EDOARDO (EDWARD) CORSI CUSTODE DI ELLIS ISLAND. Ricordiamo il grande italiano a 130 anni dalla istituzione della “porta d’ingresso” dell’America Antonio Bini

Nell’autunno del 1931 si diffonde la notizia singolare e inattesa, ripresa dalla stampa nazionale, che riempì “di gioia milioni d’italiani che vivono in America” – come scrisse Il Secolo Illustrato del 15 novembre 1931 – in un articolo dal titolo “Un abruzzese, custode della porta dell’America” –  che alludeva alla scelta del presidente degli Stati Uniti Herbert Hoover di nominare Edoardo Corsi commissario per l’emigrazione.

Per la prima volta, un emigrato italiano fu chiamato ad essere custode di Ellis Island, allora considerata la “Porta d’America”. Da questo articolo prendiamo spunto per ricordare la figura Edoardo Corsi. Il prestigioso incarico venne affidato ad un italiano, che da bambino aveva personalmente conosciuto la durezza del passaggio per l’isola di Ellis Island che definì “una bolgia infernale”.

Nato a Capestrano il 20 dicembre 1896, aveva già vissuto in tenerissima età, sul finire dell’800, una breve permanenza in Svizzera (esilio, come scrisse), al seguito del padre Filippo Corsi, repubblicano mazziniano, che per sfuggire alle persecuzioni governative di quel  periodo scelse di emigrare a Lugano. Durante l’esilio nascerà una sorellina alla quale venne dato il nome di Helvetia, in omaggio alla terra svizzera. Filippo Corsi sin da giovanissimo era stato molto attivo sul territorio abruzzese, a sostegno delle riforme agrarie e della cooperazione, oltre ad essere impegnato per la sicurezza del lavoro nello stabilimento chimico di Bussi, tra le prime esperienze di industrializzazione del Val Pescara. Poco tempo dopo il rientro in Italia, Filippo Corsi venne eletto deputato nel collegio di Massa – Carrara. E proprio a Massa, dove era arrivato in treno per tenere un discorso in comune, fu colpito mortalmente da un infarto, lasciando nel dolore e nella miseria la moglie Giulia Pantano e i quattro figli. Edoardo, primogenito, non aveva nemmeno sette anni. Correva l’anno 1903. Nei mesi successivi, come in uso al tempo, un parente da parte del marito sposò la vedova per aiutarla a sostenere la famiglia. La difficilissima situazione economica indusse la famiglia – come tanti capestranesi – ad emigrare negli Stati Uniti nel 1907, dove erano già presenti altri parenti. Quello si rivelò un anno record per l’emigrazione, con oltre un milione di sbarchi ad Ellis Island. Qualcosa che doveva rimanere per sempre nella memoria di Edoardo.

La sua infanzia fu durissima. Insieme allo studio cercò di svolgere diversi piccoli lavori per concorrere nel sostegno della famiglia. Dopo non molto perse anche la madre. Con straordinaria tenacia e grande spirito di sacrificio conseguì nel 1922 la laurea in legge presso la Fordham University di New York. Nella stessa università molti anni dopo, Dominick Salvatore, un altro abruzzese, diventerà preside della Facoltà di Economia. Iniziò a pubblicare articoli su problematiche sociali su riviste come The Outlook e The World. Nel 1926 fu nominato direttore della Haarlem House che offriva servizi di educazione e ricreazione in favore della comunità italo-americana. Lì conobbe Emma Gillies, assistente sociale, che sposò nello stesso anno. Due anni dopo nacque il figlio Philip Donald.

Nel 1930 iniziò la sua carriera nell’amministrazione governativa americana venendo nominato supervisore del Censimento Federale a Manhattan. La sua attività fu particolarmente apprezzata a vari livelli, tanto che l’anno successivo il presidente degli Stati Uniti, Herbert Hoover, volle conoscerlo personalmente rimanendo positivamente colpito, tanto da  affidargli l’incarico di commissario per l’emigrazione ad Ellis Island. E proprio su quest’incarico prestigioso cercheremo di soffermarci, tornando a quei giorni.

