Giulianova. Luigi Cestarello, il 19enne morto sul Col dell’Orso

Nasce a Giulianova il 1 gennaio 1899, alle ore 3:00, nella casa posta in Via Marina, dal 26enne Giovanni e Adelaide Tentarelli. Sarà Apollo Caravelli, Assessore anziano, a registrare il bambino alla presenza di due testimoni: Emidio Paolone, 45enne, proprietario e Raffaele Del Nunzio, 54enne, possidente. La famiglia era composta anche da Vincenzo Cestarello o Cestarelli/Cistarelli (nato a Giulianova nel 1902, poi si sposerà a Giulianova con Grazia Fiorucci (1906) di Montepagano) e Splendora Cestarelli (nata a Giulianova nel 1903, poi si sposerà a Giulianova con Michele Travaglini (1902), nativo di Notaresco e residente a Montepagano).
Il 9 maggio 1917, appena 18enne (consideriamo che in tempo di pace ci volevano 20 anni), viene chiamato a visita di leva nel distretto militare di Teramo e giudicato idoneo al servizio con le seguenti caratteristiche fisiche: alto 1,51 e torace 0,83, capelli castani e lisci, naso grosso e mento rotondo, occhi castani e colorito roseo, dentatura sana e di professione carrettiere. L’11 giugno viene chiamato alle armi e il 28 luglio entra nel deposito del 51° Reggimento Fanteria – Brigata “Alpi”. Il 25 luglio arriva in prima linea. Posizionati a Forcella Serauta fino al 24 ottobre, dopo lo sfondamento di Caporetto, devono ripiegare fino al Grappa. Nella riorganizzazione delle Brigate e nel serrare i ranghi contro il nemico, il fante giuliese viene trasferito al 40° Reggimento Fanteria – Brigata “Bologna”, passa dalla difesa sul fiume Tagliamento al ripiegamento sul Piave. La battaglia sul Monte Ragogna sarà sanguinosa fino al 1 novembre, quando, con i pochi uomini rimasti vivi, ripiegano sul Piave. Il 1918, a giugno, dopo un periodo di riposo, inizia la battaglia del solstizio o seconda del Piave, sul Montello gli scontri saranno talmente devastanti che gli italiani battono in ritirata. In uno di questi combattimenti per rioccupare il Montello, su Col dell’Orso, trova la morte in combattimento il giovane 19enne giuliese. Poi, in seguito, i suoi commilitoni entreranno vittoriosi a Feltre il 31 ottobre
Il giorno stesso, 21 agosto 1917, l’ufficiale Ernesto Gazzera redigerà il verbale di morte alla presenza dei testimoni: il Sergente Maggiore, Ernesto Moriconi; il caporale, Lecondo Cinti; il Comandante del reparto Tenente, Pasquale Agapito, l’ufficiale sanitario, dott. Daniele Langella e il Comandante del Reggimento, Colonello Alessandro Bloise. La comunicazione ufficiale della morte arriverà a Giulianova il 4 novembre 1918, lo stesso giorno della proclamazione della fine della guerra.
Il suo nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, sulla lapide dei caduti del Duomo di San Flaviano e nel libro di Francesco Manocchia “I Salmi della Patria”.
3 le medaglie alla memoria del soldato giuliese: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per ogni anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918 #primaguerramondiale #giulianova



Giulianova. Giuseppe Cerasari, il soldato giuliese ricordato dalla Tribuna Illustrata di Roma.

