Argentina. Ancorati all´amore di Alejandra Daguerre *

Ancorati all´amore

di Alejandra Daguerre *

C’è un momento nella vita in cui ci sentiamo pronti a prendere il mare. Abbiamo la capacità di mantenerci a galla, le nostre vele desiderose di vento, le nostre emozioni esaltate, forti e potenti. Ci sentiamo i capitani della nostra imbarcazione (e con il tempo finiremo per scoprire che ne saremo anche i marinai…).

1… 2… 3… salpiamo!

La sensazione di navigare è meravigliosa: disegniamo e interpretiamo le mappe, seguendo la nostra rotta. Ci piace sentirci liberi, senza limiti in mezzo a tanta immensità, con tutto da esplorare, ma … saremo capaci di sopportare tanta autonomia?

Ho paura che sia negli affetti dove questa dualità influisce di più. Partiamo disposti a percorrere migliaia di miglia, a liberarci da qualsiasi legame, ma quando ci piace un posto — anche solo un po’ — senza rendercene conto cominciamo a gettare l’ancora. I naviganti dicono che ancorarsi non è un compito facile; che per assicurare l’imbarcazione bisogna valutare le condizioni generali del vento, la forza delle maree, il tipo di fondale, la profondità, ecc. Solo così l’imbarcazione non soffrirà e non andrà alla deriva.

Faremo lo stesso con i nostri affetti? Valuteremo attentamente la situazione? Ci attaccheremo a necessità quasi egoiste? Taglieremo le cime bruscamente per continuare il viaggio? Ci attaccheremo alla prima circostanza per paura di una solitudine esagerata? Ci rifugeremo in ciò che crediamo possa essere amore?

Sarebbe bene che ogni capitano ogni tanto desse un’occhiata alle sue carte nautiche, che identificasse i punti difficili e valutasse le zone di ancoraggio dato che si tratta di informazioni importanti per futuri cambi. Sarebbe bene che ognuno di noi come capitano della propria imbarcazione capisse che un rifugio è solo questo, un posto per proteggerci, ma se cambiano certe circostanze, nessuno vorrebbe essere sempre rifugiato. Ed ecco una nuova sfida, è tempo di salpare e anche questo ci sembra difficile.

Abbiamo percorso mari agitati, abbiamo goduto della loro calma e resistito le tempeste. Iniziare il ritiro in buona forma sembra difficile come ancorarsi. Facciamo sforzi smisurati (lottando con le nostre ancore); difficilmente ci comportiamo cortesemente e la cosa peggiore è che la maggior parte delle volte roviniamo tutto, compreso il famoso incrociarsi di catene di altre ancore.

Pronti per partire, è ora di continuare, l’imbarcazione è pronta, l’equipaggio è a bordo e la rotta la segna il nostro proprio orizzonte. Ed è lì dove scopro che navigare liberamente non è lo stesso che navigare senza meta o alla deriva. E scopro anche che amare liberamente vuol dire gettare e levare l’ancora con precisione e saggezza.

*psicóloga e psicoterapeuta in Buenos Aires




MONTEVIDEO, LA “CASA D`ITALIA” SI È VESTITA A FESTA !

MONTEVIDEO, LA “CASA  D`ITALIA” SI È VESTITA A FESTA !
MONTEVIDEO (Uruguay) – 80 anni di esistenza per un`istituzione – CASA D`ITALIA – è sempre motivo di soddisfazione e d`allegria:  per tutto ciò che si è riusciti a realizzare, grazie agli attivi Consigli Direttivi,cominciando dal primo, da coloro che ebbero la brillante idea di creare un qualcosa che stesse al servizio di tanti italiani e italo-uruguaiani, emigrati in queste care terre dell’Uruguay, un Paese che ha permesso a tantissimi di noi di trovare un lavoro, proliferare, risparmiare e fare progressi in seno alla società. Puntuale – come previsto – l`arrivo dell’ Ambasciatore d`Italia, dott.Massimo Andrea LEGGERI, accompagnato dalla molto attiva Console d`Italia, dott.ssa Cinzia  FRIGO –  ricevuti dal Presidente e da altri Membri dell`istituzione.
Simpatico, affettuoso il gesto del nostro illustre Ospite, che ha voluto salutare uno per uno tutti i presenti nel bel salone, con tavoli imbanditi, un menù “scritto ad hoc”, etc. Subito dopo, il presidente  Francesco Barone, chiede un momento di attenzione e raccoglie un profondo silenzio. Dà il benvenuto alle Autorità, ai  rappresentanti del Comites e del CGIE, delle Associazioni, ricordando la data del 21 aprile del 1932, quella di fondazione di CASA D`ITALIA e rivolgendo un caro saluto alla nostra eterna Roma. Quindi informa che ci saranno alcuni momenti molto importanti nell`arco della riunione conviviale e subito invita la signora Martinelli, vedova di  Angelo, a salire sul palcoscenico con i figli. La signora Violeta Reyes Garretano in Quartarolo, a nome di Casa d`Italia, consegna una Targa ricordo alla Signora, alla Famiglia Martinelli. Quindi il presidente, con brevi parole, ma molto sentite, ricorda il Socio Onorario Angel Martinelli, una persona sempre generosa, solidale con Casa d`Italia  e con tanti uruguaiani.
Commossa, a nome personale e della famiglia Martinelli, la Signora prima ha ringraziato per il bel gesto, l`omaggio in onore a suo marito. Quindi ha espresso parole di elogio per la CASA, come pure i due figli. Arriva il momento del messaggio del nostro Ambasciatore, che ringrazia per l`invito all’ importante evento, complimentandosi per le belle tappe percorse lungo gli 80 anni,   ma specialmente con tutti coloro che hanno lavorato in questi ultimi 30 anni. Ha colto, altresì, l`opportunità per sottolineare la difficile parentesi storica che sta vivendo il nostro Bel Paese, ma sempre – ha sottolineato – bisogna avere fede nelle Istituzioni, rafforzare la speranza di un cambio, continuare a tenere un pizzico di ottimismo perché insieme agli altri Paesi della Comunita` Europea, rilanciando la crescita, in non breve tempo si potrà ricominciare a guardare avanti piu` serenamente e raccogliere i frutti di tanti sacrifici. Inoltre, un`esortazione ai giovani ad approfondire la lingua italiana, a prepararsi, a cercare di avere una specializzazione con un mestiere, a fare più d`una  esperienza nel campo del lavoro. E – prima di concludere – ha ricordato che durante il 2012, Anno della Cultura Italiana in Uruguay, si porteranno a termine diverse attività culturali, alle quali si è augurata la massima partecipazione della Collettività italiana. Encomiabili pure le belle espressioni della nostra Console, Cinzia Frigo.
Subito dopo il Maestro Rocco Cozzina comincia a toccare il piano , facendoci risentire…quasi sottovoce il ” Va Pensiero”
ed altri brani classici e della tradizione musicale italiana. Dopo il pranzo squisito si passa alla seconda parte della cerimonia: il presidente invita a parlare il Comm. Giuseppe Marino che porta i saluti di tutti i Campani, cioè di AERCU, di cui è stato uno dei fondatori, ricordando di essere stato per un periodo Segretario di Casa d`Italia e grazie alle attività che si realizzavano, di aver conosciuto una piemontesina, la Pierina, con cui condivide oltre 35 anni di vita. E finisce il suo intervento con un caloroso augurio ad andare avanti, sempre più avanti. Successivamente il socio ed ex-presidente, Leopoldo Faviere, ha voluto donare all`Istituzione una Targa a nome della sua Famiglia, ricordando tanti bei momenti vissuti insieme a tanti Associati per oltre 20 anni. E`doveroso informare che sotto la presidenza del sig. Faviere si portò a termine la prima tappa di rimodulazione dell`attuale sede sociale, in modo specifico con la costruzione dell`attuale Salone di feste.
Anche i Lucani,presenti in delegazione, hanno voluto rendere omaggio all`istituzione e l`attuale presidente del Circolo Lucano, Elba Arcieri, ha regalato un’elegante pergamena celebrativa degli 80 anni. Arriva poi il turno degli amici Abruzzesi e viene invitato il presidente, Mario Lannutti Bonanni, che prima consegna un Trofeo, un soprammobile in vetro con in rilievo un bel numero 80, con i due Continenti – con in evidenzia i profili dell` Uruguay e dell`Italia – quindi  ricorda tanti collaboratori, ex-presidenti, come Francesco Casella, Giorgio e Vincenzo Gugliotta, Francesco Quartarolo, Francesco PuglieseDomenico Manzo, Leopoldo Faviere, Aldo Gugliotta, tutti sorretti da un grande spirito di abnegazione, di solidarietà, tutti desiderosi di unire la Collettività Italiana in Uruguay, tutti predisposti ad  onorare sempre l`Italia con pensieri ed azioni. Il presidente Barone ha poi ringraziato tutti, specialmente la numerosa delegazione Abruzzese.
Un`altra grata sorpresa, quella dei piccoli trofei ai Soci e Collaboratori ultraottantenni, fra i quali vogliamo ricordare quello al Grand’Ufficiale Armando Pizzuti, attuale presidente del COMITES, sempre presente alle manifestazioni della nostra Istituzione, che – sebbene sorpreso – ha ringraziato per il trofeo ricevuto e si è complimentato della bella festa. Prima di accomiatarsi, Barone ha informato su altri eventi che si porteranno a termine durante l`anno,specialmente quello del Secondo Premio “Casa d`Italia -Francesco Quartarolo“. Alla fine dei discorsi, tutti i membri dell`attuale Consiglio Direttivo si sono messi in posa per la foto ricordo, mentre una grande torta con otto grandi “bengala” ha illuminato con un simpatico fuoco di artificio la festa degli 80 anni
di Casa d’Italia, non senza emozioni. Infine, l`esortazione che sempre facciamo: siamo uniti, cerchiamo di stare insieme per fare di più e meglio, in onore alla nostra sempre amata Italia.
Mario Lannutti  Bonanni



