“LA SAGGEZZA E L’AUDACIA”, A ROMA PER RICORDARE DAVID SASSOLI

 

di Goffredo Palmerini

 

“David Sassoli era mite e coraggioso. Aveva grande forza, che proveniva dalle sue convinzioni, dai suoi ideali, radicati nella fede e maturati nelle esperienze della vita. Anche per questo era aperto all’ascolto. Cercava di cogliere i segni nuovi dei tempi, considerava il dialogo un tesoro prezioso cui attingere non soltanto nei momenti di difficoltà. Il suo sorriso era un tratto di gentilezza, che esprimeva una spontanea empatia, espressione della sua cultura. David Sassoli ci manca. La sua testimonianza di correttezza e competenza nella professione giornalistica, poi di servizio, e quindi di guida, nelle istituzioni europee, costituiscono un patrimonio che è comunque ancora fra noi. Va fatto conoscere ancor di più, vanno approfonditi e meditati gli scritti che ci ha lasciato. […]”

 

ROMA – Quali più appropriate parole per ricordare David Maria Sassoli se non queste tratte dall’illuminante incipit della Prefazione firmata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al volume “David Sassoli. La saggezza e l’audacia. Discorsi per l’Italia e per l’Europa” (Feltrinelli). Il libro, che riporta 56 discorsi del Presidente del Parlamento europeo David Sassoli, curato da Claudio Sardo, viene presentato questa mattina a Roma, al Teatro Quirino. Un panel di assoluto prestigio per questo evento, che non a caso precede di soli due giorni l’anniversario della prematura scomparsa di David Sassoli, Presidente del Parlamento europeo, avvenuta l’11 gennaio 2022. Partecipano infatti alla presentazione Ursula von derLeyen, Presidente della Commissione Ue, Romano Prodi,già Presidente del Consiglio e poi della Commissione UE, Enrico Letta, segretario del Partito democratico, Paolo Rumiz, giornalista e scrittore, e il curatore Claudio Sardo, moderati dalla giornalista Lucia Annunziata.

La giornata è uggiosa, pioviggina a Roma quando intorno alle 10 arrivo al Teatro Quirino. Già decine di persone sono davanti alle porte d’ingresso, in attesa dell’apertura, per assistere all’evento con inizio previsto alle ore 11:00. Notevole ma discreta la presenza delle forze di polizia lungo Via delle Vergini, dove prospetta il teatro. Cresce il pubblico in attesa, molti i volti noti, dell’informazione e del mondo politico e istituzionale. Alle 10 e mezza aprono l’ingresso centrale e il personale della sicurezza consente l’accesso degli astanti, due per volta, che vengono ispezionati con metal detector. Sono tra i primi ad entrare. Ho così la possibilità di salutare la signora Alessandra Vittorini Sassoli, ringraziandola dell’invito che mi ha inviato. Diverse file di poltroncine davanti sono riservate, appena dopo altre due file sono destinate alla stampa, dove trovo posto. Il teatro va rapidamente riempiendosi in ogni ordine di posti, in platea e nei palchi. Rai News 24 e Radio Radicale ed altre emittenti televisive assicurano la trasmissione in diretta dell’evento, anche sui social. Alle 11 in punto si apre il sipario e sulle sedie sistemate sul palcoscenico prendono posto i relatori. Lucia Annunziata fa una breve introduzione per subito invitare, per i saluti, dapprima l’editore Carlo Feltrinelli. Nel dichiararsi onorato di pubblicare il libro, tra l’altro annuncia che i proventi sono interamente devoluti al Fondo David Sassoli presso il Centro Oncologico di Aviano (Pordenone) – dove David Sassoli venne curato – per sostenere progetti di ricerca nel settore ematologia.

 

Il secondo saluto è dell’ospite, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, un intervento puntuale nel quale ha richiamato di David Sassoli lo straordinario contributo al progetto europeo. «Nella cosa pubblica ha messo tutta la sua dedizione, la sua mitezza e la sua determinazione. La sua idea di politica come processo e convergenza. Ma anche la sua audacia, la sua difesa del metodo comunitario e del ruolo del Parlamento Ue. La sua elezione fu il primo passo nell’agenda per il cambiamento dell’Europa, per ricucire una frattura tra Europa e popolo – ha sottolineato poi Gualtieri -. Con lui l’Ue ha aperto una stagione nuova che ha mostrato capacità del progetto europeo di dare risposte che altri nonhanno saputo dare. Grazie al cambiamento l’Europa è riuscita a ricucire quella che era una frattura di popolo».

 

Lucia Annunziata, rilevata la presenza del ministro degli Esteri Antonio Tajani, che è stato Presidente del Parlamento Ue prima di Sassoli, lo invita a portare un contributo. «David ha dato l’anima per le istituzioni comunitarie – dice tra l’altro il ministro Tajani -. Sono molto grato a lui. Pur militando su fronti differenti, io e David Sassoli abbiamo difeso il Parlamento europeo e l’istituzione democratica dell’Unione europea». E’ il momento più importante, quello dell’intervento della Presidente della Commissione Ue, Ursula Von derLeyen, che si avvia al podio, giacca color rosa confetto su pantalone scuro e camicetta verde oliva. Un forte corale applauso l’accoglie, che lei ricambia con un sorriso. C’è attesa per la sua testimonianza, non voglio perderne neanche una parola. Attivo la registrazione e questo che segue è della Presidente della Commissione il testo integrale dell’intervento.

 

«Presidente Mattarella, Presidente Prodi, gentile Segretario Enrico Letta, gentili ospiti,

Signora Sassolicara Alessandra, cari Livia e Giulio,

 

grazie infinite per avermi chiesto di unirmi a voi oggi. E grazie in particolare agli amici e ai colleghi di David per aver curato l’edizione di questo libro. Nel leggerlo, quasi mi sembrava di sentire di nuovo la sua voce: calma, limpida, eppure così appassionata e intensa. Ho avuto il privilegio di trovarmi con David Sassoli quando ha pronunciato molti di questi discorsi. Ma ce n’è uno in particolare che non posso dimenticare. Nell’estate del 2021 David mi chiese di accompagnarlo in visita all’ex campo di concentramento di Fossoli. Un luogo in cui i soldati nazisti massacrarono decine di partigiani italiani che combattevano per la libertà di tutti noi. Il discorso di David a Fossoli era una lettera d’amore per l’Europa. La nostra Unione, disse, è nata in risposta all’orrore dell’Olocausto e della guerra.

