera al cane che non si è arreso mai”. Presenti l’autrice Giusy Branella e la giornalista di Mediaset Marialuisa Cocozza.

Inizio alle 18. Ingresso libero. Si terrà domenica prossima, 5 marzo, alle 18, al Kursaal, la “presentazione evento”, patrocinata dal Comune di Giulianova, del libro “Orso. La mia lettera al cane che non si è arreso mai” di Giusy Branella. Prevista anche la proiezione del cortometraggio sulla storia del protagonista, Orso, il cane bianco che ha appassionato e commosso il popolo dei social, da Facebook a Tik Tok (raccogliendo oltre 17 mila follower), arrivando al cuore degli italiani. Il libro, scritto dalla veterinaria Giusy Branella, non è altro che una lettera rivolta ad Orso, tramite la quale il lettore scopre non solo la storia, ma anche le emozioni che i due protagonisti hanno condiviso nel tempo vissuto insieme. Proprio sull’onda delle emozioni si svolgerà l’evento, che, oltre alla proiezione del cortometraggio, proporrà la lettura dei brani del libro da parte della speaker radiofonica Azzurra Marcozzi, con il commento musicale a cura del Maestro Sergio Piccone Stella. Alla presentazione parteciperà la conduttrice Mediaset Marialuisa Cocozza, che ha seguito la storia di Orso sin dall’inizio, dedicandogli spazio nella rubrica “L’Arca di Noè”. Moderatore della serata, il giornalista Walter De Berardinis. Saranno presenti alla manifestazione i volontari della Fondazione Lene Thun, la onlus che, tramite la ceramico-terapia, regala sorrisi ai bimbi ricoverati nel reparto di Onco-ematologia Pediatrica all’Ospedale Civile di Pescara. Non a caso, acquistando il libro dedicato alla storia di Orso, sarà possibile avere un cagnolino bianco, simbolo del sostegno alla onlus. Ingresso libero.




10 febbraio, Giorno del Ricordo: Franco Giuseppe Gobbato pubblica “Borovnica e altri campi di Tito” – con liste inedite dei prigionieri. A Giulianova viene ricordato Armando Volpe

Anche molti abruzzesi furono internati in quei lager

Giulianova. Nel nuovo lavoro del ricercatore storico di Vittorio Veneto, Franco Giuseppe Gobbato, dal titolo “Borovnica e altri campi di Tito” (edizioni Ritter di Milano, pag. 335) vengono citati numerosi internati abruzzesi catturati dall’Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia durante le ultime fasi della Seconda Guerra Mondiale e le note vicende del confine orientale nell’immediato dopoguerra. Tra questi segnaliamo i caduti: Armandino Alfino di Rocca San Giovanni, Angelo Ippolito di Pescara, Armando Volpe di Castel di Sangro e Corradino Liberatore di Castel Messer Marino.

L’autore è riuscito a ricostruire, con diversi diari e fonti dei prigionieri, con i dati scientifici forniti da Istituti sloveni, con i documenti attinti dai vari Archivi, con testimonianze di provenienza alleata, della Croce Rossa Internazionale e dell’ospedale Militare di Udine, i momenti tragici della vita dei prigionieri del Campo di Concentramento di Borovnica (Slovenia) noto anche come l’“inferno dei morti viventi”. Non sono stati tralasciati neanche i numerosi campi di transito e stanziali che furono aperti in altri luoghi della ex Jugoslavia ove furono presenti italiani. Una “storia” da scoprire, ora arricchita con nuovi documenti importanti e unici a distanza di 15 anni dalla prima pubblicazione, con fotografie, cartine e le liste, inedite e date per distrutte dall’OZNA, dei prigionieri di Borovnica. Una “storia” che tenta di restituire dignità alla memoria di uomini che soffrirono e morirono e che ancora attendono il ricordo ed un fiore ai bordi delle fosse comuni in cui furono gettati.

Anche a Giulianova, sulla lapide posta all’interno del Cimitero monumentale, viene citato un caduto nel campo di concentramento di Borovnica: Armando Volpe, nato a Castel di Sangro il 28 novembre 1919 dal ferroviere Ferdinando e Maria Paolini, trasferito con l’intera famiglia a Fiume (Via Colle del Forno, 5 e successivamente in Via Salita Calvario) insieme ai fratelli: Bruno, Giulio, Gino, Leo ed Elisa. Il 22 luglio 1945, alle ore 9, moriva all’interno del lager. L’intera famiglia, dopo l’esodo Giuliano-Dalmata, furono accolti come profughi a Giulianova. Successivamente all’apposizione della lapide, da parte dell’Associazione Combattenti e Reduci, chiesero di ricordare il loro congiunto nella lapide dei caduti della Seconda Guerra Mondiale. Lo storico De Berardinis sta cercando di rintracciare i discendenti di Armando Volpe per il conferimento della Medaglia d’onore ai congiunti degli infoibati.

