Roma. QUOTE ROSA/ DI STANISLAO(IDV): CONCILIARE VITA PROFESSIONALE E VITA FAMILIARE

QUOTE ROSA/ DI STANISLAO(IDV): CONCILIARE VITA PROFESSIONALE E VITA FAMILIARE

“Contribuire ed  incentivare l’occupazione femminile,  adottando
maggiori e più efficaci iniziative per promuovere e coordinare la
conciliazione di vita professionale e vita familiare a tutti i livelli
occupazionali eliminando gli ostacoli nella carriera professionale
delle donne.” E’ l’impegno dell’unico ordine del giorno a firma
dell’On. Augusto Di Stanislao accolto oggi nell’ambito del pdl sulle
quote rosa nelle società quotate. “Un provvedimento importante –
afferma Di Stanislao – che arriva però con un forte ritardo rispetto a
tutti gli altri paesi europei. Ad oggi la conciliazione tra i tempi
del lavoro e quelli della famiglia rappresenta l’ostacolo più
difficile da superare. Occorrono ulteriori misure per promuovere una
maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro, aumentando
la disponibilità di asili e servizi di assistenza in tutto il paese e
fornendo incentivi finanziari alle persone che costituiscono le
seconde fonti di reddito familiare per accedere ai posti di lavoro in
un modo neutro in termini di bilancio.”




Italia. PSI: “A una sinistra che aspira a governare l’Italia non sono consentiti, su questioni rilevanti rispetto all’avvenire del nostro Paese

“A una sinistra che aspira a governare l’Italia non sono consentiti, su questioni rilevanti rispetto all’avvenire del nostro Paese, nè tentennamenti, nè maldestre strizzatine d’occhio a chi non perde occasione per sollevare proteste, tanto demagogiche quanto velleitarie”. Sono le dichiarazioni del segretario nazionale del PSI, Riccardo Nencini, alla luce delle contestazioni provocate dal movimento No Tav in Val di Susa.
”I lavori per la tratta dell’alta velocità devono iniziare subito- continua il leader socialista- perché il Paese non può perdere l’opportunità di ricevere i finanziamenti dall’Europa, destinati all’opera, per assecondare una frangia limitata di eversivi”
“Il centrosinistra – conclude Nencini- quello “del buon governo”, per essere una forza che ispira i propri programmi ad un riformismo moderno e privo di zavorre post-ideologiche, deve assolutamente separare il proprio cammino da chi seguita a giustificare, con sterili bizantinismi lessicali, episodi e comportamenti del tutto inaccettabili”.
Direzione Psi



Una nuova iniziativa è partita dall’arcipelago delle Isole Tremiti:

Una nuova iniziativa è partita dall’arcipelago delle Isole Tremiti: una grande raccolta di firme tesa al riconoscimento del mare Adriatico quale “patrimonio dell’umanità”. Per l’otto luglio è prevista una manifestazione davanti alla sede della Regione Abruzzo che, secondo gli organizzatori, non avrebbe impugnato il decreto del ministro Prestigiacomo. Intanto è tutto pronto per il concertone “No Triv” che Lucio Dalla, Renato Zero, Gigi D’Alessio e Irene Fargo terranno nella piazzetta principale di San Domino. E’ mancato all’appello Francesco De Gergori impegnato altrove. Sull’arcipelago delle Diomedee è tutto esaurito per l’evento di giovedì 30 giugno che vuole essere l’ennesima forte protesta per le trivellazioni che dovranno essere eseguite dalla Petrolceltic nelle acque delle Tremiti, come da decreto firmato dal Ministro per l’Ambiente che ha dato l’assenso alla società per eseguire sondaggi e studi preliminari finalizzati all’estrazione petrolifera. Per la manifestazione non si trova più un posto sull’isola: oraticamente esauriti i 1.800 posti-letto di cui dispone l’isola tra alberghi, residence e affittacamere. Prenotare è praticamente impossibile già da due settimane. Nemmeno posti per sacchi a pelo sono disponibili. Dai porti turistici del Gargano, contrariamente a quanto era stato ipotizzato all’inizio, non sono stati autorizzati collegamenti straordinari. Stessa sorte per gli imbarchi dal porto di Termoli. Insomma ci sarà il tutto esaurito (si parla di 3.000 spettatori) per il grande concerto di Lucio Dalla & Co.  Prima dell’evento verrà inaugurata la statua de “L’Acheo”, opera dello scultore foggiano Michele Circiello, che il cantautore bolognase ha voluto donare alla “sua isola” e che verrà posizionata nella zona chiamata “Toppa” volgendo lo sguardo all’Isola gemella di San Nicola.