Il citato Secolo Illustrato sottolineò con gran rilievo l’avvenimento che “ancora qualche anno prima sarebbe stato inconcepibile”. Queste le sue prime dichiarazioni nell’assumere l’incarico “Io intendo umanizzare, trasformare Ellis Island da un luogo di umiliazioni e di pene, come era nel passato, in una vera casa dove delle volte si deve restare per mesi. Per essere severi non occorre essere crudeli, per essere energici basta essere giusti”. Evidentemente, nel rispetto delle leggi vigenti. Il periodo non era facile per le conseguenze del crollo di Wall Street, mentre solo quatto anni prima erano stati condannati a morte Sacco e Vanzetti. Il numero degli emigranti andava diminuendo rispetto agli anni precedenti, mentre  c’eranolimitazioni quantitative che erano state poste per l’ingresso degli italiani, discriminanti rispetto ad altri paesi. Una motivazione andava trovata nella convinzione, allora diffusa, che gli italiani fossero tra quelli che davano maggiore contributo alla criminalità. Una circostanza che fu smentita dal rapporto di una commissione di giuristi voluta dal presidente Hoover    dal quale emerse che “gli italiani – tra gli emigrati – erano i migliori cittadini americani, sobri, laboriosi, e i più alieni da quelle forme di delinquenza che ora spandono così cattiva luce sull’America”. In quel periodo, mentre si riducevano i flussi ordinari, rimanevano in ogni caso quelli costituiti da donne e bambini che continuavano ad approdare ad Ellis Island “chiamati” dai capi famiglia già stabiliti in America.Al termine dell’incarico Edward Corsi ritenne opportuno raccontare quella straordinaria esperienza pubblicando nel 1935 “In the Shadow of Liberty: The chronicle of Ellis Island”, edito da The Macmillan Company, New York, recante l’introduzione di Fiorello La Guardia, allora sindaco di New York, attestante la bontà dell’opera svolta dal commissario. Il libro è preceduto da un excursus della propria vita in cui non nasconde certo le origini abruzzesi, con richiamo alla figura del padre, al breve “esilio” in Svizzera e quindi alla partenza per gli Stati Uniti, all’approdo ad Ellis Island e  l’adattamento alla nuova realtà. All’Abruzzo è dedicato il secondo capitolo.

“The Abruzzi was really all I knew of Italy” (L’Abruzzo era davvero tutto quello che sapevo dell’Italia), ammise Corsi, sottolineando come “quella terra selvaggia avesse dato all’Italia e al mondo personaggi come d’Annunzio, Croce, i Rossetti, De Virgili e Ovidio”. Esaltò gli scenari montagnosi della sua regione, dominati dal Gran Sasso e dalla Maiella, le origini medievali del suo paese, “posto tra L’Aquila e Sulmona”, e la storia di San Giovanni da Capestrano che gli raccontava suo padre. Nella sua memoria anche i pastori e, tra questi, gli improvvisatori (cantori e poeti a braccio). Del padre richiamò gli ideali politici sintetizzando l’impegno umano e politico in favore di contadini e operai, portato avanti anche attraverso la rivista “La Democrazia” da lui stesso fondata, seguendo i principi mazziniani e in contrasto con la monarchia. Si evince come egli stesso si sia ispirato sempre alla figura del padre Filippo, che una targa, posta dopo la Liberazione, ricorda tuttora, con queste parole, in piazza della Libertà a Pratola Peligna:  “Trasse dalle idealità repubblicane, dall’affetto per i lavoratori, la fede e la forza per combattere il dominio delle oligarchie locali, per ridestare alla coscienza dei nuovi destini il popolo di queste terre“.