Nasce a Giulianova il 24 settembre 1889, alle ore 17,30, nella casa posta in Via del Municipio al civico 8 (oggi Via Diaz), dal 28enne Francesco e Anna Del Grosso. Sarà registrato il 26 settembre dall’Assessore anziano, Apollo Caravelli, alla presenza di due testimoni: Pasquale Tentarelli, 35enne, impiegato e Alfonso Nespeca, 21enne, contabile.
Il 27 aprile 1909 viene giudicato idoneo al servizio di leva nel distretto militare di Teramo e 15 giugno 1910 viene destinato d’ufficio al Reggimento Fanteria Genova – deposito di Teramo. Il 16 agosto viene chiamato per istruzione e congedato il 15 novembre.
Il 12 ottobre 1911 si unisce in matrimonio a Giulianova con Elisa Tentarelli, figlia di Francesco (residente a Portland in Oregon) e Filomena Rulli (originaria di Sant’Egidio alla Vibrata)
Il 18 gennaio 1913 chiede ed ottiene il passaporto per l’America e il 1 aprile viene dispensato dall’istruzione perché all’estero. Nei primi giorni di maggio rientra in Italia e il 23 maggio parte per il fronte (probabilmente neanche sapeva che sua moglie aspettava un bambino) con il 123° Reggimento Fanteria – Brigata “Chieti”, dove troveranno la morte anche altri due giuliesi: Alessandro Attili (4 agosto) ed Emidio Capriotti (15 agosto)
La Brigata, arrivata nella zona di Peschiera, tra Pozzolengo e San Martino della Battaglia, per addestramento. Verso la metà di luglio si posizionano tra Ruda e Pascolet (Friuli). Dal 28 luglio al 6 agosto sono in prima linea ad ovest di Fogliano Redipuglia. Nella conquista della “trincea delle frasche”. L’Italia perde 2.600 uomini. Colpito in uno di questi cruenti combattimenti, verrà trasportato nella 2° sezione di sanità della 31° Divisione.
Il 1 agosto 1915, in località San Pier d’Isonzo, muore a causa di una pallottola all’addome, all’età di 25 anni, Giuseppe Cerasari del 123° Reggimento Fanteria – 11° Compagnia. L’estensore del verbale di morte sarà il Capitano Giuseppe Magrini, seguito dai testimoni: Giacinto Buccella e Silvio Francini, entrambi soldati e il Capitano medico, Agosti. Solo il 16 dicembre 1915 arriverà la comunicazione della sua morte al comune di Giulianova.
Nei primi giorni del gennaio 1916, nella casa di Via dei Cappuccini, nasce Giuseppe “junior”, la felicità in casa Cerasari dura solo 4 mesi perché il 4 maggio muore anche il bambino.
Curiosità
Due giornali dell’epoca si occuparono della vicenda: L’idea Nazionale e la Tribuna Illustrata (già citati anche nel pregevole lavoro dello storico

Sandro Galantini

: “Su due fronti, Giulianova e i giuliesi durante la Grande Guerra”, edito dall’Istituto Abruzzese di Ricerche Storiche nel 2015 per la monografia “Aprutium”.

Il suo nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, sulla lapide dei caduti del Duomo di San Flaviano e nel libro di Francesco Manocchia “I Salmi della Patria”.
3 le medaglie alla memoria del soldato giuliese: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per ogni anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918 #primaguerramondiale #giulianova



Luigi Castorani, il fante giuliese morto a Cividale del Friuli.

Nasce il 13 marzo 1896, alle ore 9:00, nella casa posta in Via dei Cappuccini, da Raffaele e Candelora Tarquini (poi il nome sarà corretto in Cammella Tarquinio il 28 giugno 1907). Il 16 marzo sarà l’Assessore anziano, Apollo Caravelli, a registrare il bambino alla presenza di due testimoni: Emidio Paolone, 44enne, proprietario e Alfonso Nespeca, 26enne, impiegato comunale.
Il 26 ottobre 1915 verrà giudicato idoneo per il servizio di leva e il 4 dicembre parte per il fronte. Il 14 dicembre entra nel deposito del 70° Reggimento Fanteria – Brigata “Ancona” e il 25 gennaio 1916 spostato nel 214° Reggimento Fanteria – Brigata “Arno”. Il 22 marzo, la Brigata, arriva in Albania senza grossi problemi. Nei primi giorni di giugno i due reggimenti devono tronare in patria a Castelfranco Veneto, piazzandosi su Cima Ekar e Monte Sprunch. A luglio vengono spostati ad Asiago per conquistare Monte Mosciagh; alla fine dell’anno si attesteranno su Monte Colombara e Malga Bosco Secco. L’anno 1917 si apre con una calma apparente, ma nei mesi successivi ci sono diverse azioni di attacco su Monte Forno e Campo delle Doghe, purtroppo senza esito per i nostri fanti. L’11 luglio viene trasferito al 275° Reggimento Fanteria – Brigata “Belluno”, composto da 3 Reggimenti (274°, 275° e 276°) e composta dai battaglioni dell’8°, 73° e 94° Fanteria. Dopo breve preparazione, posizionati sul Monte Globocak, iniziano l’offensiva dell’Altipiano della Bainsizza, alla fine di agosto, conquistano i villaggi di Hoje e Mesnjak.
Il ferimento e la morte.
Il 25 agosto, in un momento cruciale della battaglia, viene ferito gravemente. Recuperato sul campo, verrà trasportato all’ospedale militare di tappa di Cividale del Friuli, dove muore il 29 ottobre 1917. La comunicazione ufficiale della sua morte arriverà il 27 marzo 1919.
Il suo nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, sulla lapide dei caduti del Duomo di San Flaviano e nel libro di Francesco Manocchia “I Salmi della Patria”.
3 le medaglie alla memoria del soldato giuliese: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per ogni anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918 #primaguerramondiale #giulianova #bainsizza #cividale #udine