Alfonso Aloisi




SELEX: + 7,8% NEI PRIMI CINQUE MESI DELL’ANNO I dati sono stati presentati in occasione

SELEX: + 7,8%

NEI PRIMI CINQUE MESI DELL’ANNO

I dati sono stati presentati in occasione

dell’Assemblea Generale del Gruppo, insieme al bilancio 2010.

Territorio ed efficienza le parole d’ordine per continuare a crescere
Trezzano S/N, Milano, 27 giugno 2011 – Selex continua a crescere anche nel 2011. Dopo aver chiuso l’esercizio 2010 con un aumento a rete complessiva del + 6,7% (Fonte: Nielsen), anche nei primi mesi di quest’anno l’andamento si conferma più che positivo.

Da gennaio a fine maggio 2011, infatti, le Imprese del Gruppo hanno realizzato una crescita del + 3,2% del fatturato a rete costante e del + 7,8% considerando lo sviluppo (Fonte Nielsen, maggio 2011).

Una crescita che ha consentito a Selex di consolidare la sua quota di mercato che, a gennaio 2011, ha raggiunto il 10% (Fonte: Symphony IRI, canali iper-super-superettes-cash&carry), rafforzando così la sua posizione di terzo retailer nazionale.

I dati dei primi mesi dell’anno sono stati presentati in occasione dell’Assemblea Generale del Gruppo svoltasi a Londra dal 22 al 24 giugno, insieme ai risultati di chiusura dell’esercizio 2010, che hanno confermato un fatturato al consumo pari a 8.720 milioni di euro, con risultati positivi in tutti i canali di vendita.

Nel corso dell’Assemblea, sono stati presentati anche i risultati della marca commerciale che, in crescita nei primi mesi dell’anno del + 17,3%, è sempre più apprezzata e risulta determinante nella difesa del potere d’acquisto dei consumatori.

«Questi dati confermano l’apprezzamento per la politica commerciale delle Imprese del Gruppo, sempre attente al territorio, alla qualità ed al bisogno di risparmio dei consumatori – commenta Giovanni Pomarico, Presidente di Selex -. Non nascondiamo comunque preoccupazione per l’andamento generale dei consumi, sia nel breve che nel medio periodo, soprattutto per il perdurare dell’assenza di politiche di sostegno alle famiglie».

Relativamente ai programmi per l’anno in corso, oltre a sottolineare le nuove aperture del 2011, compreso il raggiungimento del 200° Famila, Riccardo Francioni e Maniele Tasca,  rispettivamente Procuratore e Direttore Generale di Selex, hanno ribadito l’importanza di proseguire nel lavoro di adattamento dei formati e degli assortimenti alle singole realtà territoriali e dell’affiancamento alla tradizionale attività promozionale di iniziative sempre più mirate, per aumentare la soddisfazione della clientela e la fedeltà al punto di vendita.

Infine, grande attenzione è stata posta ai numerosi progetti avviati dal Gruppo Selex in questi ultimi anni con l’obiettivo di trovare sinergie d’acquisto e recuperare efficienza nell’ambito della gestione.

Il Gruppo Selex. Il Gruppo Selex opera nel settore della grande distribuzione con 21 imprese regionali che gestiscono 2.950 punti di vendita in tutta Italia, per un fatturato al consumo 2010 di 8.720 milioni di euro e 31.000 addetti. Con una quota di mercato del 10%, è il terzo player nazionale.