 

Quindi rivolse una domanda semplice ma incisiva: “Vi siete mai chiesti perché i regimi autoritari, tutti, temono così tanto l’Europa? Non facciamo la guerra, non imponiamo il nostro modello. E allora, perché si preoccupano di noi? Vi è un solo motivo. I valori europei mettono paura, perché le libertà consentono uguaglianza, giustizia, trasparenza, opportunità, pace. E se è possibile in Europa, è possibile ovunque. Non dimentichiamoci di quello che siamo, di quanta voglia di Europa vi è nel mondo.” Questo accadeva mesi prima che la Russia cominciasse la sua guerra di aggressione contro l’Ucraina – un paese e un popolo che avevano deciso di abbracciare i valori europei. Oggi sembra una profezia.

 

L’intera visita a Fossoli è stata per me un’esperienza incredibilmente commovente. David era particolarmente legato a quel luogo. Dopo la guerra, un gruppo di uomini e donne di fede decisero di trasformarlo in una struttura di accoglienza per gli orfani di guerra. Uno dei sostenitori di quest’iniziativa era un frate cattolico di nome David Maria Turoldo. È a lui che David Maria Sassoli deve il suo nome. Il giorno della nostra visita, David mi ha accompagnata a piedi attraverso il campo. Abbiamo incontrato i sopravvissuti e i figli delle vittime. E poi, quando la tromba ha intonato il Silenzio per commemorare le vittime, nel momento più solenne della celebrazione, David ha infranto il protocollo e mi ha preso la mano. Un gesto semplice di unità che è valso più di mille parole. Questo era David Sassoli: un uomo con una passione per la democrazia e per l’Europa. Ci sono tre cose di lui che mi hanno sempre colpita e che vorrei condividere con voi oggi.

 

In primo luogo, il suo profondo senso della storia. David era un uomo dalla lunga memoria. Ed è questo che ha alimentato la sua passione per l’Europa. Sapeva esattamente cosa era accaduto prima della nostra Unione. Lo sapeva da suo padre, che aveva combattuto nella Resistenza. Lo sapeva dalla sua gioventù, quando David era membro attivo di un’associazione chiamata La Rosa Bianca, in memoria dei giovani tedeschi che si opposero con coraggio al nazismo. Non si stancava mai di parlare degli orrori della Seconda Guerra mondiale e del coraggio visionario di coloro che hanno costruito la nostra Europa unita. Il giorno in cui venne eletto Presidente del Parlamento europeo David dichiarò: “L’Unione europea non è un incidente della Storia. La nostra storia è scritta sul dolore, sul desiderio di libertà di Sophie e Hans Scholl, sull’ansia di giustizia degli eroi del Ghetto di Varsavia, sulle primavere represse con i carri armati nei nostri paesi dell’Est. Non siamo un incidente della Storia, ma i figli e i nipoti di coloro che sono riusciti a trovare l’antidoto alla degenerazione nazionalista.”

 

David sentiva la responsabilità non soltanto di preservare la memoria del nostro passato, ma anche di impedire a quel passato di tornare. È esattamente quello che gli ho sentito dire a Fossoli e in molte altre occasioni: “Se è accaduto una volta, può accadere di nuovo”. Credeva che fosse nostro dovere rimanere vigili. E David è stato effettivamente un garante della democrazia e dei diritti nella nostra Unione. È per questo che ha denunciato a gran voce ogni nuovo episodio di antisemitismo. È per questo che si è battuto così strenuamente affinché i migranti fossero trattati con dignità e solidarietà. È per questo che, da devoto cattolico, ha sostenuto i diritti delle persone LGBTI e ha lottato instancabilmente contro la discriminazione. I valori dei padri fondatori e delle madri fondatrici sono stati anche la bussola con cui David si orientava per il futuro.

 

David credeva nella democrazia europea, nel suo potere e nella sua capacità di garantire diritti più ampi a un numero sempre maggiore di cittadini. Credeva nel ruolo vitale del Parlamento europeo, inteso come Casa della democrazia europea. E, durante la pandemia, ha rivoluzionato il modo di lavorare del Parlamento affinché potesse continuare a servire i cittadini europei in tempi di estrema necessità. Ma David sapeva anche che la democrazia è fragile e che deve essere protetta dai nemici interni come da quelli esterni. David non avrebbe mai tollerato la corruzione – né tra i ranghi dei deputati né all’interno di alcun organo direttivo. Se fosse qui, lotterebbe con tutto il suo vigore per l’onestà e contro le ingerenze straniere nella nostra democrazia, proprio come stanno facendo gli attuali vertici del Parlamento europeo.

 

Forse è a causa del suo senso della storia che David ha sempre capito quando era il momento per noi, leader europei, di intervenire per plasmare il corso della storia. Questo è il secondo pensiero su David che vorrei condividere. Da persona con un lungo passato di giornalista, percepiva sempre quando i tempi erano maturi per un cambiamento. È quanto traspare dai suoi discorsi al Consiglio europeo, nella sezione conclusiva di questo libro. Nei primi mesi dei nostri rispettivi mandati, il messaggio di David ai leader europei è stato forte e chiaro. Ascoltiamo la voce dei nostri giovani. Hanno parlato e chiedono prima di ogni altra cosa: azione per il clima e giustizia climatica. E cito: “Avremmo dovuto insegnare noi ai nostri figli […] che il dono che ci è stato fatto, il nostro mondo, […] è ben più fragile di quanto pensassimo. […] Troppe volte è accaduto invece il contrario”. David sapeva ascoltare e sapeva guidare. È anche grazie a David e al sostegno del Parlamento che la prima proposta promossa dalla nuova Commissione europea è stato il Green Deal europeo. Ed è anche grazie a lui che il Green Deal europeo è incentrato a tal punto sulla giustizia sociale e su una transizione giusta.