La gran parte del libro è in ogni caso dedicata all’emigrazione e soprattutto alla situazione di Ellis Island, quella trovata e quella migliorata grazie alla sua azione umanitaria. Colpisce il confronto, documentato fotograficamente, tra una grande camerata con numerosi emigranti dormivano ammucchiati su letti  a castello disposti in continuità, a doppia piazza, e le nuove sale destinate all’accoglienza di madri con bambini. In un’altra immagine del 1933 si può notare Edward Corsi donare piccoli regali, in occasione del Natale, a bambini provenienti da vari paesi del mondo. Nelle pagine conclusive, Corsi ammise – mentre era intento a liberare il suo grande ufficio al termine dell’incarico – che “i suoi pensieri vagavano verso la lontana mattina di ottobre, di tempo fa, quando l’ombra della libertà aveva accolto l’arrivo della famiglia Corsi in America, e tutto ciò che era accaduto negli anni successivi”.

Il libro riesce ad essere al tempo stesso la storia travagliata di una prodigiosa carriera e quindi di uno straordinario riscatto sociale, insieme ad una testimonianza orgogliosa delle proprie origini italiane e, abruzzesi in particolare, con un omaggio riconoscente al padre e una prova del servizio reso agli Stati Uniti, suo paese di adozione,soprattutto nel processo di umanizzazione e riorganizzazione, anche logistica, dell’accoglienza degli emigrati. La Guardia lo nominò direttore dell’Home Relief Fund (Fondo per l’assistenza domestica) di New Yorke. Nel 1950 si candidò a sindaco di New York ma gli venne preferito un altro italo-americano, Vincent Impellitteri. Ma Corsi era soprattutto un grande manager del sociale. Seguirono altri incarichi nel corso del tempo, ai massimi livelli, sempre riguardanti l’emigrazione e il welfare.

Edward Corsi morì il 13 dicembre 1965, a seguito di un incidente stradale. Il fondo contenente lettere e documentazioni varie a lui appartenute è stato lasciato all’Università di Syracuse, nello stato di New York. Forse un ultimo pensiero all’Italia.

Viene da pensare a quanto scrisse John Fante in una lettera diretta al figlio Dan, quando annotò: “Mi dicono che gli abruzzesi sono gente molto per bene”, alludendo alla reputazione degli abruzzesi che personaggi come Edward Corsi, come e più di altri, hanno certamente contribuito ad alimentare negli anni passati. Corsi fa parte della grande storia dell’emigrazione americana, italiana e quindi anche di quella abruzzese. Una storia, quest’ultima, che resta ancora tutta da scrivere.

BOX – I 130 anni di Ellis Island –

Nel 1892 l’isolotto posto alla foce del fiume Hudson nella baia di New York viene trasformato in  “stazione” porta di ingresso per gli immigrati diretti negli Stati Uniti. Era l’isola delle speranze, ma anche delle lacrime, dove gli immigrati venivano identificati e sottoposti a umilianti controlli e visite mediche, prima di approdare al suolo americano. La loro permanenza poteva protrarsi per giorni e settimane in squallidi saloni. C’era chi veniva costretto a rientrare nei paesi di provenienza. Una circostanza dolorosa che senza alcuna pietà poteva separare anche i nuclei familiari. Nel 1954 Ellis Island venne chiusa. Venti milioni di emigranti, provenienti da una cinquantina di paesi del mondo, erano fino ad allora transitati per l’isola verso il sogno americano.  Quei luoghi, a partire dal 1990, sono stati trasformati nell’Ellis Island Museum of Immigration, che vanta 65milioni di nominativi di immigrati, il museo simbolo dell’emigrazione nel mondo.  A poca distanza si trova Liberty Island, dove si erge ben visibile la Statua della Libertà.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




“Ombra mai più”, la Mondadori ospita Redaelli che prosegue il suo racconto sulla follia del mondo

 

Saranno Francesco Coscioni (editore) e Valeria Leone a presentare presso la libreria Bookstore Mondadori di Pescara in via Milano, Ombra mai più di Stefano Redaelli per Neo Edizioni.