Questo prestigioso risultato è stato ottenuto, oltre che con i marchi di Gruppo Famila, A&O e C+C, con una pluralità di insegne radicate sul territorio e da tanti anni vicine ai consumatori.

Il Gruppo Selex fa parte della Centrale ESD Italia che, a livello internazionale, è partner  della Centrale EMD. (www.selexgc.it)




Italia. PSI: “Per cancellare i tanti Bisignani che di volta in volta appestano la vita pubblica italiana, sarebbe quanto mai utile una legge sulle lobby”.

“Per cancellare i tanti Bisignani che di volta in volta appestano la vita pubblica italiana, sarebbe quanto mai utile una legge sulle lobby”.

E’ quanto afferma il segretario del Psi, Riccardo Nencini.

“Gli esempi all’estero non mancano e in Italia la Toscana una legge così l’ha già fatta nel 2002”.

Direzione Psi




Italia. Tra una riedizione dell’Unione e ‘ognuno per sé’, c’è una bella differenza e Di Pietro non ha torto quando solleva il problema”. Lo afferma il segretario del Psi, Riccardo Nencini.

Tra una riedizione dell’Unione e ‘ognuno per sé’, c’è una bella differenza e Di Pietro non ha torto quando solleva il problema”.
Lo afferma il segretario del Psi, Riccardo Nencini.
“Vediamo anche se il leader dell’IdV – prosegue Nencini – ha davvero rinunciato all’ossessione antiberlusconiana e smesso i panni del giustizialista oppure è solo alla ricerca di un po’ di visibilità nella gara con Vendola, ma intanto pensiamo anche a organizzarci per non farci prendere di sorpresa da un possibile collasso improvviso di questa maggioranza.
Il segretario del maggior partito dell’opposizione potrebbe convocare un tavolo di confronto delle opposizioni, come chiediamo da tempo, e cominciare a verificare – conclude il leader socialista – la possibilità di dare vita a un’alleanza dei riformisti alternativa a questo governo”.

Direzione Psi




Roma. DIFESA/DI STANISLAO(IDV): SUBITO INDAGINE SU ARSENALI MILITARI

DIFESA/DI STANISLAO(IDV): SUBITO INDAGINE SU ARSENALI MILITARI

Ribadita e ufficializzata ieri in Commissione Difesa la richiesta da
parte dell’On. Di Stanislao, capogruppo IdV, di un’indagine
conoscitiva su tutti gli Arsenali Militari italiani. “E’ ormai
improrogabile un’indagine – afferma il Deputato – sulla consistenza
patrimoniale, sulla presenza del personale tanto civile quanto
militare e sul rapporto socio-economico con il territorio e le
istituzioni. Risorse umane, famiglie ed economie locali che svolgono
un ruolo importante per quanto riguarda le attività di competenza e il
rapporto con i singoli territori ci impongono un percorso di
condivisione con le parti sociali e di risoluzione dell’annoso
problema legato tanto ai tagli quanto alle sempre più grigie
prospettive occupazionali. Non da ultimo – conclude Di Stanislao –
ritengo indispensabile verificare lo stato di salute di tutti gli
operai. Troppi i casi di patologie connesse alla presenza di amianto
in lavoratori della marina militare ed operai degli Arsenali militari
di Taranto , Brindisi, La Spezia, Augusta, Ancona. Le conseguenze sono
spesso drammatiche e non è più pensabile che il Ministero della Difesa
non prenda seriamente in considerazione tali problematiche.”