 

Poi è sopraggiunta la pandemia e, ancora una volta, David ha fatto sentire la voce della saggezza in seno al Consiglio europeo. Ricordo il vertice cruciale in cui abbiamo raggiunto un accordo su Next Generation EU, la nostra proposta relativa al piano per la ripresa dell’Europa. Come sempre, David non usò mezzi termini e ammonì: “La posta in gioco è la sopravvivenza dell’Unione. Siamo sotto i riflettori di tutto il mondo. Dimostriamoci degni della fiducia che i nostri cittadini […] nutrono in noi”. David non era soltanto un arguto oratore, ma un raffinato politico. Capiva i meccanismi della politica e le logiche del potere. Ma chiunque poteva vedere che David era entrato in politica per passione e non per sete di potere. E questa sua caratteristica è ciò che lo ha reso così credibile e autorevole. Per questo, quando è mancato, tutti gli schieramenti politici hanno reso omaggio a David Sassoli. La sua passione e la sua onestà travalicano le divisioni politiche.

 

Il mio terzo e ultimo ricordo di David riguarda qualcosa che non troverete nelle pagine di questo libro ma che chiunque lo abbia incontrato non potrà mai dimenticare. Il suo sorriso e i suoi occhi limpidi. David era un uomo gentile. Il Presidente buono, come l’hanno definito. E anche se non ha mai perso il sorriso, David sapeva combattere per quello in cui credeva. Si è battuto per la giustizia sociale nei difficili mesi della pandemia. Si è battuto per la solidarietà all’interno della nostra Unione. È stato persino dichiarato persona non grata dalla Russia per la sua posizione inequivocabile in materia di diritti umani. David era davvero buono e coraggioso, saggio e audace, e non avreste potuto scegliere titolo migliore per riassumere la sua vita e il servizio che ha reso alla nostra Unione. Dopo ogni incontro, al momento di congedarci, David mi diceva sempre, in francese: Bon courage. Io oggi vorrei estendere quell’augurio a tutti noi affinché possiamo trovare lo stesso coraggio che aveva David. Il coraggio di difendere i nostri valori. Il coraggio di portare avanti le sue battaglie. Il coraggio di guardare al futuro, proprio come ha fatto lui. Grazie David, e viva l’Europa.»

 

L’intervento della Presidente Ursula von derLeyen è accolto con viva commozione e interrotto da diversi applausi nei passi più significativi del suo intervento. Una vera ovazione le viene tributata a conclusione del suo discorso. Lucia Annunziata chiama quindi Romano Prodi, che della Commissione Ue è stato Presidente dal 1999 al 2004, a svolgere le sue considerazioni anche in risposta ad una domanda che l’Annunziata gli rivolge, ossia quale a suo giudizio sia stato il momento più difficile per l’Europa e quali le differenza tra la sua presidenza e quella attuale. «Oggi è un momento estremamente difficile – esordisce Prodi –, è il più drammatico fra quelli che ho vissuto, perfino il momento della tensione dei missili di Cuba aveva un suo equilibrio. E ricordiamoci la saggezza del presidente americano che disse che gli Usa non dovevano convertire nessuno ma che erano necessarie regole per far convivere le diversità. Invece la guerra ha fatto riemergere le diversità, cresce sempre di più la polarizzazione del mondo. La guerra in Ucraina ha reso ancora più importante il passo in avanti dell’Europa.» Ricordando Sassoli, Prodi porta tra l’altro una testimonianza personale: «Nel momento in cui era incerta la sua rielezione a presidente dell’Eurocamera, per la tradizione dell’alternanza alla presidenza tra le due maggiori coalizioni politiche guidate dai Socialisti e democratici e i Cristiano-democratici, David mi diceva: Le tradizioni istituzionali democratiche si possono rompere solo se ci fosse l’unanimità. La continuità e il rispetto di questi rapporti è più forte del successo personale.»

 

Toccante anche l’intervento di Enrico Letta, segretario del Partito democratico. Dopo preliminari considerazioni sulla necessità di riformare le regole europee per andare a decisioni che prevedano l’espressione di voto a maggioranza e non più l’unanimità di voto dei 27, escludendo quindi la possibilità di esercitare il diritto di veto (magari in una fase intermedia prevedendo che per il veto sia necessario il concorso di almeno tre Paesi), Letta ha quindi affermato: «David ha cambiato la storia: tenendo aperto il Parlamento europeo durante la pandemia, ha consentito di fare quel miracolo rappresentato da Next Generation Eu. L’ultimo giorno che è stato a Bruxelles – ha infine aggiunto Letta rivelando un fatto rimasto finora riservato – ebbi con lui un incontro ufficiale e gli feci una proposta: dopo aver fatto il presidente del Parlamento devi pensare al tuo Paese. Gli proposi di guidarci alle elezioni politiche, per costruire una coalizione larga. Sono io che te lo propongo, saresti in grado di guidare una coalizione larga e far sì che il Paese possa avere una proposta europeista. Io faccio un passo indietro. David rimase colpito e rispose: Ci devo pensare. Avremmo dovuto vederci per parlarne concretamente, ma purtroppo è andato via.»