L’appuntamento, con l’autore, Stefano Redaelli professore di Letteratura Italiana presso la Facoltà “Artes Liberales” dell’Università di Varsavia è per giovedì 22 settembre ore 18.30.

“Quando torni nel mondo, del mondo ti devi fidare”: per tre lunghi anni Angelantonio è stato ospite della struttura psichiatrica Casa delle farfalle, con sé porta il libro che ha scritto sulla follia, standoci dentro, e ora c’è un fuori che lo aspetta. Il tempo ha lasciato segni profondi, sui suoi genitori improvvisamente anziani da cui fa ritorno, sul platano che aveva adottato quando era ragazzo, in una società che adesso lo guarda con sospetto perché “è stato lì”.

 

Non sempre si comprende ciò che è vitale, ma c’è una fragilità che accomuna tutti, matti e sani, buoni e cattivi, che parla una lingua misteriosa, e dice parole che Angelantonio dovrà imparare insieme a chi incontrerà.

 

Con Ombra mai più, Redaelli continua il suo racconto sulla follia del mondo e la saviezza dei folli, sceglie una prosa precisa e raffinata, le cui radici attingono a una inaspettata poesia.

 

Addottorato in Fisica e in Letteratura, s’interessa dei rapporti tra letteratura, medicina, scienza e spiritualità. Tra le sue pubblicazioni scientifiche: A 40 anni dalla legge Basaglia: la follia, tra immaginario letterario e realtà psichiatrica (DiG, 2020), Nel varco tra le due culture. Letteratura e scienza in Italia (Bulzoni, 2016), Le due culture. Due approcci oltre la dicotomia (con Klaus Colanero, Aracne, 2016). Per la narrativa ha pubblicato la raccolta di racconti Spirabole (Città Nuova, 2008) e il romanzo Chilometrotrenta (San Paolo, 2011).

Con Neo Edizioni ha pubblicato il romanzo Beati gli inquieti, Selezione Ufficiale Premio Campiello, Premio Napoli e Premio Flaiano 2021, e il romanzo Ombra mai più. 




Libri antichi, all’Archivio di Stato di Teramo incontro sulle cinquecentine. Sabato il convegno per la presentazione del progetto di catalogazione di 67 esemplari inseriti nel Sistema Bibliotecario nazionale

 

TERAMO, 21 SETTEMBRE 2022 – Sabato 24 settembre, alle ore 17, nella sede dell’Archivio di Stato di Teramo, in via Cesare Battisti, si terrà il convegno dal titolo “Valorizzazione del patrimonio bibliografico dell’Archivio di Stato di Teramo. La catalogazione in SBN delle cinquecentine”.

All’incontro, che sarà aperto dai saluti del direttore dell’Archivio di Stato di Teramo, Ottavio Di Stanislao, del presidente dell’Istituto Abruzzese di Ricerche Storiche, Egidio Marinaro, e della presidente della Fondazione Tercas, Tiziana Di Sante, interverranno come relatori Luigi Ponziani, direttore emerito della Biblioteca “Melchiorre Delfico”, e Cinzia Falini, bibliotecaria. L’incontro sarà coordinato da Simone Gambacorta.

Nel corso del convegno sarà illustrato il progetto, promosso dall’Istituto Abruzzese di Ricerche Storiche e finanziato dalla Fondazione Tercas, per la valorizzazione del patrimonio bibliografico dell’Archivio.

Nella sua prima fase, il progetto, curato da Cinzia Falini, ha portato alla catalogazione nel Sistema Bibliotecario Nazionale (SBN) di 67 cinquecentine.

