Roseto. Presentazione pubblica del libro “Mare Calmo” di Fabio Di Giulio, un romanzo edito dalle Edizioni Tracce di Pescara.

Si terrà Venerdì 8 giugno 2018, alle ore 18.00, presso il Palazzo del Mare di Roseto degli Abruzzi, la presentazione pubblica del libro “Mare Calmo” di Fabio Di Giulio, un romanzo edito dalle Edizioni Tracce di Pescara. Interverrà il critico e poeta Ubaldo Giacomucci, il critico e giornalista Umberto Braccili. Sarà presente l’Autore.

Dalla nota critica di Ubaldo Giacomucci al libro: “L’Autore, in questo romanzo breve scorrevole e intrigante, si muove su due livelli narrativi: la storia di Aldo e Giuseppe, o meglio di un periodo emblematico della loro esistenza, e la storia di Massi, che in gran parte del testo si limita ad ascoltare e chiedere spiegazioni ai due, ma sarà il protagonista indiscusso del finale… In questo senso viene superata la dimensione puramente narrativa del romanzo e la notevole sorpresa del finale rende tutto il testo allegorico, ma anche quasi sperimentale.

Un finale che testimonia, in certi casi, l’importanza di cambiare stile di vita per essere autenticamente se stessi, quasi che il destino ci sfidi a conquistarlo.

Il linguaggio stesso del romanzo è volutamente mimetico, in bilico tra il dialogo e il flusso di coscienza, mettendo il lettore in condizione di condividere punti di vista e sensazioni dei personaggi.

Il disagio esistenziale diventa dunque la testimonianza concreta dell’inquietudine delle giovani generazioni, che considerano necessario il superamento delle proprie limitazioni e il recupero di una dimensione esistenziale e interiore vissuta pienamente.”




“UN ANNO A ROVERE (1943 – 1944)”

 

di Mario Setta

È il titolo del libro di ricordi della famiglia Camiz: Paolo (5 anni), Elena e Vito, i genitori. Rovere è una frazione del comune di Rocca di Mezzo, provincia dell’Aquila. L’autore principale, Paolo, ha ora 80 anni, ex docente universitario di Fisica teorica,  ha deciso di raccontare, attraverso i suoi temi di allora, i suoi disegni, le sue canzoni, i ricordi dei genitori, quel periodo della guerra trascorso in Abruzzo.

Un bambino di cinque anni che sapeva già leggere e scrivere, alla scuola dei suoi genitori. Padre ingegnere, un po’ anche poliglotta, madre intelligente e culturalmente apertissima. Un trio familiare così affiatato che affronta gravissime difficoltà, senza mai prostrarsi. Ebrei, ma con alto senso della propria dignità umana.

Il libro non vuole essere uno dei tanti che hanno speso fiumi d’inchiostro per raccontare le vicende degli ebrei perseguitati e finiti nei campi di sterminio. Consapevoli della loro situazione familiare critica non si arrendono, ma si adattano a tutte le condizioni di disagio materiale e psicologico. Nella frazione di Rovere, dove arrivano subito dopo l’8 settembre, trovano accoglienza e amicizia sincera. Lui è l’ingegnere. Il personaggio più qualificato del paese, capace di difendere i contadini perfino parlando con i tedeschi nella loro stessa lingua.

La narrazione procede con innumerevoli inserti di temi scritti dal piccolo Paolo. Anche lui un genietto, capace di apprendere il dialetto e di scriverlo, di stabilire amicizie profonde e significative con tutti, coetanei e donne anziane. Ne esce la descrizione della piccola frazione nei suoi aspetti più caratteristici, dal luogo con le case e le stalle alla gente semplice e gentile.

La madre, Elena, afferma: “La mia teoria era che non bisognava far vedere che si aveva paura, che ci si doveva mostrare il più disinvolti possibile e che, se si riusciva a stabilire un rapporto umano c’era qualche speranza di farla franca”.