Roma. Incontro letterario diplomatico Italia-Spagna Ripubblicato l’introvabile”Luci di bohème”

Roma 6 giugno 2012
Incontro letterario diplomatico Italia-Spagna Ripubblicato l’introvabile“Luci di bohème” di Ramon Maria del Valle Inclan Tutta la vita d’un poeta in una notte e una riflessione nel segno dell’attualità
Dove va l’Europa?

Alla vigilia della competizione sportiva Italia e Spagna in un confronto letterario di prestigio un cenacolo in piena regola tra pensieri, versi, prosa. Protagonista l’Europa di ieri e quella di domani, in un’attualità stretta che rischia di viaggiare verso un declino irreversibile. Il dramma della Spagna del primo ‘900 nella visione e l’ottica del più grande scrittore spagnolo dopo Cervantes.

E’ un capolavoro assoluto, libro e sceneggiatura teatrale leggibile come fosse Brecht, Pirandello e persino Eduardo. Presentato in un noto locale dei Parioli, tra fritti vegetali, creme di bottarga, pasta ai fiori di zucca e guanciale, flan di patate e millefoglie a chiudere in dolcezza per gli invitati al cenacolo per presentare alla stampa il volume “Luci di bohème” di Ramon Maria del Valle Inclan nella nuova traduzione di Otello Lottini, pubblicato da Talete edizioni (Collana Gli Introvabili, pagg.108, € 18,00). Con il Prof.Lottini, presenti l’editore Piero Ernesto Irmici, l’ ispanista Giuseppe Grilli, Ordinario Università degli Studi Roma Tre, Juan Maria Alzina de Aguilar, Consigliere culturale dell’Ambasciata di Spagna in Italia, l’attore Giuseppe Di Stasio che ha letto alcuni passi del testo teatrale, amanti delle lettere e del teatro, fra cui Anadela Serra Visconti volto di Unomattina, Pamela Villoresi, impegnata nella rassegna Divinamente Roma, il produttore Giorgio Schottler reduce dal successo della fiction rai con Gigi Proietti  “Il signore delle truffe”.

“Tradurre Ramon Maria del Valle Inclan non è semplice perché è uno dei maggiori scrittori della Spagna del ‘900, colui che ha reinventato la lingua spagnola dopo Cervantes”, ha dichiarato il curatore Otello Lottini, professore ordinario presso l’Università Roma Tre nonché Direttore del Dipartimento di Letterature Comparate e Direttore del Centro d’Arte Contemporanea (CEDAC), presso la Facoltà di Lettere e Filosofia. “La traduzione Einaudi degli anni ’70 era superata e l’editore Irmici ha avuto la sensibilità culturale e l’intuizione di riproporre il testo più importante del teatro spagnolo del ‘900. Ho cercato di rendere la problematica storico-sociale più aderente all’esperienza contemporanea e anche dal punto di vista linguistico ho cercato di tradurre con un linguaggio centrato sul lettore contemporaneo in modo che possa avere suggestioni che il testo fornisce e comparazioni rispetto alle problematiche sociali, economiche, psicologiche, morali della contemporaneità. E’ un’opera assolutamente attuale che si può fruire come espressione del disagio della società di oggi, scritta da un monaco della scrittura”.