 

Interessante il contributo reso dallo scrittore e giornalista Paolo Rumiz, quasi un controcanto. «Vi parlerò avendo girato da giornalista quella parte d’Europa e di aver conosciuto la pancia delle nazioni, molto meglio delle istituzioni. In particolare quella parte di Europa, definita terra di sangue, tra il Baltico e il Mar Nero, dove i due totalitarismi hanno dato il peggio di sé. Quindi io sono un euro-entusiasta che vede nell’Europa l’unica via per uscire da questa situazione e un euro-pessimista perché temo quello che può accadere. Ricordo una frase di David Sassoli, nei nostri colloqui telefonici: Mettiamo più Europa nel nostro atlantismo. E soprattutto non dimentichiamo che dell’Europa il Mediterraneo è la culla. La culla della filosofia, della democrazia e dello Stato di diritto. In questi tempi difficili si sente esprimere più fedeltà all’atlantismo che non alla nostra madre Europa. Ho avuto con il Presidente Sassoli molti colloqui telefonici, tra la fine del Covid e l’inizio della guerra in Ucraina. Furono incontri a singhiozzo, ma profondamente segnati da un filo rosso continuo. Io uscivo da 35 anni di esperienza come giornalista, viaggiatore e osservatore di quella parte di Europa della quale vi parlavo, da quella linea di faglia che separa due Europe dalle memorie profondamente diverse.

 

Nei 35 anni dalla caduta del muro in poi – aggiunge Rumiz – avevo visto un’accelerazione quasi demoniaca, avevo visto il genocidio di Srebrenica, lo spaccarsi dell’Europa di fronte alla situazione balcanica, la Cecenia, l’assalto a Capitol Hill. E l’edificio europeo lo vedevo tremare. E vedevo l’Europa incapace di esprimere l’Europeandream, anzi temevo che diventasse un nightmare, un incubo. C’era più Europa prima della caduta del muro. C’era un afflato tra le due metà d’Europa talmente forte, tanto che nel 2000 il 60 per cento dei russi si dichiarava europeo, mentre oggi soltanto il 20 per cento. E in quei momenti di profonda depressione sul futuro dell’Europa io avevo bisogno di un uomo come David, capace di emozionarsi per l’Europa. Un uomo coraggioso e mite, come è stato definito. Un uomo democratico che capiva i disastri che avrebbe potuto causare un capitalismo senza regole, convinto che l’uomo fosse al centro della politica. Iniziai con lui un dialogo profondo e commovente, le sue risposte mi spiazzarono, perché andavano al di là di quello che era il discorso ufficiale, considerazioni che sono espresse anche nel libro che avete tra le mani. Iniziai con lui un dialogo che fu profondo e commovente.

 

Il primo fu che il problema dell’Europa non è soltanto la migrazione incontrollata, il terrorismo islamico, persino le mire imperialiste di un uomo incontrollabile come Putin, ma il problema dell’Europa era l’Europa stessa, la sua crisi identitaria, la corrosione dei valori. Parlò anche del termine ipocrisia, cioè una cosa erano i valori che si proclamavano una cosa erano le azioni che si compivano. E disse un’altra cosa formidabile. Fu un’intuizione che a me, come scrittore, colpì molto: disse che l’idea di Europa era nata da esiliati su un’isola, Ventotene, ma rischiava di morire in un’altra isola nel cuore di altri esiliati, l’isola di Lesbo dove migliaia e migliaia di rifugiati siriani o afghani aspettano il disco verde per entrare in Europa.» Rumiz ha poi richiamato altri ricordi dei colloqui con David Sassoli, con momenti di forte interesse e suggestione. L’ultimo intervento è del curatore Claudio Sardo, che ha ringraziato la famiglia Sassoli (la signora Alessandra e i figli Livia e Giulio) per aver accolto e voluto la realizzazione e la pubblicazione del libro, come pure un ringraziamento particolare va al personale dello staff di segreteria del Presidente Sassoli, per la piena collaborazione fornita.

 

In chiusura di questo resoconto d’una giornata davvero particolare, mi permetto di aggiungere solo un’annotazione personale. Considero un privilegio l’aver vissuto una mattinata come quella dedicata a David Sassoli. È stato un evento assai denso di emozioni, riflessioni di straordinaria profondità. E’ stato uno straordinario tributo, intenso e scevro da qualunque tentazione retorica, per sottolineare di David Sassoli la grandezza dell’Uomo, del Politico, dello Statista. Ma anche del cristiano autentico, Lui cresciuto con i valori testimoniati da GiuseppeDossetti e Giorgio La Pira e da Lui vissuti ogni giorno al servizio della comunità nazionale ed europea. La Politica come servizio, attenta soprattutto agli ultimi, a chi ha più bisogno. In fondo, come annotava Paolo VI sulla Politica, Sassoli ha vissuto l’impegno politico come la più grande forma di Carità (charitas), di amore verso il prossimo. Una bella Persona, David Sassoli, come giornalista e come uomo delle Istituzioni al più alto livello. Politico ancorato ai grandi valori del cattolicesimo democratico, aveva la sobrietà e la profondità dei Grandi, così lontano come era dalle apparenze. Quando veniva a Paganica, a casa dei suoceri – l’urbanista prof. Marcello Vittorini e la signora Cicci -, con grande semplicità si incontrava in paese, sempre gentile con tutti, con quel suo indimenticabile sorriso. Ne porteremo un bel ricordo. L’Italia davvero ha perso una delle sue migliori risorse istituzionali e politiche, un Uomo di grande valore. Resta l’eredità morale che Sassoli lascia all’Italia, all’Europa, alla sua famiglia.

 




Editoria: alla Mondadori di Pescara il romanzo “Pugni al petto” di Dimitri Ruggeri

Verrà presentato sabato 21 Gennaio alle ore 18.00, presso la libreria Mondadori Bookstore nella centralissima via Milano di Pescara, il romanzo “Pugni al petto” (Capponi Editore, 2022), esordio narrativo dello scrittore e poeta Dimitri Ruggeri. Con l’autore dialogherà la giornalista pescarese Alessandra Renzetti.

L’opera è ambientata a Venezia e sul veliero Amerigo Vespucci noto come “la nave più bella del mondo”. È incentrata sul viaggio avventuroso del protagonista verso il mare, un viaggio caratterizzato dall’amicizia, dalla vertigine del vuoto e la scoperta di sé, capace di trasformarlo da adolescente incerto a (in)consapevole eroe.