Giulio Casaccia, il fante morto nelle Trincee di Zendri (TN).

Nasce a Giulianova il 27 giugno 1880, alle ore 10:15, nella casa posta in Via del Crocifisso (tra Via Amendola e Via Cavoni), da Nicola e Assunta Coticchia. Il 1 luglio sarà il Sindaco, l’Ing. Gaetano De Maulo, a registrare il bambino alla presenza di due testimoni: Antonio De Angelis, 71enne, barbiere e Antonio Cosenza, 29enne, cantoniere.
Nel 1901 viene chiamato a visita di leva dal distretto militare di Teramo, ma per debole costituzione sarà dichiarato rivedibile per l’anno successivo per la classe 1881. Il 3 luglio 1902, dopo accurata visita, verrà giudicato idoneo al servizio: il torace da 0,79 passa a 0,83. Il 23 marzo viene chiamato alle armi e il 2 aprile giunge al deposito dell’81° Reggimento Fanteria – Brigata “Torino”. Il 14 settembre, grazie alla circolare 134 del 1903, viene congedato con 6 mesi di anticipo. Il 27 giugno 1906 chiede e ottiene il passaporto per l’America, ma per una serie di motivi ritarderà di molto la partenza. Il 12 agosto 1910 viene chiamato per istruzione militare e termina il 31 agosto. Prima di partire per l’America si sposa a Mosciano Sant’Angelo con Giulia Nepa.
Il 6 settembre 1912, dal porto di Napoli, parte per l’America con altri giuliesi: Luigi Ruggiero, 20enne; Augusto Iena, 18enne e Nicola Verdecchia, il 20 settembre sbarcano a New York dove vengono accolti da Francesco Di Remigio.
Nel 1913 viene richiamato per istruzione militare, ma essendo all’estero sarà dispensato dal presentarsi al distretto militare. Nel 1914 rientra in patria.
La doppia tragedia in casa Casaccia.
Il 9 maggio 1915, alle ore 20,30, nella sua casa in Via del Crocefisso, muore la moglie all’età di 30 anni, Giulia Nepa, dopo aver partorito Assunta. Giulia era originaria di Mosciano Sant’Angelo, figlia di Arcangelo e Maria Tribuiani. Il mese successivo, il 9 giugno, alle 10, moriva anche la piccola Assunta di un solo mese di vita. Il 23 ottobre, il giorno prima di essere richiamato in guerra, si risposa a Tortoreto con Splendora Fortuna e il giorno dopo parte. Il 27 novembre giunge nel deposito (L’Aquila per l’Abruzzo) dell’86° Reggimento Fanteria – Brigata “Verona” e il 24 gennaio 1916 arriva al fronte in Albania. Dal 18 al 26 febbraio, Impegnati nella difesa di Durazzo, riprendono l’attacco solo il 13 marzo partendo dalla Val Dukati, occupando quota 1669 del Monte Krasa e le trincee dei monti Maya, Laps, e Kundrenica. Agli inizi di maggio, la Brigata, rientra in Italia con destinazione Brescia e la prima linea in Vallarsa, in trentino.
La morte
Il 9 giugno 1916, nelle trincee di Zendri, moriva in combattimento per colpo da arma da fuoco, all’età di 35 anni, il fante Giulio Casaccia della 4° compagnia dell’86° Reggimento Fanteria – Brigata “Verona”. A redigere il verbale di morte sarà: il Sottotenente, Pietro Aielli; il fante, Pietro Bartolotta; il Capitano, Angelo Vellini e il Sottotenente comandante di reparto, Martullo. Il verbale ufficiale arriverà a Giulianova il 25 aprile 1917.
Il suo nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, sulla lapide dei caduti del Duomo di San Flaviano e nel libro di Francesco Manocchia “I Salmi della Patria”.
3 le medaglie alla memoria del soldato giuliese: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per ogni anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918 #primaguerramondiale #giulianova #rovereto #trento #vallarsa #trinceedizendri