Italia. ORDIGNI BELLICI IN MARE

ORDIGNI BELLICI IN MARE

Di Giovanni Lafirenze

La stagione estiva è già iniziata, tra qualche giorno ascolteremo una sequela di decaloghi comportamentali orientati sia ai futuri turisti, sia per chi resta in città, quest’ultimo caso a difesa dei soggetti più a rischio, vale a dire: “anziani, bambini e tanti altri individui colpiti da patologie croniche o stagionali”. Ma in realtà in attesa delle ferie di luglio/agosto, tante famiglie già trascorrono i propri fine settimana al mare tra sabbia o scogli. In entrambi i casi contenti di rivivere attimi di puro relax in compagnia dei soliti amici o di nuove comitive. Molto presto vedremo pubblicità e servizi televisivi rivolti a difesa della persona, vale a dire: “creme protettive epidermiche, consigli orientati ad una corretta ed adeguata alimentazione, idonee misure per difendersi da proibitive condizioni climatiche”. Ma non ascolteremo mai le regole da seguire nel caso dovessimo rinvenire, credere di riconoscere un residuato bellico o qualcosa del genere in mare. Ovviamente la categoria più esposta ad “incontri ravvicinati” di questo genere è quella dei sub, sia se munita di areatore, ( snorkeling ), sia per i professionisti dell’ara (muniti di brevetto e bombole). Provo a scrivere due righe:

IL SUB

Rinvenire in mare residuati bellici non è semplice per tante ragioni: l’ex Icram per esempio indica la posizione di questi involucri a profondità proibitive per l’uomo; altro motivo per non distinguere il residuato è l’incrostazione patita dal tempo, perciò una bomba a mano potremmo facilmente scambiarla per un piccolo sasso collocato tra gorgonie, alghe o quant’altro. Ma immaginiamo per assurdo una piccola granata, o una semplice bomba a mano posizionata a pochi metri di profondità e riconoscibile in quanto priva di stratificazioni dovute al tempo trascorso in acqua. Bene…il sub vede qualcosa di simile ad una bomba a mano, in tempo reale comprende il pericolo che l’oggetto rappresenta, decide di avvisare la Capitaneria di Porto. La prima regola da seguire è non toccare in alcun modo l’oggetto…!!!!!! Nessuno a parte lo SDAI (in mare) è in grado di valutare caricamento e stabilità del residuato….Seconda regola dettata dal buon senso è segnalare la posizione dell’involucro per mezzo di una cima legata ad un masso vicino, (ma non troppo) alla bomba, l’altra estremità della cima ad una boetta da segnalazione (anche una bottiglia vuota di plastica), che renderà dalla superficie ben visibile il punto esatto del rinvenimento. Fatto ciò il sub, potrà riemergere, tornare a riva e correre a segnalare il tutto sia alla Capitaneria, sia alle Forze dell’Ordine competenti per zona.




Italia. PSI: “Avevamo pensato ad un centrosinistra che non fosse figlio della storia del 1994.

“Avevamo pensato ad un centrosinistra che non fosse figlio della storia del 1994. Non ‘sinistra e basta’, ma un centrosinistra fondato su un asse riformista. Questa prospettiva oggi, dopo le amministrative e il voto referendario, è molto più possibile di ieri”. E’ quanto affermato da Riccardo Nencini, all’apertura dei lavori del seminario nazionale organizzato dal Psi, sulle strade e le scelte possibili per i socialisti e il centrosinistra, dopo i risultati delle ultime elezioni amministrative e referendarie. “La nostra valutazione è che il ciclo berlusconiano si sia concluso ed una delle possibilità è che si vada a elezioni anticipate il prossimo anno. Se questo non dovesse avvenire abbiamo un biennio davanti per costruire politiche nuove per il Psi. La seconda considerazione è che le scorse elezioni, con il risultato del 2,3% del Psi a livello nazionale, ci consentono di giocare una nuova partita anche in vista delle prossime politiche”.