Raimondo riesce ad accedere alla prestigiosa Scuola Navale di Venezia dopo aver superato un duro concorso, scoprendo, sin da subito, una vita comunitaria che si rivelerà gravosa per la ferrea disciplina e le angherie a cui i “Pivoli”, come vengono appellati gli allievi del primo anno, sono sottoposti. Insieme a due compagni inseparabili sperimenterà ogni genere di scappatoia per resistere, e magari perfino sfuggire, agli ineluttabili giri di punizione che si scontano al “Campaccio” correndo con i pugni al petto. Sarà la scoperta fortuita dell’esistenza di un diario, dagli illusori poteri formativi, ad accendere la speranza di poter superare l’anno senza tanto patire, ma l’ostinata ricerca per venirne in possesso li farà imbarcare sulla nave più bella del mondo: l’Amerigo Vespucci.

Per maggiori informazioni www.pugnialpetto.it.

Dimitri Ruggeri, laureato in Economia all’Università La Sapienza di Roma ed ex allievo della Scuola Navale Francesco Morosini di Venezia, è scrittore e poeta, autore delle sillogi di poesia Parole di grano (2007), Carnem Levare il Cammino (2008), Status d’amore (2010), Il Marinaio di Saigon (2013), Soda caustica (2015), Krokodil (2018) e Radon (2019). È inoltre uno slammer, performer vocale e videopoeta.

Come operatore culturale svolge l’attività di Direttore artistico del longevo Festival Hombres di Videopoesia e di curatore della sezione di videopoesia del Festival Bologna in Lettere. Nel 2006 è stato ospite al programma RAI (Futura) Miss Poesia. Con Il Marinaio di Saigon ha vinto il Premio della critica Mioesordio – Gruppo Editoriale L’Espresso – Festival Internazionale poesia di Genova 2014. È stato ospite di Festival di poesia e videopoesia italiani ed europei. Ha importato il Poetry Slam in Abruzzo e in Molise e ha ideato SlamContemPoetry, il primo portale in Italia dedicato alle interviste ad autori impegnati nella poesia orale, spoken music e poetry slam.

 




Chieti. Per il giorno della memoria, mostra storico-documentaria sui campi di concentramento fascisti in Abruzzo dal 1940 al 1943.

Per il Giorno della Memoria 2023, nell’ambito della XXIII edizione del progetto “Il Calendario della Repubblica-Il Dovere della Memoria”, due sono le iniziative promosse dall’associazione Chieti nuova 3 febbraio e dalle Scuole Superiori di Chieti l’Istituto Tecnico “F. Galiani – R. de Sterlich”, l’Istituto di Istruzione Superiore “Luigi di Savoia”, l’Istituto Professionale “U. Pomilio”, il Liceo Scientifico “F. Masci”, in collaborazione con le associazioni Unitre-Chieti e “Noi del G. B. Vico”:

-la mostra storico-documentaria I campi di concentramento fascisti in Abruzzo dal 1940 al 1943

-lo spettacolo “Segre. Come il fiume”, a cura del regista Antonio Tucci – Teatro del Krak di Ortona (primo febbraio). I dettagli saranno comunicati in seguito.

 

La mostra I campi di concentramento fascisti in Abruzzo dal 1940 al 1943, a  cura di Giuseppe Lorentini, Kiara F. Abad Bruzzo, Gianni Orecchioni, Nicola Palombaro, realizzata con il patrocinio e il contributo del Comune di Casoli, sarà inaugurata Mercoledì 18 gennaio 2023, alle ore 17.00, presso il Palazzo della Provincia di Chieti e rimarrà esposta fino al 31 gennaio da lunedì a venerdì, ore 8 – 18.00. Gli studenti degli Istituti partecipanti, dopo un breve Corso di formazione a cura dello storico Costantino Di Sante, fungeranno da guida durante le visite delle Scuole.

I quattordici pannelli di cui è costituita la mostra “vogliono avvicinare un pubblico sempre più ampio alla riscoperta dell’internamento civile fascista che per anni è rimasto nell’oblio”, documentando “il sistema concentrazionario italiano durante la Seconda guerra mondiale e, nello specifico, negli anni 1940-1943, evidenziando come l’Abruzzo sia stata la regione prescelta dal regime fascista” per attuarlo, perché, “collocata al centro dell’Italia e lontana dai luoghi di frontiera, difficile da raggiungere perché isolata dalle montagne e dal mare, poco politicizzata e priva di grandi centri urbani” (da presentazione della mostra di Giuseppe Lorentini  e Gianni Orecchioni).

L’autore, Giuseppe Lorentini

Giuseppe Lorentini

Infatti, furono attivi 15 campi fascisti di concentramento su un totale di 48 nell’intera penisola e 63 “località di internamento libero, una sorta di domicilio coatto riservato a quei deportati che erano ritenuti meno pericolosi, nelle contingenze belliche”.

Città Sant’Angelo, Casoli, Chieti, Istonio Marina (oggi Vasto), Lama dei Peligni, Lanciano, Tollo, Civitella del Tronto, Corropoli, Isola del Gran Sasso, Nereto, Notaresco, Tortoreto alto, Tortoreto stazione (oggi Alba Adriatica), Tossicìa furono le località individuate per l’internamento.

Nel corso dell’inaugurazione sarà presentato il libro L’ozio coatto. Storia sociale del campo di concentramento fascista di Casoli (1940-1944), (Ombre corte, giugno 2019) di Giuseppe Lorentini, dottorando presso l’Università degli Studi del Molise, responsabile e curatore del Centro di documentazione on line www.campocasoli.org. Lo studioso, come sottolinea nella prefazione il professor Alberto De Bernardi, “analizza la storia del campo facendo emergere dal confronto diretto con le fonti il profilo dei prigionieri, la vita quotidiana degli internati, il rapporto con la comunità cittadina, ma anche i problemi amministrativi e organizzativi affidati alle forze militari e civili…”,non trascurando “di inserire la storia di Casoli dentro il contesto più ampio delle strutture concentrazionarie nel Mezzogiorno” e con  l’esigenza di istituire il “confronto storiografico con la produzione scientifica relativa al Lager…”

 

Dopo i saluti Istituzionali del Presidente della Provincia di Chieti Francesco Menna e del Sindaco di Casoli Massimo Tiberini, l’Autore Giuseppe Lorentini dialogherà con lo storico Costantino Di Sante, uno dei primi studiosi dei campi fascisti in Abruzzo, esperto del sistema concentrazionario.