Otello Lottini si è soffermato sul nucleo del libro: “Luci di bohème nella sua ideazione narrativa è in realtà semplice: descrive l’ultima giornata di vita di un poeta cieco, anziano che esce di casa la sera, entra nella città sconvolta dal primo dopoguerra, in preda alla crisi sociale, economica, politica e istituzionale e l’indomani mattina con un suo accompagnatore ritorna davanti alla porta di casa e muore. L’opera vuol segnalare la mancanza di coesione e solidarietà sociale, la crisi di valori: una persona indifesa, sola che s’inoltra nell’oscurità della città e ne fuoriesce l’indomani mattina incontrando una serie infinita di personaggi e di ambienti, fatti ed eventi, e l’indomani, con la luce, riacquista la consapevolezza della crisi esistenziale e della contemporaneità”.

Prima uscita pubblica per  Juan Maria Alzina de Aguilar, Consigliere nominato affari culturali dell’Ambasciata di Spagna in Italia “Ramon Maria del Valle Inclan è un autore molto amato ma non tanto conosciuto, per il fatto che adesso la vita è così veloce che nella letteratura appaiono sempre tante novità e i classici vengono un po’ dimenticati, quando invece questi ci ricordano come si deve scrivere e soprattutto la nostra storia. Con l’esperpento si attua quasi un gioco molto curioso per riflettere sulla realtà”.

“Ramon Maria del Valle Inclan – ha sottolineato Ernesto Irmici l’editore della collana “introvabili” di Talete è un autore di livello mondiale che va al di là del suo tempo, che offre ispirazione, grandi spunti di attualità e soluzioni nella descrizione di un dramma che è universale.. La sua opera nasce nel dramma della storia della Spagna del primo ‘900 ma le soluzioni che propone valgono anche per il presente, dove l’Europa rischia di viaggiare verso il declino. L’autore spagnolo suggerisce che se oggi non diamo delle risposte serie anche in Europa finiremo in una situazione deformata e grottesca. Tornare agli autori del ’98, significa un ammonimento e auspico che venga riproposto il fortunato allestimento a teatro, come nel’94 con protagonista Raf Vallone.

“Luci di bohème presenta una situazione cervantina: c’è Max, un protagonista assoluto in costante dialogo con un altro protagonista, Latino, come Don Chisciotte e Sancho. Il libro non è solo un capolavoro assoluto della letteratura, ma anche della storia: ha avuto un successo ininterrotto come libro scritto e come libro rappresentato in teatro. – ha concluso l’ispanista Giuseppe Grilli Può essere riletto in molte chiavi: brechtiana, pirandelliana e anche in chiave Eduardo, quello de “Gli esami non finiscono mai”, la storia di una vita, mentre “Luci di bohème” è uno spazio più piccolo, ma sostanzialmente in un giorno e una notte c’è tutta una vita, perché il personaggio in poche ore racconta tutto se stesso. Oggi pensare a Valle Inclan uomo di teatro è anche fare i conti con tutto ciò che è il teatro spagnolo da trent’anni a questa parte”.




Abruzzo. CONCLUSA LA VISITA IN ITALIA D’UN GRUPPO DI ABRUZZESI DEL BRASILE

7 giugno 2012

CONCLUSA LA VISITA IN ITALIA D’UN GRUPPO DI ABRUZZESI DEL BRASILE

La vacanza culturale in Abruzzo e l’incontro con il Presidente del Consiglio Regionale

di Goffredo Palmerini

L’AQUILA – Sono ripartiti ieri con un volo per San Paolo gli Abruzzesi dell’associazione italo-brasiliana “Abruzzo forte”, un gruppo di 30 persone di Valinhos e Campinas venuto in Italia per una vacanza culturale di due settimane. La visita in Abruzzo, com’è apparso evidente dalle testimonianze espresse nel corso della conclusiva conviviale, in un ottimo albergo di Montesilvano, è stata davvero ricca di soddisfazioni, emozioni e scoperte in una regione che di singolarità, tesori d’arte e bellezze naturali ne possiede in gran copia. Il gruppo, guidato da Franco Petrocco, esponente storico dell’associazione abruzzese di Valinhos, e dal presidente del sodalizio, Ricardo Leite de Moraes, accompagnati dal vice Console onorario d’Italia a Campinas, Alvaro Cotonacci, era giunto in Italia il 25 maggio, riservando le prime due giornate all’intrigante bellezza e ai principali monumenti di Roma. Poi, dal 27 maggio in poi, la full immersion in Abruzzo, nei percorsi della memoria, della storia, dell’arte e della natura aspra e incontaminata. Per alcuni era un ritorno nella terra d’origine, per molti altri – seconda e terza generazione della nostra emigrazione – è stato il primo incontro con una terra di cui avevano molto sentito parlare, la terra dei padri e dei nonni verso la quale avevano coltivato per anni un affettuoso interesse e tanta curiosità di conoscenza.

Domenica 27 maggio il primo incontro con l’Abruzzo, a Tagliacozzo, borgo di straordinario fascino architettonico, annoverato tra i più belli d’Italia. Per il gruppo un impatto assai piacevole e denso di richiami storici, in questa terra abitata dapprima dagli Equi e successivamente dai Marsi, forti e fieri popoli italici che diedero filo da torcere all’antica Roma, prima di diventarne amici ed alleati. Su questo stesso territorio, nei Piani Palentini, nel 1268 si scontrarono gli eserciti di Corradino di Svevia e Carlo I d’Angiò, una battaglia che cambiò il corso della storia d’Europa, in favore degli Angioini sugli Svevi sconfitti. Ad attendere la comitiva in arrivo da Roma Franco Marchetti, presidente della Federazione delle Associazioni Abruzzesi in Brasile (Feabra) e dominus dell’operazione ByAbruzzo, da qualche anno in corso a San Paolo, un’intelligente iniziativa che puntando sulla nostra comunità sta efficacemente promuovendo sul mercato del grande Paese sudamericano, in pieno sviluppo economico, le eccellenze della gastronomia abruzzese e il turismo verso la nostra regione. L’importante progetto pilota, promosso nel 2007 dal Consiglio Regionale Abruzzesi nel Mondo (Cram) e raccolto dalla Regione, sta dando significativi risultati, con un crescente volume d’importazioni dall’Abruzzo e d’incentivazione al turismo culturale, anche di ritorno, come questo stesso caso dimostra.