Infatti, in un freddo e piovoso pomeriggio di novembre, un tedesco spalanca la porta ed entra. Elena lo accoglie chiedendogli se desidera un tazza di caffè. Ringrazia e chiede: “Ma lei conosce il tedesco?”, dal momento che Elena aveva cercato di rispondere un po’ in tedesco. Subito dopo entrano nella  cucina anche il marito e il figlio.  Vito, il marito, che conosce bene il tedesco parla a lungo con l’ospite che dichiara di essere sergente, ma anche professore di filosofia e appassionato di musica.

Nasce quindi un rapporto intenso e amichevole, anche per il fatto che Vito conosce la musica e suona il violino. Uno strumento col quale più volte Vito riesce a rallegrare i tedeschi e a renderseli amici.

Anche a Rovere, pur essendo una frazione sull’altipiano delle Rocche, passano le truppe della Wermacht e i prigionieri di guerra alleati fuggiti dai campi di concentramento e si verificavano  episodi di tedeschi che si spacciavano per prigionieri fuggiaschi, mentre ricercavano famiglie di italiani che li avevano  accolti per distruggerne poi le abitazioni.

Passano così i nove mesi della guerra in Abruzzo, con la fame che si cercava di lenire dividendo il pane che non c’era e con la forza d’animo di non cedere mai allo scoraggiamento e all’umiliazione. Nel mese di luglio del 1944, la famiglia Camiz ha la possibilità di tornare a Roma e di riprendere una nuova vita: non più quella di tentare in tutti i modi di emigrare nelle nazioni europee o sudamericane per evitare di essere arrestati dai nazisti e spediti nei forni crematori, ma la vita di tutti gli uomini degni di questo nome.

(Mario Setta)

 

 




Giulianova. Circolo Letterario Dorrick: Paul Auster, con il romanzo 4321, vince il Premio Targone

Il Premio Targone a Giulianova

Premio Targone 2017

Nei giorni 1, 2 e 3 giugno si tiene a Giulianova la quarta edizione del Premio Targone istituito dal Circolo Dorrick, circolo letterario FB composto da oltre 500 membri che condividono la passione per la lettura. Ideatore e fondatore del gruppo nel 2008 è il veronese Marco Giuliari a cui si è aggiunto come amministratore il genovese Lorenzo Falleni.

Gli iscritti al circolo votano, prima di Natale, il miglior romanzo pubblicato per la prima volta in Italia nei precedenti 12 mesi.

Il vincitore dell’edizione 2017 è Paul Auster con il romanzo 4321. Durante la cerimonia di consegna del Premio, che avverrà sabato 2 giugno alle ore 18.00 presso la sala conferenze dell’Hotel Europa, si darà lettura della mail che Auster ha inviato al Circolo. Ritira il premio Antonio Liturri del Punto Einaudi di San Benedetto del Tronto.

Tra i vincitori delle precedenti edizioni si menziona Gaetano Cappelli con il romanzo Scambi equivoci eppiù torbidi inganni che ha ritirato il premio insieme al critico letterario Antonio D’Orrico.




Città che legge 2018-2019. Giulianova tra gli otto Comuni abruzzesi che hanno ottenuto la qualifica.

Giulianova è tra gli otto Comuni abruzzesi, tre quelli in provincia di
Teramo, che hanno ottenuto la qualifica di “Città che legge” 2018-2019.
Il riconoscimento del Centro per il libro e la lettura, in collaborazione
con ANCI, è indirizzato a quelle Amministrazioni comunali che hanno
dimostrato l’esistenza di numerose buone pratiche nell’ambito
della promozione della lettura. La qualifica di “Città che
legge”, assegnata quest’anno a 441 località italiane, consentirà
a ciascun Comune di partecipare ai bandi per l’attribuzione di contributi
economici, premi ed incentivi che il Centro per il libro e la lettura di
volta in volta predisporrà per premiare i progetti più meritevoli.
Grande soddisfazione è stata espressa dal sindaco Francesco Mastromauro,
dalla vicesindaco con delega alla Cultura Nausicaa Cameli e dal direttore
tecnico-scientifico del Polo museale civico Sirio Maria Pomante.