L’attore Icks Borea leggerà alcune lettere degli internati.

Durante l’incontro, verranno proiettati due brevi video:

L’ex campo di concentramento fascista di Casoli. Un luogo della memoria europeo (regia di Francesco Di Toro, voce di Icks Borea), in cui in pochi minuti è riassunto il lavoro svolto nel corso di due anni per il recupero dei “luoghi della memoria” dell’ex campo fascista di Casoli

il video reportage di quasi sette minuti, opera del giornalista Francesco Paolucci che racconta questa storia ancora poco conosciuta.

Realizzare un progetto continuativo di studio, ricerca e didattica, in rete con gli altri Comuni abruzzesi coinvolti nel sistema concentrazionario, ricucendo simbolicamente il tragico legame dei Comuni della Regione Abruzzo nel periodo dell’internamento civile fascista,   può contribuire ad articolare il uestopercorso di recuperoQQpercorso di recupero della Memoria dei tragici fatti accaduti nel nostro territorio durante la seconda guerra mondiale e a favorire un autentico processo di conoscenza, che deve diventare a sua volta coscienza critica, se vogliamo affrontare i complessi problemi del nostro tempo.

 

Info: www.chietinuova3febbraio.it; facebook.com/chietinuova3febbraio

 

 

 

 

 

 




Con il Patrocinio della Città di Giulianova, a cura dell’ associazione “Forum Artis”, torna la rassegna “Parole in circolo”. Primo appuntamento domenica 29 gennaio alle 18, al Kursaal, con il giornalista Michele Santoro.

 

Dopo il successo della prima edizione, a partire da domenica 29 gennaio 2023, torna al Kursaal di Giulianova la rassegna culturale “Parole in circolo”, ideata e organizzata dall’associazione “Forum Artis – Cultura in movimento”, in collaborazione con la Biblioteca civica “Vincenzo Bindi” e con il sostegno dell’ Assessorato alla Cultura del Comune di Giulianova.

L’iniziativa porterà in città un calendario ricco di autori, artisti e giornalisti di grande richiamo, con il fine di creare momenti di ascolto e riflessione ma anche di ilarità e spensieratezza. Il primo appuntamento, previsto per il 29 gennaio, alle 18, al Kursaal, vedrà protagonista il giornalista Michele Santoro  che presenterà per la prima volta il suo monologo “La speranza al potere. Ovvero il sogno del partito che non c’è”, un affondo acuto e senza sconti sulla situazione politica italiana.

“Sono molto soddisfatta – sottolinea la curatrice e conduttrice degli incontri Alessandra Angelucci –  della programmazione e della rinnovata collaborazione con l’Assessorato alla Cultura di Giulianova e la Biblioteca Bindi. Da sempre credo che la cultura, intesa come veicolo di valori ed esperienze a confronto, sia il fondamento per la costruzione di ogni ponte che colleghi l’uomo alla conoscenza di se stesso e alla crescita umana e sociale. La rassegna “Parole in circolo” è soprattutto questo: possibilità di ascolto attraverso le parole e gli interrogativi offerti da professionisti noti del panorama italiano che ci commuoveranno, ci faranno sorridere e, perché no, ci destabilizzeranno un po’”.

“Con “Parole in circolo” – spiega Sirio Maria Pomante, direttore della Biblioteca “Bindi” – la Biblioteca comunale aggiunge un importante tassello alle tante attività di miglioramento dei servizi e di promozione della lettura che la vedono impegnata tutto l’anno assieme all’ Assessorato alla Cultura, alle associazioni e agli istituti comprensivi del territorio e che permettono a Giulianova di essere annoverata dal Ministero della Cultura “Città che legge””.

“Sono certo – conferma l’assessore Paolo Giorgini – che l’edizione 2023 coglierà l’attenzione dei cittadini giuliesi e non solo, proprio come accaduto con successo lo scorso anno. Un calendario d’appuntamenti molto valido, in cui nomi di rilevanza nazionale offriranno occasione per ritrovarsi intorno a temi sociali urgenti e a ricorrenze importanti, come l’appena trascorso trentennale delle stragi di Capaci e via D’Amelio».

Pagina ufficiale FB: https://www.facebook.com/paroleincircoloeventi

 




Ci vuole un villaggio aps “CUORI OLTRE – Human Memory” Festival olistico Pescara da gennaio a maggio 2023 suoni – maestri interiori – wellness

 

 

Domenica 15 gennaio dalle 17 a Ci vuole un villaggio aps (Via Villetta Barrea 24 a Pescara) parte il Festival olistico Pescara “#CuoriOltre – suoni, maestri interiori, wellness” che andrà avanti fino a maggio proponendo incontri esperienziali con le discipline del nuovo benessere. Evento organizzato in collaborazione con Ci vuole un Villaggio aps, Bibliodrammatica aps, Eracle aps e con il patrocinio morale dello CSEN-Centro Sportivo Educativo Nazionale. Direzione artistica Beniamino Cardines, coordinamento Guia Marinelli e Carmen Padalino.

 

L’evento si inserisce nella offerta culturale e terapeutica di Ci vuole un villaggio aps che si propone come una grande casa o meglio “villaggio” per accogliere e proporre discipline innovative e wellness, unite a cultura, arte contemporanea e letteratura.

 

Primo appuntamento, domenica 15 gennaio dalle 17: “Human Memory” incontro esperienziale con Domenico Trozzi (Gen. Polizia di Stato, fondatore di Prossimità alle Istituzioni) che ci parlerà dell’importanza della memoria storica fondante valori sociali, Nando Pallini (esperto in meditazione e mindfulness) lab esperienziale sulla memoria psichica, Guia Marinelli (Feldenkrais teacher) lab esperienziale sulla memoria del corpo, interverrà Giovanni Iovacchini  (fotografo) intervistato da Beniamino Cardines (scrittore e giornalista).