Come spiega il direttore dell’Archivio di Stato Ottavio Di Stanislao, “la catalogazione permetterà a un vastissimo pubblico di venire a conoscenza online, e di fruire, di questo importante patrimonio di preziosi libri antichi stampati a partire dal XVI secolo. Si tratta, infatti, della prima importante fase di un progetto più ampio con il quale intendiamo inserire nel Sistema Bibliotecario Nazionale il “Fondo antico” della nostra biblioteca, che, sabato intitoleremo alla memoria di Alberto Scarselli. Fu infatti Scarselli – prosegue Di Stanislao – a farsi promotore, a suo tempo, delle donazioni di privati alla nostra biblioteca. In particolare, Scarselli donò all’Archivio di Stato di Teramo la biblioteca della sua famiglia e poi sollecitò Lorenzo Paris e Serafino Mancini, eredi delle rispettive storiche famiglie teramane, a fare altrettanto, come avvenne. Eravamo negli anni Quaranta. Le donazioni arricchirono enormemente la biblioteca dell’Archivio, che all’epoca era costituita dalle collezioni di “Leggi e Decreti” del Regno di Napoli e del Regno d’Italia e da altri periodici istituzionali. Un arricchimento della giornata di sabato – conclude Di Stanislao – sarà l’inaugurazione dell’esposizione permanente della collezione di sigilli settecenteschi di antiche Università – quelli che oggi chiamiamo Comuni – della nostra provincia”.




Giulianova. Presentazione, domenica prossima, 18 settembre, del nuovo libro di Carla Tarquini sui dipinti di palazzo Re. A seguire, visita guidata nella storica dimora di corso Garibaldi.

Domenica prossima, 18 settembre, si terrà, alle ore 17 in sala “Buozzi”, a Giulianova Alta, la presentazione del libro di Carla Tarquini “Palazzo Re e i suoi cieli dipinti”. L’evento è cofinanziato dalla nuova associazione “D’Archivio Cultura” che con questa iniziativa fa il suo esordio ufficiale. Dopo il saluto dell’assessore alla Cultura Paolo Giorgini, moderati da Martina Palandrani, interverranno Letizia D’Archivio, Presidente dell’Associazione “D’Archivio Cultura”; Sirio Maria Pomante, Direttore della Biblioteca “V. Bindi” e del Polo Museale Civico di Giulianova; Claudio D’Archivio, Direttore scientifico del Gruppo Medico D’Archivio; Ottavio Di Stanislao, Direttore dell’Archivio di Stato di Teramo ed autore della Prefazione. Alla restauratrice Valentina Muzii il compito di illustrare il volume con il supporto delle immagini. Sarà presente l’autrice. Al termine della presentazione, organizzata dall’associazione D’Archivio Cultura, con la determinante collaborazione del Polo Museale Civico, sarà possibile effettuare una visita guidata a Palazzo Re, grazie alla cortese disponibilità dei proprietari Luigi e Rossella Re. Carla Tarquini, nata ad Arsita, è stata lungamente docente di Italiano e Latino presso il Liceo Scientifico “A. Einstein” di Teramo. Ha collaborato con diversi periodici locali e pubblicato numerosi saggi storico-artistici. Con questo volume la Tarquini svela la paternità dello stupendo apparato decorativo che adorna l’ottocentesco palazzo Re. Autore ne fu Vincenzo Sardella (Teramo 12 aprile 1870 – Pescara 19 febbraio 1940), finissimo pittore e decoratore formatosi a Roma, quindi tornato a Teramo nel 1888, le cui opere sono state rintracciate e identificate in vari luoghi della provincia dalla studiosa teramana ed evidenziate in una precedente opera del 2019 firmata insieme con Renata Ronchi.




Pretoro ritrovo d’Abruzzo, sarà Perrotta a dialogare con Gino Bucci

Donatella Di Pietrantonio (quarta di copertina).