Giulianova. Luigi Casaccia, il marinaio giuliese morto a Pola.

di Walter De Berardinis
Nasce a Giulianova il 21 maggio 1903, alle ore 12:00, nella casa posta in Via per Montone, al civico 34, dal 32enne Loreto e Berardina Mancini. Sarà l’Assessore anziano, Apollo Caravelli, a registrare il bambino alla presenza dei due testimoni: Giovanni Sistilli, 40enne, guardia e Alfredo De Ascentiis, 40enne, industrioso.
Il 16 ottobre 1922, nel distretto militare di Teramo, verrà cancellato dagli esiti di leva perchè iscritto marittimo. Purtroppo, non avendo trovato il suo foglio matricolare, rimane difficile capire il suo percorso militare di leva, probabilmente già partito nel 1922 per la durata di 4 anni.
La giovane esistenza del marinaio giuliese, Luigi Casaccia, terminava a Pola il 19 marzo 1923. Ricoverato per setticemia, morirà nell’ospedale di “Marina” (o navale) e veniva sepolto nel cimitero di marina di San Policarpo a Pola il 21 marzo. Aveva 19 anni. La comunicazione ufficiale della sua morte arriverà a Giulianova il 21 settembre 1923, grazie all’ufficio parrocchiale capitolare del Comune di Pola, poi trascritta dal Commissario Prefettizio, Ermanno Colucci. Non essendo il nostro Paese in stato di guerra, la sua morte (secondo la documentazione visionata), verrà considerata per causa di servizio senza nessuna medaglia alla memoria.
Il giovane marinaio giuliese è stato recentemente ricordato nel dépliant storico “La città di Giulianova per non dimenticare”, edito dal Comune di Giulianova nel 2018 e in occasione della presenza a Giulianova dell’Ammiraglio, Romano Sauro, autore del libro sul nonno “Nazario Sauro – Storia di un marinaio”, scritto insieme al figlio Francesco Sauro. L’evento fu l’occasione per ricordare anche mio nonno, Giovanni De Berardinis (1897-1973), insignito della Croce al merito di guerra il 20 giugno 1919 a Pola dal Vice-Ammiraglio Umberto Cagni; quel giorno era presente all’esumazione del corpo di Nazario Sauro (10 gennaio 1919) e alla successiva sepoltura con gli onori militari (26 gennaio 1919) nel cimitero di Marina di San Policarpo a Pola.
Curiosità
L’ospedale militare (o navale) di Pola fu costruito nel 1861, durante l’impero austro-ungarico, per la Marina Militare Austro-ungarica, denominato “K.u.K. Marinspital”. Dopo la Prima Guerra Mondiale, passato sotto controllo italiano, verrà chiamato “Ospedale Regio Marina”.
Il cimitero austroungarico “K.u.K. Marinefriedhof” o Cimitero di “Marina” fu realizzato nel 1862, qui si trovano 150.000 sepolture: 12 ammiragli della marina austroungarica, 300 soldati italiani e tedeschi, le vittime del naufragio della nave passeggeri “Baron Gautsch” e i marinai delle navi “Szent Istvan” e “Viribus Unitis”. L’italiano più famoso sepolto in questo cimitero fu l’eroe di guerra Nazario Sauro, impiccato a Pola nel 1916, poi riesumato nel 1947 durante il tragico esodo degli italiani alla fine della 2° Guerra Mondiale.