 

Guia Marinelli, presidente Ci vuole un Villaggio: “Con Benedetta ed Eleonora, le mie due sorelle, con cui ho immaginato il progetto Ci vuole un Villaggio, ci siamo chieste innanzitutto di cosa potesse aver bisogno il territorio, cioè Pescara e hinterland. Abbiamo pensato che fosse giusto ripartire da una zona periferica e qui creare un centro capace di accogliere non solo i bisogni terapeutici ma anche la necessità di relazionarsi e dunque incontrare persone proponendo attività socializzanti. ”

 

Beniamino Cardines, direttore artistico: “Attraverso il festival olistico proporremo una domenica al mese una serie di laboratori esperienziali con esperti in discipline nuove legate al benessere, alla consapevolezza, all’interiorità. Lavoriamo per aggregare, creare interessi comuni con un forte senso di comunità, per immaginare e progettare una società nuova in cui gli individui siano riconosciuti come persone, come cuori oltre appunto. Stiamo diventando formule numeriche, l’umanità perde ogni giorno qualcosa di importante profondo, ovvero il cuore, le emozioni. ”

 

Ci vuole un villaggio aps

Via Villetta Barrea 24 – Pescara

Info (prenotazioni): 339 5223285




TERAMO. NEL LICEO “MILLI” UN BUSTO BRONZEO PER ONORARE IL PEDAGOGISTA, SCRITTORE E IMPRENDITORE GIUSEPPE LISCIANI A UN ANNO DALLA SUA SCOMPARSA

di Marcello Martelli

Un busto bronzeo a firma dell’illustre scultore Franco Murer (nella foto sotto), sabato 14, sarà posto davanti al liceo Giannina Milli di via Carducci, per ricordare e onorare Giuseppe Lisciani. Con la preside Manuela Divisi, interverranno il sindaco Gianguido D’Alberto, l’assessore alla Cultura Core e la famiglia Lisciani. Sarà il sottoscritto a tracciare un breve profilo del personaggio che fra le mura della storica scuola, mosse i suoi primi passi. Dove entrò da semplice allievo per poi diventarne, con il carismatico Mauro Laeng ed altri, uno dei docenti più amati e accreditati. Posso affermare con orgoglio di essere stato fra i primi a scoprire il suo talento.
A cominciare da quel giorno che andai a cercarlo nella sua casa di Notaresco, dove impartiva lezioni private ai ragazzi del paese. Spinto da una felice intuizione, gli proposi di collaborare con me nella redazione del giornale Il Tempo, importante testata giornalistica nazionale, della quale allora ero a capo dell’ufficio provinciale. Il giovanissimo Peppino, nei primi anni Sessanta, frequentò con profitto quella autentica scuola di giornalismo, con giornalisti e scrittori di primo piano. Cominciò così il formidabile lungo cammino di Giuseppe Lisciani, giornalista, scrittore, editore, pedagogista-docente di alto profilo e, con la fondazione della Liscianigiochi, anche imprenditore di successo.

Marcello Martelli




Teramo. Sabato 14 gennaio, ore 18, apre al pubblico la sede EXTE. Prima mostra prevista è quella delle opere vincitrici della terza edizione di EXTEMPORAMNIA e della presentazione del catalogo.

Sabato apre al pubblico la sede EXTE. Prima mostra prevista è quella delle opere vincitrici della terza edizione di EXTEMPORAMNIA e della presentazione del catalogo.

 




Roseto degli Abruzzi. Da una bella amicizia fatta di stima e rispetto è nata una importante collaborazione.

Da una bella amicizia fatta di stima e rispetto è nata una importante collaborazione.

Il fotografo Cristian Palmieri, ideatore del noto progetto fotografico tutto al femminile “Fuori dall’ombra” che nasce dalla volontà dell’artista di rendere la donna protagonista, tramite l‘arte fotografica, in una società che non sa riconoscerla ancora come tale, oggi arricchisce la galleria di una nuova e particolare foto che farà parte della collezione “speciale”.

La collaborazione e la condivisione dell’artista Cristian Palmieri con l’associazione “Il Guscio”, da anni in lotta per contrastare la violenza di genere, portando avanti con tenacia il progetto di prevenzione e sensibilizzazione: “Il silenzio uccide”, ha ispirato l’idea di uno scatto particolare che ritraesse un nucleo familiare costituito da tutte donne: madre, figlie, sorelle, amiche, zie, cugine, in una sola parola: DONNE

Una madre, Andreina Moretti, presidente dell’associazione “Il Guscio” con le sue cinque figlie: Noemi, Benedetta, Monica, Angelica e Anastasia, hanno aperto il cuore a questo progetto e sono state pronte ad uscire “Fuori dall’ombra” per reclamare lo spazio della propria identità e gridare alle donne “Il silenzio uccide”.

Una foto in bianco e nero che ritrae la famiglia al femminile con le loro differenze e le loro affinità ma con lo sguardo indirizzato oltre l’obiettivo verso chi ascolterà il messaggio.

 La violenza è celata ormai dalle mura domestiche, e tutti ne siamo vittime e carnefici inconsapevoli.  L’atteggiamento violento sta diventando parte integrante della nostra vita: pensieri, azioni e perfino il linguaggio sta subendo una trasformazione, il vocabolario scurrile sta prendendo posto delle parole gentili e cortesi.

La gravità risiede nel giustificare la violenza. La violenza non è normale! Gli abusi non sono normali! La sottomissione non è normale! La prevaricazione non è normale!

Anche i silenzi possono nascondere forme di violenza. La violenza è un guscio doloroso chiuso dalla pena e dalla vergogna. 

Il guscio è il riparo, il rifugio, è il cuore delle donne, dove celano le loro lacrime, le loro sofferenze, le loro aspettative, i loro sogni, i loro dolori. 

Molte donne tacciono, non raccontano, avvolgono di silenzio il loro segreto… proteggono il loro aguzzino, sperando che le cose cambino, che il loro uomo cambi,  ripetendo a se stesse :“ Infondo mi ama!”