Assai apprezzata la visita al Palazzo Ducale degli Orsini, con la sua bella architettura dalle finestre a centina, le bifore, il portale rinascimentale e la loggia, ornata di preziosi affreschi di Lorenzo da Viterbo. Poi, scendendo, la chiesa gotica di S. Francesco con le volte a crociera, dove in una nicchia sono custodite le spoglie di Tommaso da Celano, il primo biografo di San Francesco d’Assisi. Accanto al tempio il magnifico chiostro affrescato. Un trionfo d’arte che, unitamente al paesaggio circostante, è diventato preda degli obiettivi per riprese ed immagini fotografiche. Infine, ancora scendendo per strette viuzze lastricate, inattesa, ai visitatori s’è aperta l’ampia visuale della piazza dell’Obelisco, pavimentata a porfido con bei disegni e contornata da facciate d’antichi palazzetti e case con le loro tinte color pastello. Nel pomeriggio la visita ad Alba Fucens, sito archeologico della città italica degli Equi, divenuta poi per la sua importanza strategica municipio romano. Significative le vestigia che segnalano la rilevanza della città, come il teatro, l’anfiteatro, il santuario di Ercole, il macellum, le terme e la basilica. Infine, un tempio trasformato nell’XI secolo in monastero benedettino, capolavoro d’architettura e d’arte medievale, con splendide opere cosmatesche. Lunedì 28 maggio un viaggio attraverso le vie dell’olio nell’entroterra pescarese dove, tra fertili campagne ammantate di ulivi, si trovano caratteristici centri storici e bellissime chiese romaniche. Doverosa la visita a Carpineto della Nora, paese natale di Franco Petrocco, luogo dove sorgeva l’Abbazia fortificata di San Bartolomeo. Di essa ora resta solo la chiesa, edificata alla fine del XII secolo su un edificio preesistente, poi rimaneggiata con elementi gotici d’ascendenza borgognona. A seguire la visita di Loreto Aprutino, centro erto su un colle dal quale lo sguardo declina sulle campagne o spazia dalle cime del Gran Sasso fino al mare. Una puntata al museo che conserva la splendida collezione di ceramiche di Castelli del barone Acerbo. Quindi la visita ad un oleificio locale ed al frantoio di molitura delle olive, in questa parte d’Abruzzo dove si produce l’olio DOP abruzzese. Nel pomeriggio partenza per Picciano, per uno sguardo al Museo delle Arti e Tradizioni Contadine.

Il 29 maggio la visita alla città Capoluogo d’Abruzzo, guidata da Giuseppe Leuzzi, per molti anni responsabile dell’Ufficio Emigrazione della Regione Abruzzo, e da chi scrive. L’Aquila, con le sue ferite profonde, le imbragature di legno e ferro che sostengono case e monumenti, il silenzio della città deserta commuovono la comitiva. Mai si sarebbe potuta immaginare una così grave devastazione, mentre l’occhio la rivela nella sua crudezza. Eppure, c’è tanta fierezza abruzzese e tanto desiderio di veder presto rifiorire la Capitale d’Abruzzo dalle lacerazioni inferte dal sisma del 6 aprile 2009. Tanto è l’affetto dimostrato verso gli aquilani e tanto l’amore verso L’Aquila, splendida città d’arte che la sua bellezza ostenta persino sotto le sue stimmate. La Basilica di Collemaggio, piazza del Duomo, la Basilica di San Bernardino, la chiesa capoquarto di Santa Maria Paganica, il Castello Spagnolo, Palazzo Margherita d’Austria, la Torre civica e la sequela dei preziosi e martoriati palazzi settecenteschi, edificati dopo il terremoto del 2 febbraio 1703: è una via crucis di sofferenza, ma anche di condivisione e di speranza nel futuro dell’Aquila e degli aquilani.

Alle 12 e 30 si va all’Emiciclo, per l’incontro con il Presidente del Consiglio Regionale, Nazario Pagano. Nell’aula consiliare ci sono già in attesa i Consiglieri regionali Franco Caramanico, Riccardo Chiavaroli e Antonio Prospero, componenti del Cram, e il dirigente che sovrintende alle politiche dell’emigrazione, Giorgio Chiarini, con i suoi collaboratori. Calorosi e ricchi di spunti di riflessione gli interventi dei Consiglieri, nel sottolineare degli Abruzzesi in Brasile il valore di veri “ambasciatori” della loro terra, in quel grande Paese. Il Presidente Pagano rinnova l’attenzione del Consiglio Regionale verso le comunità abruzzesi nel mondo, di  esse richiamando il ruolo attivo nel rappresentare la cultura regionale in un’area metropolitana, come quella di San Paolo, dove la presenza italiana supera i sette milioni d’oriundi, così facendo di quella metropoli la più grande città italiana. Il Presidente dell’associazione  “Abruzzo forte”, Ricardo Leite de Moraes, Franco Petrocco e il vice Console, Alvaro Cotonacci, hanno ringraziato Pagano e i Consiglieri per l’accoglienza calorosa, per le manifestazioni d’affetto e per i doni all’Associazione. L’impegno è di rivedersi nel mese di giugno in Brasile, a San Paolo, quando l’Abruzzo sarà presente con un suo stand in un’importante Fiera espositiva.  Il pomeriggio è tutto dedicato ai paesi addossati ai contrafforti del Gran Sasso, il borgo di Santo Stefano di Sessanio, diventato un albergo diffuso di gran pregio, e Calascio con la sua splendida Rocca.

Il 30 maggio si sale a Civitella del Tronto, una cittadella-fortezza tra le più grandi d’Europa fatta edificare da Carlo V su una struttura preesistente, diventato nel 1860 ultimo baluardo della resistenza borbonica contro i Savoia. Un luogo particolare, dove si possono rileggere gli eventi del Risorgimento con un’ottica diversa, dalla parte degli sconfitti. Il borgo di Civitella è disteso sul fianco del colle, ai piedi della fortezza, ed ha mantenuto intatto l’impianto urbanistico seicentesco. Nel pomeriggio, dopo una puntata ad una dimora storica e cantina dove si produce uno dei famosi vini Doc abruzzesi, la comitiva ha visitato Atri, tra le più importanti città rinascimentali abruzzesi lungo la fascia costiera, ricca di opere d’arte, quali la Cattedrale dell’Assunta, che conserva uno splendido ciclo pittorico rinascimentale, Palazzo Acquaviva che fu la dimora dei Duchi che per cinque secoli governarono la città, il Teatro Comunale, la chiesa degli Agostiniani. Il 31 maggio è dedicato a Lanciano e alla Costa dei trabocchi.

Lanciano, città d’arte tra le più belle della regione, era famosa già in epoca romana per le sue fiere che richiamavano mercanti da tutto il Mediterraneo. Splendidi i suoi monumenti, come la Cattedrale, sorta su un ponte fatto costruire dall’imperatore Diocleziano; l’antico quartiere di Lancianovecchia, il cui impianto urbano è rimasto intatto dal Duecento, le chiese dai preziosi portali in pietra, le botteghe medievali e tutti gli edifici in mattoni cotti; l’antica chiesa di Santa Maria Maggiore, con magnifico portale del Trecento, che conserva una preziosa croce processionale d’argento, opera del grande artista rinascimentale Nicola da Guardiagrele; la Chiesa di S. Francesco, che deve la sua notorietà al Miracolo Eucaristico più antico tra i pochi riconosciuti dalla chiesa cattolica, che vi è conservato e venerato. Nel pomeriggio l’escursione alla Costa dei trabocchi: in un ambiente naturale con scogliere rocciose, calette e campi coltivati che finiscono direttamente sul mare, , sospesi sulle onde sopra palafitte si trovano i trabocchi, macchine da pesca antichissime. Per il suo valore la Costa dei trabocchi è stata dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità. La visita all’abbazia duecentesca di San Giovanni in Venere, affacciata sul mare, completa in bellezza la giornata. Il 1° giugno è giorno di riposo per il gruppo: chi va dai parenti, chi alla Casa Santa di Loreto, chi ad Assisi.