Ascoli Piceno. È stato un Caffè Letterario molto intenso e ricco di emozioni l’ultimo che si è tenuto al Meletti. Per “Pomeriggio in versi”

Ascoli Piceno. La conduttrice Franca Maroni ha puntato sulla definizione della poesia, come strumento di autoconoscenza e formazione etica, convinta che in un complesso momento epocale, con una umanità allo sbando, vinta dalla paura, la poesia come voce animica, possa suggerire nuovi orizzonti e risvegliare il senso solidale dell’unicum. Nel corso dell’incontro particolarmente seguito dai presenti, sono intervenuti Anna Monini (direttrice artistica del Meletti) Monia Vallesi (assessore comunale agli eventi) e Antonio Lera ( presidente Agape Caffè Letterari d’Italia e d ‘Europa). In scena si sono proposti la poetessa e scrittrice Alessandra Bucci e lo scrittore Paolo Ruggeri, affiancati dalla pittrice Simona Tacconi.
La Bucci ha illustrato la sua ultima silloge “Verso la luce”, densa di emozioni e colorata di sensazioni che in un andirivieni tra presente e passato, rimanda al variegato e sofferto tran tran quotidiano. Un lavoro significativo come tappa di un cammino in progress sul filo di interrogativi e crescita spirituale. Paolo Ruggeri ha proposto l’interessante scrittura di una esperienza personale che ha dato una svolta alla sua vita, portandolo a vivere e a sostenere il valore della condivisione solidale di scelte etiche e azioni concrete. Antonio Lera ha riportato l’attenzione sulla lirica leggendo interessanti versi tratti dalla sua silloge ispirata al tempo e alla bellezza. Di poi ha introdotto la pittrice Tacconi cui ha dedicato una presentazione critica e invitato la sressa che dal campo del benessere è passata all’arte, a raccontarsi.
La giovanissima Aurora Costantini allieva dell’istituto Musicale Gaspare Spontini, ha allietato la serata eseguendo noti brani con la sua chitarra.
Poesia, pittura, musica e parole in fluida alternanza, hanno tessuto un drappo d’arte che ha avvolto ed emozionato il pubblico raccolto nel prestigioso Caffè.




IL LIBRO “I PAPI E CELESTINO V” AL “SALONE DEL CAMPER” DI PARMA 

Sbarca al “Salone del Camper”, l’atteso appuntamento nazionale per il settore del turismo in corso di svolgimento a Parma, il libro del giornalista e scrittore aquilano Angelo De Nicola, “I Papi e Celestino V” (One Group Edizioni). De Nicola è stato invitato da “Chausson Italia”, azienda leader del settore, nell’ambito del “Estate culturale con Chausson 2022”, un calendario di eventi e interviste che si terranno ogni pomeriggio in fiera dalle ore 16.30 alle ore 18 nello Stand Padiglione 5.

La presentazione del libro si terrà giovedì 15 settembre, alle ore 16,30. Interverranno con l’Autore, accompagnato dalle letture di Sabrina Giangrande, Luca Mercatucci direttore commerciale di “Chausson Italia” e l’editore Francesca Pompa, presidente di One Group Edizioni. Il programma “Estate culturale” è dedicato alla stagione di vacanze dei turisti che hanno visitato il Paese e che hanno accettato di raccontare a bordo di un camper Chausson. Si parlerà anche del Giro d’Italia del 1962 raccontato attraverso il Tour di Mirko Zamprogno. Durante la settimana ospiti e autori di libri saranno nello stand: oltre a Angelo De Nicola, Giampiero Vellar e Francesca Beretta biologa nutrizionista, intervistata da Francesca Strozzi della Gazzetta di Parma.

Con l’occasione sarà presentata al pubblico la seconda guida dal titolo “Chausson, la cultura in viaggio”, grazie alla collaborazione delle concessionarie. Una seconda raccolta di proposte di viaggi per le vacanze nel territorio italiano, il primo Paese al mondo a preservare il maggior numero di siti protetti nella lista dei beni cultuali materiali ed immateriali. Per De Nicola, si tratta della 19.ma presentazione dall’uscita del libro, a metà del luglio scorso, nell’importante appuntamento per tutti gli appassionati del settore, ma non solo, dai veicoli più recenti fino alle tende e alle attrezzature per il campeggio; tutte le destinazioni ideali per il turismo in libertà, le eccellenze della tradizione enogastronomica italiana, e tanto altro ancora.