Italia. Abusivismo sulle coste, plastica in mare, trivellazioni petrolifere: Legambiente presenta Mare Monstrum 2011,

Abusivismo sulle coste, plastica in mare, trivellazioni petrolifere:

Legambiente presenta Mare Monstrum 2011,

il rapporto annuale sulle illegalità e i nemici del mare

Aumentano le infrazioni accertate: +32,2% rispetto all’anno precedente

Campania leader indiscussa con ben 4 reati ogni chilometro di costa

Goletta Verde presenta gli Oscar per spudoratezza, monotonia e demagogia

alle peggiori minacce che gravano sulle coste italiane

Cemento e inquinamento assediano il mare e le coste italiane. Dall’ennesimo progetto di porto turistico a Montenero di Bisaccia (CB), ai campi da golf di Jesolo (VE), dalle case abusive di Campobello di Mazara (TP) alle inutili e devastanti trivellazioni petrolifere alle Egadi come alle Tremiti, nuovi e antichi nemici continuano a minacciare i paesaggi più preziosi e la biodiversità delle coste e degli ecosistemi marini del Belpaese. Mare Monstrum 2011 di Legambiente illustra le caratteristiche del mare illegale nostrano e denuncia tutte quelle attività che inquinano e deturpano i fragili ecosistemi delle nostre località costiere.

Vogliamo assegnare ironici Oscar alle peggiori minacce che incombono sulle nostre coste – ha dichiarato Sebastiano Venneri, il vice presidente nazionale di Legambiente, che nel corso della conferenza stampa di lancio di Goletta Verde 2011 ha illustrato il dossier – per segnalare alcune delle situazioni assurde che continuano a ripetersi in Italia a danno dell’ambiente e della collettività, e segnalare invece, in positivo, tutte quelle esperienze di buona governance del territorio condotte nel nome del bene comune, da sindaci, politici, giudici e liberi cittadini che si impegnano attraverso la tutela dell’ambiente per recuperare pezzi del territorio dal degrado e riportare un po’ di legalità e un po’ di bellezza sulle coste del nostro Paese”.

L’Oscar della spudoratezza sarebbe per il Governo italiano e, in particolare, per i Ministri Tremonti e Brambilla, alla cui mente fervida deve essere ricondotto il provvedimento contenuto nel cosiddetto Decreto sviluppo che avrebbe consentito la vendita delle spiagge italiane, con la trovata del “diritto di superficie”, bizzarro escamotage messo a punto per aggirare le norme europee sulle gare, ma soprattutto per permettere sul demanio marittimo quello che nessun condono e nessuna normativa avrebbe mai potuto concedere. Ora il provvedimento spudorato è stato ritirato, ma c’è da scommettere che periodicamente verrà riproposto.

Altrettanto spudorata da meritare un Oscar ex aequo è l’iniziativa della Est Capital, una società padovana che ha voluto spacciare una lottizzazione in grande stile al Lido di Venezia con relativa costruzione di tre torri alte 20 metri, come un progetto di “riqualificazione del Parco della Favorita”, come se un Parco, sia pur malridotto, potesse mai trarre beneficio da una colata di cemento. L’Oscar per la monotonia va al privato che sta realizzando l’ennesimo porto turistico a Montenero di Bisaccia (CB) a ridosso della foce del Trigno e a pochi chilometri da numerosi altri porti turistici per un totale (attuale) di 2.341 posti barca in appena 70 km di litorale, nemmeno fossimo in Liguria!

L’Oscar per la demagogia invece lo daremmo a buon titolo al sindaco di Campobello di Mazara (TP) Ciro Caravà che, meglio di Cetto Laqualunque, ha condotto una campagna elettorale per la sua rielezione prospettando ai concittadini il condono per le loro case abusive sulla costa sulla base di vecchi atti amministrativi senza alcun valore.

Ma a parte l’ironia, l’aggressione alla fascia costiera – considerando tutti i reati relativi a cemento illegale, inquinamento delle acque, pesca di frodo e violazioni al codice della navigazione – quest’anno fa registrare segnali piuttosto allarmanti con un aumento cospicuo delle infrazioni accertate (11.815, pari al +32,2% rispetto all’anno precedente) e le regioni a tradizionale presenza mafiosa saldamente al comando della nostra classifica negativa.