Il 2 giugno è dedicato a Sulmona, città natale di Ovidio Nasone, il poeta dell’amore morto in esilio il 17 d.C. a Tomi, sul Mar Nero. Ricchissima d’emergenze artistiche, Sulmona vanta le bellezze del Complesso dell’Annunziata, la Cattedrale di San Panfilo con la sua interessante cripta, l’acquedotto medievale, Porta Napoli e Santa Maria della Tomba. E’ la città del confetto, specialità già presente in epoca preromana. Nel pomeriggio, passando  per le Gole del Sagittario, si raggiunge il lago e il borgo di Scanno, con un centro storico tra i più belli e meglio conservati della regione. Scanno ha una lunga tradizione d’arte orafa, mantenuta ancora viva dai suoi artigiani che continuano con sapienza a produrre i gioielli della tradizione abruzzese. E ancora l’arte del tombolo, tutta femminile. Magnifici, poi, i tradizionali costumi delle donne scannesi. Non poteva mancare un viaggio lungo i sentieri dello spirito, sulla Maiella madre.

Regione di profonda spiritualità, l’Abruzzo ha ricevuto un’impronta rilevante da Pietro del Morrone (poi diventato papa Celestino V) e dai suoi monaci. Dunque è d’obbligo visitare i luoghi celestiniani. Per prima meta, il 3 giugno, si va verso il Vallone di Santo Spirito, splendida gola rocciosa percorsa da un torrente ed immersa in un bosco di particolare suggestione che s’incunea verso le alte vette della Maiella. Il vallone custodisce gli eremi celestiniani di Santo Spirito e di San Bartolomeo, culla della spiritualità di Pietro del Morrone. Dopo l’escursione agli eremi una visita a Roccamorice e nel pomeriggio a Serramonacesca, con visita al monastero benedettino di San Liberatore a Maiella, risalente all’XI secolo, tra i monumenti medievali più singolari per il contesto naturale nel quale è inserito. Il 4 giugno è tutto dedicato ai pastifici abruzzesi, De Cecco e Del Verde, veri “santuari” delle paste alimentari famose in tutto il mondo per l’eccellente loro qualità. La pasta, insieme, ai vini e all’olio abruzzesi sono davvero prodotti di punta del nostro brand, insieme alle altre specialità della gastronomia regionale.

Il 5 giugno si va a Bucchianico, piccolo centro agricolo dalle antiche origini, in collina. Si visitano il convento, le chiese di San Francesco e di Sant’Urbano, protettore della città, di cui si conservano le reliquie. Singolare di Bucchianico è la Festa dei Banderesi, una rievocazione storica che trae origine da un fatto d’arme. Il paese diede i natali a San Camillo De Lellis (1550-1614), certamente un protagonista della spiritualità abruzzese, cui si deve la nascita della Sanità militare. Subito dopo si visita Chieti, l’antica Teate, città dei Marrucini, uno dei tanti popoli italici che abitavano la regione. Presso il Museo Archeologico Nazionale, Chieti conserva i tesori della storia d’Abruzzo, quali  l’imponente “Guerriero di Capestrano”, scultura del VI secolo a.C. raffigurante il re vestino Nevio Pompuledio, ed una splendida statua, probabilmente opera di Lisippo, raffigurante “Ercole a riposo”. Si gusta poi una visita alla città più antica, spesso sotterranea, che conserva stupefacenti ambienti e luoghi rimasti cristallizzati all’epoca romana. Non si può eludere, infine, la suggestione d’un viaggio nella protostoria d’Abruzzo, con una visita al Museo Archeologico della Civitella – tra i più moderni d’Europa, in quanto ad allestimenti – che al suo interno ingloba i resti dell’anfiteatro romano. Qui si conclude l’escursione nel capoluogo marrucino. Ma la serata tira al tardi, in albergo a Montesilvano, con una festa conviviale di saluto, a chiusura del viaggio in Abruzzo. Grande soddisfazione nel gruppo per le meraviglie d’arte e naturalistiche visitate, generale l’apprezzamento per il programma turistico, per l’assortimento degli itinerari e per l’accorta guida che l’Agenzia “Turismo & Dintorni” ha assicurato nel corso della vacanza culturale. Si conclude così il viaggio ed è già tempo di nostalgia della generosa terra abruzzese. L’indomani mattina si è liberi per lo shopping e il pomeriggio via, verso l’aeroporto di Fiumicino. Si parte per il rientro in Brasile. Arricchiti d’Abruzzo.




USA. Daniela Musini negli States con d’Annunzio e la Duse

Daniela Musini negli States con d’Annunzio e la Duse

Recital/concerto e conferenza in Inglese per il Consolato d’Italia di Philadelphia e di Pittsburgh

PESCARA – Ormai non ci sono più confini per l’artista abruzzese Daniela Musini, magistrale interprete dell’opera dannunziana e della figura di Eleonora Duse in tutto il mondo. Dopo le sue acclamate performances in Giappone, Francia, Russia, Germania, Polonia, Turchia e Cuba e dopo il recente successo al Teatro Bibiena di Mantova, la Musini approda negli States, invitata dal Console Generale d’Italia a Philadelphia Luigi Scotto e dal Console Onorario di Pittsburgh Carla Lucente che hanno inserito il suo recital/concerto “Gabriele ed Eleonora. Una passione scarlatta” nelle celebrazioni per la Festa Nazionale Italiana del 2 giugno.

L’artista abruzzese (nativa di Roseto degli Abruzzi) allestirà il suo spettacolo il 30 maggio  presso la Widener University di Chester e il 1° giugno presso la Duquesne University di Pittsburgh e, come di consueto, si presenterà nella triplice veste di autrice, attrice e pianista e darà ancora una volta corpo e anima alla Duse, in un monologo appassionato punteggiato dalle musiche di Chopin, Debussy, Rachmaninov e Beethoven eseguite da Daniela stessa al pianoforte: sul palco ci sarà una Eleonora Duse struggente, veemente, sensuale, indomita, disperata, che mette a nudo sé stessa, come artista e come donna.