Pescara. Presentazione del libro “Ritrovare la strada” di Rosa Ucci, edito dalle Edizioni Tracce di Pescara.

Si terrà Venerdì 1° Giugno 2018, alle ore 17.30, presso la Libreria Feltrinelli di Pescara, in via Milano, la presentazione pubblica del libro “Ritrovare la strada” di Rosa Ucci, edito dalle Edizioni Tracce di Pescara.

Interverrà il critico e poeta Ubaldo Giacomucci, l’Autrice Rosa Ucci, leggerà brani del testo l’attrice Sara Iannetti.

Dalla prefazione di Vincenzo Centorame:

Questo Racconto è la storia di una vita complessa. Il suo incipit corrisponde al periodo dell’infanzia in un piccolo centro dell’Abruzzo sulle pendici dell’amata Maiella Madre che sembra essere rimasto in una stagione quasi mitica ed arcaica, quasi che il tempo si fosse fermato.

Questa condizione di povertà e di semplicità era però destinata ad interrompersi bruscamente e, per alcuni versi, brutalmente. Arriva infatti poi il tempo di un viaggio inaspettato e radicale che cambia completamente l’esistenza della giovane protagonista. Di fronte al suo sguardo attonito si spalancano infatti, gli orizzonti sterminati e complicati di un Paese: l’Australia. Nessuno le aveva detto che sarebbe stato il luogo di un, a lungo agognato, riscatto. In una situazione completamente nuova ha inizio la seconda fase della sua vita…

Rosa Ucci, nata a Lanciano (CH), si è laureata in Scienze Politiche a Bologna ed in Psicologia Applicata alla “Sapienza” di Roma. Dopo un’esperienza ventennale d’insegnamento in Italia si è dedicata alla libera professione di psicologa e psicoterapeuta, svolgendo attività di ricerca e di divulgazione su tematiche psicologiche sociali a Sydney, Key West (USA) e Londra dove oggi vive.

Ha scritto “Nostalgia, Tradimento, Amore – Viaggio all’interno del Tango” (2011) dove spiega il significato del Tango come trasformazione del dolore in sentimento vitale. “Help your mind to change. Semi per il cambiamento” (2014), un’esplorazione delle attuali trasformazioni della società nella ricerca di quelle capacità necessarie per affrontare le nuove sfide del mondo contemporaneo. “Ritrovare la strada” (2017) è il suo romanzo d’esordio dove racconta una storia vera del suo soggiorno australiano.




La Grande Guerra: il nuovo libro di Errico Centofanti

 
L’AQUILA – Giovedi 31 maggio, alle 17:30, nella Libreria Colacchi (via Enrico Fermi) all’Aquila, verrà presentato “La Grande Guerra”, il nuovo libro di Errico CentofantiCome sostiene l’autore, “non si tratta di un’indebita intrusione in campo storiografico, ma
semplicemente di un romanzo”. Nel libro, la storia ha un ruolo importante, ovviamente, ma contano molto la musica e la psichiatria: perciò, a presentarlo saranno lo storico Enzo Fimiani, lo psichiatra Valter Marola e il musicista Sergio Prodigo, introdotti dal gen. Carlo Palumbo, Presidente Regionale dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra.
 
Nonostante il titolo, dunque, questa non è un’ennesima opera sul conflitto del 1915-18. In realtà, la Grande Guerra vi appare soltanto come l’apocalittico fondale sul quale, sostenuti dall’evocazione del Boléro di Ravel, s’intrecciano il racconto di un folle amore e la scoperta dell’efferato assassinio di Via delle Grazie, tra le cui motivazioni proprio la Grande Guerra finisce con l’emergere pesantemente. 
 