E’ la Campania la leader indiscussa di questo quartetto con ben 4 reati ogni chilometro di costa, contro una media nazionale di 1,6. Dell’impatto del cemento si è già abbondantemente parlato, ma non meno inquietante è il dato relativo ai reati per inquinamento e cattiva depurazione che quest’anno fanno registrare una vera e propria impennata con un +44,3% rispetto all’anno precedente (3.781 nel 2010 contro i 2.621 del 2009). E’ un aumento che si spalma più o meno omogeneamente su tutte le regioni del nostro Paese e che rimanda alla generale inadeguatezza del servizio di depurazione in Italia, un paese che, a dispetto del ruolo che riveste fra i grandi paesi industrializzati del pianeta, fa registrare un inquietante 30% di deficit depurativo, pari a circa 18 milioni di nostri connazionali che scaricano i propri reflui più o meno tal quali, senza un servizio di depurazione appena accettabile. Per questo rischiamo, dopo una serie di procedure d’infrazione, d’essere addirittura deferiti alla Corte di Giustizia Europea. E a far da traino nel record negativo sulla depurazione ci sono anche tante realtà del nord Italia che smentiscono, una volta tanto, il luogo comune che vorrebbe addossare al meridione la responsabilità di trascinare verso il basso il Paese intero. Imperia, Treviso o Trieste sono ai primi posti fra le località con la peggiore efficienza depurativa, per tacere della ricca regione Lombardia che fa registrare ben due milioni di suoi abitanti con depurazione inesistente.

Accanto a inquinamento e cemento, i tradizionali nemici del mare, si fanno strada anche nuove forme di aggressione, prime fra tutte le trivelle delle società petrolifere che, complice un Ministero dell’Ambiente di manica larga nella valutazione degli impatti ambientali, stanno scaldando i motori dai fondali delle Egadi fino a quelli abruzzesi passando per quelli delle isole Tremiti. Il tutto per estrarre, a detta del Ministero dello Sviluppo Economico, il greggio sufficiente a mandare avanti il nostro Paese per venti mesi. Appena venti mesi di autonomia energetica a fronte di un rischio inquinamento enorme che, in caso di disastro ambientale, ipotecherebbe per sempre il futuro delle nostre coste.

A completare il quadro, tra i nuovi nemici del mare non possiamo non citare la plastica, il rifiuto più presente nei nostri mari con percentuali che oscillano fra il 60 e il 95% a seconda delle aree. Secondo l’Arpa Toscana, ad esempio, il materiale plastico tra i rifiuti presenti nelle acque dell’arcipelago toscano prelevati dai pescatori a strascico, è pari al 73%, il tutto in pieno Santuario dei cetacei. Sarebbero invece 500 le tonnellate di rifiuti in plastica che complessivamente galleggiano nel Mediterraneo, mentre secondo l’Istituto francese di ricerca sullo sfruttamento del mare e l’Università belga di Liegi, nell’estate 2010 la concentrazione più alta di plastica nel Mediterraneo era nel nord del Tirreno e a largo dell’Isola d’Elba con 892.000 frammenti plastici per km2, rispetto ad una media di 115.000. “Alla luce di questi dati  – ha sottolineato Venneri – assume ancora più importanza la decisione del nostro Paese di bandire i sacchetti di plastica non biodegradabile che ci facevano registrare consumi record. Basti pensare che l’Italia da sola consumava un quarto dei sacchetti dei 27 Paesi dell’Unione Europea. Il bando dei sacchetti di plastica è quindi un’ottima notizia per il nostro mare. E questa sarà la prima estate di una nuova era deplastificata”.