Giulianova. Emidio Capriotti, il fante morto a San Giorgio di Nogaro

Emidio Capriotti, il fante morto a San Giorgio di Nogaro
di Walter De Berardinis
Nasce a Giulianova il 2 gennaio 1890, alle ore 21:00, nella casa posta in Via Madonna, al civico 176 (oggi Viale della Madonna dello Splendore), da Raffaele e Francesca Sacchini. Il 5 gennaio sarà il Sindaco facente funzione. Battista De Luca, a registrare il nascituro alla presenza di due testimoni: Emidio Paolone, 37enne, benestante e Giuseppe Galantini, 25enne, anche lui benestante. Nei primi anni del 1900, la famiglia, si trasferisce a Mosciano Sant’Angelo, mentre il padre Raffaele parte nel 1909 alla volta dell’America. Il nucleo familiare era composto anche da Anna (sposata con Andrea Ridolfi) e Gloria (sposata con Gaetano Montini, di cui racconterò presto)
Il 28 marzo 1911, presso il distretto militare di Teramo, viene mandato rivedibile per debole costituzione e 20 ottobre giudicato idoneo con le seguenti caratteristiche: alto 1,58 e torace 0,84, capelli neri e lisci, occhi castani e colorito bruno, dentatura sana e cicatrice sulla fronte. Il 23 novembre viene destinato al 41° Reggimento Fanteria – Brigata “Modena” e il 3 febbraio 1913 viene congedato nel distretto militare di Teramo.
Il 30 aprile ottiene il passaporto per l’America e il 13 agosto parte da Napoli con altri giuliesi per raggiugere il padre Raffaele a Philadelfia: Pasquale Rossi (55enne), Giovanni Petrella (53enne), Luigi Capriotti (19enne) e Alessandro Lelli (28enne). S’imbarcano sulla nave San Giorgio (costruita dalla “Oswald Mordaunt & Company” di Southampton, in Inghilterra, nel 1886. Di proprietà britannica, verrà battezzata “Shakespeare”, ma dopo due anni viene ceduta all’Italia per il servizio per New York, cambiando il nome in San Giorgio. Nel 1920 verrà radiata) e sbarcano a New York il 27 agosto 1913.
Il 15 luglio 1914 non si presenta alla chiamata alle armi e il 23 luglio rientra in patria per presentarsi al distretto militare di Teramo. Il 28 luglio viene inquadrato nel 12° Reggimento fanteria – Brigata “Casale” e il 25 novembre viene congedato. Il 23 maggio 1914, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, viene richiamato e arruolato nel 123° Reggimento fanteria – Brigata “Chieti”, qui ritrova il compaesano Alessandro Attili (poi morto il 5 agosto). Posizionata nei pressi di Peschiera, tra Pozzolengo e San Martino della Battaglia, la Brigata verrà trasferita in Friuli, tra Ruda e Pascolet. Il 28 luglio entrano nel vivo della battaglia a Fogliano Redipuglia per la conquista della “trincea delle frasche”, la stessa si protrarrà fino al 6 agosto (2.600 uomini fuori combattimento – tra morti e feriti). Probabilmente, in uno di questi scontri corpo a corpo, il fante giuliese, rimarrà ferito. Trasferito nelle retrovie, verrà ricoverato nell’ospedale da campo numero 238 nel comune di San Giorgio a Nogaro, uno degli ospedali più importanti della 3° Armata del basso Friuli.
Alle 3:10, del 15 agosto 1915, per le gravi ferite riportate in combattimento (pallottola nel midollo lombare), muore il fante giuliese all’età di 25 anni; sarà sepolto nel cimitero comunale. di San Giorgio di Nogaro. Sarà il Tenente dell’amministrazione a trascrivere l’atto di morte alla presenza dei testimoni: il Sottotenente Vico Montini, il Sergente Attorre Festi, il Caporale Gino Gilli e il Tenente medico Leonida Maiara.
Curiosità
A Giulianova arrivarono due atti di morte: il 9 settembre 1915 quello del Comune di San Giogio di Nogaro e il 14 novembre 1916 quello del Ministero della Guerra. Il fante giuliese è morto nella città che porta lo stesso nome della nave che lo trasportò negli USA.
Il suo nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, sulla lapide dei caduti del Duomo di San Flaviano e nel libro di Francesco Manocchia “I Salmi della Patria”.
3 le medaglie alla memoria del soldato giuliese: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per ogni anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918 #primaguerramondiale #giulianova #friuli #usa #sangiorgiodinogaro #terzaarmata



Giulianova. Francesco Canzari, il soldato più anziano morto in guerra.