La vicenda teatrale si svolge nella Suite 524 dello Schenley Hotel di Pittsburgh, negli Stati Uniti, dove la grande Tragica realmente soggiornò durante la sua ultima, trionfale tournée americana. E’ il 21 aprile 1924, suo ultimo giorno di vita, e lei, che non sa, ma che intuisce prossima la fine, sente il bisogno di raccontarsi e di ripercorrere la sua straordinaria esistenza in cui centrale appare l’appassionato e tormentato amore vissuto con Gabriele d’Annunzio.

E proprio per omaggiare il grande Poeta, in entrambe le date il recital sarà preceduto da una conferenza che la Musini terrà in Inglese dal titolo Gabriele d’Annunzio: an unparalleled life e dalla proiezione del video “Da Pescara al Vittoriale” che si apre con la veduta della casa natale del Poeta nella città abruzzese e si chiude con le immagini della sua sontuosa dimora a Gardone.

L’allestimento di questo spettacolo è stato reso possibile anche grazie all’apporto fondamentale dell’ Associazione Regionale Abruzzese of the Delaware Valley (Pres. Gaetano DiPasquale) e dell’Associazione Regionale Abruzzese of Delaware County (Pres. Nick Rapagnani) entusiaste di accogliere la corregionale Musini, acclamata “ambasciatrice” del più famoso figlio d’Abruzzo: Gabriele d’Annunzio.

Daniela Musini sarà inoltre special guest alla Festa del 2 Giugno presso il Consolato d’Italia a Philadelphia e, in quella occasione, declamerà alcune fra le più belle liriche dannunziane, fra cui “La pioggia nel pineto”.



Abruzzo. AUTUNNO ABRUZZESE CON LA FEDAMO

AUTUNNO ABRUZZESE CON LA FEDAMO

La FEDAMO (Federazione di Istituzioni Abruzzesi in Argentina) ha organizzato per il prossimo settembre un viaggio rivolto ai soci delle associazioni che ne fanno parte, al fine di promuovere il turismo in Abruzzo. Il tour alla scoperta dell’Abruzzo inizierà il 12 settembre e prevede anche la visita di alcune delle località più importanti d’Italia come Napoli, Roma, Firenze e Venezia e la Sicilia. Il viaggio organizzato dalla FEDAMO ha l’obiettivo di promuovere il turismo abruzzese e far in modo quindi che la regione, che rappresenta in Argentina, sia maggiormente conosciuta. La decisione di organizzare questo viaggio è stata presa durante l’assemblea del 31 marzo nel Circolo Ricreativo Abruzzese di Berazategui; ogni associazione aderente alla Federazione delegherà dei soci disponibili a contribuire alla riuscita di questo piacevole viaggio. Il tutto sarà coordinato da due membri della Federazione, Emidio Ciaccia e Anna Martella, entrambi appartenenti al Circolo Abruzzese di Campana. La FEDAMO, a nome della Presidente avv. Alicia Carosella, ringrazia i due organizzatori per la disponibilità e il lavoro instancabile volto agli abruzzesi in Argentina.

Bisogna ricordare che questa non è la sola iniziativa della Federazione: si sta organizzando, infatti, il III Congresso Internazionale di Giovani Abruzzesi, che si terrà a Buenos Aires, sotto la coordinazione del dr. Federico Mandl (segretario della FEDAMO) e Joaquin Negri (Consigliere nel gruppo giovani del Cram), entrambi giovani facenti parte di associazioni abruzzesi in Argentina.  Infine, durante l’ultima assemblea, altre due associazioni sono entrate a far parte della FEDAMO, quelle di Tandil e Balcarce. Con l’occasione della riunione di fine anno che si terrà proprio a Balcarce, si sta lavorando anche per realizzare di un gemellaggio, previsto appunto per dicembre, tra Castiglione Messer Marino, città natale dei nonni di Juan Manuel Fangio, e Balcarce, città natale del famoso pilota di Formula1.

Federico Mandl




“La vita è una moneta” di Alejandra Daguerre *

“La vita è una moneta”

di Alejandra Daguerre *

BUENOS AIRES – Era uno di quei pomeriggi in cui la testa non ti lascia in pace … Mi sentivo letteralmente sopraffatta da migliaia, milioni di embrioni d’idee spumeggianti, a tal punto che decisi di uscire a fare quattro passi, o meglio, mi obbligai a farlo a mo’ di rimedio casalingo per “ventilarmi il corpo e l’anima” e cercare in questo modo di calmare un po’ le vertigini che mi erano state provocate da tanto movimento interno.

La giornata sembrava essere in sintonia con l’attività della mia mente: tutto era grigio e minaccioso … si avvicinava la tempesta, il cielo si riempiva di nuvole, i notiziari trasmettevano allarmi meteo e i miei pensieri non rimanevano indietro …

Quando ci sentiamo confusi, tristi, intrappolati da sensazioni apocalittiche e soggiogati dal peso delle risoluzioni future, ci muoviamo a stento … Ed esattamente così intrapresi la mia camminata, quasi avvilita. Ma la vita è piena di sorprese: senza rendermene conto, tra le pietre del mio vagare taciturno, qualcosa di luccicante catturò la mia curiosità e mi fermai. Sì! Era una moneta in attesa di essere scoperta. Una moneta finta, non a corso legale, ma che immediatamente risveglió gli altri miei pensieri, quelli che erano stati soffocati dietro la grande marea provocata dalla confusione.

Era tempo di riflettere … avevo visto solo un lato della situazione e, concentrata su quella visione parziale della realtà, non trovavo nessuna possibile soluzione, dato che non riuscivo a vedere l’immagine completa. Testa e croce, le due facce della stessa moneta, sono l’esempio più semplice per spiegare come si possa essere parziali, e come spesso rimaniamo prigionieri della difficoltà e dello sconforto.

Mi resi conto in quel momento che le polarità sono integrate nella stessa realtà: il giorno e la notte sono parte di un ciclo, ma sarà il mio approccio a definire come li percepisco. A volte sono “solare” e tutto è bello ed energizzante fin dall’alba, il sorgere del sole agisce come un “pulsante di avviamento”. Altre volte sono “notturna” e la notte mi attrae, perché stimola la mia necessità di mistero, magia, silenzio e romanticismo.

Ma entrambe le immagini, anche se contrapposte, fanno parte di un tutto e si perfezionano a vicenda, trasmettono l’idea dell’insieme, dell’aspetto integrato.

Quel pomeriggio mi resi conto che la mia camminata triste era parte di me, come lo erano le mie passeggiate euforiche e positiviste. Grazie a loro cominciai a integrare i miei stati d’animo come parte di un tutto. Io sono fatta di questi due modi di essere.