Ma Mare Monstrum 2011 registra anche tanti segnali positivi, in particolare il lavoro di tante Procure e amministrazioni locali che hanno saputo invertire la tendenza negativa e trovare gli strumenti giusti per contrastare efficacemente i pirati del mare e della costa. A cominciare dal lavoro della precedente amministrazione comunale di Rossano (CS) che ha demolito metà degli ottanta villini costruiti sul demanio marittimo e ci auguriamo che la nuova amministrazione concluda l’opera. Per continuare con quella di Isola Capo Rizzuto, dove sindaco e prefetto stanno combattendo una dura battaglia contro l’abusivismo in un contesto largamente ostile. E poi ancora con il lavoro della sezione ambientale della Procura di Napoli che dal 2007 al 2010 ha visto diminuire i procedimenti giudiziari a carico di soggetti noti da 15.614 a 10.762 e quelli a carico di ignoti dai 33.215 del 2007 agli 8.650 del 2010. Considerando che per buona parte si tratta di procedimenti per abusi edilizi é fin troppo evidente che questo trend positivo debba essere messo in relazione con una ritrovata coerenza e determinazione nel perseguire gli abusivi.

Sono loro, per Legambiente i veri vincitori a cui andrebbe assegnato l’Oscar del mare.

Ufficio Stampa di Goletta Verde: Laura Binetti 346-4035191

I dieci nemici del mare italiano

1) Gli scarichi fognari non depurati. La copertura del servizio di fognatura in Italia è dell’85%, quella della depurazione arriva al 70,4%, lasciando una ampia parte di popolazione sprovvista di sistemi adeguati di trattamento delle acque. E questo si traduce in inquinamento di origine organica che finisce dei collettori naturali principali, fiumi e laghi, e alla fine in mare.
2) Il cemento sulla spiaggia. Dall’abusivismo di decine di migliaia di villette per le vacanze, ai tanti attracchi privati e grandi alberghi a picco sul mare che tolgono alla fruizione pubblica spiagge e specchi di mare, mettendo a repentaglio la stabilità della costa. Senza dimenticare la “muraglia cinese” di stabilimenti balneari, ristoranti, discoteche, tutti ovviamente recintati, che rendono inaccessibile la spiaggia se non con il pagamento, illegale, di una sorta di pedaggio per raggiungere il mare.
3) Le trivellazioni off shore di petrolio. L’Italia, attraverso 12 raffinerie, 14 grandi porti petroliferi e 9 piattaforme di estrazione off-shore, movimenta complessivamente oltre 343 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi all’anno a cui vanno aggiunte le quantità di petrolio e affini stoccati in 482 depositi collocati vicino al mare, con una capacità di quasi 18 milioni di metri cubi. Oltre ai 76 pozzi di estrazione già esistenti ci sono nuove aree d’Italia a rischio trivelle.
4) Il traffico delle petroliere. Ogni giorno le acque del Mediterraneo sono solcate da 2.000 traghetti, 1.500 cargo e 2.000 imbarcazioni commerciali, di cui 300 navi cisterna (il 20% del traffico petrolifero marittimo mondiale) che trasportano ogni anno oltre 340 milioni di tonnellate di greggio, ben 8 milioni di barili al giorno.
5) I rifiuti plastici in mare. La plastica rappresenta il principale rifiuto rinvenuto in mare, costituisce dal 60% all’80% del totale dell’immondizia trovata nelle acque, pari a circa 500 tonnellate di rifiuti che complessivamente galleggiano nel Mediterraneo. Secondo l’Unep e l’Agenzia di protezione ambiente svedese, di 115 specie di mammiferi marini, 49 sono a rischio intrappolamento o ingestione di rifiuti marini. Tra i 700.000 e un milione di uccelli marini rimangono ogni anno uccisi per soffocamento o intrappolamento.
6) La pesca illegale e le spadare. La mancata applicazione di sanzioni efficaci e della sospensione della licenza di pesca rappresentano il nodo principale della questione, misure previste dal Decreto Ministeriale del 14 ottobre 1998, ma disapplicate dalle autorità italiane. Proprio per questo, e per gravi carenze nei controlli, l’Italia ha subito processi di infrazione e accertamenti che hanno comportato la richiesta di restituzione di oltre 7 milioni di euro nel 2008 da parte dalla Commissione Europea al nostro Paese.
7) Le navi dei veleni. Sono decine le imbarcazioni dal carico sconosciuto che negli anni ‘80 e ‘90 sono partite dai porti italiani e poi sparite nel nulla lungo le coste dell’Italia. Sapere se e dove sono effettivamente affondate queste navi e cosa trasportavano è un diritto dei cittadini e un dovere delle Istituzioni
8) L’inquinamento industriale. In Italia, infatti, ci sono tuttora grandi impianti industriali che continuano ad emettere inquinanti in aria, acqua e suolo, e ci sono alcuni tratti di costa e di mare nel nostro paese che nel corso di decenni di attività industriale hanno subito danni enormi, di cui ancora oggi si sta pagando il prezzo.
9) L’erosione costiera. Secondo l’ISPRA, circa il 30% dei litorali italiani è soggetto a intenso arretramento, e il 24% dei litorali sabbiosi ha subito negli ultimi 50 anni arretramenti medi superiori ai 25 metri. Questi dati confermano che il nostro Paese è tra quelli a più alto rischio di erosione in Europa.
10) Il carbone nelle centrali termoelettriche sulla costa. Negli ultimi anni con l’inaugurazione della nuova centrale a carbone di Civitavecchia e l’autorizzazione dei nuovi gruppi di Fiumesanto in Sardegna e Vado Ligure, il nostro paese ha deciso di rilanciare con forza il combustibile in assoluto più dannoso per l’ambiente. Ma anche altre zone della nostra costa rischiano l’arrivo del combustibile killer del clima, come Saline Joniche, in provincia di Reggio Calabria, o Rossano Calabro (Cs) che oggi brucia olio combustibile.