Con alle spalle un’estesa esperienza da uomo di teatro, giornalista e scrittore, Errico Centofanti si è soffermato intorno a un aspetto tra i meno affrontati dalla pur sterminata bibliografia dedicata a quella che è la prima catastrofe planetaria non causata da fenomeni naturali: la capacità delle esperienze belliche d’indurre, anche a non breve termine, pericolose turbe psichiche in persone usualmente catalogabili tra le individualità “normali”.
 
La meccanica del libro si sviluppa lungo il tratto di vita che, sul finire del Secondo Millennio, conduce una coppia di improvvisati “investigatori letterari” a esplorare e sciogliere l’enigma dal quale il procedere della narrazione viene innescato. Sono i due “investigatori” che riescono a scoprire fatti e atteggiamenti i quali, nel mettere a nudo i vissuti individuali interconnessi con la tragica grandiosità degli eventi bellici, di questi rivelano l’attitudine a differire, anche lungo il successivo scorrere di anni e decenni, la manifestazione inattesa e violenta del proprio potenziale distruttivo.



Teramo. 25 maggio, presentazione del libro di Pasquale Iannetti

 

Amici, dopo più di sei anni di minuziose ricerche di tutti gli elementi di verità e di cronaca, finalmente ce l’ho fatta: a breve, uscirà il mio libro che, partendo dalla drammatica vicenda di Mario Cambi e Paolo Emilio Cichetti, ripercorre la storia dell’alpinismo sul nostro Gran Sasso d’Italia, dove, i due protagonisti, persero la vita nel terribile inverno del 1929. Non sono uno scrittore, la mia professione è ben altra, ma la passione per le nostre magnifiche Terre Alte e amore di verità mi hanno spinto a questa impresa più difficile di mille scalate!

Ci sono parecchi eventi programmati, in varie città del centro Italia, in cui presenterò il libro, spero vivamente che vogliate partecipare.

 

Pasquale Iannetti, il libro

Pasquale Iannetti

Personaggio poliedrico, nato a Villa Penna di Campli in provincia di Teramo, Geometra e mancato Architetto ha spaziato in vari campi quali, la ristorazione (Rifugio Carlo Franchetti, Rifugio delle Guide e ristorante Bucciarello da Montone), lo sport la fotografia e tanto altro, ma l’innata passione per la montagna ha dominato la sua esistenza, spingendolo a diventare Guida Alpina, Maestro alpinismo e sci-alpinismo in giovanissima età.
Ancora oggi le cime e l’ambiente montano rappresentano la sua ragione di vita. Il Gran Sasso i Monti Gemelli e gli splendidi Monti della Laga sono la sua casa.

Nel cuore del Gran Sasso, in un posto magico, nel Vallone delle Cornacchie  ha gestito per vent’anni il Rifugio Franchetti, contribuendo con dedizione alla promozione di queste magnifiche Terre Alte.
Ispirato dalle gesta dei grandi Emilio Comici e Walter Bonatti e dagli insegnamenti dei suoi due maestri, Gigi Mario e Luigi Muzii, ha aperto parecchie vie alpinistiche sul Gran Sasso, concorrendo alla nascita dell’arrampicata moderna con le sue “mitiche Superga”.

Avventura e ponderatezza le sue parole d’ordine, confortate dalla sua citazione preferita da “Giorni di Ghiaccio” di Marco Confortola: le vere Guide Alpine sono quelle che arrivano alla vecchiaia, di eroi sono pieni i cimiteri.
Che cosa c’è oltre quella montagna? Una montagna. 

oltre quell’altra? Un’altra montagna.

Questa è stata la mia vita.

Una continua ricerca… in montagna.

 

 

 

Febbraio 1929 l’ultima ascensione di Mario Cambi e Paolo Emilio Cichetti
Pasquale Iannetti
Artemia Nova editrice

Sintesi della vicenda.