La saggezza popolare e la storia ci dicono che le monete portano buona fortuna, prosperità e felicità. Vi posso assicurare che da quel “grigio pomeriggio” porto con me la moneta che trovai come se fosse un talismano. La mia moneta è finta, non a corso legale, ma non potrei mai dire che non ha valore, perché per mezzo di lei ho imparato a rimettere a fuoco, a rendermi conto che sono io chi sceglie la strada e che le due facce della la luna sono integrate in una stessa realtà… E che tutto dipende da me…

…La vita è una moneta
chi la cerca la trova
occhio, parlo di monete
non di grosse banconote…

Juan Carlos Baglietto

*psicóloga e psicoterapeuta in Buenos Aires




Italia. Da tutta Europa 6.000 giovani talenti per il Festival Europeo delle Scuole di musica

Da tutta Europa 6.000 giovani talenti per il Festival Europeo delle Scuole di musica




Da 25 Paesi europei, 6.000 giovani musicisti tra i 12 e i 25 anni arriveranno in Emilia Romagna per partecipare a una delle più significative manifestazioni indirizzate al talento giovanile. ALLEGROMOSSO, il festival europeo delle scuole di musica, giunge quest’anno alla sua undicesima edizione ospitando, tra il 17 e il 19 maggio, più di 400 concerti nelle città, borghi storici e marinari della costa ed entroterra tra le province di Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna e Ferrara.

La manifestazione è organizzata dalla Regione Emilia-Romagna in collaborazione con EMU – Unione Europea delle scuole di Musica che rappresenta oltre 4 milioni di studenti europei,  l’A.I.d.S.M. – Associazione Italiana delle Scuole di Musica e  Assonanza – Associazione delle Scuole di Musica dell’Emilia Romagna. Nei giorni precedenti la manifestazione, dal 15 al 17 maggio, 70 rappresentanti delle Associazioni nazionali dei 26 Paesi affiliati ad EMU si daranno appuntamento a Riccione, per l’Assemblea generale dell’Unione.

Quest’anno il festival ALLEGROMOSSO gode del supporto mediatico di Radio 1 Rai che coinvolgerà le redazioni musicali e il Gr Ragazzi dedicando agli eventi puntate tematiche e speciali in diretta. Verrà inoltre organizzata la ripresa, all’interno del programma Demo, della serata di premiazione dei migliori gruppi musicali europei: un binomio congeniale per la trasmissione che, da oltre dieci anni, si occupa della promozione di giovani talenti musicali.

I gruppi musicali partecipanti sono 220 per più di 400 concerti, in due giorni, in 25 località della costa e dell’entroterra emiliano-romagnolo, dai borghi storici delle colline e della pianura ai centri balneari più conosciuti, fino al Delta del Po. Grandi orchestre di musica sinfonica, orchestre da camera, piccoli ensembles, gruppi jazz, pop rock, traditional, folk, danza, bande, cori. Tutti i generi musicali saranno presenti nei concerti di ALLEGROMOSSO.

Teatri, chiese, musei, rocche e castelli, piazze e luoghi più caratteristici delle città e dei borghi storici e marinari si trasformeranno in suggestivi palcoscenici ed accoglieranno i giovani musicisti di diverse nazionalità, contribuendo alla creazione di un’Europa unita anche nella musica.

“ALLEGROMOSSO costituisce un’importante opportunità di promozione internazionale del territorio ed in particolare dei luoghi che ospiteranno i concerti, molti dei quali recentemente riqualificati grazie ai fondi europei, nell’obiettivo della valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale del territorio – dichiara l’Assessore al Turismo e Commercio della Regione Emilia Romagna, Maurizio Melucci – Ma è anche un importante  riconoscimento della qualità dell’accoglienza che ci ha sempre contraddistinto e l’occasione per aprirsi a nuove forme di turismo culturale, particolarmente rivolto ai giovani”.

Europa, giovani  e musica quindi, ma anche valorizzazione dei territori per la promozione di un turismo sostenibile e di qualità: questo è ALLEGROMOSSO, il cui fitto calendario di esibizioni prevede appuntamenti di grande spessore musicale, che faranno da cornice ai concerti delle scuole di musica europee, previsti nei giorni 18 e 19 maggio 2012.

Il 17 maggio Ravenna ospiterà la cerimonia di apertura con l’Orchestra giovanile “Luigi Cherubini” diretta dal Maestro Wayne Marshall, in collaborazione con il Ravenna Festival; il 18 maggio, a Sant’Arcangelo di Romagna, si svolgerà la serata DEMORAI, insieme ai due storici conduttori Michael Pergolani e Renato Marengo, con la partecipazione di gruppi di giovani musicisti europei, accompagnati da ospiti illustri della musica italiana, in collaborazione con Palco Reale; il 19 maggio ALLEGROMOSSO si chiuderà a Cesena con una grande festa di musica con la partecipazione di Goran Bregovic e la sua Wedding and Funeral Band, che suonerà  coinvolgendo tutti i 6000 giovani musicisti europei. Le serate saranno condotte da Gian Maurizio Foderaro, responsabile della programmazione musicale di Radio 1 Rai.



Sito ufficiale della manifestazione: www.allegromosso.it




LA LETTERATURA ITALIANA IN AUSTRIA: CINQUE SECOLI DI SCRITTORI OLTRECONFINE

LA LETTERATURA ITALIANA IN AUSTRIA: CINQUE SECOLI DI SCRITTORI OLTRECONFINE

Saranno presentati a Roma, il 18 maggio prossimo, presso la sede della

Società Dante Alighieri, i volumi di Alfred Noe e Gualtiero Boaglio

ROMA – Saranno presentati venerdì 18 maggio alle ore 17.30, presso la sede della Società Dante Alighieri (piazza Firenze 27) in Roma, i volumi della Storia della letteratura italiana in Austria (Geschichte der italienischen Literatur in Österreich – Vienna, Böhlau 2011-2012), di Alfred Noe e Gualtiero Boaglio, uno sguardo sulla produzione letteraria italiana in territorio austriaco dall’Umanesimo alla dissoluzione dell’Impero asburgico. Interverranno, oltre agli Autori, il Presidente della Società Dante Alighieri, Ambasciatore Bruno Bottai, e l’Ambasciatore d’Austria in Italia Christian Berlakovits. Seguiranno concerto per soprano e archi e brindisi.

Nei quasi 500 anni che vanno dall’inizio dell’Umanesimo al Trattato di Saint-Germain (1919), i Paesi della corona asburgica hanno visto nascere la più ricca produzione letteraria in lingua italiana in terra straniera, sia per quantità, sia per qualità di testi pubblicati. Una tradizione a lungo ignorata dalla critica letteraria italiana, che dal Risorgimento in poi ha spesso trascurato le opere nate extraconfini per motivi politici e ideologici legati al concetto ottocentesco di identità nazionale. Nei due volumi della Geschichte der italienischen Literatur in Österreich, gli autori si sono proposti di colmare questa lacuna, con un’analisi accurata e puntuale che, a partire dalla penetrazione in Austria delle istanze umanistiche di Francesco Petrarca, racconta l’interesse plurisecolare dell’élite culturale asburgica per la nostra cultura e l’influenza che quest’ultima ha avuto nella diffusione in terra austriaca di movimenti come il Barocco e l’Illuminismo.