Roma. Sabato 1° ottobre 2022 alle ore 16,15 verrà presentato presso la Sala riunioni della chiesa di San Stanislao di Roma il volume Due Regine innamorate di Polonia: Bona Sforza d’Aragona e Maria Casimira Sobieska (Edizioni Archeoares, Viterbo 2021).

Il volume raccoglie gli Atti del Convegno dell’8 maggio 2021 tenutosi on line presso il museo Pontificio della Santa Casa di Loreto in occasione della presentazione del progetto “Polovers” (Innamorati di Polonia).

I testi raccolti, redatti da studiosi italiani e polacchi, sono incentrati su alcuni aspetti che mettono in rilievo lo stretto rapporto tra Italia e Polonia attuato anche dalle due celebri Regine.

La ricerca promossa dal Consolato onorario polacco di Ancona con il patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura a Cracovia e l’Istituto Polacco di Roma e l’Accademia Polacca delle Scienze di Roma ha ricevuto contributi da Roma, Bari, Cracovia, Lublino e Varsavia e presenta anche alcuni interessanti accenni all’attività di importanti artisti polacchi in Italia, le cui opere sono ancora oggi testimoniate a Roma e nel Lazio.

Registrazione raccomandata come da Invito allegato




Giulianova. Palazzo Re e i suoi dipinti, presentazione del libro di Carla Tarquini. Domenica 18 settembre, ore 17, Sala Buozzi.




INCONTRI LETTERARI SOTTO LE STELLE, domani 11 settembre al DON ANTONIO GLAMPING VILLAGE di Giulianova

Sta per concludersi nel Format “Tra L’Essere e L’Apparire- Il Tempo E La Bellezza” con l’evento INCONTRI LETTERARI SOTTO LE STELLE, domani 11 settembre al DON ANTONIO GLAMPING VILLAGE di Giulianova, il trittico di incontri dei Caffè Letterari d’Italia e d’Europa.