L’eroico tentativo di due giovani alpinisti  e la straordinaria avventura per la loro salvezza

Nel febbraio1929 una grave tragedia colpì il piccolo mondo dell’alpinismo. Due giovani, soci della SUCAI di Roma (la sottosezione Universitaria del CAI), Mario Cambi e Paolo Emilio Cichetti, tentarono la prima salita invernale del Corno Piccolo lungo la cresta Sud-Sud-Est per la via Chiaraviglio – Berthelet. Bloccati a poca distanza dalla vetta, dal freddo intenso e dalle proibitive condizioni della neve, particolarmente abbondanti quell’anno, tornarono al rifugio Garibaldi per il Passo del Cannone dove rimasero bloccati dalla tormenta senza l’adeguato equipaggiamento, al freddo, semi assiderati e senza viveri. Dopo tre giorni di maltempo, durante i quali cadde un’enorme quantità di neve, ridotti allo stremo, i due tentarono una disperata discesa in direzione del paese di Pietracamela ma persero la vita per sfinimento e per assideramento.

Paolo Emilio Cichetti e Mario Cambi partivano in treno da Roma il 7 febbraio perfettamente equipaggiati ed abbondantemente provvisti di viveri, comunicando ai parenti e agli amici più stretti, la loro intenzione di fermarsi per diversi giorni sul Gran Sasso per compiervi la prima salita invernale della cresta Sud del Corno Piccolo. A conclusione sarebbero tornati a Pietracamela e poi a Teramo dove avrebbero festeggiato il carnevale in compagnia delle rispettive fidanzate: Bianca e Stefania Nardi. La sera del 7 febbraio pernottarono nell’albergo di Assergi, condotto dalla famiglia Acitelli ed al mattino del giorno 8, lasciando inspiegabilmente gli sci ad Assergi, iniziarono la marcia verso il Garibaldi attraverso il Passo della Portella. Alcuni alpinisti, che si erano recati colà per assistere alla messa in suffragio della compianta Guida Giovanni Acitelli, li videro arrampicarsi per l’erta faticosa. Infine essi scomparvero in lontananza. Il tempo si mantenne incerto nei giorni 9 e 10 e divenne pessimo l’11 e seguenti. Dall’8 al 12 febbraio del 1929 furono scritte di pugno da Cichetti le note drammatiche del medesimo e di Mario Cambi che precedettero la loro fine. Il corpo di Paolo Emilio Cichetti fu rinvenuto il 18 febbraio a 3 chilometri da Pietracamela dalle squadre del soccorso guidate da Ernesto Sivitilli.  Le ricerche di Mario Cambi si spostarono in alto; il 21 febbraio il rifugio  Garibaldi viene raggiunto dalla squadra di soccorso di Pietracamela guidata Luigi Paglialonga ed il 23 febbraio da un gruppo di giovani della SUCAI di Roma, Giovanni Enriques, Edoardo Amaldi, Ninetta De Angelis e Giancarlo Canavesio, amici dei due sfortunati alpinisti. Dal 9 marzo al 24 aprile si susseguirono nel registro del rifugio Garibaldi le firme del cap. Mulattieri, quelle frequenti del tenente Enrico Silvestri, campione militare olimpionico di sci, e dei numerosi alpini del 3° reggimento di stanza a Pietracamela. Il corpo di Mario Cambi, già composta amorevolmente dal compagno, fu ritrovata il 25 aprile presso la riva del Rio Arno in località Peschio Ricciuto.