(Andreina Moretti) 

La fotografia avrà l’onore di essere la copertina dell’antologia del Concorso Letterario “Il silenzio uccide” 2023 terza edizione ( Hatria Edizioni).

Cristian Palmieri è un fotografo che realizza immagini straordinarie che stupiscono per la loro profondità e sfumature.

Il suo lavoro è caratterizzato da un’illuminazione nuova e visionaria che affronta questioni come la vita, la natura, la nudità e le sfumature.




CLAP Museum di Pescara: presentazione e firmacopie del portfolio della mostra TANINO LIBERATORE. DI CORPI E FRAMMENTI

Domenica 15 gennaio, ore 16:30,

al CLAP Museum di Pescara,

presentazione e firmacopie del

portfolio della mostra

TANINO LIBERATORE. DI CORPI E FRAMMENTI

Intervengono:

Tanino Liberatore, artista

Nicola Mattoscio, Presidente della fondazione Pescarabruzzo

 Paola Damiano, curatrice della mostra per COMICON

 

Domenica 15 gennaio, alle 16:30, presso il CLAP Museum di Pescara, incontro e firmacopie con Tanino Liberatore in occasione della pubblicazione del portfolio della mostra Tanino Liberatore – Di Corpi e Frammenti.

Promossa da Fondazione Pescarabruzzo e CLAP Museum in collaborazione con COMICON, la mostra – aperta al pubblico fino al 26 marzo – è un percorso tra oltre 100 opere, di cui oltre 70 inedite e mai esposte in Italia, con sezioni speciali dedicate all’eros, al leggendario personaggio Ranxerox, alla reinterpretazione di Liberatore dei supereroi e al rapporto dell’artista con musica, storia, poesia.

Il portfolio raccoglie dodici illustrazioni inedite e presenti all’interno dell’esposizione che celebrano il genio di Liberatore, definito da Frank Zappa “il Michelangelo del Fumetto”. Oltre all’artista interverranno Nicola Mattoscio, Presidente della fondazione Pescarabruzzo, e Paola Damiano, curatrice della mostra per COMICON.

 

Informazioni

Clap Museum

indirizzo Via Nicola Fabrizi, 194 – Pescara

Orari di apertura 10:30 – 13:30 / 16:00 – 20:00

Biglietti intero 8,00 Euro; ridotto 5,00 Euro




“Il Cardinale Troiano Acquaviva D’Aragona, tra erudizione e storia”: presentata al Bim l’ultima opera del professor Roberto Ricci su una figura importante nella storia dell’Abruzzo

 

TERAMO – È stata presentata questa mattina in conferenza stampa al Consorzio Bim “Il Cardinale Troiano Acquaviva D’Aragona, tra erudizione e storia”, l’ultima opera del Professor Roberto Ricci (Atri, Hatria Edizioni, 2022). Una scelta voluta dall’autore proprio per sottolineare il forte radicamento rispetto al nostro territorio del cardinale Troiano, figura politica ed ecclesiale di primaria importanza nella storia dell’Abruzzo e dell’Italia nel Settecento:

 

Sia il cardinale Troiano che l’intera famiglia – spiega il professor Ricci – hanno, infatti, sempre mantenuto e coltivato un solido rapporto con il Teramano, tenuto conto che nell’allora “Stato di Atri” rientrava gran parte della nostra provincia. In questo senso, il volume ripercorre la storia dell’Abruzzo attraverso gli Acquaviva, in particolare attraverso l’opera e la figura importantissima del cardinale Troiano, che inserisce la nostra regione pienamente nella storia nazionale ed europea del Settecento, mantenendo una interessante dialettica tra centri e periferie”.

 

Il vicepresidente del Bim, Luca Di Girolamo, ha sottolineato la valenza di “un’opera che dà lustro al nostro territorio e segnatamente ai Comuni del Consorzio, attraverso il minuzioso lavoro di ricerca e ricostruzione storica del professor Ricci”.  

Tra le novità archivistiche del volume, emerge l’inventario dei beni del Cardinale, con la ricchissima collezione di quadri e di libri della sua biblioteca, che si aggiunge come tassello prezioso nella ricostruzione della sua figura e della sua azione. “Il Cardinale Troiano – prosegue il professor Ricci –, figlio del Duca d’Atri Giovan Girolamo II, nasce nel Palazzo Ducale di Giulianova nel 1696 e muore nel Palazzo di Spagna a Roma nel 1747, mantenendo sempre una forte relazione con l’Abruzzo attraverso la sua Diocesi “Nullius” all’interno dello “Stato d’Atri”, che gestiva il patrimonio di molte importanti chiese e abbazie specialmente nel territorio di Atri, Giulianova, Mosciano, Morro d’Oro, Notaresco, Castellalto, Basciano, Bisenti, Montefino, Bellante, Sant’Omero, Corropoli, Controguerra, quindi su un’ampia parte dell’attuale diocesi teramana. Obiettivo di questa prima biografia è mettere al centro la figura del cardinale, che fu ambasciatore di Filippo V e di Carlo III di Borbone a Roma, amico di Voltaire e di Giambattista Vico, che tra l’altro aiutò nella terza edizione della Scienza Nuova del 1744. Molteplici le sue benemerenze, tra cui la successione del Regno di Napoli nel 1738, il Concordato tra Roma e Napoli nel 1741. La stessa elezione del cardinale Prospero Lambertini, Papa Benedetto XIV, il più importante Papa riformatore del Settecento, si deve molto alla sapiente opera di mediazione del cardinale Troiano nel difficile Conclave”.

 

Non casuale è la scelta della casa editrice “Hatria – Atri”, fortemente voluta dall’autore dell’opera a sottolineare l’importanza degli Acquaviva nella storia della città ducale e di tutto l’Abruzzo. Dopo una serie di presentazioni già avvenute a livello locale e nazionale, il volume sarà prossimamente presentato di nuovo a Roma, all’Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede, poi a Napoli e a Monreale, in Sicilia.