Il quadro generale del mare illegale in Italia

Cta-Cc Gdf Cap. di porto

Cfs + Cfr

Totale

Infrazioni accertate 1.461 2.062 7.143 1.149 11.815
Persone denunciate

e arrestate

1.965 3.435 6.947 1.785 14.132
Sequestri effettuati 518 2.062 764 716 4.060

Fonte: elaborazione Legambiente su dati Forze dell’ordine e Cap. di porto (2010)

La classifica nazionale del mare illegale

Regione Infrazioni accertate

Percentuale

sul totale

Persone denunciate

o arrestate

Sequestri

Effettuati

Campania = 1.872 15,8 2.474 656

Sicilia ↑ 1.813 15,3 2.216 564

Calabria ↑ 1.747 14,8 1.854 610

Puglia ↓ 1.505 12,7 1.636 658

Sardegna = 991 8,4 1.340 234

Liguria ↑ 819 6,9 849 126

Lazio ↓ 732 6,2 912 405

Toscana ↑ 613 5,2 790 128

Marche ↓ 406 3,4 482 187

Emilia Romagna = 383 3,2 458 229

Friuli Venezia Giulia ↑ 306 2,6 325 45

Veneto ↓ 286 2,4 301 106

Abruzzo ↓ 237 2,0 393 85

Molise ↑ 59 0,5 50 8

Basilicata ↓ 46 0,4 52 19
Totale 11.815 100 14.132 4.060

Fonte: elaborazione Legambiente su dati Forze dell’ordine e Cap. di porto (2010)

I principali reati ai danni del mare

Reato Infrazioni

accertate

% rispetto

al 2009

Persone denunciate

e arrestate

Sequestri

effettuati

Abusivismo edilizio

sul demanio

3.495 -11,6 5.044 1.635
Depuratori, scarichi fognari, inquinamento da idrocarburi 3.781 + 44,3 3.679 1.555
Pesca di frodo 1.748 + 10,3 1.729 428
Codice della navigazione

e nautica da diporto

2.791 + 259,2 2.974 632
Totale 11.815 + 32,2 14.132 4.060

Fonte: elaborazione Legambiente su dati Forze dell’ordine e Cap. di porto (2010)

Tutto il Dossier Mare Mostrum 2011 è scaricabile al link: http://www.legambiente.it/dettaglio.php?tipologia_id=5&contenuti_id=2855