Prefazione del prof. Vincenzo Cerulli Irelli
L’autore di questo libro, uno dei principali protagonisti dell’alpinismo sul Gran Sasso degli ultimi decenni, è un uomo che vive di un amore immenso per la montagna, infatti, essa è la sua casa, tanto che le cose, gli uomini, le avventure e tutto ciò che la riguarda sono al centro dei suoi pensieri, dei suoi affetti. E così, dopo aver percorso tante volte la Val Maone ed essersi fermato, pensoso e un po’ commosso, davanti ai piccoli monumenti di Mario Cambi e di Paolo Cichetti, avvolti nel verde e protetti dall’ombra dei faggi, trova un giorno pubblicate su una rivista, alcune righe del libro del Garibaldi scritte da Cichetti sugli ultimi istanti prima di lasciare il rifugio, viene preso dal desiderio di rivivere quella tragica vicenda, di ricostruire la vita dei due alpinisti e di capire perchè la morte nella quale quella vita, ricca di eventi, di passioni, di amori, doveva spegnersi.
Il libro si svolge su più cerchi concentrici. Anzitutto c’è l’avventura, mossa dalla passione dei protagonisti, quella stessa passione che fa superare ogni sacrificio, come partire da Assergi a piedi, col tempo incerto che volge al peggio, d’inverno (quello terribile  del 1929) verso il Corno Piccolo, tentare in invernale la Chiaraviglio e, fermati dalla tormenta, scendere al Garibaldi, trovare il rifugio aperto alla tormenta del tutto privo degli attrezzi più elementari (la pala!), essere costretti a lasciarlo, ormai privi di viveri, scendere in Val Maone verso Pietracamela, non poterla raggiungere, stremati dal freddo, dalla neve, dalla stanchezza che spezza il cuore.
La vicenda si rappresenta ai nostri occhi nella sua drammaticità; come fatto dovuto a sfortunate circostanze che spezzano l’ardimento degli uomini e che rendono loro irraggiungibile la meta alpinistica. Ma la loro avventura è parte della storia dell’alpinismo, soprattutto del primo, quello dei tempi eroici, delle prime ascensioni, dell’apertura delle prime vie, della scoperta dello sci alpinismo (questa pazza idea di salire con gli sci per conquistare con la fatica il piacere della discesa!), delle poche attrezzature, delle impervie vie d’accesso, dell’ assenza di posti di sosta e di ristoro (c’era solo il Garibaldi, del tutto carente, nella catena del Gran Sasso!).
E qui, il secondo cerchio della narrazione: la storia dell’alpinismo della quale i due giovani sono protagonisti (e di loro vengono narrate le altre imprese, quelle felici e fortunate) insieme a tanti altri protagonisti del nostro territorio, di qua e di là dal Monte. Particolarmente caro ci è il racconto dei primi alpinisti di Pietracamela, alcuni dei quali abbiamo conosciuto ormai anziani ma ancora vigorosi e del carissimo Lino D’Angelo, allora bambino di sette anni, che ricordava ancora la tragedia, lo stupore e la commozione della comunità che, una volta conosciuta la sciagura,  avviava i primi, difficilissimi soccorsi.
Ma anche alpinisti di fuori, di altre parti d’Italia vengono attratti da questa straordinaria montagna. E tra questi, il lettore trova con sorpresa grandi personaggi della nostra storia scientifica e intellettuale, i fisici di Via Panisperna, essi stessi coinvolti nel dramma e partecipi dei soccorsi. Un’immagine dell’alpinismo che si accompagna alla scienza, come a completare, attraverso lo sforzo fisico e la gioia della conquista, lo sforzo della mente che tenta nuove vie del sapere.
C’è un terzo cerchio della narrazione, quello degli affetti e dell’amore: le fidanzate che attendono a Teramo, nel calore di dolci vite familiari, la città che sta vivendo il carnevale, le ragazze che si preparano per la festa del giovedì grasso, una festa che non arriverà mai, sepolta nella neve di Val Maone. L’autore scava nei ricordi, negli oggetti (l’anello!), nei sentimenti che affiorano dalle vecchie testimonianze. La morte qui risalta in tutta la sua inspiegabile assurdità, nel momento in cui viene confrontata alla vita che è in moto, che attende e, all’improvviso, viene spezzata.
Un quarto cerchio della narrazione è quello della società dell’epoca, nella quale i due giovani protagonisti, i loro genitori e le loro famiglie, sono inseriti con piena partecipazione. L’immagine della società nell’atmosfera del fascismo, che oggi ci sembra tanto lontana, qui compare, e viene rappresentata in quegli aspetti che restano positivi, lo sport, il coraggio giovanile, il gusto dell’avventura ed il piacere di osare oltre i propri limiti. Al di là della retorica dei discorsi, c’è qualcosa di vivo e di vero, qualcosa che si rende concreto nella vita e nella morte di Mario e di Paolo.
Credo che dobbiamo essere grati a Pasqualino Iannetti per questo paziente appassionato e lungo lavoro di ricerca, che apre una ricca veduta su un’epoca che non dobbiamo dimenticare, su vicende che costituiscono l’anima stessa della nostra montagna.                                                                                                                                                 V.C.I.