Nasce a Giulianova il 13 maggio 1878, alle ore 15,30, nella casa posta in via Marina, dal 34enne Elpidio e Tecla Torrieri. Sarà il Sindaco di Giulianova, Pasquale De Martiis, a registrare il bambino alla presenza di due testimoni: Camillo Falini,56enne, servente e Vincenzo Iaconetti, 39enne, guardiafili.
Il 24 aprile 1898 si unisce in matrimonio con Maria Domenica Di Fabio (nativa di Castellato), residente a Giulianova, poi morta il 17 maggio 1909 a Ortona.
Il 17 gennaio 1899 viene giudicato idoneo al servizio di leva nella Regia Marina Militare per il compartimento marittimo di Ancona con le seguenti caratteristiche: alto 1,55 e colorito bruno, capelli neri e lisci, occhi castani e discreta, di professione pescatore. Il 19 gennaio, arruolato in prima categoria con qualifica di marinaio di cantiere per la ferma di 4 anni. Il 19 gennaio 1903 viene congedato e il 31 dicembre 1910 trasferito d’ufficio nell’esercito.
Il 6 marzo 1913 a Giulianova si risposa con Maria Giuseppa Marini, nativa e residente a Giulianova.
Il 25 maggio 1915 viene chiamato alle armi per la mobilitazione generale e il 16 maggio entra nel 160° battaglione di Milizia Territoriale. Il 6 giugno arriva in prima linea. Essendo composta da classi anziane, furono adibiti al supporto e controllo delle Brigate attraverso i servizi di controllo e scorta dei prigionieri di guerra ed in alcuni casi, anche di rinforzo alle Brigate decimate durante gli assalti. Il 24 marzo 1917 viene destinato all’11 Reggimento Fanteria – Brigata “Casale” – 45° compagnia presidiaria, operante sull’Altipiano d’Asiago e partecipa alla battaglia del Monte Ortigara e contro le posizioni nemiche sul Monte Zebio e Mosciagh. Il 21 aprile per malattia verrà ricoverato nell’ospedale da campo n° 054 (100 posti letto) dell’11° Compagnia di Sanità di Bari e il 26 aprile, per l’aggravarsi della malattia, viene portato all’ospedale da campo n° 0123 (100 posti letto) della 4° Compagnia di Sanità – sede distaccata di Piacenza, dove muore il giorno dopo, alle 15:15, all’età di 38 anni per meningite celebro-spinale. Verrà sepolto nei pressi della località Fredda di Perteole – Comune di Ruda in Friuli. A redigere il verbale di morte sarà il Tenente Giovanni Laurora, alla presenza dei testimoni: il soldato Camillo Mellerio, il soldato Attilio Colombo e l’ufficiale medico Antonio Rollo. La dichiarazione ufficiale di morte arriverà a Giulianova solo il 13 giugno 1917.
Il suo nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, sulla lapide dei caduti del Duomo di San Flaviano e nel libro di Francesco Manocchia “I Salmi della Patria”.
3 le medaglie alla memoria del soldato giuliese: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per ogni anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918 #primaguerramondiale #giulianova #ruda #perteole #brigatacasale



Giulianova. Francesco Campanaro, il fante giuliese morto nel “labirinto” dei Castelloni di San Marco