I due volumi, pubblicati in lingua tedesca dalla casa editrice Böhlau, saranno presentati in Palazzo Firenze, sede della Società Dante Alighieri, dagli autori Alfred Noe, Professore straordinario presso l’Università di Vienna, Consigliere Centrale della Società Dante Alighieri e Presidente del locale Comitato, e Gualtiero Boaglio, Direttore del programma di studi di Romanistica e Professore straordinario presso l’Università di Vienna. Alla presentazione interverranno il Presidente della Società Dante Alighieri, Ambasciatore Bruno Bottai, e l’Ambasciatore d’Austria in Italia Christian Berlakovits. Dopo la presentazione si terranno un concerto per soprano e quartetto d’archi e un brindisi.




Premio “Ambasciatore di Terre di Puglia” al Festival della Valle d’Itria

Premio

“Ambasciatore di Terre di Puglia” al

Festival della Valle d’Itria

di Francesco Lenoci

MILANO – L’edizione 2012 del Premio “Ambasciatore di Terre di Puglia”, svoltasi a Milano la sera del 5 maggio presso il meraviglioso Palazzo Isimbardi, è stata organizzata  dall’Associazione Regionale Pugliesi di Milano, con l’adesione di tante Associazioni Culturali Pugliesi trapiantate nel milanese.

L’edizione 2012 – la settima – rappresenta la continuità di un’iniziativa germogliata dalla volontà di dare un riconoscimento a chi, negli anni, ha contribuito alla valorizzazione del patrimonio umano, culturale e sociale della Puglia.
Il Premio “Ambasciatore di Terre di Puglia” nasce con l’intento di scoprire, conoscere e far conoscere at­traverso le proprie eccellenze il pensiero, la cultura, la laboriosità e l’ingegno di quelle genti divenute popolazione delle terre di Puglia.  L’evento mira a creare momenti di aggregazione, confronto e condivisione nello spirito di integrazione delle vecchie e nuove migrazioni.

Il logo ufficiale è una rappresentazione del faro di Santa Maria di Leuca, punta estrema e fine delle terre di Puglia (de finibus terrae). Il faro di Santa Maria di Leuca, luogo di incontro dei due mari pugliesi, vedetta di una terra protesa verso altre terre, rappresenta per gli organizzatori il simbolo della vocazione delle genti di Puglia all’accoglienza.

La motivazione del Premio al Festival della Valle d’Itria, menzionata dalla splendida conduttrice della serata, Nicla Pastore di Studio 100 TV, è stata la seguente:

“La qualità delle proposte artistiche
e l’elevato livello professionale e organizzativo
ne fanno una manifestazione di interesse internazionale
contribuendo nei campi dell’arte, della musica e della cultura
a far conoscere e apprezzare la Puglia
ben oltre i confini nazionali”.

Hanno ritirato il Premio Franco Punzi e Alberto Triola, rispettivamente, Presidente e Direttore Artistico del Festival della Valle d’Itria.

Franco Punzi ha manifestato la sua gioia e quella di tutti i preziosi collaboratori nel ricevere un così prestigioso Premio nella città di Paolo Grassi.  Proprio da lui, nato a Milano e oriundo di Martina Franca, ricevette tanti anni fa l’incarico di fare il Presidente del Festival. Nel suo ricordo, il Festival della Valle d’Itria viene presentato, da sempre, al Piccolo Teatro di Milano. Nel suo esempio e, soprattutto,  con il talento e l’impegno di tanti, il Festival è arrivato a 38 edizioni, facendo diventare Martina Franca la “Città del Festival”.

Alberto Triola, succeduto quale Direttore Artistico a Rodolfo Celletti e Sergio Segalini, ringraziando per il Premio, ha anticipato il contenuto del 38° Festival della Valle d’Itria. Dal 14 luglio al 2 agosto 2012, le meravigliose cornici di Martina Franca, Cisternino e Noci saranno illuminate da diciannove serate dedicate alla musica, al teatro, al cinema, al talento. In sintesi:

  • quattro opere di rarissimo ascolto se non assolutamente nuove, quale una riscrittura drammaturgico-musicale di un capolavoro barocco e una prima esecuzione mondiale di un’opera (commissionata dal Festival) ambientata a Collemaggio l’indomani del terremoto che ha distrutto la Città dell’Aquila;
  • due concerti con orchestra;
  • quattro serate dedicate al Novecento – tra musica e poesia – con un vertiginoso accostamento tra il contemporaneo e il barocco, il Nord e il Sud della musica;
  • una serata liederistica;
  • una di musica da camera e un’opera per bambini;
  • il tradizionale concerto di musica sacra;
  • tre serate di grande cinema d’autore nel solco del tema di quest’anno (il confine con l’Altro).

Sul palco, a rendere lode e gloria al Festival della Valle d’Itria, Nicla Pastore ha invitato: Gerardo Placido (Attore); Cristina Tajani (Assessore alle politiche per il  lavoro e lo sviluppo economico del Comune di Milano); Dino Abbascià (Presidente Associazione Regionale Pugliesi di Milano); Anna Maria Bernardini De Pace (Avvocato); Camillo de Milato (Governatore del Forum delle Associazioni) e Francesco Lenoci (Vicepresidente Associazione Regionale Pugliesi di Milano e Patriae Decus della Città di Martina Franca).
Francesco Lenoci ha citato i vantaggi competitivi di Martina Franca:
il Festival della Valle d’Itria,  il Rococò,  i Trulli,  l’Asino,  il Capocollo, il Capo Spalla. Su tali eccellenze occorre puntare al massimo, avendo presente ciò che diceva un grande compositore e direttore d’orchestra austriaco, Gustav Mahler: “Tradizione non è culto delle ceneri, ma custodia del fuoco”. Ha precisato che al primo posto dei vantaggi competitivi colloca il Festival della Valle d’Itria, perché è quello che più consente a Martina Franca di tornare ad essere, come nel Settecento, laboratorio di cultura. Anche nel terzo millennio è la cultura che cambia il mondo, crea nuova mentalità, favorisce un nuovo stile. La cultura rappresenta un obiettivo per realizzare il talento delle persone,  dei giovani  in particolare. Ha concluso la meravigliosa serata la foto di gruppo sul palco con gli altri due premiati: il buonissimo Quarta Caffè e il grandissimo Lino Banfi.