Teramo. L’Associazione Culturale LIBEReMENTI presenta il nuovo romanzo di Enzo Delle Monache  “Le ali di Eleonora”.

Sala Polifunzionale della Provincia, Teramo

Sabato 26 Maggio2018 ore 17:30

Locandina Le ali di Eleonora

 

Teramo: Sarà presentato sabato 26 maggio 2018 nella sala polifunzionale della Provincia di Teramo, “Le ali di Eleonora“, il quinto romanzo dello scrittore teramano Enzo Delle Monache. L’opera, già premiata, da inedito, al Concorso “Città di Pontremoli”, è tratta da una storia vera ed è ambientata in una Ferrara dei giorni nostri. Il romanzo, edito da Artemia Nova editrice di Mosciano Sant’Angelo (TE), tratteggia la vita di un’adolescente che percorre gli inferni del mal di vivere, passando attraverso la violenza, la sindrome da abbandono, l’autolesionismo, la droga, l’anoressia e la bulimia.

 

Intervengono: Domenico De Berardis (Psichiatra), Mariagrazia Giorgi (psicologa) e Giovanna Frastalli (sociologa). I Relatori si confronteranno sulle problematiche adolescenziali raccontate nel libro enfatizzandone i personali punti di vista tecnico-professionali. Nel corso della serata interverrà Stefania Nardini (Dir. Scolastica) in qualità di presidente dell’ Associazione Soroptimist Teramo, che relazionerà sui temi, all’insegna dei valori etici dell’associazione quali le pari opportunità, i diritti umani e l’avanzamento della condizione femminile.

Enzo Delle Monache, l’autore

«Ho lavorato a questo libro per oltre due anni con reverenziale timore e delicatezza mirando a rispettare i temi e le persone coinvolte nelle vicende» ha dichiarato l’ingegnere Enzo Delle Monache che parla del suo libro come di un viaggio sofferto nelle cupe pieghe dell’animo umano ma sempre con lo sguardo rivolto all’orizzonte.

 

Gli allestimenti artistici di pittrici locali, l’incanto visivo degli scatti fotografici , la musica del cantautore Marcello Graduato e la voce del regista Rolando Macrini contribuiranno a creare la suggestiva atmosfera per scoprire il romanzo che, come scrive lo psicologo Ernesto Albanello, «se mai ce ne fosse stato bisogno, ha definitivamente sancito l’ingresso di Enzo Delle Monache in un ristretto ambito di romanzieri che sono dotati di una rara fluidità stilistica».