Il professor Antonio Lera candidato al Nobel per la Letteratura per gli anni 2020 e 2021, Presidente della suddetta associazione: “Sono molto soddisfatto per le 2 tappe immediatamente precedenti nei 2 bellissimi caffè storici Italiani, rispettivamente di giovedi 8 settembre 2022 al CAFFÈ DANTE DI VERONA e di Venerdi 9 settembre al CAFFÈ PEDROCCHI DI PADOVA”.
Aggiunge: “Il format dei caffè letterari da me ideato suggerisce la poesia e l’arte come ricette di benessere psicofisico e di pace, per alleviare il malessere suscitato dai periodi critici che stanno caratterizzano la vita delle persone, quali conflitti,  guerre, pandemie e separazioni, nelle varie fasi esistenziali individuali e collettive in un epoca che sembrava avviata verso una globalità d’intenti e di pace nel pianeta che sta vivendo purtroppo una recrudescenza di negatività collettive che diviene humus quotidiano, in cui gli individui sono immersi. In definitiva, una sorta di Pronto Soccorso poetico, dove versi, opere pittoriche, etc., divengono bastioni contro la perdita del piacere di vivere. E’ questo il take message che i caffè letterari d’Italia e d’Europa, cercano di trasmettere attraverso i vari appuntamenti, dove autori, artisti ed esperti del mondo della cultura e del sociale, si confrontano.”
A Verona, al CAFFÈ DANTE divenuto per la prima volta sede Caffè Letterari d’Italia e d’Europa, ha introdotto i lavori Natalia Ottoveggio (Rotary Club Verona Scaligero, Interior Designer), affidando poi la parola a Franca Maroni, Presidente del Centro Poesia Marche che ha illustrato storicamente i caffè letterari, sottolineandone l’importanza sul piano sociale e culturale, a seguire Margherita Bonfilio ha letto alcuni brani poetici del libro TRA L’ESSERE E L’APPARIRE, Edizioni IlViandante ed una critica letteraria sull’opera di ANTONIO LERA che ha salutato tutti i presenti, per poi raccontarsi come scrittrice.
Quindi Paolo Ruggeri, ha illustrato il suo primo libro edito UN GIORNO ALLA VOLTA, UN PASSO ALLA VOLTA, UN BAMBINO ALLA VOLTA, in cui sono narrate le storie d’aiuto verso la popolazione ed in particolare i bambini africani, tra cui un nome spicca, quello di Lucy.
A seguire la Veronese Valentina Motta, docente e storica dell’arte, ha descritto i rapporti stretti tra Mito arte e letteratura attraverso il suo ultimo libro NARCISO, NARCISI E NARCISISMOConclude l’incontro la scrittrice Barbara Ferretti di Ravenna con il suo romanzo LA MERAVIGLIA COLLATERALE. Infine la degustazione della magnifica Apericena del CAFFÈ DANTE.
A Padova, al CAFFÈ PEDROCCHI, ormai location abituale dei Caffè Letterari d’Italia e d’Europa ha introdotto i lavori Lucia Bonato, Presidente Rotary Club Este che ha illustrato inizialmente l’opera letteraria e culturale di Antonio Lera,  che con questi incontri anima i più bei salotti letterari come appunto il Pedrocchi di Padova. Nella scaletta è stata la volta per primo di Paolo Ruggeri, con la sua opera prima che narra le sue esperienze d’aiuto in Terra d’Africa, poi Alessandra Bucci, scrittrice Abruzzese, con il suo nuovo libro VERSO LA LUCE ricco di suggestioni poetiche, con la prefazione di Antonio Lera, ancora immersi nell’atmosfera magica del Pedrocchi con la sapiente moderazione di Lucia Bonato, Liliana Bonetto e Lorena Ulpiani che hanno dato la parola a Margherita Bonfilio che dapprima ha letto alcune poesie di Antonio Lera e poi ha parlato delle proprie attività letterarie leggendo alcuni brani, quindi è stato il turno di Stefano Parancola che ha parlato di bioarchitettura e di benessere attraverso le sue opere letterarie, affiancato da Chiara Fossani che ha aggiunto circa il vissuto e le caratteristiche psicocorporee dell’individuo.
Hanno concluso Ilaria Boffa facendoci entrare nel fantastico mondo della sound art, Franca Maroni, conduttrice dei salotti letterari al MELETTI DI ASCOLI PICENO e dulcis in fundo descritta da Liliana Bonetto Presidente del Lions Arte e Poesia Padova, Lorena Ulpiani artista (Pittrice) affermata e scrittrice di grande caratura, nella cornice suggestiva della Sala Bianca del Pedrocchi. Infine i saluti finali di Antonio Lera che si è complimentato con i moderatori ed i relatori per lo splendido salotto letterario realizzato nel Caffè Pedrocchi, invitandone a degustare le prelibatezze con un particolare ringraziamento ai responsabili per la cortese ospitalità!
Conclude Lera: “Domani a Giulianova nella splendida Cornice del DON ANTONIO GLAMPING VILLAGE incontreremo oltre a ritrovare Paolo Ruggeri, vi saranno altri fantastici moderatori Sonia Paglia (Giornalista e Scrittrice), Domenico De Berardis (Direttore Dsm Teramo) e Sefora Del Conte (Docente), scrittori come Alessandra Bucci, Arturo Bernava, Marida De Vida, Manuela Di Dalmazi. Spazio anche alla pittura, con gli artisti Sandra Di  Marcantonio e Gabriele Partemi. Ringraziamo il Don Antonio che a conclusione dell’evento mette a disposizione il buffett.”