Molti invece furono gli abruzzesi che si salvarono e tornarono tra l’estate del 1945 e gli inizi del 1946, si segnalano: Guerrino D’Amico e Alfio Ramallo di Pescara; Ermindo D’Annunzio, Arminio D’Aristole, Francesco Ranalli, Guido Ritelli, Domenico Rittoli, Mario Tacconelli, Dino Carducci, Domenico Di Tommaso, Fedele Roddi di Chieti; Francesco Derandi, Gino Rossini di Carpineto della Nora; Fernando Di Tommaso di Cepagatti; Mario Di Valentino di Montorio al Vomano; Raffalele Fantazzi, Florindo Tullio di Balsorano; Donato Genelli di Cugnoli; Dino Mancini e Fido Nardone di Ortona; Guerino Montini, Tito Valentini di Teramo; Ermenegildo Narre di Torricella Sicura; Nicola Colangelo di Pollutri; Antonio Crognale, Giuseppe Crognale, Tommaso Di Donato di Castel Frentano; Giuseppe Petrella di Castiglione Messer Marino; Nicola Lucci di Liscia; Vincenzo Popolare, Eduardo Tritapepe di Lanciano; Fedele Rossi di Monteodorisio;

FRANCO GIUSEPPE GOBBATO (Vittorio Veneto, 1964), ricercatore storico e scrittore. Nel gennaio 2009 è stato uno degli otto ricercatori del Dipartimento misto (italiani, sloveni e croati) istituito dal Centro Studi e Ricerche Storiche “Silentes Loquimur” di Pordenone, per indagare sui fatti tragici avvenuti alla fine della seconda guerra mondiale sul confine orientale. Dal 2011 è socio del Circolo Vittoriese di Ricerche Storiche, per il quale ha tenuto diverse conferenze su ricerche storiche effettuate. È socio fondatore dell’Associazione Culturale “Luce nella Storia”. Nel 2017 è nominato, dal Comune di Vittorio Veneto, referente del Memoriale dei Cavalieri di Vittorio Veneto presso il Museo della Battaglia di Vittorio Veneto quale ideatore dello stesso. Ha al suo attivo una ventina di pubblicazioni ed ha curato la parte storica di diverse mostre fotografiche tenute nel vittoriese.

GiOVANNI PECO (Monza, 1962). Da oltre vent’anni si occupa di ricerche storiche sul confine orientale e del periodo 1943-1945. Ha collaborato con l’autore Pierangelo Pavesi al libro “Le vittime dimenticate”. È socio dell’Associazione Culturale “Luce nella Storia”.




Giulianova. La maggioranza amministrativa visita Villa Ciafardoni in vista di un possibile acquisto. Il Sindaco Jwan Costantini: “Uno spettacolo per gli occhi e per la mente. Il prossimo passaggio sarà un confronto con la Soprintendenza”.

 

 

Il Sindaco Jwan Costantini, gli assessori della giunta comunale e i consiglieri di maggioranza hanno visitato, questa mattina, la monumentale villa Ciafardoni, in via Gramsci. L’ Amministrazione è fermamente intenzionata ad acquisire il bene. Il sopralluogo di oggi costituisce, in quest’ ottica, il primo passaggio di un iter che si spera possa portare, in breve tempo, all’acquisto della villa.

” Credo che molti di noi non si aspettassero una meraviglia così – commenta il Sindaco – Gli interni sono stati una sorpresa straordinaria. La villa è uno spettacolo per gli occhi e per la mente. Vogliamo che i giuliesi, tutti i giuliesi, i visitatori, i turisti, possano goderne quanto prima. Alla visita odierna farà seguito un confronto con la Soprintendenza. Speriamo davvero che sia, questa dell’acquisto, un storia a lieto fine. Ce lo auguriamo. E’ uno  degli auspici con cui contiamo di iniziare il nuovo anno.”

Il palazzo dei baroni Ciafardoni, lungo l’attuale via Gramsci ( originariamente via del Sole) fu costruito nel 1885 su disegno di un anonimo architetto napoletano. I sontuosi ambienti interni, probabilmente affrescati dal Paliotti e dai suoi allievi, ospitarono illustri personaggi del tempo, figure rilevanti della vita politica, culturale ed economica della città, tra Otto e Novecento.