 




Giulianova. Il Maggio dei Libri. L’Istituto Comprensivo Giulianova 2 organizza una serie di iniziative sul tema “Prediamoci cura di…” intorno e dentro la scuola

 

Giovedì 24 maggio a Giulianova si ricorderà l’intitolazione della scuola elementare con la partecipazione della Fondazione Don Lorenzo Milani di Barbiana

 

Maggio dei Libri 2018 Istituto Comprensivo Giulianova 2 programma

Giulianova. Con grande entusiasmo e spirito di iniziativa, per il terzo anno consecutivo, l’Istituto Comprensivo Giulianova 2 partecipa alla promozione della lettura attraverso l’adesione alla manifestazione “IL MAGGIO DEI LIBRI – Vo(g)liamo leggere”. Prendendo ispirazione dai filoni tematici proposti a livello nazionale (Libertà-Patrimonio-Lingua) l’iniziativa della scuola giuliese si sviluppa intorno ai temi dell’amicizia e del prendersi cura: di se stessi, per valorizzare i propri talenti all’interno di un personale percorso di crescita; dell’altro, in ambito scolastico e non solo, all’interno di progetti umanitari che interessino tutta la comunità locale che realtà diverse e distanti; dell’ambiente e delle ricchezze artistiche che esso racchiude; delle istituzioni, ed in particolare della scuola, come comunità che, nel rispetto della Costituzione, accoglie e forma i futuri cittadini. Dopo il primo incontro all’Auditorium in via dei Pioppi lo scorso 18 maggio, che ha visto protagoniste tante realtà giuliesi nell’ambito dell’istruzione, dello sport, della solidarietà e della conservazione dei bani culturali (Piccola Opera Charitas, Circolino “Parsifal, Circolino “Madre Teresa, rappresentanti del Coni ed Ecologica G, Polo Museale Civico di Giulianova e scrittori per l’infanzia e l’adolescenza), giovedì 24 maggio alle 17 e 45,  sempre in via dei Pioppi a Giulianova, l’Istituto Comprensivo Giulianova 2 dedicherà uno spazio all’approfondimento della conoscenza di Don Lorenzo Milani, come esempio di educatore che ha speso la propria vita nella cura degli altri. A questo incontro parteciperà la Fondazione“Don Lorenzo Milani” di Barbiana con gli interventi del professor Lauro Seriacopi e della sceneggiatrice Stefania Marrone della compagnia teatrale “Bottega degli Apocrifi” che, prendendo spunto dalla vita di Don Milani ha scritto uno spettacolo teatrale. Nell’occasione l’Istituto ricorderà, grazie alla proiezione di immagini e ricordi, l’intitolazione della scuola elementare“Zona Orti” di Giulianova proprio a Don Milani nel 1997. Intanto, all’interno della scuola, fino al 30 maggio, autori ed artisti si alterneranno in una vera e propria staffetta proponendo letture agli studenti. Tutte le iniziative dell’Istituto Comprensivo Giulianova 2 sono presenti della piattaforma nazionale de “Il Maggio dei Libri”.




L’Aquila. Alla Libreria Maccarone la presentazione di Dimmi che esisto, romanzo di Selene Pascasi.

Nel pomeriggio di sabato 12 maggio a partire dalle ore 18.30 presso la libreria Maccarrone sarà presentato Dimmi che esisto, romanzo di Selene Pascasi, avvocato, giornalista e firma de Il Sole 24 Ore, oltre che poetessa, paroliere e critico musicale del Premio Lunezia. L’autrice dialogherà con la sociologa e giornalista Tiziana Pasetti. All’evento, interverrà anche la Deputata Stefania Pezzopane, da sempre sensibile al sociale.

avv.selene.
Avv. Selene Pascasi

L’opera – marchio La Gru, casa non a pagamento ispirata a Longanesi e Neri Pozza, nota per aver lanciato Lorenzo Marone – affronta la piaga della violenza di genere, lanciando un messaggio positivo: da un abuso si può e si deve rinascere. Si, perché la donna, scrive il legale aquilano, è Resilienza. Al tema, è dedicato anche un soggetto cinematografico ideato e scritto dalla Pascasi che vedrà la luce, in contemporanea in Italia e in Francia, per la regia di Gabriele Alessandrini.