Nasce a Giulianova il 7 febbraio 1893, alle ore 23:50, nella casa posta in Via Marina, dal 48enne Francesco e Splendora Poliandri. Sarà l’Assessore anziano, Apollo Caravelli, a registrare il bambino alla presenza di due testimoni: Ferdinando Toscani, 44enne, illuminatore e Emidio Paolone, 40enne, possidente. Il bambino portava il nome del fratello nato senza vita il 12 maggio 1884, sempre nella casa in Via Marina, a registrare la nascita e la morte sarà Giuseppe De Martiis, alla presenza di due testimoni: Vincenzo Di Michele, 42enne, Sacerdote e Francesco Tentarelli, 27enne, insegnante. Giovanissimo parte per l’America.
Nel 1913 viene convocato a visita di leva dal distretto militare di Teramo, ma inspiegabilmente verrà depennato dalla lista perché iscritto marittimo. Il 24 marzo 1914 ottiene una proroga al servizio perché all’estero e il 1 dicembre viene dichiarato renitente alla leva. L’8 settembre 1915 si presenterà spontaneamente al distretto militare di Teramo per essere arruolato nella classe del 1896 (tre anni in più rispetto alla sua classe di nascita); gli verrà cancellata la nota renitente e deferito d’ufficio alle autorità militari. Il 9 settembre viene inquadrato nel 14° Reggimento Fanteria – Brigata “Pinerolo” e il 25 ottobre nel 31° Reggimento Fanteria – Brigata “Siena”, direttamente in prima linea. Nel bel mezzo della 3° battaglia dell’Isonzo, dopo la conquista della trincea “delle Frasche”, la Brigata deve lasciare il passo alla massiccia controffensiva austroungarica. Il 28 e 29 ottobre, grazie al sacrificio di molti fanti, la trincea torna sotto controllo italiano. Nella primavera del 1916, la “Siena”, verrà schierata nei pressi di Feltre, nei settori di Panarotta e Monte Armentera, entrando subito a contatto con il nemico. Il 15 maggio, nell’offensiva di primavera degli austroungarici, la “Strafexpedition”, la Brigata verrà travolta e accerchiata con pesanti perdite umane e materiali.
La morte
Il 31 maggio 1916, alle ore 15:30, in località Castelloni di Monte San Marco, a seguito di colpo d’arma da fuoco, moriva il fante Francesco Campanaro del 31° Reggimento Fanteria, 5 compagnia. Sepolto sul posto, aveva 23 anni. Sarà il Tenente Vittorio Grasso (ragioniere) a redigere il verbale di decesso alla presenza dei testimoni: il Maggiore Cav. Claudio Torzoli, il suo aiutante Edgardo Leurini e il Colonnello Comandante, Alberto Monti (anche lui ferito il 21 maggio, tornerà il 28 alla guida del 31°). A Giulianova arriverà l’ufficialità della morte il 30 giugno 1916.
Il suo nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, sulla lapide dei caduti del Duomo di San Flaviano e nel libro di Francesco Manocchia “I Salmi della Patria”.
3 le medaglie alla memoria del soldato giuliese: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per ogni anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918 #primaguerramondiale #castelloni #sanmarco #giulianova



Giulianova. Vincenzo Giuseppe Buonpadre, l’artigliere morto prigioniero in Tirolo

Nasce 19 marzo 1897, alle ore 17:30, nella casa posta in Via Retta, dal 35enne Flaviano e Pasqua Coticchia. Sarà l’Assessore anziano, Apollo Caravelli, a registrare il bambino alla presenza di due testimoni: Luigi Petrini, 21enne, scrivente e Raffaele Del Nunzio, 52enne, possidente.
Il 6 maggio 1916 viene giudicato idoneo al servizio di leva dal distretto militare di Teramo con le seguenti caratteristiche: alto 1,79 e torace 0,88; capelli castani e lisci, naso e mento regolare, occhi castani e colorito roseo, dentatura sana e cicatrice sulla fronte. Il 21 settembre viene chiamato alle armi e il 15 ottobre destinato al 3° Reggimento Artiglieria da Montagna. Il 1 novembre viene destinato alla 62° batteria da montagna – 5° Reggimento Artiglieria e il 3 marzo 1917 arriva in prima linea. Il 10 giugno, alle 5:15, iniziava la battaglia del Monte Ortigara (Altipiano di Asiago), tra attacchi e contrattacchi, tra il 10 e 30 giugno, l’artigliere Buonpadre cade ferito e fatto prigioniero dagli austroungarici. Al termine della battaglia gli italiani conteranno circa 30.000 uomini fuori combattimento, contro il 10.000 degli austroungarici. Il 26 luglio (giorno esatto, mentre per l’albo una generica data come giugno 1917), per le gravi ferite riportate in combattimento e le pessime condizioni di vita nel campo, l’artigliere Buonpadre muore nel campo di prigionia di “Franzenfenste”, Porta Lepozze, circondario Borgo nel Tirolo. Aveva 19 anni. Sarà il Cappellano militare del 1° Reggimento Schützen, Magnus Givre Wager, a redigere il verbale di morte e sepoltura alla presenza dei testimoni: Eugelbert Wanner, capopattuglia e Mosc Mart Steiner, Tenente. La comunicazione di morte al Comune di Giulianova arriverà il 18 maggio 1919.
Curiosità
Dalla fine degli anni ‘30, le sue spoglie, riposano nel Sacrario militare di Asiago, con la seguente scritta: Sold. Buonpadre Vincenzo 5° Art. Mont. 25 7 1917 (trascrizione 1916) Gallio “Di qui non si passa” 1936.
Il ricordo
Il suo nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, sulla lapide dei caduti del Duomo di San Flaviano e nel libro di Francesco Manocchia “I Salmi della Patria”.
3 le medaglie alla memoria del soldato giuliese: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918



Giulianova. Alessandro Attili, il fante reduce dall’Africa e disperso sulle Alture di Fogliano

Nasce a Giulianova il 3 marzo 1891, alle ore 03:15, nella casa posta in Via per Mosciano, dal 33enne Vincenzo e Filomena Pupi. Il giorno successivo sarà il Sindaco Francesco Ciafardoni a registrare il nascituro alla presenza di due testimoni: Raffaele Del Nunzio, proprietario e Alfonso Nespeca, contabile. Nel primo decennio del 1900, la famiglia si trasferisce a Mosciano Sant’Angelo.
Il 20 marzo 1909, da Napoli, parte alla volta dell’America con la nave Luisiana (costruita dalla Società Esercizio Bacini di Riva Trigoso, in Italia, nel 1905. Aveva una capienza di 1.625 passeggeri (25 in prima classe e 1600 in terza classe), di proprietà della “Lloyd Italiano”, faceva servizio tra l’Italia e New York. Nel 1917, durante la Prima Guerra Mondiale, fu affondata da un sottomarino tedesco al largo della Spagna) e sbarca a New York il 5 aprile 1909. Chiamato a visita di leva dal distretto militare di Teramo, sarà giudicato abile nel Consolato italiano di New York il 20 maggio 1911. Il 20 ottobre gli viene rilasciata una proroga, per essere all’estero, fino al 1 dicembre e il rinnovo fino al 1 giugno 1912. Il 2 giugno viene denunciato al Tribunale Militare di Ancona per diserzione e il 29 giugno si presenta al distretto con giustificato motivo. Il 20 giugno entra nel 62° Reggimento Fanteria – Brigata “Sicilia” e il 4 luglio viene assolto dalla commissione d’inchiesta di Ancona. Il 5 settembre viene destinato al 26° Reggimento Fanteria – Brigata “Bergamo” e il 7 settembre parte per la Tripolitana e Cirenaica, partecipando alla guerra Italo-Turca nella fase finale. Rientra in Italia, dopo due anni, il 6 marzo 1914 per essere congedato l’11 marzo nel 62° Reggimento Fanteria – Brigata “Sicilia”. Il 15 luglio viene richiamato alle armi per istruzione ma non si presenta e il 19 agosto viene denunciato al Tribunale Militare di Ancona per diserzione. Il 21 agosto si presenta spontaneamente al distretto militare e il 4 ottobre giunge al deposito di pace del 90° Reggimento Fanteria – Brigata “Basilicata”. Il 20 ottobre viene di nuovo assolto dal Tribunale Miliatre di Ancona dalla Commissione d’Inchiesta e il 29 novembre viene congedato.
Il 28 gennaio 1915, a Mosciano Sant’Angelo, sposa Angela Magnarelli (nella foto allegata. Nata a Mosciano l’8 maggio 1893, da Pasquale e Giuseppa Di Fabio; il 24 febbraio 1952 la Questura di Teramo gli rilascerà il visto per l’espatrio in Brasile e il 17 marzo otterrà il visto dall’Ambasciata a Roma).
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale viene richiamato e il 23 maggio viene inquadrato nel 123° Reggimento Fanteria – Brigata “Chieti”. Posizionata nei pressi di Peschiera, tra Pozzolengo e San Martino della Battaglia, verrà trasferita in Friuli, tra Ruda e Pascolet. Il 28 luglio entrano nel vivo della battaglia a Fogliano Redipuglia per la conquista della “trincea delle frasche”, la stessa si protrarrà fino al 6 agosto (2.600 uomini fuori combattimento – morti e feriti).
Il 4 agosto 1915, nell’ennesimo scontro fratricida, Alessandro Attili scompare per sempre. Il 12 maggio 1916 verrà ufficialmente dichiarato disperso.
A Giulianova, il fante, era totalmente sconosciuto, solo nel 2018 è stato ricordato con il dépliant commemorativo “La città di Giulianova per non dimenticare” edita dal Comune. A Mosciano Sant’Angelo è ricordato sulla lapide dei caduti della Grande Guerra e nel libro di Gaetano Zenobi “Mosciano Ieri – Oggi” edizioni C.E.T.I. – Teramo, 1965.
4 le medaglie alla memoria del soldato: Guerra Italo-Turca, Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta con un solo anno di guerra, 1915; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918. #giulianova #primaguerramondiale #moscianosantangelo #alturedifogliano #foglianoredipuglia